Rio Negro Band

Canti, ritual e tradizioni dell'

Amazzonia brasiliana

 

Gli indios del Brasile

Alcune immagini di Indio dell"Amazzonia
tratte dal sito http:www.socioambiental.org

Enawene Karaya Ka'apor Waiapi Kaiabi Katukina
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Da dove provengono

Al tempo della scoperta dell’America la presenza di popolazioni umane nel Nuovo Continente generò molti dubbi sia sul fatto che questi popoli appartenessero alla razza umana come discendenza da Adamo, l’unico progenitore allora riconosciuto, e sia sulla loro provenienza. Si arrivò persino a considerarli dei "non umani" fino alla Bolla Pontificia di Papa Paolo III, nel 1537.

Ancora oggi comunque non vi sono delle conferme scientifiche sulla loro provenienza. All’inizio del secolo fu attribuita la loro provenienza a popoli discendenti dai primitivi ebrei, fenici e mongoli passati nel Nuovo continente sfruttando il continente di Atlantide che si credeva esistesse in quei tempi tra l’Africa e l’America. Questa ipotesi fu poi scartata in quanto geologi e paleontologi stabilirono che al tempo della venuta dell’uomo sulla terra i continenti non avevano forma molto dissimile dall’attuale.

Il paleontologo Ameghino suppose anche che il primo essere eretto, il Tetraprothomo, fu originato nell’America e più precisamente in Argentina, ma anche questa ipotesi fu scartata. Le moderne ricerche sulle ipotesi di provenienza degli indio d’America si avvalgono di diverse branche della scienza, dalla paleontologia, alla fisica, alla genetica, all’archeologia ed alla linguistica. Secondo Hrdlicka sembrano esservi elementi in comune a tutti i popoli indio dell’America per cui si presupporrebbe una discendenza comune da popolazioni dell’Asia orientale giunte in America attraverso lo stretto di Bering durante l’ultima glaciazione. Di parere opposto Imbelloni che invece accentua le differenze tra le varie razze indie attribuendo il popolamento delle Americhe a immigrazioni di popolazioni provenienti dalla Tasmania, dall’Australia, dalla Melanesia, dall’Indonesia, dalla Mongolia e dall’estremo nord dell’Europa. Comunque quasi tutti concordano su migrazioni avvenute principalmente attraverso lo stretto di Bering durante l’ultima glaciazione avvenuta 40.000 anni fa. Gli esquimesi che si stabilirono nella parte più settentrionale dell’America, rappresenterebbero le ultime migrazioni.

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Quanti sono

All’epoca della scoperta del Brasile si presuppone fossero in un numero compreso tra 2.000.000 e 6.000.000. Oggi sono circa 210 popoli differenti, sparsi su tutto il territorio del Brasile. Parlano 170 lingue diverse le quali sono in parte conosciute. Le stime più recenti parlano di circa 350.000 individui distribuiti in migliaia di villaggi in tutto il territorio del Brasile eccetto gli Stati di Piauí e Rio Grande do Norte. La tendenza manifestata fino agli anni ’70 di una continua diminuzione dovuta sia a malattie importate dai bianchi e di cui non erano in grado di difendersi, sia a veri e propri genocidi di interi popoli dovuti ai garimpeiros ed ai latifondisti in cerca di più ampi spazi per le loro coltivazioni e l’estrazione di materie prime, sembra ora invertirsi e l’aumento demografico presente in tutti i gruppi è in continua crescita. Ogni gruppo possiede usi e costumi, credenze, organizzazione sociale e cura nell’estetica proprie anche se qualcuno ha incorporato nel suo quotidiano beni industrializzati. Tutti comunque tendono a identificarsi come gruppi etnici propri e quindi a non assumere le fisionomie della società moderna. Anche il modo di costruire i loro villaggi è diverso da gruppo a gruppo. Queste popolazioni vivono ancor oggi con diversi gradi di contatto con la popolazione non india mantenendo però soprattutto le loro usanze ed i loro costumi. Il 60% degli indio vivono nell’Amazzonia Legale come viene chiamato quel territorio che comprende gli stati di Amazonas, Acre, Parà, Amapà, Roraima, Rodonia e parte del Mato Grosso ed è coperto dalla foresta pluviale equatoriale. Hanno formalmente diritto al 98,75% di tale territorio. Nel 1988 la Costituzione del Brasile sancì il loro diritto a mantenere i loro usi e costumi, ad associarsi in comunità che difendano i loro diritti e soprattutto il loro diritto alle terre da loro storicamente occupate.

