6. Un
po' di tutto
6.16
Un mondo di pesci: mete, miti e favole
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giu.99
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Nel 1939 moriva Zane Grey, scrittore americano
al quale una ventina di libri, di ambientazione western, diedero
fortune e successo.... letti oggi ci fanno sorridere per la loro
ingenuita'. Beh! Che cosa c'entra con la pesca, direte voi? C'entra,
c'entra. Fu infatti uno tra gli ideatori e fondatori dell'I.G.F.A.
ma soprattutto un pescatore "totale": amava pescare a mosca Steelhead
nello Stillaguamish River (tra lo stato di Washington e la British
Columbia), andava a Tarpon tra le paludi salmastre della Florida,
catturava trote, marlin e pesci spada nelle acque neozelandesi.
Queste avventure vengono raccontate in alcuni suoi libri e diari
che all'epoca non vennero quasi considerati, mentre ora sono ricercati
da tutti i collezionisti di libri di pesca. Viaggio' moltissimo
alla ricerca di prede prestigiose e di acque mai pescate e, soprattutto,
lo fece settant'anni fa, quando andare da Milano a Sanremo in
villeggiatura veniva considerata un'impresa. Erano gli anni prima
che fosse dato il voto alle donne, prima che gli uomini andassero
sulla luna, prima che, muniti del giusto pezzo di plastica, si
potesse estrarre soldi dalle macchine anche di notte. Immaginate
che, per andare a pesca in Nuova Zelanda, affronto' un viaggio
in piroscafo di un mese e, una volta giunto, dovette occuparsi
della costruzione ed organizzazione del campo da cui sarebbe partito,
di volta in volta, per le escursioni di pesca. Folle? No, se si
pensa che, con la sua canna in hickory, strapazzava cinque Marlin
al giorno.
Egli
fu certamente un antesignano dell'odierno "traveller-angler".
Anche oggi l'uomo continua a spingersi in luoghi remoti e selvaggi,
spesso purtroppo violentando natura e ambiente Forse non è
solo per pescare, ma anche per la voglia di cercare nuove esperienze,
nuovi luoghi, di conoscere altre persone. Inoltre da qualche parte
nella mente di ogni pescatore si trova il pesce mitico. Per un
pescatore a mosca potrebbe essere il Salmone Atlantico (sempre
una faccenda da re o da banchieri). Altri invece impazziscono
per il mare, e i pesci mitici diventano allora il bonefish o,
se cercano la taglia, il Tarpon. Per il pescatore di lucci potrebbe
essere il Muskie (interessante notare che, per il pescatore di
carpe, l'obiettivo è solo una carpa più grossa.).
Oggi è tutto più facile: nel Quebec o Labrador ci
sono cittadine come Greenville, Goose Bay o una dozzina di altri
luoghi raggiungibili con normali linee aeree.
Da qui i pescatori possono saltar su di un idrovolante e volare
per centinaia di chilometri in territori intatti e praticamente
inesplorati. Se uno si trovasse nella provincia dell'Ontario e
volesse pescare ogni giorno in un lago diverso dovrebbe vivere
circa 1.080 anni. Certe frasi del tipo ... "milioni di chilometri
quadrati" son difficili da capire. E' come dire "miliardi e miliardi
di lire", sai che è tanto, più di tanto ma, oltre
a questo, è senza significato. In quei luoghi puoi ancora
lanciare una mosca o un artificiale tra salmerini che toccano
i 5 chili, lake trout che passano i 15, salmoni atlantici da trofeo,
e trote di mare, arctic char, lucci. L'anno scorso, da quelle
parti, un amico ha preso 17 Char nei primi 21 lanci fatti! Diversi
pescatori, pescando a spinning, hanno superato i cento in un giorno
ed un party di sei persone, nello stesso campo, ne hanno catturati
2000 in una settimana! Un sogno per molti. O forse un incubo?!
Non immaginare un lodge come un parco di divertimenti organizzato,
dove il giro parte sempre in orario, e dove alla curva sempre
appare Topolino, pioggia o bel tempo. Non è così.
E se lo fosse, non sarebbe divertente. Il miglior lodge del mondo
può solo piazzarti su un buon fiume con una buona guida
in una barca che non affonda. Il resto dipende da te e da come
decide il Padreterno.
Lo scrittore argentino Jorge Luis Borges disse che chi legge troppo
i giornali spesso confonde la verita' con i grossi caratteri neri
dei titoli. Lo stesso vale per certi cataloghi e riviste. Ricorda
comunque che è sempre meglio prenotare il periodo migliore
nel posto migliore, tenendo presente però che nella vita
reale ci sono giorni, o anche settimane, in cui i pesci non mangiano.
