3. Trote e temoli
3.16 Austria: Mur e Tamsbach
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I pesci sono economicamente importanti. Tanto per iniziare puoi sopravvivere scrivendo di loro o dipingendoli. Oppure puoi pescarli, portarli prima sul peschereccio e poi a riva e venderli a qualcuno che li rivenderà ancora a qualcun altro e così via fino alla trattoria "Da Ciccio - Specialità pesce" vicino casa. Questo va avanti da secoli ed e' chiamato pesca commerciale oppure "portare il pesce al consumatore". Puoi anche portare il consumatore al pesce: un fenomeno più recente che include il noleggio di barche, il pernottamento in lodges, la vendita di biglietti aerei, la costruzione e vendita di canne, mulinelli, esche, antizanzare, nylon, barche, fuoristrada, abiti, stivali, creme solari, la pubblicazione di riviste di pesca o la gestione di laghetti "sportivi". Sono sempre stato guardato "di traverso" dai cittadini benpensanti, che pagano le tasse, sempre misurati e sobri, quando dico loro che vivo facendo il pescatore. Ora, quando pesco, è generalmente per provare nuove tecniche, o per esplorare nuovi luoghi o per vedere nuovi pesci su cui poter scrivere o proporre viaggi. Oddio non è un brutto lavoro. E non mi sto lamentando, intendiamoci, ma il doverlo considerare "lavoro" non mi permette di gustare appieno tutte le situazioni e gioirne. Il vantaggio principale però è che stai in mezzo a gente simpatica (gli imbecilli sono percentualmente minori tra i pescatori) e che parla la tua stessa lingua. E, qualche volta, ti invitano a pescare da qualche parte dove altrimenti non ci potresti andare. Per molti pescatori l'obiettivo, o il proprio desiderio, è una personale e costosa riserva. Come il sesso, che può essere spesso presente nel cervello, o nei sogni. Ma, a differenza del sesso, anche se devi pagare per pescare il piacere non diminuisce. Marco è un tipo di poche parole, e questa normalmente è una buona qualità per un compagno di pesca. Alcuni dei giorni più felici li ho passati pescando con amici che biascicavano a malapena qualche parola, a parte "Bello!", "Andiamo più in su" "Ce l'ho". Tutti gli altri termini di conversazione della giornata erano: "Andiamo a mangiare" e "Andiamo via!". Quando mi telefona, sempre cordiale ma pragmatico, mi dice "Vieni qualche giorno in Austria. Pescheremo sul Mur e sul Tamsbach. Porta le canne che userai, più la più bella che hai, nel caso dovessimo far bella figura." I fiumi austriaci sono generalmente di tre tipi: i piccoli torrenti di montagna, i grandi fiumi alpini, regolati o meno da laghi, e i fiumi del piano.Il clima e' di tipo alpino in montagna e continentale nelle vallate.I temporali, frequenti in luglio, rendono talvolta la pesca difficile nelle regioni montagnose del centro del Paese. Prima della meta' di agosto e' prudente concentrarsi sui fiumi del Nord del paese (alta e bassa Austria, Salisburghese) perche' questi sentono meno l'influenza del disgelo e dei temporali di quelli più a Sud (Tirolo, Voralberg, Carinzia).
Le condizioni atmosferiche e dei fiumi rimangono eccellenti fino alla chiusura della stagione. L'Austria e' uno di quei pochi luoghi che riservano ancora paesaggi magnifici e le sue acque sono completamente gestite da privati, alberghi, pescicoltori, associazioni comunali o di pescatori. Se volete pescare dovete per prima cosa ottenere il permesso da chi ha preso in affitto la riserva. Poi andate in municipio e vi fate dare la licenza e infine vi occorre l'autorizzazione del proprietario del terreno. Se avete solo un giorno per pescare, lo impiegherete probabilmente per procurarvi questi tre permessi.Potete infischiarvene allegramente ed avventurarvi lo stesso lungo il fiume e cominciare a pescare, ma quasi certamente finirete in prigione, o all'ospedale.