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Indio isolati

Secondo recenti stime 53 tribù vivono ancor oggi in forma isolata, senza alcun contatto ne relazioni neppure con indio che abitano zone loro vicine. Di queste 53 tribù se ne suppone l’esistenza di 25 che non sono mai entrate in contatto con elementi della società moderna. Secondo il FUNAI (Fundação Nacional do Índio – Fondazione Nazionale degli Indio, Organo governativo dipendente dal Ministero della Giustizia del Brasile), se ne ha conferma certa di solo 12 gruppi. Vivono perlopiù nelle regioni più impervie dell’Amazzonia. In quei luoghi l’unica via di comunicazione è rappresentata dai corsi d’acqua di cui l’Amazzonia è particolarmente ricca. La rimanente parte è formata da una impenetrabile foresta per cui solo i nativi riescono a viverci. La loro esistenza è confermata da indio che abitano territori loro vicini e da qualche antropologo. Molto poco però si conosce sui loro usi e costumi e non se ne conosce neppure la lingua. Difendono strenuamente il loro territorio e quando non riescono più a sostenere la lotta si ritirano in zone ancora più impervie. La loro esistenza viene ad essere sempre più minacciata a causa di interessi sempre maggiori nei loro territori ricchissimi di materie prime sempre più ricercate. Questo rappresenta, oltre al fattore umano, anche la possibilità di perdere per sempre la conoscenza del loro sapere e dei loro usi e costumi. La conoscenza degli indios in fatto di erbe medicinali, di cui l’Amazzonia ne è particolarmente ricca, è veramente sorprendente e di gran lunga superiore alla nostra. Per millenni i pajé hanno curato malattie basandosi sulle loro conoscenze in fatto di botanica. Quello che oggi produciamo per sintesi si trova abbondante in natura se l’uomo non distruggerà l’enorme biodiversità di cui la foresta pluviale ne è ricchissima. Purtroppo, più che dal Brasile, Paese con immense ricchezze ma anche estrema povertà ed alla ricerca di ridurre il suo debito estero, l’invasione dei loro territori dipende soprattutto dalle grosse Multinazionali in cerca di sempre maggiori profitti, calpestando chi, come i brasiliani, avrebbe tutto l’interesse a difendere questo ricchissimo ed unico patrimonio. Frenare però i garimpeiros nella loro ricerca di oro, diamanti e uranio di cui sono ricchissime le terre indios non sarà cosa facile. L’utilizzo del mercurio per la loro estrazione provoca enormi inquinamenti nei corsi d’acqua. Oltre ciò essi portano malattie contagiose a cui gli indio non sono abituati e non ne conoscono i rimedi. La sopravvivenza di queste popolazioni è quindi messa in serio pericolo.

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Vita quotidiana

La vita quotidiana delle popolazioni indie si svolge tra la caccia, la pesca, la raccolta della frutta e l’allevamento degli animali. Per millenni il loro modo di vivere è stato in perfetta armonia con la natura senza alterare in maniera significativa l’ambiente nel quale vivono.

La caccia e un’attività prettamente riservata agli uomini e già da piccoli ne vengono iniziati. E’ considerata un lavoro e da essa traggono gli alimenti ricchi di proteine. Viene effettuata sia in gruppo che individualmente. Abili cacciatori conoscono perfettamente le abitudini delle loro prede, i luoghi ove si nascondono ed i loro alimenti preferiti. Si avvalgono di tecniche particolari, quali il fuoco e la costruzione di rifugi sugli alberi per stanare le prede. Cacciano ancor oggi con l’arco anche se qualcuno, ben pochi, fanno uso di armi da fuoco. La caccia oltre ad essere impiegata per procurarsi il cibo viene usata anche per procurarsi le penne con le quali fanno ornamenti sia per loro che per artigianato da porre in commercio.