Per casi come questi mi porto sempre un libro spesso e interessante.
Quando
non mangiano e sei in un lodge sferzato dalle intemperie, distante
centinaia di chilometri dalla città più vicina,
puoi sempre leggerlo o, se le cose si mettono male, venderlo per
qualche decina di dollari. Ovunque vai, in qualsiasi stagione,
altre cose sempre importanti sono una canna e una coda di riserva,
un impermeabile, un antizanzare.
Se le raccomandazioni per l'attrezzatura ed il vestiario nel depliant
che ti hanno inviato ti sembrano troppo vaghe, non aver paura
di chiamare e chiedere un chiarimento. Se anche il chiarimento
ti sembra ancora troppo vago, prendi in considerazione l'idea
che quella gente non sa di cosa sta parlando e cerca qualche altro
posto. Ma anche quando, nel Grande Nord americano, "non mangiano"
provi comunque emozioni intense: voli su piccoli Beaver, e il
pilota, regolando gli strumenti, si abbassa appena sopra la linea
degli alberi e comincia a seguire il fiume, serpeggiando lungo
i meandri. Ti descrive i dettagli, mostrandoti occasionali alci
che pascolano in paludi, e magari un paio di grossi orsi bruni
lungo una riva.. In tutti i sistemi di acque della British Columbia
i salmoni risalgono a milioni, ci sono trote e salmerini da sogno,
ma per il pescatore fanatico (quello che si commuove vedendo una
bollata, che ha bave alla bocca e convulsioni in presenza d'acqua,
che tiene accanto al letto le foto dei pesci preferiti), British
Columbia significa principalmente ed inevitabilmente Steelhead.
Questa
trota (si! si tratta di una trota) non e' altro che un'iridea
che per chissa' quale strana ragione ha deciso che le acque del
fiume natio gli stavano strette e se ne e' discesa al mare. Qui
ha trovato una diversa alimentazione, piu' facile e piu' ricca,
che le permette di raggiungere taglie enormi. Ciò, unito
alla forza propria dell'iridea ne fanno, una volta allamata, un
concentrato eplosivo. La Steelhead è una specie anadroma
e quindi, come i salmoni, quando e' l'epoca della riproduzione
risale i corsi d'acqua originari per la deposizione. Solo che,
a differenza del Salmone del Pacifico, la Steelhead non muore
dopo la frega e quindi puo' deporre piu' volte durante l'arco
della sua vita. Inoltre, altra fondamentale differenza, questa
trota, durante la risalita, ci ciba normalmente di pesciolini
e di insetti. A volte, quando la frega e' particolarmente tardiva,
si trattiene nel fiume per tutto l'inverno per poi ridiscendere
al mare in primavera. La risalita dei fiumi, per deporre le uova,
inizia normalmente a fine Agosto e si prolunga fino a Novembre.
Questo accade invariabilmente la settimana successiva a quella
che hai prenotato accuratamente da oltre un anno. Anche le settimane
precedenti alla tua vedono, normalmente, un cospicuo
passaggio di pesci. Dicono, infatti, che la Steelhead sia praticamente
inesistente in natura mentre invece è molto presente solo
tra le pagine di riviste, su cataloghi di attrezzature e su depliant
pubblicitari dove si vede, di solito, tra le amorevoli mani del
pescatore, nella fase antecedente il rilascio.
Anche
il pescatore che cattura veramente Steelheads fa parte di una
specie difficilmente rintracciabile in natura. Quando cerchi trote
e salmoni, non è mai facile localizzarli, ma in generale
i salmoni si trovano nelle pozze e le Steelhead nelle correnti.
Su un fiume che riceve una notevole pressione di pesca, come l'Anchor
River, in Alaska, si vedono spesso i pescatori tralasciare correntoni
eccezionali per le trote e pescare nelle pools profonde e lente.
Qualche volta capita che agganciano un pesce, ma non troppo spesso.
Accade frequentemente, invece, che un pescatore in attesa di pescare
nella pool faccia qualche lancio nell'acqua piu' veloce in uscita
e agganci una Steelhead. Questo crea una notevole agitazione e
tutti i pescatori della pool si affollano e gridano lungo le rive
con il risultato di far scappare o spaventare ogni altro pesce
che potava esserci nella corrente.
Piu'
tardi, dopo aver provato inutilmente, tornano alle pools lente
e profonde continuando a tralasciare i luoghi da Steelhead, convinti
che la cattura alla quale avevano assistito era un'eccezione.
