6.
Un po' di tutto
6.07
IL PESCATORE QUATTROCCHI
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dic.92 |
Ero alla sedicesima sigaretta e alla settantesima
maledizione: da qualche ora martellavo inutilmente l'acqua. Mi trovavo
alla beat numero 1 sul fiume Langa, Nord/Ovest dell'Islanda, la
prima che i salmoni incontrano appena risalgono dal fiordo. Al culmine
dell'alta marea si forma, a valle della beat, uno scivolo d'acqua
di un metro che i pesci superano di slancio dal mare. Durante la
bassa marea, invece, c'è una vera e propria cascata di circa
quattro metri. Sotto questa si ammassano i salmoni, in attesa che
il livello si alzi quel tanto da permettere loro l'entrata nel fiume.
In quel momento era bassa marea ed una ventina di salmoni nuotavano
in cerchio. Appollaiato, li osservavo da uno spuntone di roccia
che formava, parecchio piu' in alto della cascata, una piccola piattaforma.
Forse era la prima volta che vedevo tanti grossi pesci tutti insieme.
Lanciai, emozionato, in fuori e dall'alto verso il basso.
Appena la mosca tocco' l'acqua il piu' temerario o irritato del
gruppo parti' in direzione di questa. Una folata di vento, sempre
presente in Islanda, fece presa sulla coda ed allontano' la mosca.
Ritentai
il lancio. Sarebbe piacevole ma disonesto scrivere che il mulinello
comincio' a stridere e che a cinquanta metri un missile d'argento
punto' verso il cielo. Invece un'altra folata di vento piu' disgraziata
sposto' lateralmente la coda durante il "back-cast": nel proiettare
verso il basso la frustata mi colpi' in pieno. La mosca (Red Francis
rossa,amo doppio del 10) era fermamente agganciata al mio occhio.Sorpresa,
buio, panico e dolore in quest'ordine. Corsa affannosa (waders,
giacca a vento, gilet, tailer, berrettone siberiano, ramponi....
gli astronauti generalmente sono meno bardati) a piedi fino al lodge.
Corsa in auto all'ospedale di Borgarnes. Fortunatamente l'occhio
non era stato nemmeno pizzicato ed avevo "solo" forato la palpebra
e tutto si risolse con un occhio nero tutta la settimana, duecento
corone all'ospedale ed una giornata di pesca persa.
Da
allora metto sempre gli occhiali prima ancora di legare la mosca
e raccomando a tutti di usarli: oltre al vento, che può alterare
il lancio, può anche capitare che il pesce molli la mosca
sulla ferrata e questa rimbalzi sul viso. All'inizio di una nuova
stagione di pesca c'è il tempo per l'ultimo controllo all'equipaggiamento
prima di altre battaglie. Occorre vedere se le pezze sugli waders
e i nodi tra backing a coda tengono, bisogna ravvivare qualche mosca
e sostituire le ancorette arrugginite, verificare se l'attrezzatura
e' completa o se dobbiamo acquistare qualcosa. Questo e' anche il
momento di pensare ad un funzionale paio d'occhiali. Le cose essenziali,
nell'equipaggiamento da pesca, sono poche e gli occhiali polarizzati
sono tra queste anche se, purtroppo, molti pescatori trascurano
questo accessorio. Magari hanno scatole imbottite di carissimi plughi
e popper, condannati come inutili dalle guide locali che si spanceranno
alla vista delle loro leggere attrezzature. Oltre ad essere un'ovvia
misura di protezione dagli ami, gli occhiali devono offrire aiuto
nella visione sotto la superficie e quindi dare un reale vantaggio
durante la pesca. Chi pesca a fondo in uno stagno fangoso certamente
non migliorerà le proprie chances utilizzando occhiali, ma
per chi impiega altri metodi e' essenziale individuare una preda
in un limpido fiume.
Chi pesca trote e temoli con la ninfa sa che e' indispensabile,
per ferrare, poter distinguere il leggero scarto compiuto dal pesce
oppure il "bianco" della bocca spalancata al passaggio dell'esca.
Chi pratica lo spinning e' certamente avvantaggiato se vede il pesce
quando segue l'artificiale o quando sta per mordere. Pescando salmoni
e' importante sapere quando il pesce ignora completamente il nostro
artificiale oppure, con un leggero fremito, dimostra un certo interesse.
Il bagliore od il leggero movimento scorto sotto il pelo dell'acqua
ci permette di individuare il pesce e di insistere in quel punto,
cambiando mosca o ritornando piu' tardi, dopo aver fatto "riposare"
la pool.
Nella
pesca in mare sole e riverbero rendono l'uso di occhiali indispensabile
sia per il pescatore da "flats" che per chi traina ed e' costretto
a fissare per ore la superficie del mare in prossimità delle
esche. Un numero sempre crescente di pescatori trova ora il proprio
divertimento non piu' nel ricco cestino quanto nella ricerca di
pesci difficili per taglia, sospettosità o per tecniche utilizzate.
