6.
Un po' di tutto
6.06
VIAGGI,
PESCA E AVVENTURE IN MARE.
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dic.92 |
"... e ricordati di portarmi un pesce !".
Probabilmente nessuno e' mai partito per
un viaggio di pesca senza aver nelle orecchie l'eco di questa
pretesa balorda. La frase e' pronunciata giovialmente ma appare
simpatica solo a chi non e' pescatore. In realtà porta
una tremenda jella. Viene esclamata con tono mellifluo ma sottintende
che non sei capace di catturare niente e probabilmente stai partendo
per qualche incontro clandestino con la tua segretaria e porti
le canne solo per creare un alibi. Oggi pero' il maggior tempo
libero, unito alla facilita' con cui si raggiunge in poco tempo
e comodamente qualsiasi punto della terra, ha fatto nascere una
nuova figura: quella del pescatore-viaggiatore. Questo personaggio
non va confuso con chi, trovandosi in mari esotici, s'improvvisa
pescatore e, raggiante,
mostra alla sera una cesta di catture variopinte e neppure con
il turista che noleggia un "fisherman" - giusto per provare -
ed e' felice quando aggancia un barracuda con una canna da 300
lbs. Per questi la pesca rappresenta solamente un optional nel
menu' del "villaggio vacanze". Il "pescatore", quando viaggia,
ha come fine specifico la pesca, con una particolare tecnica e
con un determinato pesce come obiettivo. Da noi questo genere
di vacanza e' ancora in una fase embrionale anche se parecchi
pescatori si spostano periodicamente alla ricerca di avventure
e di emozioni che i nostri mari non sono in grado di offrire.
In Italia chi aspira a questo genere di esperienze raccoglie faticosamente
informazioni e spesso sceglie le proprie destinazioni in modo
irrazionale. Alcuni operatori turistici hanno, nei loro cataloghi,
delle proposte ma queste sono generalmente imprecise riguardo
a periodi favorevoli, attrezzature adatte, medie delle catture
e tecniche da usare. Tali viaggi, di solito, non soddisfano il
pescatore incallito che sarà costretto a fare la propria
esperienza attraverso errori, con sprechi di tempo e denaro. Un
"cappotto" sul moletto davanti a casa e' frustrante ma decisamente
meno costoso di uno a diecimila chilometri di distanza.
In altri Paesi esistono diverse agenzie specializzate che organizzano
tali viaggi; negli Stati Uniti, per esempio, un'unica agenzia
ha organizzato l'anno scorso battute di pesca in mare, nell'area
caraibica, per ventimila americani (negli U.S.A. pero' ci sono
sessanta milioni di pescatori). Allontaniamo quindi dalla mente
l'immagine del turista spaparanzato tra le palme, con un bicchierone
in mano: questo, della pesca, sa soltanto da quale estremità
va tenuta la canna. Il pescatore invece e' sempre vigile: con
l'occhio attento sulla superficie del mare cerca di "fiutare"
il posto, mai completamente soddisfatto della situazione. Quando
gli altri dormono ancora lui sta già facendo un piccolo
"briefing" con l'equipaggio o la guida. Mentre gli altri ballano,
la sera, lui prepara le esche, controlla minuziosamente canne
e mulinelli oppure, infreddolito, sta appollaiato su qualche roccia
fissando maniacalmente il cimino della canna. Non credete alla
favola del pescatore calmo e felice, sono tutte balle. Io non
ne ho mai conosciuti. Chi viaggia alla ricerca di prede particolari
e prestigiose si muove con la propria attrezzatura, con la quale
e' in una sorta di armonia conoscendone perfettamente le caratteristiche:
la accudisce amorevolmente e non si fiderebbe mai di attrezzature
noleggiate sul posto.
Programma
le vacanze in funzione della pesca quindi fa in modo di trovarsi
nel posto giusto, con l'attrezzatura adatta nel momento ideale.
Le differenti tecniche e la preferenza che ciascuno ha verso determinate
prede dividono necessariamente i pescatori in diverse categorie.