Le vecchie abitudini sono difficili da cambiare. Le grosse Rainbow
stanziali, invece, le puoi trovare dappertutto nei fiumi, ma quasi
sempre risalgono dai laghi in estate e seguono i branchi di salmoni
per rimpinzarsi di uova. La vera Rainbow, una volta agganciata,
salta sempre, sia che hai la coda tesa o molle. I suoi balzi non
sono semplici salti ma veri e propri voli paralleli alla superficie
e a un'altezza che varia da trenta centimetri a un metro e mezzo.
Sembra incredibile che un pesce possa saltare un metro e mezzo
ma è proprio così. Se non ci credi, agganciane una
in un torrente impetuoso e prova a trattenerla: se è un
pesce di cinque chili può anche trascinarti in acqua pur
saltando soltanto un metro e quarantacinque. Cominciai a pensar
ai diversi fiumi del mondo durante un'escursione in Valgrande.
A dire il vero era il periodo in cui eravamo sempre "in escursione".
La cosa durò qualche anno. In parte era per la voglia di
libertà, di sfuggire, di sentirsi soli, di "prendere il
volo". Eravamo nel '70, c'erano i capelli lunghi, i jeans sdruciti,
le manifestazioni studentesche, i baci in corridoio, le ragazza
incinte: tutti assalti continui ai valori dei miei genitori che
li portavano ad essere troppo ossessionanti nei miei confronti.
Visto che le mie riserve di pazienza e denaro a casa erano a zero,
avevo deciso, con un amico, di riempire gli zaini e di camminare
cinque, sei ore o giù di lì verso impervi sentieri
montani per piazzare un "campo base" e testare le nostre abilità
di sopravvivenza. La provviste finirono praticamente il terzo
giorno; pescammo tutta la settimana, vivendo di funghi, more e
mirtilli, trote di montagna. Ogni notte, per aggiungere un tocco
mistico, cercavamo, sopra i lapilli del nostro fuoco, le risposte
della vita nelle costellazioni. Dopo aver visto un brillante luce
dovuta allo scontro di due stelle, vicino all'Orsa Maggiore, immaginai
che fosse un messaggio divino diretto personalmente a me. Dissi
a Marco che avrei cercato di vivere una vita avventurosa.... Lui
rispose sicuro "Non ci sono soldi in una vita avventurosa. Non
puoi considerarla una carriera. Il mio destino è segnato.
Finirò l'università, andrò a lavorare nell'ufficio
di mio padre a Milano, fregherò i clienti, mi sposerò
e porterò i bambini a sciare d'inverno e a Rimini in estate.
Il caso è chiuso". La folgorazione vera e propria avvenne
comunque solo qualche anno dopo, quando iniziò la mia love-story
con il salmone. Per uno dei casi strani della vita ero finito
sul Tweed in Scozia dove pescai per dieci giorni consecutivi nella
famosa Junction Pool di Hardy. Per tutta la notte fantasticavo
e rivedevo i salmoni delfinare vicino alle mie mosche (devo aggiungere
senza un'abboccata). Alla sera in un "pub" di Kelso i vecchi ricordavano
i loro dieci pesci al giorno degli anni '30, lamentandosi di quanto
fosse indiscriminata la pesca, del programma spaziale, delle navi
nei banchi di Terranova.
Raccontavano
che, anche se catturare un Salmone Atlantico a mosca era sempre
stato un brutto affare, ma non lo era mai stato fino a quel punto.
Questo perché una volta c'erano un sacco di pesci in più,
quindi anche se forse c'era solo un salmone su cento che fosse
così scemo o abbastanza confuso da mordere una mosca, le
probabilità erano comunque maggiori. Ogni pescatore di
salmoni e ogni libro dice la stessa cosa: ci sono buone probabilità
che non ne prendi nessuno. Punto. Infatti, poichè il salmone
non si nutre quando risale dal mare al fiume per deporre, catturarne
uno può essere considerato un evento. Nella maggior parte
dei casi. Oddio, c'è senz'altro un motivo per cui un salmone
morda una certa mosca in un certo giorno: solo che nessuno sembra
sapere quale sia. Questo non impedisce a un sacco di gente dallo
scrivere grossi volumi. Una cosa che ho notato sugli scrittori
di pesca a mosca è che, meno sono sicuri delle loro argomentazioni,
più volumi scrivono. Molti pescatori di salmoni sono gente
anziana, in parte perché è uno sport che si rivela
costoso, ed è principalmente la gente anziana che può
permetterselo. In parte è qualcosa che ha a che fare con
la maturità che implica la pazienza necessaria. In parte
è che, con l'età, si è più portati
al fatalismo.
