6. Un po' di tutto
6.15 Vita in un lodge
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ago.98


Non so da quanto tempo eravamo lì quando apparvero, ma in un attimo erano dritti davanti alla prua, a quindici metri. Un gruppo di forme verde scuro che potevano essere solo tarpon, o coccodrilli marini. "Sabalo!" gridò Cochi, e si chinò mentre cominciavo i falsi lanci senza preoccuparmi troppo di cosa sarebbe successo se il mostro giallo peloso alla fine dello shock-leader avesse agganciato uno di noi a causa del vento laterale. C'eravamo proprio sopra e mentre lanciavo potevo vedere i loro enormi freddi occhi e la griglia geometrica delle loro scaglie argentee. Lo streamer sbattè sull'acqua proprio di fronte al pesce di testa. Quando cominciai a recuperare la mosca diedi un'occhiata all'incredibile gomitolo di coda sulla tolda della prua. Agganciare il tarpon in quel momento avrebbe significato non solo perdere il pesce ma probabilmente anche canna e mulinello. "Recupera!" latrò Cochi da dietro. "No puedo!" dissi e lasciai che la mosca s'inabissasse lentamente, senza vita, di fronte al tarpon e iniziai a darmi da fare col gran casino sotto i piedi. L'ultimo pesce aveva ormai superato il punto dove la mosca giaceva immobile sul fondo quando finalmente avevo liberato la coda. Cochi manovrò la barca in modo che avessi la possibilità di fare un ultimo disperato lancio. La mosca calò morbidamente in mezzo al branco e i pesci fremettero nervosamente un attimo per il disturbo. E, quando cominciai a dar colpetti allo streamer recuperandolo verso la barca, uno di loro scartò velocemente dal branco e cominciò a seguire la mosca come un cane dietro una lepre che corre.... Non puoi mai essere realmente preparato all'emozione visiva dell'abboccata di un tarpon. La sua mascella è tagliata in modo tale che quando viene spalancata sembra proprio l'aprirsi di un buco sopra la testa del pesce.
Poi ingoiò la mosca con un rumore che ricordava lo sciaquone di una toilette. Lo so che non è un paragone molto poetico, e non dovrebbe trovarsi in un racconto di pesca, ma è proprio quello che sembrava. Ferrai così duro da pensare che la canna dovesse rompersi, e tutto quello che fino ad allora poteva essere descritto come quiete mattutina si dissolse completamente. Non capita spesso di trovarsi di fronte pesci che sono più o meno della tua taglia. Avevo visto subito che era un pesce molto grosso. Il tarpon lo vedi in acqua, quando salta, e non hai bisogno di capire la sua taglia dal modo in cui lotta. Questo inoltre, oltre che grosso, era anche molto in forma. Alla puntura dell'amo, il tarpon esplose dall'acqua proprio di fronte alla barca. La lotta fu da infarto: saltò due, tre volte
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Ogni volta pareva un Polaris lanciato da un sommergibile. Una volta ancora saltò che pareva quasi fosse sopra un bosco di mangrovie. Per fortuna ricadde in acqua o, meglio, dalla parte dell'acqua e riuscii a ritrascinarlo nel centro del canale. Dopo quindici minuti, finalmente, apparve a lato della barca un enorme testa di tarpon, tutta brillante con l'occhio smisurato e dietro, ondeggiando lentamente, una gigantesca forma grigia, quattro o cinque metri di lunghezza. Poteva essere uno squalo tigre : se fosse stato un martello si sarebbe notata la caratteristica testa. La "cosa" girò un istante fiutando l'acqua e poi, con un colpo di reni, virò verso il canale e s'inabissò nella profondità. Ora scene di questo tipo, con molteplici variazioni sul tema (qui, bonefish di tre chili sono comuni, quelli di quattro/sei non sono occasionali, e il prossimo record mondiale si trova in questi paraggi), fanno parte del mio tempo per almeno venti/venticinque settimane all'anno. Capita spesso in autunno, quando milioni di bonitos si avvicinano alla riva, di essere circondati da quattro, cinque squali balena. E ti fa sempre un certo effetto il vedere questi lenti bestioni maculati lunghi otto, dieci metri.