La
pesca e' diventata per loro un incontro faccia a faccia (o muso
a muso), una vera caccia, una sfida estrema: localizzare un pesce,
insidiare "quel" pesce, catturarlo e rilasciarlo. Si trascorrono
ore, talvolta giorni, con la sensazione che passino minuti. Tutto
questo significa un sacco di tentativi, lanci magari non lunghi,
ma proprio davanti al bersaglio individuato, controllo preciso del
passaggio dell'esca alla giusta profondità, presentazione
accurata, ferrata immediata, finali e peso dell'esca calibrati.
Una buona vista e' certamente' il principale requisito di partenza
ma sicuramente sono molto utili occhiali di buona qualità.
Ora alcuni "puri" vogliono che si utilizzino solo i propri sensi
e dicono che i Polaroid, come l'ecoscandaglio, sono certamente un
valido aiuto ma entrambi poco "sportivi". "Polaroid" e' un marchio
di occhiali da sole che utilizza principalmente lenti polarizzate.
Da tempo pero' il nome serve ad abbracciare in tutto il mondo centinaia
di prodotti con le stesse caratteristiche. Il termine "Polaroiding"
invece fu coniato in Australia e Nuova Zelanda, dove un certo modo
di pescare e' sempre stato diffuso.
In Tasmania, per esempio, esistono grandi laghi poco profondi che
hanno, lungo le rive, un habitat ideale per enormi fario e i pescatori
locali, in attesa di scorgere un pesce, sembrano avvoltoi sulla
riva. Questo metodo, alquanto atipico, e' il piu' praticato per
tentare in quelle zone i bestioni che incrociano in cerca di cibo.
I
pesci rivelano talvolta la loro presenza muovendo la superficie
con la coda o con la pinna dorsale, ma e' determinante "vederli"
sotto il pelo dell'acqua.Di questo metodo i pescatori americani
di bonefish hanno fatto una vera e propria scienza individuando
i colori piu' efficaci delle lenti, le forme piu' funzionali di
montature e i materiali migliori per entrambi. La loro esperienza
ha portato anche ad utilizzare berretti con frontini sproporzionati,
anneriti per tenere in ombra gli occhi ed attenuare il riverbero.
Nella pesca a mosca si presuppone che il pescatore consideri il
vedere quel che accade un elemento fondamentale per il divertimento.
Normalmente
vanno indossati occhiali polarizzati mentre si pesca: il motivo
principale e' che questi riducono il riflesso o riverbero (lo sguardo
perfora lo specchio di luce sulla superficie dell'acqua), dando
perciò una visione molto piu' definita del pesce sia in corrente
che in acque piatte. Questi permettono inoltre di scorgere sassi
o buche, di vedere dove poter guadare con sicurezza evitando quindi
scivoloni e bagni fuori programma. Il pescatore che fissa l'acqua
per ore e ore sottopone inoltre i propri occhi ad uno sforzo intenso,
affaticandoli. Ore di esposizione ad una luce molto intensa possono
provocare dolori e danni permanenti; ecco perchè e' essenziale
che i pescatori abbiano dei buoni occhiali da sole che eliminino
i riverberi e che proteggano gli occhi. Gli occhiali, come le canne
e i mulinelli, non sono tutti uguali: con un buon paio l'acqua sembra
divenire, quasi per incanto, piu' trasparente, e fondali e pesci
appaiono nitidi. Un "fondo di bottiglia" e' pesante, deforma le
immagini, non consente una buona visione, e affaticando gli occhi
e il cervello, può provocare emicranie. L'effetto polarizzante
viene ottenuto inserendo materiali polarizzanti tra due strati di
plastica scura poi curvati. Per controllare tale caratteristica
basta sovrapporre due lenti e ruotarle in senso inverso: la trasparenza
diminuirà man mano fino a divenire nulla. Sull'acqua l'effetto
polarizzante massimo si ottiene con un angolo di incidenza di 53
gradi; guardando con incidenze diverse l'effetto polarizzante diminuisce
fino a 90 gradi, dove e' zero. Studi condotti dalla Bausch & Lomb,
produttori di occhiali da sole, dicono che questi accessori dovrebbero
essere usati per proteggere gli occhi dalla fatica e da eventuali
danni ovunque ci fosse anche solo una leggera intensità luminosa
ma con elevato riflesso. Affermano inoltre che gli occhiali da sole
dovrebbero trasmettere al massimo dal 15 al 35 per cento delle luce
per offrire adeguata protezione agli occhi dai raggi ultravioletti.
Il grado di assorbimento si controlla empiricamente in uno specchio
quando si provano: se si vedono chiaramente i propri occhi le lenti
sono troppo leggere.