La pesca e un’altra delle loro attività. L’Amazzonia e ricchissima di acqua (1/5 dell’intero patrimonio di acqua dolce della Terra) non solo nei corsi d’acqua, ma nel periodo delle piogge gran parte della foresta viene ad essere inondata. La quantità di pesce presente ed il numero delle specie elevatissimo fanno in modo che il pesce sia uno degli alimenti principali della loro dieta che frequentemente viene essiccato o trasformato in farina. La pesca è spesso effettuata ricorrendo a sostanze contenute nelle piante " timbo' " che riescono a stordire il pesce senza renderlo velenoso e viene poi effettuata sia con l’uso di archi e frecce che con l’uso machete o di ceste. A differenza della caccia la pesca viene sempre effettuata in gruppo.

Le tribù indio che non conoscono l’agricoltura si avvalgono della raccolta di alimenti vegetali direttamente dalla foresta. Ma la raccolta non si limita solo alle specie vegetali. raccolgono spesso anche larve d’insetti di cui ne sono ghiotti, miele, uova di tartaruga, liane per fare corde, canne per fare le frecce ed infine cere e resine sia per la pesca che per le pitture facciali e sia per curare le malattie. La maggior parte delle società indio effettuano oggi anche l’agricoltura. Quelle zone della foresta che non sono ricoperte da una folta vegetazione vengono estirpate, bruciate le alte erbe ed i piccoli arbusti e sparse, all’inizio della stagione piovosa, le sementi. Quando la terra non è più fertile le piantagioni vengono spostate. Gli indio raccolgono però solo lo stretto necessario, non sono predatori, e l’impatto delle loro culture con la natura non e’ affatto distruttivo. Quando la foresta si riforma nei terreni da loro precedentemente lasciati, ritornano negli stessi luoghi. Le culture principali sono: la manioca, la patata dolce, diverse qualità di miglio, la fava, il peperoncino, la canna da zucchero, il cotone, l’ananas, la banana e il tabacco. Normalmente ogni nucleo famigliare cucina il proprio cibo che viene invece poi distribuito e mangiato in collettività, spesso nella casa del capo villaggio.

A seguito del contatto con la civilizzazione anche l’allevamento di animali domestici è divenuto elemento quotidiano ella vita delle tribù indie. L’oca, le galline ed i bovini sono, assieme a pappagalli e scimmie i principali animali domestici. Le malattie vengono curate dal medico-Paje, lo sciamano del villaggio. La conoscenza degli indio di erbe medicinali è sorprendente tanto che la medicina odierna tende sempre più a riconoscerne il valore. Elementi che oggi vengono fabbricati per sintesi si trovano in abbondanza in natura nella foresta Amazzonica. Le erbe medicinali vengono spesso usate non solo per curare ma anche nella caccia e nella pesca per stordire gli animali senza renderli velenosi. Nelle lotte tribali hanno fatto spesso uso di gas asfissianti estratti dalla natura.

Un elemento importante della vita del villaggio è rappresentato dal Ritual. Tutti gli abitanti, guidati dal Pajè, lo sciamano del villaggio, partecipano a queste danze propiziatorie sia a buoni raccolti, che alla salute egli abitanti che all’iniziazione dei giovani uomini e donne alla vita adulta.

