6. Un po' di tutto
6.10 Mosche: riflessioni senza dressing
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feb.95

La pesca rientra tra i piaceri della vita e come ogni piacere deve essere coltivato, alimentato e assecondato affinche' non crei rimpianti o rimorsi di nessun genere. Ho letto inoltre, negli anni, diversi libri con reverenza e una certa patetica speranza, ne ho assimilato tutti i dogmi contenuti e ogni volta sul fiume ho cercato di metterli in pratica. Infine sono arrivato alla conclusione che, quasi sempre, io e i pesci non avevamo letto gli stessi autori. Tutto l'anno e' possibile sfidare grossi pesci: i fiumi dell'altro emisfero sono, ad esempio, più prodighi di belle trote proprio quando da noi la stagione e' chiusa e i Tarpon si possono seguire, nelle loro migrazioni, in tutti i mari del mondo. La terra si e' ormai rimpicciolita e con un breve volo ci si ritrova a giostrare un salmone tra le Highlands scozzesi oppure all'inseguimento di un barracuda, immersi nel sole dei Caraibi. E' bene però non farsi illudere troppo: ho imparato a mie spese che di molti luoghi osannati ora rimane solo la fama. In uno di questi mi trovavo, affacciato su di un molo, sconsolato dopo tre giorni "in bianco"; chiesi ragguagli circa alcune "promesse" trovate su un depliant e mi sentii rispondere "...l'ultimo grosso predatore visto qui attorno fu il direttore dell'ufficio imposte quando un giorno cadde in acqua". Ma qui non voglio raccontare di itinerari lontani e nemmeno di procedure sofisticate: molti altri hanno scritto meglio di quanto avrei potuto fare io tutto quello che c'era da scrivere.
Non sono un "esperto" di tecniche e neanche sono da annoverare tra quelle persone che trascorrono tutta la loro vita da pescatore su un solo fiume, battezzando buche e creando e perfezionando mosche: ci fu un periodo in cui anch'io le costruivo e il ricordo mi popola ancora le notti. Nemmeno sono come Luigi che ha iniziato a portarsi qualche scatolina per raccogliere differenti insetti mentre pesca. Poi ha proseguito a collezionare ogni genere di bestioline, scarafaggi e camole in una borsa sempre più grande, e ha infine smesso di portarsi del tutto la canna, perchè "interferiva" con la sua caccia alle schifezze viventi.Ora ha due doti: di sapere molto di più sugli insetti naturali di qualsiasi altro pescatore sulla terra, e di catturare molto di meno.
Lo studio sulla alimentazione dei pesci è un altro lato oscuro del nostro hobby. Quando, pescando nel
Melezzo, catturai una trota di trenta centimetri che aveva una trotella nello stomaco la cosa non mi impressionò; anzi cominciai a pensare ad uno streamer con i colori simili ad una piccola fario. E' normale che ogni pescatore utilizzi un'esperienza fatta sul fiume per trarne qualche vantaggio nella pesca. Mesi fa, a proposito, lessi di uno squalo bianco di oltre una tonnellata catturato a Sidney, Australia. Aperto lo stomaco trovarono, tra le altre cose, due foche adulte ed un alano intero. Presumo che i pescatori locali più ambiziosi per settimane fossero tormentati dal dubbio se fosse meglio trainare innescando una foca o un alano. Certo che se avessero avuto in comune con i pescatori a mosca la passione dei dressing indubbiamente gli argomenti alla sera sarebbero stati sulla precisa taglia e colore dell'alano, e ci sarebbe stato un certo numero di esperimenti con pastori tedeschi, Schnautzer o S.Bernardo. Quando lessi che un Mako aveva inghiottito un bambino, iniziarono incubi notturni con pescatori che guardavano bramosi le signore con la carrozzina fuori dal fruttivendolo. Posso però parlare di qualche mosca che occupa un posto particolare nei miei ricordi, e nelle mie scatole. La mente va alle esperienze iniziali, quando credevo di poter trasformare una sommersa in una secca semplicemente usando un phon. Con la prima canna da mosca mi regalarono una scatola di Brown Bivisible: una trentina di mosche, del 16 e 14. La stagione in cui iniziai seriamente a pescare a mosca non usavo altro, dal primo giorno d'apertura fino a ottobre. Prendevo più trote e più grosse di quelle che prendo oggi che porto centinaia di mosche nel gilet. Andavo su di un torrentello non lontano da dove vivo, che è un po' troppo in basso per essere propriamente "in montagna", nel modo che intendono i turisti, ma lo stesso abbastanza in alto e ripido per essere considerato collina. Non è quel che si dice una meraviglia, ma è a portata di mano. Dieci minuti d'auto e quindici di comodo sentiero da casa mia. Non sono luoghi remoti, ma è bello pescarci, e non trovi nè traffico nè gente. Tecnicamente scorre dove le colline e le montagne si mescolano ad un'altezza di circa 600 metri, con una miscela di castani, abeti, rododendri. Non tutti insieme, naturalmente, ma che si ombreggiano l'un l'altro, con cespugli di uno e dell'altro qua e là. Non è tutto folto ma gli spiazzi sono rari. Ne conosco ogni centimetro, anche a distanza di anni mi è familiare. Ci sono stato almeno un centinaio di volte, abbastanza da sentirmi tranquillo su dove mi trovo anche al buio, prima dell'alba. Sai cosa intendo.