A volte vedi una manta o un lamantino, o un'aquila di mare (il pesce, non l'uccello) saltare un paio di metri fuori dalla superfice. Per venticinque anni ho viaggiato per pescare ovunque ci fossero pesci ed acque interessanti, pagando, spesso profumatamente, per il privilegio di poter lanciare la mia mosca nei luoghi più celebrati. Altre volte ho organizzato semi-spedizioni per poter conoscere acque quasi inesplorate. Così facendo, ad ogni stagione che passava, lo stock di canne aumentava e la borsa delle attrezzature si gonfiava. Le canne e le code diventarono via via sempre più "pesanti" e il borsellino più leggero. Sono felice di essere tra i pochi fortunati che sono stati testimoni della rara ed eccitante "bollata" di un salmone su una mosca galleggiante, che hanno "ascoltato" la voce di tanti fiumi e che hanno vissuto l'emozione della fuga bruciante di pesci selvaggi, sempre al limite dell'attrezzatura e dell'abilità.
Sono sempre stato sorpreso ma al tempo stesso affascinato quando, cercando di prenotare, nel settembre precedente, un famoso lodge, mi sentivo rispondere, talvolta ridendo " Vuol dire il prossimo 3 luglio?!" Quando ero un pò più giovane invidiavo i calciatori. Ma, credimi, non sono mai stato invidioso del loro successo o per quanto denaro guadagnassero. Ero invidioso che avessero fatto della loro passione un lavoro. Affacciatomi in un mondo che enfatizza essenzialmente virtù opache come l'intelligenza, il duro lavoro e l'ambizione e premia la serietà, ebbi subito difficoltà anche solo a sopravvivere, non parliamo poi di distinguermi anche solo di poco. Il celebre saggista inglese Aldous Huxley disse una volta: "Come ogni uomo di buon senso e di buoni sentimenti aborro il lavoro". Quindi non esclusi subito la tentazione di buttarmi in politica ma purtroppo mi mancava, e mi manca, la necessaria faccia di bronzo. Poi, dopo qualche anno, feci il "salto" quando compresi che avere un lavoro regolare cominciava ad interferire troppo con la pesca. Ora, praticamente, vivo "di pesca" facendo il pendolare tra Italia e Cuba: con un paio di balordi come me, mando avanti un lodge di pesca. Loro provengono da Torino ma, a parte questo, sono persone a posto. Qui ho sempre una canna in mano, e i Jardines de la Reina offrono diversi vantaggi: classico ambiente Caraibico, grossi pesci, cibo sano con molto fosforo. La terraferma, poi, è ricca di ottimo rhum, sigari profumati, mulatte appetitose. Sai.... nella vita non c'è solo la pesca. O, meglio, diciamo che anche una giusta cornice può essere parte della mistica quanto l'urlo di un mulinello. A terra puoi anche andare a vedere i combattimenti tra galli, vietati ovunque ma, come ogni cosa vietata, comuni ovunque e per questo ancor più seguiti.
Questi galli non sono veri e propri galli da combattimento ma galli comuni, anche se particolarmente arrabbiati. I galli combattono perchè credono fermamente di detenere i diritti su ogni gallina dei dintorni. Basandosi su questo, loro vogliono solo uccidere ogni possibile rivale senza preoccuparsi per la propria sopravvivenza. Essi tendono a beccarsi l'un l'altro dietro il collo fino alla morte, proprio nella pregiata zona tra le hackle # 14 e #16. Sempre a proposito di galli, va detto che, a Cuba, iniziano a cantare molto prima dell'alba (quando passa la bicicletta di un ubriaco nottambulo o quando Fulvio, che soffre d'insonnia, accende la luce e si affaccia al balcone) e poi vanno avanti fino a mezzogiorno. Esperimenti nucleari, esplosione demografica, Aids o il buco dell'ozono devo dire che non sono argomenti delle nostre animate conversazioni.
