6.
Un po' di tutto
6.03
VIAGGI
DI PESCA E GHILLIES
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mag.90 |
Fortunatamente luoghi dove poter catturare
trote degne di questo nome si possono ancora trovare in Italia
anche se aumentano ogni giorno inquinamenti, cementificazioni
e disinteresse dei politici; spesso peggiora questa situazione
anche il malcostume di molti pescatori. Questi fatti sono responsabili
del progressivo deterioramento delle nostre acque cosicche' siamo
costretti a ricercare altri luoghi per poter pescare, dapprima
vicini ai nostri confini (Austria, Yugoslavia) e poi via via piu'
lontani. Il pescatore a mosca inoltre, per sua natura, desidera
trovare luoghi dove poter pescare indisturbato e tende quindi
ad evitare affollamenti del genere "gara di pesca"; deve porre
percio' molta attenzione nello scegliere le proprie destinazioni
anche perche' luoghi lontani e dai nomi affascinanti non sempre
sono sinonimi di luoghi tranquilli. Quando ad esempio i Red Salmon
(Sockeye) arrivano nel Russian River, ogni anno all'incirca verso
il solstizio estivo, la notizia, attesa da lungo tempo, viene
diffusa contemporaneamente da radio, giornali e televisione in
tutta l'Alaska. La successiva fulminea evacuazione di Anchorage
potrebbe servire da modello per ogni responsabile della protezione
civile: apparentemente ogni uomo, donna, bambino lascia la città
e si dirige con ogni mezzo verso quella che e' la più grande
concentrazione di pesci in risalita vicino ad una via di comunicazione.
Pare di assistere ad un vero esodo biblico. Quando la risalita
e il relativo ammassarsi dei Reds e' al culmine sembra di essere
ad una fiera: devi aspettare per ore in coda prima di poter trovare
un posteggio vicino al fiume; centinaia di camper e motorhome
affollano ogni spazio disponibile lungo la strada. Trovare alloggio
da qualsiasi parte e' pura follia. La pesca (permessa solo a mosca,
ma non necessariamente con coda di topo) in quei momenti non e'
esattamente l'ideale per il timido pescatore europeo in cerca
di solitudine e natura intatta. E' meglio guardare lo spettacolo
dal di fuori (a distanza di sicurezza). Code e mosche volteggiano
ovunque ed in ogni pool si accalcano decine di pescatori; quando
un Red viene allamato e parte per una fuga di una cinquantina
di metri trascina con se' almeno venti lenze diverse unite in
impressionanti grovigli. Tutto ciò e' comico, se non sei
tragicamente coinvolto e disperato, con la tua coda agganciata
ad un ramo e la mosca (su amo 6/O) di un collega dall'altra parte
del fiume agganciata ai tuoi pantaloni. Non credo che qualcuno
dei nostri moschisti possa essere affascinato da una situazione
simile, anche se si catturano con estrema facilita' salmoni da
3/4 chili.
La pesca del salmone rappresenta spesso una naturale evoluzione
per il pescatore di trote. Ci sono diversi motivi a spiegazione
di questo fatto: affinità tra questi pesci, tra i due tipi
di pesca, caratteristiche dell'ambiente ecc. I salmoni si possono
cercare nei classici luoghi europei (Scozia, Norvegia, Irlanda
e Islanda) dove questa pesca e' da tempo istituzionalizzata e
regolamentata. Qui, più ancora che in altri paesi, il tempo
degli esperimenti ed esplorazioni e' finito da un pezzo: ovunque
esistano concrete probabilità di agganciare un salmone
si viene sottoposti a gabelle salate o liste di attesa interminabili.
Tanto più alte le prime e lunghe le seconde quanto maggiori
sono le probabilità di catture. Ciononostante ogni anno
centinaia di pescatori italiani partono, carichi di speranze,
per il Nord Europa senza aver prenotato qualche beat che dia determinate
garanzie e se ne ritornano, di conseguenza, con dei cappottoni
formato super. Spagna, Svezia, Finlandia e Francia praticamente
non offrono alcuna possibilità per pescare salmoni. Quest'anno,
per fare un esempio, sull'Allier (il più classico fiume
da salmoni francese) nella prima settimana di apertura si sono
catturati tre salmoni con duecento permessi rilasciati ogni giorno
appositamente per il salmone.