In
questi ambienti respiri qualche strana aria, o stregoneria: per
darti un'idea, ora che ho cinquant'anni, con pochi capelli in
testa ancora neri, vengo ancora chiamato "quel giovanotto che
pesca benino". Con gli anni anche il concetto di sport cambia
in ognuno di noi. Per me era sportivo rientrare a casa con quaranta
trote nel cestino, ora è sportivo portarne due e rilasciare
le altre. J.A. Hunter nel 1951, quando la "caccia all'avorio"
era largamente praticata, scriveva orgoglioso di aver ucciso in
una giornata 80 elefanti. Hunter era uno sportivo? Puoi scommetterci
che lo era e tale veniva considerato da chiunque. Più tardi
egli modificò il suo modo di pensare (nota che non ho detto
"si corresse") e divenne un pioniere nella conservazione della
vita selvatica africana. Perfino il codice di comportamento sportivo
di Ernest Hemingway ora verrebbe criticato o guardato con occhio
sospetto, perfino tra quelli che oggi non vengono considerati
particolarmente violenti. Mi torna spesso in mente la scena madre
da "La mia Africa". In quella scena Robert Redford, nelle vesti
di Denys Finch-Hatton, parla del tradizionale punto di vista maschile.
Lui e la sua amante, Karen Blixen, la donna danese che scrisse
sotto il nome di Isak Dinesen, sono seduti in un campo di caccia.
Il desiderio di lei di sposarsi e quello di lui di seguire la
vita vagabonda del cacciatore professionista sono in collisione.
Lei: "Quando vai via, non sempre vai a fare dei safari, vero?"
Lui: "No" Lei: " Solo vuoi andar via" "Si, ma questo non significa
che voglio ferirti" Lei: "Però lo fa" Lui "Karen, sto con
te perchè ho scelto di stare con te ma io non voglio vivere
secondo l'ideale di vita altrui. Non chiedermi di farlo. Non voglio
ritrovarmi un giorno alla fine della vita di un altro. Voglio
fare la mia vita.. pagherò per questo, starò solo
qualche volta, e morirò da solo se dovrò farlo.
Ma penso che così sia giusto". Viaggiare non è solo
andar in qualche luogo lontano, magari su di un fiume con castelli
lungo le rive, boschi e ghillies, dove lanciare metodicamente
per sei giorni mosche preziose (leggi costose). E' che l'iter
del pescatore passa attraverso una serie di transizioni. Dapprima
vuoi un pesce, e poiché questo è uno sport complicato
che richiede anche abilità, prendere il primo non è
mai uno scherzo. Una volta che hai passato questo, vorrai un sacco
di pesci, poi più grossi, e poi vorrai qualcosa che è
difficile, strano o interessante, o bello, o forse solo un pesce
perchè nuota all'altro capo del mondo. Ora spesso ringrazio
il Dio dei pesci che ci guarda da lassù, e che mi ha salvato
più di una volta da me stesso e che mi ha permesso di vivere
tante vite come i gatti. Ho impresso nella mente ogni giorno,
ogni viaggio di pesca e con chi ho pescato, e tutte le catture
(o la mancanza di queste). Ma è solo la pesca e i pesci
ci spingono a viaggiare ? Solo i tarpon e i salmoni ? Uno dei
grandi piaceri della esplorazione di luoghi vergini e selvaggi
è il senso di anticipazione che ti viene dal lanciare la
mosca in acque sconosciute, ma poi ricordi anche il tempo, lo
stato di apprensione, o di eccitazione e un'infinità di
altri immortali piccoli particolari. Mi vien la pelle d'oca ripensando
a certi panorami africani, provo commozione al ricordo dei monti
del Cile e dell' Argentina dove, nella Cordillera, i laghi sono
stretti e con un magico colore verde-lattescente (gli indigeni
dicono dipenda dai ghiacciai che li circondano). E poi ci sono
anche altre sensazioni meno idilliache, come gustare il folklore
locale, conoscere genti e abitudini diverse, partecipare a danze
o riti strani. Ad esempio, il clou del carnevale campesino cubano
è "el bailo del perro". Questo è un ballo che non
può essere descritto esattamente, eccetto che fa apparire
una lambada come un walzer molto castigato, e che, in qualsiasi
altro parte del mondo, sarebbe decisamente vietato.
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