Questo probabilmente è dovuto a una mancanza di coscienza tra i pescatori ma, mi sento in dovere di puntualizzare, nonostante le impressioni, molti di noi sanno leggere, qualcuno perfino senza tenere il dito sulla riga.Certo che un'operazione come questa qualcosa dovrebbe rendere, anche se, una volta, uno del settore mi disse che il modo per ritirarsi dagli affari come operatore turistico con un paio di miliardi in banca era di partire almeno con un capitale di cinque miliardi. Ora, dopo il normale periodo di rodaggio,qualche frutto dovrebbe cominciare a vedersi. Pero' non e' indispensabile. Quello che il pescatore vede di un centro di pesca quando tutto funziona e cioè guide, cucina, barche, piloti ... può essere paragonato ad un iceberg: ciò che sporge fuori dall'acqua è impressionante, ma è solo un ottavo della massa totate del ghiaccio. Allo stesso modo, solo la minima parte sta sotto gli occhi del cliente mentre tutto quello che si trova dietro le scene rimane completamente sconosciuto. Quando il pescatore si alza al mattino, è accolto da un fragrante caffè e, poco dopo, da un'eccellente colazione. Egli raccoglie waders o wading shoes, canne e mosche e trova una barca, o un idrovolante, puliti, con il pieno fatto e un buon pilota o una guida che lo aspetta. Panini, frutta, bibite, thermos di caffè, salvagenti, esche ecc... sono già a bordo. L'unica cosa che il pescatore sa è che si trova a mezz'ora dalla foce di qualche selvaggio fiume pieno di salmoni oppure a dieci minuti da qualche flats ricca di bonefish che stanno grufolando nelle prime fresche ore della giornata. E sa che, tra qualche minuto, sarà già "in azione", magari lottando con una trota da cinque chili o un tarpon da trenta. Facile? No, non lo è. Anzi è dannatamente difficile costruire un meccanismo ben funzionante e ben oliato. Anche perché in un "campo" sperduto tutto diventa arduo e costoso: trasportare con idrovolante o via mare la benzina per i fuoribordo o l'acqua per lavarsi le fa costare diecimila lire al litro. Stiamo ancora calcolando la quotazione per quanto riguarda altri generi di prima necessità come la birra e altri alcolici. Per far funzionare un lodge di pesca devi essere, o diventare, un esperto tuttofare. Devi sapere dove raccogliere investimenti ed essere accorto nell'usarli, devi sapere di contabilità, assicurazioni e leggi e... particolarmente a Cuba, dove il governo ne inventa cento al giorno e, se potesse trovare il modo, ti farebbe pagare l'aria che respiri. Devi essere accorto negli acquisti, si tratti di una confezione di maionese o di uno yacht di 60 piedi. Molte volte si fanno degli errori, e si pagano quasi sempre molto cari.
Occorre saper pilotare una lancia, aver qualche conoscenza di meccanica (quante volte ci si ferma .....) e sapere dove reperire in qualsiasi momento qualcuno di fiducia ed esperto che possa riparare un bagno, un generatore di corrente, una radio. Devi avere più che un'infarinatura per ciò che riguarda eliche, pompe, impianti elettrici ed idraulici, ricette di cucina, orari di linee aeree e soprattutto devi sapere valutare piloti, guide, cuochi, meccanici, camerieri ecc. e saper essere un buon direttore del personale. Devi usare psicologia per poter "gestire" uno staff che se ne sta settimane o mesi in un luogo sperduto: i lodges che funzionano sono dove c'è pesce, e il pesce si trova sempre lontano da dove c'è gente.