I
salmoni americani (mi riferisco al Pacific Salmon) sono decisamente
più numerosi e di conseguenza lo sono anche le catture;
in Alaska e British Columbia ci sono centinaia di fiumi risaliti
da quantità impressionanti di pesci: e' meglio pero' evitare
situazioni ripugnanti del genere di quella descritta prima quindi
e' opportuno puntare verso zone lontane da vie di comunicazione.
Esistono Lodges e Fishing Camps fuori mano, raggiungibili solo
con barche o idrovolanti, con servizi e di conseguenza prezzi
differenziati. Per il Salmone Atlantico della costa orientale
del Canada i problemi sono leggermente diversi: chi opta per un
campo nel Newfoundland e sopravvive alle zanzare ed al freddo
prende qualche bel pesce, chi invece pesca nei tratti "liberi"
e comodi del Quebec deve avere forti raccomandazioni in Paradiso
(una sola non e' sufficiente) per salvare la vacanza. A questo
riguardo bisogna saper leggere con occhio critico le cifre pubblicate
riguardo alle catture nei vari fiumi. Mi spiego: l'Hunt River
(Labrador) da' una media di 500 salmoni all'anno (media trilussiana
con annate da 90 pesci ed altre da 980) ma ha una media di 350/giorni
pesca all'anno (cioè trentacinque pescatori hanno pescato
per dieci giorni ciascuno oppure sette per cinquanta ecc). Il
Miramichi River, relativamente vicino agli U.S.A. e facilmente
raggiungibile da strade in ogni suo punto, da' circa 20.000 salmoni
ma su 270.000 permessi. Lascio a voi i conteggi e le relative
valutazioni. Ricercare trote e salmerini dei più diversi
tipi, purche' grossi e selvaggi, e' relativamente più semplice
poiche' questi pesci vivono quasi in tutto il mondo e la loro
pesca non e' soggetta alla aleatorietà delle risalite.
Ogni paese con scarsa densità di popolazione e condizioni
climatiche adatte riserva ottime sorprese. I luoghi isolati di
Norvegia e Svezia del Nord danno trote da record.
Tutto il Canada rappresenta un paradiso inesauribile. La scelta
appare quindi senza limiti per chi vuole andare a caccia di queste
emozioni.
Ma ci sono anche altre possibilità: ora agenzie specializzate
ci propongono nuove destinazioni verso l'emisfero meridionale
della terra. I corsi d'acqua di questi luoghi una volta erano
privi di salmonidi ma dall'inizio del secolo sono stati popolati
da Rainbow e Fario che hanno trovato un habitat ideale e nessuna
concorrenza alimentare raggiungendo densità da sardine
e taglie da tonni: Argentina, Cile, Tasmania e Nuova Zelanda offrono
esemplari incredibili. Perfino l'Africa ha alcune mete interessanti
(Kenya e Sudafrica). Cosa c'è di meglio che puntare verso
la Terra del Fuoco per combattere gigantesche trote proprio quando
da noi la stagione ci rende impossibile il farlo?
L'inverno
una volta rappresentava un periodo tranquillo per sedersi davanti
al camino e dare un'occhiata alle attrezzature dopo una stagione
di uso ed abusi. Con pazienza e tenerezza pulivamo code, controllavamo
eventuali tagli o screpolature e smontavamo ed ingrassavamo mulinelli.
Si sostituivano finali, ormai troppo corti, annodati dal vento
e lanci sbagliati, ricordando come avevamo rubato ogni possibile
istante di pesca nelle ultime serate con frettolosi nodi. Costruivamo
mosche e compilavamo liste di cose da rimpiazzare ed acquistare.