E' il genere di acque dove le trote mordono qualsiasi mosca presenti loro, anche se di solito non riesci ad arrivare abbastanza vicino da presentargliele. Nelle ultime uscite ho preso solo qualche trotella lunga una spanna. Forse è perchè non uso una Brown Bivisible dal 1972 e non ne ho più una tra le cinque o seicento che mi trascino addosso quando vado a trote. Anche nei negozi non se ne trovano più. Ora sono disponibili imitazioni raffinate francesi, austriache, in visone, firmate, tutte mosche nuove, più moderne. In realtà non riesco ad immaginarmi una trota "stufa dei soliti insetti". Spesso uso una Traun Tricolor che funziona nove volte su dieci quando le trote guardano verso la superficie.
Quando guardano di fronte gli offro uno Spider (Snipe & Yellow, Partridge & Orange), quando guardano in giù, probabilmente vogliono una ninfa scura). Gli Spider sono sommerse fatte praticamente di quattro peli di pernice fissati in testa all'amo. Le piume di pernice hanno delle venature scure che sembrano segmenti e, nell'acqua, prendono vita ad ogni movimento della corrente sotto la superficie: sembrano le gambe di un insetto in difficoltà. Non so per che cosa la trota scambi gli Spider, so solo che li morde. Come più di un naturalista ha puntualizzato, le trote, non avendo mani, devono soddisfare la loro curiosità verso gli oggetti con la bocca, sia che lo ritengano cibo o solo qualcosa per divertirsi. Un'altra valida mosca, ottima per il torrente, è la Elkhair (pelo di cervo femmina, candeggiato per aumentarne la visibilita') che, anche se progettata per imitare una sedge, come molte altre mosche valide (Muddler Minnow, March Brown, Adams) è diventata una delle mosche standard. "Imita le stoneflies, piccole cavallette, e un sacco di altre cose" dice Al Troth che costruì la prima nel 1957. "Le trote le mangiavano allora, le mangiano adesso e le mangeranno senz'altro tra 20 anni". Se vuoi pescare nei torrenti hai bisogno di una mosca che sia visibile e che "tenga" bene l'acqua. Nelle mie scatole c'è sempre qualche Tupps Indispensable, molto visibile con l'hackle scura e corpo e coda chiara. Questa popolare mosca britannica fu concepita da R.S. Austin nel 1900, con il corpo in lana prelevata dai testicoli di un ariete. Per evitare "spiacevoli discussioni" con quell'animale, nelle mie scatole le Tupp's non hanno il dressing originale. Altra mosca famosissima da Salmone atlantico con "peli" insoliti è la Collie Dog, spesso solo un tubetto di alluminio sul quale sono stati fissati alcuni lunghi peli scuri, originariamente tagliati dai ciuffi sulle gambe di un cane da pastore (un Collie per l'appunto). Costruire una o due mosche può essere piacevole, tipo quelle da Salmone e da Tarpon. Sono belle colorate, puoi lavorare di fantasia, senza impazzire per il numero esatto dei cerci o la sfumatura delle ali. Sono grosse, e puoi lavorare senza occhiali. Ne occorrono poche: con una decina ci peschi una settimana. Il problema nasce quando devi costruire dozzine di effimere perfette e nei vari stadi: uno stress, serate su serate al morsetto: una vera e propria fatica. Dicono che il lavoro sia cosa nobile, e che nobiliti; il fatto è che io non voglio essere nobilitato. Se fossi più nobile di quello che sono, dubito che i miei compagni di pesca, tutta gente di bassa lega, con scarsi principi morali, starebbe con me.
E inoltre solo un pazzo o un costruttore (spesso sinonimi) possono pagare duecentomila lire per il collo di un pollo morto. Gli insetti trascorrono la maggior parte della loro vita sotto le sembianze di larve repellenti che vivono sotto i sassi sul fondo del fiume. Poi quando il "segnale" e' sul verde, nuotano verso la superficie per emergere come graziose effimere. Se vuoi avere un'idea di cosa è una vera schiusa di queste grandi effimere prendi l'auto e vai sull'Unec o sul Gacka o sul Krka verso la prima quindicina di giugno. Vedrai milioni di questi insetti ovunque, già da Trieste in avanti dovrai fermare l'auto ogni dieci chilometri per togliere gli strati di Ephemera Danica o Vulgata spiaccicate sul parabrezza.