Ci sono diversi alberghi che hanno delle acque in concessione. Ricordiamoci che il costo dei permessi varia, nella maggior parte dei casi, tra i 400 e i 1500 scellini al giorno. Le acque, essendo private, sono ovunque ben gestite e il costo normalmente è proporzionale alla bontà della pesca. I fiumi da temoli e trote sono sempre molto ben popolati da pesci selvatici. Non si trovano mai trote "stupide" buttate all'alba o il giorno prima ed anche nei luoghi che risentono di una certa pressione di pesca sia densità che qualità rimangono eccellenti. Il merito, a parte i ripopolamenti oculati e la sostanziale inesistenza di inquinamento, va alla regolamentazione vigente per i corsi d'acqua: catture limitate o completamente vietate, in parecchi tratti numero limitato dei permessi, pesca solo con artificiali, amo singolo senza ardiglione, in qualche caso perfino divieto di usare stivali per non rovinare le zone di frega. Attraversiamo l'autostrada Tarvisio-Villach-Salisburgo. In auto ascoltiamo musica classica e passiamo tra picchi incredibili ancora ricoperti di neve, prati verdi e smisurati boschi, piccoli laghi, casettine da Heidi .... insomma tutti quei paesaggi che starebbero bene nel calendario che vi regala il vostro assicuratore. Per quelli con le donnine occorre rivolgersi al gommista o al meccanico. Si fa una breve sosta gastronomica con due palaschinken alle noci, per le quali venderei anche l'anima. Basta meno: qualche scellino e insieme alle gustose crepes mi sono sgolato un bicchiere di latte, anzi più panna che latte. Ora abbiamo lasciato la Carinzia e siamo nel Salisburghese. Trenta chilometri dopo Spittal/Drau, subito dopo la galleria del Katschberg, siamo arrivati a Sankt Michael im Lungau. La pesca nel Mur, fiume che scende dagli Alti Tauri, è aperta dal 6 giugno al 3 ottobre ma offre possibilità veramente ottime solo in agosto e settembre, temporali a parte. Un albergo, ricavato da un'antica stazione di cambio, ha la proprietà dei diritti di pesca su quasi tutta la vallata. La pesca è solo a mosca e no-kill su più di cinquanta chilometri del fiume principale e dei suoi affluenti. A forza di rilasciare i pesci credo che la trota media abbia raggiunto il più alto livello di intelligenza possibile. Puoi ancora prenderle, e talvolta succede perchè c'è ne sono veramente tante, ma non puoi permetterti molti errori. I vantaggi sono, d'altra parte, che se lasci andare il pesce questo crescerà, diventando sempre più grosso, cosicchè passati cinque anni, la trota di due chili che hai catturato ne peserà almeno quattro e, naturalmente, il suo peso aumentato si rifletterà ogni volta che racconterai della cattura. I pesci che lascio andare spesso guadagnano almeno mezzo chilo prima che ritorni a casa. Particolarmente interessanti sono lo Zederhaus Bach e il Thomatal Bach, classici torrenti alpini, ottimamente popolati di fario e da fare con canne corte e code leggere.
In questi affluenti e nella parte alta del corso principale si fa la tipica pesca di montagna, usando essenzialmente mosche da caccia e avvicinamenti da Apache. Dicono che alcuni bacini, nella parte alta, ospitino salmerini; temoli e iridee invece sono presenti principalmente a valle della confluenza con la Zederhaus, dove il fiume Š canalizzato. Nel tratto inferiore i temoli sono il venti per cento dei pesci, altrettanto le iridee, il resto tutte fario. La taglia media delle trote sta tra i 30 e i 35 centimetri ma sono possibili ovunque esemplari che passano il chilo. Nella zona bassa sono stati catturati diversi esemplari di oltre tre chili. Il tratto di fondovalle è più adatto alla pesca classica sulla bollata, o a ninfa sul pesce che si vede. La pesca nel tratto a valle è dura o, come dicono, "altamente tecnica". La corrente è abbastanza lenta e liscia, l'acqua chiara, gli insetti microscopici (circa taglia 18) e i pesci che perseguiamo sono temoli schizzinosi che contano letteralmente il numero dei cerci prima di mangiare. Situazione da atroci emicranie. Per i temoli il luogo migliore e' sempre dall'altra sponda del fiume, o 20 chilometri più a monte, o indietro nella lama dove hai pescato tre ore prima. Discorso mosche: più o meno nessuna della tua scatola o appesa al gilet andrà bene.Talvolta puoi aver fortuna con una che e' rimasta impigliata in una tasca. Se le costruisci non sei molto avvantaggiato: le fai solo molto più belle di quanto sarebbe