Consultavamo libri, cartine, mappe e riviste per pianificare le
uscite per la stagione successiva. Le mogli o fidanzate aspettavano
con ansia il momento della chiusura della pesca per poter finalmente
trascinarci in "interessanti" inviti per il thè con le
proprie vicine di casa (che naturalmente hanno come argomento
principale il ricamo o le cause più frequenti di morte).
Ora non più. Forze sinistre si sono messe al lavoro creando
e proponendoci una stagione di pesca che dura tutto l'anno. Ora
sono nate mille opportunità di provare esperienze nuove
con la coda di topo. Riserve e laghetti privati sono aperti 365
giorni all'anno; il maggior tempo libero a disposizione e la facilita'
degli spostamenti (con l'aereo si arriva in poco tempo e comodamente
quasi dappertutto) hanno creato "vedove" di pesca ovunque. Esistono
luoghi dove e' sempre estate, e gennaio ora può significare
anche costumi da bagno, creme solari e, per un pescatore a mosca,
nuove avventure in mare, nuove prede e nuove sfide. Bonefish in
Venezuela, Belize o in Africa, Tarpon e Permit in Costarica e
Messico. Addirittura Sailfish, Squali e Marlin. Occorre naturalmente
una buona dose di self-control: la pesca, e particolarmente quella
a mosca, e' una passione divorante. Si colloca tra quegli sport
che sono soggetti alla stessa mania di collezionismo che affligge
molti altri hobbies e le collezioni, si sa, non sono mai a buon
mercato. Iniziamo con l'aumentare il numero delle canne ed in
progressione geometrica quello delle code, ammucchiamo scatole
con migliaia di mosche: da quella per i temoli dell'Adda a quella
per il sailfish del Messico ma questo, purtroppo, non e' che la
punta del proverbiale iceberg.
Ed allora quello che e' iniziato come un passatempo rilassante
si può tramutare in un buco nero finanziario: si comincia
a cercare sul mappamondo tutti i posti dove possiamo sfidare trote
e salmoni, la fantasia si perde sulle pesche superbe che possiamo
trovare sull'Alta in Norvegia, ad Andros Island nelle Bahamas
o nel Nushagak in Alaska. Decisa la meta dobbiamo lottare nella
selva delle tariffe aeree (una vera sfida al cervello) e poi non
sempre le linee "normali" raggiungono alcune destinazioni. La
voragine diventa enorme. I prezzi dei lodge non sono esattamente
quello che molti di noi intendono "a buon mercato". Durante i
viaggi di pesca le condizioni di vita in un fishing-camp danno
significati nuovi alla parola squallore, e viene pagato usualmente
un prezzo elevato per il privilegio di NON avere le più
elementari condizioni di comfort. Sei giorni di pioggia in una
tenda gelata sono lo standard; tutto questo può non sembrare
serio ma spesso e' la vera essenza di una vacanza di pesca. Si
fanno molte stramberie in nome di qualcosa che chiamiamo divertimento.
Il pescatore e' un animale strano: provate a pensare quanto sia
normale un soggetto, immerso fino alla cintola in un fiume islandese,
che preferisce lottare contro pioggia e vento piuttosto che oziare
e farsi cullare dalle onde alle Maldive oppure che trascorre,
attorniato dai moscerini, i propri week-end estivi sull'Unec invece
di riposare e portare la famiglia su qualche comoda spiaggia.
Quando
si intraprendono queste avventure la preparazione delle attrezzature
prima della partenza deve essere accurata perche' di grande importanza.