I pescatori a traina cercano soprattutto l'incontro con i grandi
rostrati e sono sempre stati costretti a viaggiare per ricercare
pesci che non si trovano o che non e' possibile pescare sportivamente
nei nostri mari. Esistono poi i surf-casters che ricercano pesci
taglia-Jumbo, catturabili dalla riva, per eccitanti tiri alla
fune ed infine, da poco tempo, i pescatori a lancio. Questi, in
genere, provengono dalla pesca in acqua dolce ed hanno trasferito
certe tecniche caratteristiche nella pesca in mare. Aumentano
ogni giorno infatti i coloro che usano minnows, jigs e ondulanti
oltre ai "moschisti"; riguardo alla pesca a mosca in mare attualmente
ci sono quelli che pensano sia troppo difficile (e hanno probabilmente
torto), altri che pensano sia ridicola (e hanno probabilmente
ragione) altri ancora che pescano i pesci di mare come se fossero
trote. Nel programmare una vacanza si deve scegliere bene il tipo
di pesca che si vorrà fare e stabilire la spesa che si
vuole sostenere: in funzione di questi fattori vanno decisi località
e periodo. Errori comuni sono il pescare nel posto giusto nel
momento sbagliato (ci siamo passati tutti) oppure ricercare troppa
varietà di prede in un unico luogo o in una unica stagione.
Ricordiamo che trovare posto nel periodo migliore richiede, a
volte, prenotazioni fatte con un anno d'anticipo. Spesso chi decide
a luglio per una partita di pesca in agosto non trova barche o
guide, oppure finisce in luoghi tragicamente senza speranza. Sono
finiti i tempi in cui Hemingway, col fido Gregorio Fuentes, perlustrava
i mari cubani senza incrociare un'altra barca: ora gli "hot spots"
sono tutti conosciuti e battuti e quei giorni sono remoti come
l'attraversamento a piedi del Mar Rosso. I racconti drammatici
degli amici servono a poco: le nostre fregature vogliamo viverle
personalmente. Mi pare inutile perciò enumerare zone e
periodi favorevoli ora: mi direte voi quando avrete superato la
fase degli "esperimenti". Ciascuno
di noi inoltre desidera luoghi dove esistono strutture che diano
un minimo di comfort in quella che, in definitiva, deve essere
anche una vacanza. Se e' necessario percorrere ottanta chilometri
ogni mattina su piste in terra battuta, per quanto buono possa
essere un luogo, il gioco potrebbe non valere la candela.
Le coste della Namibia, ad esempio, danno catture eccezionali
a chi pratica il surf casting, ma quanti sono disposti ad accettare
i 50 gradi all'ombra per una settimana in tenda? Il tarpon e'
presente in taglie enormi lungo tutta la costa occidentale africana
ma chi di noi soggiorna volentieri in luoghi dove fino a poco
tempo fa si praticava il cannibalismo ed altre affascinanti consuetudini?
Il successo della pesca dipende, in molti casi, dal "capitano"
della barca. E' necessario stabilire subito un buon rapporto ed
un clima amichevole per ottenere la collaborazione ideale. Bisogna
seguirne i consigli, almeno all'inizio, circa esche, posti dove
pescare, metodo da usare: non dobbiamo dimenticare che questi
uomini trascorrono la maggior parte della loro vita in quei luoghi,
quindi i loro suggerimenti sono dettati dall'esperienza. Proviamoli
per quanto ci possano apparire strani: se non dovessero dare frutti
potremo passare successivamente ai nostri sistemi.
In
ogni caso la preparazione dell'equipaggiamento da pesca deve essere
accurata: bisogna conoscere perfettamente le possibilità
e i limiti della nostra attrezzatura. E' importante sapere quanti
metri esatti di nylon ci sono sui mulinelli, il suo stato di usura,
se e' ben imbobinato e fino a che punto si può forzare
il filo prima di romperlo. In genere non mi fido dei carichi di
rottura teorici indicati sulle bobine e preferisco basarmi sulla
mia esperienza, perciò attacco il nylon ad un albero e
poi, a distanze diverse, tiro, con la canna piegata, fino al punto
di rottura: cosi' ho la reale sensazione di quanto posso forzare.