I rituali sono spesso diversi da villaggio a villaggio. Il rituale del Pajé della tribù Tupi usa penne di ara e il maracà, tipico strumento formato da un bastone di legno con una pallina infilata nella punta, che agita durante il ritual. Gli Yanomami (tribù indio con rarissimi contatti con la nostra civiltà) utilizzano un bastoncino (paricá) cavo lungo circa 50 cm nel quale immettono l’allucinogeno. Uno dei lati viene posto nella narice del pajé e dall’altro lato un indio soffia con forza. Le tribù del nord del Brasile credono che alcuni spiriti fantastici scendano dal cielo con una corda per curare le malattie. Questi spiriti, secondo la tradizione india sono lo Jacaretinga, la Madre del Lago, il Grande Serpente ed altri. La mitologia amazzonica è molto popolata da figure di animali e spiriti fantastici per non parlare della leggenda delle Amazzoni da cui deriva   il nome all'Amazzonia stessa. La danza del Pajé rappresenta il contatto con questi spiriti. Il passaggio dall’adolescenza alla maggior età avviene normalmente per le ragazze alla prima mestruazione, (Ritual Tukùna) dopodiché la giovane è pronta al matrimonio, in genere concordato con i membri della famiglia ed il capo villaggio o il membro più anziano. Il rituale di iniziazione viene in genere preceduto da un periodo nel quale la giovane viene reclusa in capanne appositamente costruite e vegliate dalla madre. La giovane viene edotta sul comportamento, sui lavori domestici e sul rispetto del marito e dei membri anziani del villaggio. Le unioni quasi consanguinee o parentali sono frequenti in qualche tribù. Per altre invece viene imposto il matrimonio esclusivamente con membri di tribù diverse. Per i maschi l’iniziazione avviene con prove di coraggio e resistenza al dolore. Alcuni Ritual possono durare anche 6 mesi come nel caso della tribù Karajá. La prova dei giovani Sateré-Maué (noti per la coltivazione del guaraná) consiste nel porre le mani in un contenitore pieno di formiche " tocandira " di circa 22-25 mm che fanno delle punture dolorosissime ed a volte provocano addirittura stati comatosi, sopportando senza batter ciglio. Ai giovani Guarani (Zo'e') viene invece forato il labbro inferiore ove viene posto un bastoncino. Il giovane, prima del ritual, viene spesso portato nella foresta e lì abbandonato per qualche giorno in modo che dimostri il suo coraggio e le conoscenze sulla caccia imparate durante la giovinezza. Le persone anziane vengono tenute in gran rispetto e consultate per risolvere i più disparati problemi. A volte assumono il titolo di pajé. Normalmente ogni villaggio non conta più di 3 o 4 nuclei famigliari. Il villaggio di tribù come gli Yanomani è composto da una sola grande casa, nella quale vengono separati i luoghi per dormire e cucinare mentre tutto il resto è in comune. Altre tribù vivono separando i vari nuclei famigliari in case diverse. Altre ancora fabbricano case molto grandi come luoghi comuni d’incontro.

Relazioni sono invece frequenti nei villaggi di una stessa tribù. Avvengono scambi di prede di caccia o frutti raccolti dalla foresta o ortaggi coltivati e di visite di cortesia. Gli scambi avvengono sempre in natura, gli indio praticamente non hanno bisogno, come noi, della moneta e d’altra parte anche i beni immobili sono comunitari ed ogni membro del clan è tenuto a partecipare alla costruzione. La foresta è definita da luoghi precisi con nomi tramandati oralmente da generazione in generazione e percorsa da sentieri che conducono ai vari villaggi o alle postazioni di caccia. In qualche tribù è praticata la poligamia, in genere con 2 donne di cui una anziana che ha tutto il rispetto ed ha il diritto di prendere le decisioni che riguardano la famiglia, l’altra in genere molto più giovane. In qualche tribù sono anche frequenti le separazioni, in altre il matrimonio dura tutta la vita. Un tempo presso qualche tribù era anche praticata l’antropofagia. Il contatto con i missionari ha eliminato tali usanze. Ben lungi dall’essere un forma di barbarie, l’antropofagia era considerata come un estremo rispetto del morto. Gli Yanomami bruciavano i loro morti e ne mangiavano le ceneri mescolate in genere con banane o altri generi commestibili. Era il modo per far vivere ancora la persona amata dentro se stessi. Anche ai prigionieri di guerra spesso toccava la stessa sorte. Quando erano catturati, specie se in battaglia avevano dimostrato il loro valore, venivano portati nel villaggio, acclamati da tutta la tribù, ricoperti con le piume più belle. Nel villaggio potevano circolare liberamente. Veniva loro assegnata una moglie con la quale poteva accoppiarsi quanto desiderava. Nel giorno stabilito per la sua morte, nomalmente 5 giorni dopo la cattura, avveniva il rituale, la sua moglie piangeva e intercedeva presso il capo villaggio affinché non fosse ucciso, poi veniva ucciso con un colpo di machete. Il modo con cui cadeva a terra era motivo di presagi. Il suo corpo veniva poi mangiato per assumerne anche il suo valore di guerriero e così aumentare la propria forza.