Si parte infatti per viaggi che hanno come obiettivo catture importanti
ed inoltre non sempre si ha la possibilità di trovare ed
acquistare materiali sostitutivi sul posto. Meglio usare sempre
le proprie canne e mulinelli, conoscerne le caratteristiche e
controllarle costantemente. A volte risulta fondamentale sapere
perfettamente fino a che punto si può forzare un finale
prima di romperlo oppure quanti metri esatti di backing ci sono
sul mulinello. Il successo spesso dipende dalla guida o dal responsabile
del campo o della beat. E' necessario creare subito con loro un
rapporto di cooperazione. Il capo del campo può dar disposizioni
alla tua guida affinchè ti porti in un posto particolare,
provvedere per una barca migliore e più veloce o darti
un paio di mosche che funzionano meglio. Se hai prenotato una
vacanza di pesca al salmone su di un fiume che non conosci avere
un accompagnatore esperto del luogo e del fiume può determinare
il risultato: l'alternativa e' spendere un sacco di tempo cercando
da solo le pool e come arrivarci ed i posti esatti dove i salmoni
si fermano a riposare. I luoghi di stazionamento dei salmoni nelle
pools possono cambiare ogni stagione: il variare dell'altezza
dell'acqua e le piene che modificano il fondo ne sono la causa.
Un buon ghillie e' sempre aggiornato ed i suoi suggerimenti sono
importanti su questi particolari poiche' vive sul fiume e qui
trascorre ogni giornata: molto meglio se il ghillie ha trascorso
diversi anni su quel corso d'acqua. Il costo del viaggio, delle
attrezzature, dell'affitto di una beat sono notevoli ed il costo
di un ghillie per i primi due giorni e' in proporzione abbastanza
basso e puo' fare la differenza tra prendere e non prendere. Gillie
o Ghillie e' una parola che produce espressioni strane sul viso
di chiunque non sia pescatore. Sfogliando tra le pagine di un
paio di vocabolari inglesi sono riuscito a sintetizzare questa
definizione: generalmente maschio, che fa da guida sull'acqua,
che conduce la barca ed in genere assiste il pescatore.
Alcuni autori di libri sulla pesca al salmone aggiungono dei commenti.
Negley Farsons, per esempio, in "Going Fishing" del 1942 dice
"....il ghillie, non impiegherai molto a scoprirlo, deve essere
trattato con diplomazia ma molto fermamente". Hamish Stuart in
"Lochs Fishing" pubblicato all'inizio del secolo dice che "un
Ghillie di costituzione robusta, abile ed attento, sobrio ed affidabile
e' quanto di meglio possa aspettarsi un pescatore per il successo
della propria giornata". I pescatori si aspettano servizi diversi
dal proprio ghillie. Alcuni richiedono solo la conoscenza dei
posti migliori e delle condizioni dell'acqua o della beat. Ad
esempio Arthur Oglesby nel suo libro "Salmon" dice " Per me il
ghillie e' importante solo quando sto pescando su un fiume a me
nuovo, se e' in gamba nel suo lavoro mi dirà quali sono
i posti migliori e le caratteristiche dell'acqua: pescando da
solo dovrei impiegare anni per conoscerle ......io non desidero
un portatore ed ho sufficiente esperienza per tirar fuori (gaffing
or tailing) il pesce da solo". Anch'io preferisco compiere questa
operazione da solo, ed evito di intervenire nell'azione di altri
pescatori ammenoche' non mi venga espressamente richiesto. Questo
va precisato perche' normalmente nelle mansioni del ghillie rientra
anche l'azione di guadinatura o di "tailing" del pesce.
Ritengo
che la gioia della cattura sia veramente completa solo se si porta
a termine ogni fase da soli, inoltre non e' semplice destreggiarsi
e coordinare i propri movimenti con quelli di un altro; talvolta
ci si comprende male e si perde il pesce. Sono situazioni antipatiche
quando il salmone se ne e' andato ed ognuno e' convinto di aver
agito per il meglio. Il ghillie deve mettere a disposizione del
pescatore la sua conoscenza e assicurarsi della sua incolumità
segnalando dove e fino a che punto si può pescare in wading.