Devi sapere dove rintracciare a terra queste persone, dove abitano con la famiglia, dove vive l'amante, dove raccattarli quando sono sbronzi. E non è tutto, bisogna essere diplomatico, amico e insegnante con i clienti, cercando di offrire loro quantità e qualità nella pesca: uno non attraversa mezzo mondo per stare seduto in barca ad aspettare passivamente tre o quattro abboccate. Devi sapere quale farmaco dare per un'insolazione, per una diarrea, far un'iniezione, devi spiegare come fare la doppia trazione o costruire una Crazy Charlie. E devi poterlo fare in un paio di lingue, almeno. Saper in quali zone far pescare nelle diverse stagioni, con alta e bassa marea, con vento....."Conosco un posto dove possiamo farne saltare un paio lanciando alla cieca". " C'e' solo una possibilita'. Domani l'acqua sara' troppo fredda per il tarpon. Oggi penso che ce ne siano ancora qui attorno ma con il cielo coperto e il mare mosso il problema e' vederli....". Molte sono cose che si possono imparare in un paio di settimane, altre in mesi, per altre ancora occorre acquisire un sesto senso: la direzione che prenderà il vento, un raggio di sole che può significare il rialzo di un paio di gradi, testare la temperatura dell'acqua immergendo una mano. Quel sesto senso che ti fa pescare nel posto giusto al momento giusto o sapere quale mosca usare, e quando e come. RImangono comunque altri enigmi irrisolti come le origini del Macchu Picchu o la Tris a S.Siro. Io, per anni, mi sono arrovellato il cervello fino a quando venne il giorno della rivelazione. Seduto davanti al calendario, con le tavole solunari davanti e con i diari delle giornate di pesca degli ultimi dieci anni ho verificato finalmente che non esiste nessuna correlazione tra loro. Conclusione: l'influenza degli astri probabilmente c'è, ma è impossibile conoscere come si manifesta. I pescatori spesso ritengono che i pesci non ci siano o siano da qualche altra parte se non riescono a catturarne nel primo quarto d'ora. Le scuse normalmente spaziano dal tempo alle maree, al vento. L'assunto è che hanno saputo presentare le esche o gli artificiali nel modo migliore, più naturale o più seducente. Qualche volta anche gente che sembra non avere la minima idea di cosa stia facendo in questi luoghi cattura dei pesci. Devi poter conversare e consigliare sia il pescatore super-esperto e chi è ai primi passi..... "Come faccio a infilare la coda così spessa nell'occhiello della mosca, così piccolo?"... Poi, naturalmente, devi saper fare il pubblicitario e lo scrittore e il giornalista (una sera, un simpatico giovanotto, mi fece i complimenti e disse di aver letto tutti i miei articoli. In seguito parve sorpreso apprendendo che ne avevo scritti piu' di tre). Devi poter convincere che alla sera non si vedono i bonefish, come quando vennero sei omaccioni di Houston, la cui completa assenza di interessi, a parte la pesca e la birra, sembrava incoscienza. Erano venuti per sbronzarsi e pescare, nell'ordine: dopo cena, quando erano brasati al punto di non ritorno, pretendevano sempre di uscire sulle flats. Devi cavartela come fotografo: devi sapere fotografare un pesce con un grandangolo che aggiunge sempre qualche chilo a un pesce già grosso e inventare uno slogan che stimoli le fantasie di un agente di viaggio o di un pescatore. Oddio, quest'ultimo è relativamente facile da convincere: a chi è abituato a prendere trote di una spanna, un pesce di un paio di chili sembrerà sempre una balena. Certo che detto così uno può pensare che condurre un lodges sia solo un lavoro duro. Per tutti questi aspetti è un grosso gioco, una grossa scommessa, ma soprattutto un'avventura ricca ogni giorno di imprevisti, a volte drammatici, a volte entusiasmanti che alla sera ti fanno sentire la fatica.. Non me ne lamento, anzi è proprio la sera il momento più bello: osservi i branchi di Jack Crevalle attratti dalla luce, che vengono a cacciare gamberi e pesciolini fin sotto la zattera, mentre bevi un Daiquiri o un'Aguardiente (una bevanda locale che ti scalderebbe in un giorno gelido ma che causa anche incubi, specialmente a questi climi) e ti senti in Paradiso. A volte ascolti i racconti di Fello, come combattente della rivoluzione o come guida di pesca (ora parecchi di noi senz'altro sono inclusi nel repertorio) cercando una formula che ti permetta di applicare automaticamente una tara alle sue storie, e meravigliandoti di come possa parlare e agitarsi così tanto senza staccare la sigaretta dalle labbra. Una volta avevo letto dei diversi stadi nella vita del pescatore... un pesce, molti pesci, più grossi, più difficili. Ora, secondo me, con questa occupazione si aggiunge un'altra fase: guardare gli altri prender pesci, aiutare ed insegnare agli altri a prendere pesci.