Le superfici delle lenti devono essere perfettamente curve e levigate;
questo si controlla facilmente osservando il riflesso di una luce
fluorescente su di loro e ruotandole leggermente: il riflesso si
muoverà su queste ed ogni onda o deformazione verrà
facilmente evidenziata.
Questo
controllo va fatto specialmente lontano dal centro, verso gli angoli
della lente, tenendo presente che queste deformazioni distorcono
l'immagine causando nausea e mal di testa. Le lenti di plastica
sono leggere ed infrangibili ma sono anche piu' morbide e si graffiano
facilmente rispetto a quelle in vetro. La maggior parte degli occhiali
da sole oggi sono prodotti in materiale plastico CR 39. Questo materiale
ha caratteristiche ottiche pari al miglior cristallo, rispetto a
quest'ultimo presenta un migliore assorbimento dei pericolosi raggi
ultravioletti ma offre poca protezione dagli infrarossi.
Le
lenti in cristallo sono un'ottima base per trattamenti diversi (antiriflesso
o specchiatura), non si graffiano ma si possono rompere e risultano
piu' pesanti. Ora esiste anche il vetro fotocromatico che diventa
tanto piu' scuro quanto maggiore e' l'intensità della luce.
I piu' recenti variano l'assorbimento della luce molto rapidamente
(la variazione può essere dal 14 al 76 per cento per quello
marrone e tra il 13 ed il 78 per cento per il grigio, tra il 12
ed il 52 per il rosa). Le lenti possono avere colori diversi, quelle
grigie alterano meno i colori naturali ma quelle marroni risultano
piu' riposanti. Lasciamo perdere il verde, il blu e il viola che
sono poco utili per migliorare la visione. Le lenti gialle o ambra
vanno usate al crepuscolo come pure nei giorni molto nuvolosi. Queste
fanno essenzialmente l'opposto di quello che dovrebbero fare gli
occhiali da sole, cioè bloccare l'eccessiva luminosità.
Le lenti gialle, in particolare, filtrano la luce azzurra, aumentando
il contrasto e affilando i dettagli nei giorni scuri. La scelta
tra queste possibilità deve essere oculata e personale e
va fatta in funzione dell'uso particolare di ogni pescatore.
Ogni prodotto e materiale presenta vantaggi e svantaggi: in genere
privilegio lenti polarizzate di plastica perchè mi permettono
di stare con gli occhiali parecchie ore senza troppo fastidio. Dopo
una stagione sono tutte rigate e le butto via. Ora pero' ho provato
un modello veramente eccezionale che mi permette di contare i puntini
rossi alle trote con qualsiasi condizione di luce; ha uno strato
polarizzato, uno strato fotorapido ocra ed una doppia specchiatura
sopra e sotto che presenta il vantaggio di riflettere la luce non
diretta.Unici
difetti: peso e costo elevati. La montatura deve essere leggera,
robusta e comoda, ampia ed avvolgente il piu' possibile.Quelle in
nylon risultano indeformabili anche nei climi piu' caldi. Indispensabili
in un occhiale da pesca sono le protezioni laterali (rigide o in
pelle) dalla luce (isolano l'occhio che si concentra maggiormente
sull'immagine). Esistono composti chimici antiappannanti che possono
essere spruzzati sulle lenti: riducono annebbiamento e condensa
e servono principalmente nei caldi e umidi climi tropicali. Il repellente
per insetti e la maggior parte delle creme protettive o solari rovinano
le montature. Suggerisco di attaccare una fascia o cordoncino alle
stanghette: saranno sempre appesi al collo e non si rischierà
di perderli fuori bordo o nella corrente del fiume. Chi porta occhiali
da vista può usare un paio di lenti polarizzate aggiuntive
da applicare sulla stessa montatura. Costano poche migliaia di lire
e si sagomano con un paio di forbici. A proposito di vista, non
affrontate discussioni con il ghillie sulle sfumature della water-hen-bloa
e non perdete tempo nella costruzione di mosche ricche di colori
diversi se siete daltonico. Se state approntando finali tipo ragnatela,
oppure se l'amo su cui state per avvolgere il tinsel e' piu' piccolo
del 16, consultate sempre prima l'ottico.
Chi
ha bisogno di due occhiali da vista, uno da lontano ed uno per legare
mosche e finali, e' meglio non usi lenti bifocali, molto pericolose
nel wading, ma ne usi due paia distinti. Può capitare pero'
di perdere un occhiale durante i frequenti cambi. Volendone utilizzare
uno solo da vicino e per scrutare la superficie dell'acqua si devono
usare bifocali con la lunetta montata molto bassa. In questo caso
l'ampio campo visivo "da lontano" permette guadi abbastanza sicuri.
Sono assolutamente sconsigliabili lenti progressive o varifocali.
Se vedete doppio, dopo una serata in compagnia di distillati tipici
delle Highlands, non vi occorre l'ottico ma solo una buona dormita
e magari un Alka Seltzer.
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