In genere non e' una sua mansione insegnare tecniche di pesca
a meno che non gli venga richiesto. Altri doveri del ghillie verso
il pescatore di salmoni possono essere: montare la canna, eseguire
i nodi (anche se la maggior parte dei pescatori preferisce farseli
da solo), portare l'attrezzatura in riva al fiume, istruire e
fare dimostrazioni sul lancio e sulle ed eventualmente aiutare
nelle fasi di recupero del pesce. Ritengo comunque che il pescatore
debba preparare da se' la propria attrezzatura, annodarsi il finale,
attaccare la propria mosca (in questo modo può prendersela
solo con se stesso se un nodo non ha tenuto) in quanto anche queste
azioni sono parte di un certo "rituale". Il ghillie tradizionalmente
non pesca. Eccezionalmente questo può avvenire o per estrema
magnanimità del pescatore o furfantaggine del medesimo:
nel primo caso questi, pago e soddisfatto delle sue catture, concede
un onore al proprio ghillie. Anche nel secondo caso c'entra l'onore,
nel senso che viene vergognosamente messo da parte: il briccone
"ordina" al suo ghillie di pescare, catturare e non raccontare
a nessuno il fatto. La sera mostrerà orgogliosamente, al
rientro in albergo, il proprio pesce che verrà registrato
a suo nome nel record-book. Molti ghillie manovrano con perizia
una barca sia su laghi che sulle pools dei grandi fiumi scozzesi
o norvegesi (Tay, Tweed, Namsen ecc.). Questa e' un'abilità
molto importante poiche' l'imbarcazione viene utilizzata, a volte,
anche come piattaforma di lancio in mezzo alle forti correnti
di veloci fiumi.
Oltre a questo un ghillie deve tener la barca pulita ed efficiente,
mantenere in ordine la beat, tagliando i cespugliche rendono difficile
il lancio o l'accesso alle rive, aggiustando pontili o piattaforme
e tenendone sgombri i sentieri. Il pescatore può chiedere
consigli sui posti dove pescare, sul metodo di pesca, sulle mosche
(bisogna sempre tener presente l'esperienza del ghillie per quanto
riguarda la taglia di queste). Se i suggerimenti non hanno successo
si può agire di propria iniziativa: e' fondamentale pescare
convinti che ciò che si sta facendo ma non tutti i pescatori
hanno l'esperienza o l'abilita' per avere buoni risultati da soli.
Non bisogna inoltre dimenticare che se voi non conoscete la guida
anche quest'ultima non conosce voi e quindi non può immaginare
il vostro grado di esperienza.
A
proposito di guide americane, quasi tutte amano pescare e ogni
tanto, nei momenti di pausa, permettiamo loro di farlo: osservando
le loro tecniche e mosche ho imparato diversi accorgimenti. Bisogna
rispettarle ma essere fermi stabilendo un clima amichevole ma
nel quale i ruoli siano ben definiti: in tal modo si evitano un
sacco di problemi. Ringraziateli sempre per l'aiuto ma non dovete
aspettarvi che remino tutto il giorno controcorrente o controvento.
Alcuni pescatori erroneamente viziano le proprie guide. Se sono
negligenti o abulici si deve parlarne subito con il capo campo,
magari potrà sostituirla o prendere provvedimenti. Per
quanto riguarda le mance non esistono delle procedure standard:
variano da luogo a luogo. Cento dollari dati alla fine di una
buona settimana, su un fiume che ne costa diecimila, sono pochi
per un ghillie norvegese mentre per una guida africana rappresentano
sei mesi di normale paga. Occorre sempre tener presente il tenore
di vita locale e soprattutto, per rispetto verso gli altri ospiti,
non bisogna mai dare mance in anticipo: ciò potrebbe generare
il sospetto di favoritismi o agevolazioni. Normalmente e' meglio
chiedere all'organizzazione consigli in merito. Si può
anche regalare oggetti come una serie di artificiali od un coltello
soprattutto in determinati luoghi dove esistono difficoltà
nel reperirne. E' meglio evitare di lasciare come mancia o di
dimenticare nella stanza delle bottiglie di liquori; spesso causano
defezioni nello staff del campo e comunque gli ospiti che verranno
dopo di voi hanno il diritto di trovare delle guide efficienti
ed in grado di compiere il loro servizio.
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