Anche chi non e' entomologo o pescatore a mosca ammetterà che le Mayflies sono meravigliose, almeno dopo che gli avrai fatto notare che non sono un genere di zanzare giganti. E la mosca di maggio, ormai quasi inesistente sui nostri fiumi, è diventata l'emblema per il pescatore a mosca. Il 50% dei clubs di pescatori a mosca la rappresenta nel proprio distintivo: Nelle vetrine di negozi diversi trovi spesso delle cravatte decorate con Mayflies. Occorrerebbe, per chi pesca col verme, qualche produttore avveduto che metta in commercio una linea di cravatte in seta con un bel gomitolo di vermi di prato, o di letame anche se quest'ultime sarebbero meno facili da abbinare all'abito. Nelle acque del Nordamerica alcune mosche standard sono le Salmon-Eggs, le Leech-sucking-eggs ed altro ciarpame tra cui le schifose "flesh-flies" fatte in pelo di coniglio che imitano la carne putrefatta dei salmoni.... naturalmente vanno utilizzate tutte in "dead drift". Non è quello che chiameresti un'imitazione raffinata, di classe, ma imita perfettamente la "schiusa". La mosca alla quale sono affezionato e che funziona sempre in quelle acque è lo streamer Bianco e Rosso che all'inizio mi vendettero come Polar Shrimp e poi trovai su diversi cataloghi semplicemente indicata come Red & White o Coho o Sockeye John mentre la vera Polar Shrimp è più una sommersa specifica da Steelhead. Quella che intendo io è uno streamer leggermente appesantito, su ami lunghi dal 6 al 3/0 con il corpo sottile rosso in lana o ciniglia, qualche giro di tinsel oro, e dei peli bianchi (non necessariamente di orso bianco, basta di coda di vitello), nè occhi, nè jungle cock nè accidenti vari. Funziona con tutti i pesci e in tutte le acque. In generale trote e salmerini lo afferrano se recuperi in modo più veloce di come faresti per i salmoni del pacifico (il king-salmon addirittura preferisce esche radenti il fondo che quasi non si muovono). Nel mare lo stesso streamer Bianco-Rosso, montato su ami inox, è micidiale per ogni predatore anche se è quasi impossibile un recupero abbastanza veloce per catturare lampughe, barracuda, roosterfish e tutti i vari boniti e mackerel. Il Tarpon lo preferisce quando lo muovi lentamente mentre il Bonefish lo afferra, nella versione su amo del 6, addirittura da fermo o che avanza di qualche centimetro alla volta. Naturalmente ci sono eccezioni ad ogni regola, ma il pescatore esperto ha almeno una certa idea di quale velocità utilizzare nelle diverse situazioni per provocare un'abboccata.
Per gli Snook e nei laghi da Bass ho provato diverse mosche, ma mi sembra che funzioni ottimamente solo il Dahlberg Diver. Non so se, nel progetto, Mr. Dahlberg se l'era immaginato proprio così, ma sembrerebbe la pensata di un genio. La tattica standard negli stagni è di usare questo bug galleggiante con la solita routine che chiamo "semi-sommersa". Inizi tagliando metà della parte affondante di una coda sinking tip e la butti via. Alla parte che ti è rimasta, leghi un corto e robusto finale, circa un metro o un metro e mezzo, di nylon rigido dello 0.35 e attacchi il bug dalla parte che deve lavorare con un'asola o un altro tipo di nodo (Duncan loop) che permetta alla mosca di ballare libera anche su un finale rigido. Poi dalla barca o dalla ciambella tu lanci il bug contro la riva, o un banco di alghe o ninfee, o un ceppo semisommerso.
Quando la parte affondante ha fatto una bella pancia sotto la superficie, dai una tirata e il "popper" galleggiante sprofonda con un movimento natatorio e un bellissimo gorgoglio, sbattendo tutte le piuma dietro di sè. Ai miei occhi e a quelli dei bass il movimento è estremamente adescante. Ma forse la mosca più eccitante da usare è il Bomber. Quasi non credevo ai miei occhi quando vidi il mio primo salmone staccarsi dal fondo e mordere questo "mozzicone". Il pesce venne sulla superficie della pool come un mattone gettato contro uno specchio, avventandosi sulla "secca", disintegrando il tranquillo luccichio e rompendo il riflesso in mille frammenti. Ideato e costruito dal reverendo Elmer J: Smith di Prince William, New Brunswick, originariamente il Bomber era composto da un corpo in pelo rasato di cervo color nocciola, una grossa hackle marrone o rossiccia a spirale lungo tutto il corpo, e un ciuffo in pelo di vitello bianco sia alla fine della mosca che in testa. La grande virtù di questa mosca è che galleggia sempre e i due ciuffetti creano una leggera scia sulla superficie sia che venga usato o meno il "riffle hitch". Ha una silhouette magra e sono conosciute diverse varianti. Ne esistono di tutti i colori e su ami dal 4 all'8. Io ho preso diversi salmoni sia con la versione originale, sia con una bianca con hackle nera e con un'altra verde fosforescente con hackle e ciuffetti gialli. Spesso, quando immagino di avere "sotto" dei salmoni che rimangono abulici, faccio "strisciare" un bomber arancio vivo: mi è capitato sovente di vederne salire qualcuno e cambiare "strato d'acqua". Un secondo passaggio con un'altra mosca, dopo il tempo di una sigaretta, spesso ha fatto il miracolo.