Prima di un'uscita a traina occorre controllare se la lenza doppia
e' ben annodata e regolamentare (per l'omologazione di eventuali
record), se la frizione agisce progressivamente (valutando di
quanto aumenta ad ogni posizione) e se gli anelli (carrucole)
sono stati ben ingrassati oppure non scorrono perchè incrostati
dalla salsedine. Questi (e altri) controlli ognuno deve farli
personalmente se non vuole rischiare magari di perdere il trofeo
della sua vita. Quando non si conosce ne' la barca ne' l'equipaggio
e' fondamentale accordarsi preventivamente con il comandante su
come affrontare tutte le possibili situazioni che possono capitare
in fase di pesca: non e' certo il momento di discutere allo "strike"
o quando il pesce ti disintegra le braccia. Se si e' alle prime
armi non potremo fare altro che affidarci all'esperienza ed ai
consigli del pilota. Non dimentichiamo che se noi non conosciamo
l'equipaggio anche quest'ultimo non ci conosce e quindi non può
immaginare il nostro grado di esperienza. Alcuni punti sono da
chiarire preventivamente: divieto o meno di toccare le canne qualsiasi
cosa succeda, se si desidera o meno che, al momento della ferrata,
venga accelerata la barca e le proprie preferenze per classi di
canne e lenze. Anche se l'equipaggio e' di prim'ordine spesso
la routine fa diminuire l'attenzione e quindi sta al pescatore
avere sempre "occhi" per tutto: il fissaggio del filo sulle pinze
degli outriggers (la pinza non deve essere ne' troppo molle ne'
troppo dura, talvolta una pinza troppo dura rompe la lenza quando
si pesca fine o con il dacron), la taratura della frizione dei
mulinelli (spesso durante le varie manovre ci si dimentica di
stringere la frizione come pure a volte si chiude troppo). Ancora,
quando il mare e' mosso e c'e' vento, la lenza potrebbe avvolgersi
sulla punta della canna e, se la "tocca" arriva in quel momento,
si puo' dire addio a pesce e lenza. Occorre perciò controllare
che il filo sia ben teso tra la punta della canna e la pinza.
Lo sguardo deve stare sempre nella direzione dell'esca per notare
qualsiasi movimento dietro di lei; periodicamente va controllato
che le lenze non siano attorcigliate o coperte da alghe.
Che noia! Specialmente quando si traina da ore e il mare ci appare
biologicamente morto ricordiamo che questi controlli scrupolosi
possono farci catturare l'unico pesce della giornata.
Se vedete che l'equipaggio tende ad addormentarsi o perde di attenzione
in quello che fa coinvolgetelo in qualche controllo. Alla fine
della giornata di pesca, rientrati in porto, passate tutta la
vostra attrezzatura sotto un getto di acqua dolce e lubrificate
gli anelli con uno dei vari prodotti spray specifici. Queste righe
vogliono spiegare che il pescatore non può avere altri
interessi; la pesca e' uno stile di vita come lo zen, il nichilismo
o la demenza precoce e questo ha la precedenza su aspetti secondari
come la famiglia, gli affari, il sesso e la politica. Quando si
pesca a spinning o a mosca, sia da riva che dalla barca, ci si
concede ogni tanto una pausa. In questi momenti lasciamo pescare
le guide: molte saranno felici di farlo e spesso ci serve per
imparare astuzie e piccoli segreti. Nei vari paesi capitano, come
guide di pesca, personaggi molto diversi.
Vi
sono luoghi in cui esiste una vera tradizione e la guida e' un
eccellente professionista, in altri la guida ingaggiata e' soltanto
un individuo un po' più "pratico"; sta a noi naturalmente
fare in modo che i ruoli rimangano sempre ben definiti in un clima
amichevole e di collaborazione: si eviteranno in tal modo molti
problemi. Anche il capo-campo riveste un ruolo importante. Può
affidarti una guida più esperta o più paziente,
disporre affinche' questa ti porti in un posto speciale, mettere
a disposizione una barca migliore o più veloce o darti
esche più efficaci. Le mance non hanno standard: variano
da posto a posto. Con cento dollari, dati a un equipaggio in Australia,
si rischia di venire affogati mentre la stessa somma per una guida
cubana o del Camerun rappresenta tre mesi di normale paga. Normalmente
si chiede consiglio al capo campo (al quale naturalmente non va
data). Egli indicherà le consuetudini (alta, media o bassa)
in modo da poter compensare la guida per i suoi servizi: se si
sarà data da fare per farci pescare bene, indipendentemente
dalle condizioni più o meno favorevoli, bisogna ricompensarla
adeguatamente. Possiamo anche regalare una canna, un coltello
o altro, soprattutto dove c'è difficoltà a reperire
questi oggetti. Evitiamo sempre di lasciare come mancia o dimenticare
bottiglie di alcolici; possono causare defezioni nello staff del
campo e gli ospiti che verranno dopo di noi hanno il diritto di
trovare le guide efficienti e sobrie. Poi, ad un certo punto,
il viaggio di pesca finisce. Questo concede al pescatore assatanato
qualche giorno per chiaccherare con la moglie, farsi presentare
i nuovi parenti acquisiti nel frattempo, smontare e lubrificare
i mulinelli, fare un salto in ufficio per dare un'occhiata alla
posta e farsi qualche dormita per essere in forma per la partenza
successiva.
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