necessario per catturare pesci. Per quanto riguarda il lancio in questi luoghi, esistono due scuole di pensiero: puoi non far dragare la mosca e il pesce non si accorge di essa o puoi lasciarla dragare e spaventarlo, i risultati sono uguali. Puramente nell'interesse della scienza monto la canna, lego una Cul de Canard del 18 e lancio... "Sciaff" e sono in disputa con l'unico meschino temolotto della giornata, di venticinque centimetri... ma abbondanti. Qualche lancio dopo aggancio una bella trota e do un'occhiata in su per essere sicuro che Marco stia guardando. Poi le cose si fanno più difficili: cerchiamo di migliorare ed allungare un po' il lancio e si comincia a usare lo 0.12. Vogliamo vedere se c'è in giro un bel temolo o una trota giusta. Trote "giuste" significa principalmente "grosse" senza tante complicazioni estetiche o semantiche. Il resto della giornata è da classificare come buono, con diversi pesci decenti, ma niente da raccontare in giro. La sera consumiamo un buon pasto a base di cotolette di vitello, pane, insalata e apfelstrudel. Il tutto servito nell'unico ristorante a Tamsweg aperto dopo le otto di sera. Poi si va a salutare Giuliano, un italiano trapiantato abbastanza bene da divenire il Ras del paese. Ci fornirà alloggio e "dritte" per il tratto del Tamsbach dove pescheremo nei due giorni successivi. Secondo il grande schema delle cose, questo torrente è piuttosto piccolo ma comunque di una misura perfetta per chi ci pesca a mosca. Arrivi con i lanci dappertutto e vedi sempre le reazioni alla tua esca. E' una riserva privata e ci pescano si e no venti persone in un anno: chi viene beccato a trattenere un pesce non ci pesca più. In altri tempi ero fautore convinto di "tutte le acque di tutti". Poi cominciai a sentirmi infastidito da certe nozioni democratiche, come quella che le acque sono a disposizione di chiunque, me compreso, ma anche di canoisti, bagnanti, giovinastri muniti di megastereo portatili. Cominciai a mantenere sempre più difficilmente un comportamento civile alla vista di un gommone che spuntava da una curva, e arrivava verso di me, proprio dove ero stato nella precedente mezz'ora lanciando su una fario superselettiva. Torrenti affollati significa anche avere gente che ti guarda da riva o, peggio, dietro tra i cespugli.Aver qualcuno dietro mentre si pesca è fastidioso come aver qualcuno che guarda alle tue spalle quando stai scrivendo una lettera alla ragazza. Marco mi dice che ci puoi pescare fino a Natale. Io credo che faccia troppo freddo.
Qui siamo a mille metri circa, in mezzo alle montagne e penso che dicembre non sia tempo da pesca. E' il tempo ideale per cori alpini, polenta e buon vino, guardare il fuoco del camino, conservare le calorie eccetera. Vicino al paese questo fiume non è particolarmente buono, e la cosa funziona ottimamente per mascherare ed evitare le tentazioni. E' affiancato da una strada sterrata dove ogni tanto passa qualcuno e ti saluta. In Austria la gente è cordiale ma sai, Hitler era austriaco e all'estero non si può mai sapere. Come straniero in uno strano posto, la tua presenza è spesso vista con diffidenza, se non con aperto sospetto. Tieni in mano una canna da pesca, invece, e la gente che normalmente non si fermerebbe nemmeno per fornirti un'indicazione, scenderà dall'auto per darti una dettagliata descrizione su tutto, e raccontarti un sacco di balle sulla pesca del luogo
Qualche donna ti offrirà perfino qualcosa da mangiare, immaginando, spesso indovinando, che non hai catturato niente e probabilmente non riusciresti a procurarti mai del cibo. Ci fermiamo dapprima a guardare le buche. E' un grande piacere camminare lungo un fiume, senza canna, e guardare le trote, e meravigliarsi di cosa stanno facendo o pensando, spalancando le loro bocche lungo la corrente del cibo. Non mi sento impaziente, vorrei guardare ogni pesce, mi affascinano. Queste sono le cose che si portano a casa dopo un viaggio di pesca. Queste sono cose che riempiono gli occhi, e il cuore, e la mente anche di un veterano come me. "Un consiglio" mi disse una volta uno con la gamba ingessata. "Se stai camminando lungo la riva del fiume e scorgi qualche bollata, prima smetti di camminare, poi guarda". Il terreno dove camminiamo è l'estensione del letto del fiume e le vibrazioni causate sulle sponde sono facilmente trasmesse ai pesci. Un pescatore deve sempre ricordarsi di camminare "soffice" quando percorre una riva e di non sbattere sui sassi quando è in wading. Dopo il primo momento per abituare gli occhi cominciamo a scorgere le trote.Quelle piccole più a galla. Poi, sul fondo, vediamo quelle grosse. Apparentemente quelle trote trascorrono l'intera loro giornata esattamente nello stesso posto, perchè le ritrovo praticamente ogni volta che ci avviciniamo. Qui un bel pesce da catturare è tra i sette etti e i due chili. Ogni anno viene catturato almeno un pesce sui cinque chili. Anche su questo corso d'acqua le trote hanno l'abitudine di crescere dopo la cattura cosicchè ho sentito diverse storie di taglie mostruose. Proviamo a pescare su un paio di esemplari che sembrano tra il chilo e il chilo e mezzo. Il problema è di evitare il dragaggio. La mosca deve galleggiare per un paio di spanne ma nell'istante che la mia trota la vede, la mosca crea sempre una piccola onda, che la fa scappare e nascondere sotto un sasso. Come ogni pescatore sa, una situazione come questa può diventare un'ossessione. In uno di quei momenti chiedo, sperando in un tono di voce casuale: "Pensi che mangerebbero con il verme? Ipoteticamente? Per dire?" "E difficile dirlo" mi risponde Marco in tono sospettoso "E poi non è permesso". Dalla tasca del gilet (dopo qualche anno ci sono tasche che non ho ancora usato. Ne ho scoperto un'altra, solo l'altro ieri) tiro fuori una Tup's. O almeno una cosa che mi avevano venduta come tale. Il lancio è di sette/otto metri. Non un lancio eccezionale ma ci sono alberi e cespugli dappertutto, e erba alta come una persona. Avrei difficoltà con qualsiasi canna, figuriamoci con una da sei piedi e mezzo del 3. La mosca si posa.
Non la trota che curavo, ma un'altra enorme materializzatasi dal nulla arriva come un fulmine e prende la mosca. Fuga alla velocità della luce verso valle.Tutta la coda. Backing. "Bang". Fine. Ogni trota che arriva al backing e poi spacca è "almeno quattro chili" anche se è solo due e mezzo. Perdere un pesce come questo è duro. Certo, l'avresti lasciato andare comunque, ma non è questo il punto. Il piano era di essere magnanimo nella vittoria. Ti chiedi: dove ho sbagliato? Cosa ..... potevo fare? Una tipica situazione da analisi. Potresti evitarla con la poesia del "E' già abbastanza bello essere a pescare" oppure potresti vagheggiare con i vari livelli di evasione tecnica. Ma c'è infine una sola risposta: certo che è stato un tuo errore, di chi altro poteva essere?. Non ci sono problemi ad agganciare pesci con una canna leggera e infatti ne ho agganciati molti prima di riuscire a tirarne a riva almeno uno.
La prima trota grossa che agganciai con una cannetta da temoli prese la mosca in una correntina a un paio di metri da un tronco sommerso, si immerse direttamente sotto questo, e immediatamente esplose dall'acqua con un tremendo salto dall'altra parte. Mentre recuperavo la coda molle trovai il finale spezzato non alla fine dove è sottile (0.16) ma a metà dove era dello 0.28. Tutto l'episodio era durato meno di un secondo. La seconda grossa trota, due ore dopo la prima, fece rapidamente il pezzo migliore del suo repertorio: partì a razzo in una lunga corsa a valle dove non potevo seguirla e da qualche parte laggiù trovò un albero o una roccia e ruppe tutto. Riprovo con una ninfa, e un finale del 18. Una, due, tre volte la ninfa passa e perlustra il canale, e al quarto passaggio la coda scatta verso monte. Pianto l'amo ... la coda taglia l'acqua di una spanna e la superficie esplode; tutto poi finisce in gloria con un esemplare di cinquanta centimetri. Dopo quella, un quarto d'ora dopo, ne viene fuori un'altra e poi altre ancora ma nessuna grande come le prime due. Marco non pesca a ninfa e tutto gli appare come un universo nuovo da scoprire. Mi osserva incuriosito. Chiede: "Come fai a sapere quando mordono? Le vedi o le senti?" "Qualche volta vedo un bagliore" dico "Altre volte vedo il finale bloccarsi. Ma principalmente ferro su un sospetto". Quando non ci è più possibile vedere dove finisce la riva e dove inizia l'acqua rientriamo all'albergo, mangiamo, svuotiamo qualche bottiglia di vino e si va a dormire. La sua insistenza per dormire in camere separate è famosa perchè, lui dice, non riesce a dormire quando qualcuno russa. Naturalmente lui russa come una segheria, cosicchè tenerlo isolato non da mai fastidio a nessuno.


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