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sfondo.jpg (10304 byte) Il giorno degli indios/font>

Durante il primo Congresso Interamericano sugli Indio, tenuto in Messico nel 1940 i congressisti decisero di invitare anche i rappresentanti delle popolazioni indie. Strenua fu la loro resistenza al comparire sapendo di essere sempre stati sfruttati e perseguitati dai bianchi. Alla fine, vista l’importanza che il congresso andava assumendo e sperando in un maggior riconoscimento dei loro diritti, il 15 aprile del 1940 comparvero nel congresso. Da quel giorno il giorno 15 aprile è divenuto il giorno degli indio d’America. Le delibere del congresso portarono alla nascita dell’Istituto Indigenista Interamericano, organo internazionale con sede a Città del Messico e riconosciuto in Brasile nel 1943

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Il caboclo

Un elemento che mi ha stupito molto risulta dalla parola caboclo. In lingua portoghese caboclo sta ad indicare il figlio nato dall’unione di un bianco con un indio o anche una persona cara. Le descrizioni presenti in Internet di caboclo dell’Amazzonia mi hanno stupito molto. Queste parlano di persone che non lavorano ma vivono di caccia e pesca, cacciano ancora con l’arco e le frecce, vivono in case fatiscenti senza acqua corrente ne luce, non fanno uso di beni tecnologici, tengono dei serpenti per eliminare dalle loro case i ratti e cose simili. Secondo la nostra mentalità un indio che vive in comunione con una bianca, ovviamente più tecnologica, dovrebbe piano piano usufruire di beni ricorrenti nella nostra civiltà. Dovrebbe cioè imparare ad andare a caccia con il fucile, utilizzare impianti di acqua corrente mentre una india dovrebbe imparare ad usare la lavatrice, a cucinare sui fornelli e via dicendo. Dovrebbe essere l’indio che si adatta al modo di vivere simile all’occidentale. Invece succede il contrario. E’ il bianco che impara l’uso dell’arco ed abbandona il fucile mentre la donna abbandona la lavatrice e si immerge nel fiume per lavare i panni. Cose che succedono solo in quel paese stupefacente, misterioso e affascinante che è l’Amazzonia.

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Lista delle popolazioni indie del Brasile:

Aikanã - Ajuru - Amanayé - Anambé - Aparai - Apiaká - Apinayé - Apurinã - Arapaço - Arara - Arara Karo - Arara Shawanauá - Arara do Aripuanã - Araweté - Arikapu - Arikem - Aruá - Asurini do Tocantins - Asurini do Xingu - Atikum - Avá-Canoeiro - Aweti - Bakairí - Banawa Yafi - Baniwa* - Bará - Baré - Bororo - Canela - Chamacoco* - Chiquitano - Cinta Larga - Columbiara - Deni - Dessano* - Diarroi - Enawenê-Nawê - Fulni-ô - Galibi - Galibi Marworno* - Gavião de Rondônia - Gavião Parkatêjê - Pukobiê - Guajá - Guajajára - Guarani - Guató - Hixkaryana - Ingarikó* - Iranxe - Itaitinga - Jaboti - Jamamadi - Jaminawa* - Jarawara - Javaé - Jenipapo - Jiripancó - Juma - Juruna - Ka'apor - Kanindé - Kadiwéu - Kaiabi - Kaimbé - Kaingang - Kaixana - Kalapalo - Kamayurá - Kambá - Kambeba - Kambiwá - Kampa* - Kanamanti - Kanamari - Apaniekra - Kanoe - Kantaruré - Kapinawá - Karafawyana - Karajá - Xambioá - Karapanã* - Karapotó - Karipuna - Karipuna do Amapá - Kariri - Kariri-Xocó - Karitiana - Katuena - Katukina Pano - Katukina Pedá Djapá - Katukina Shanenawa - Kaxarari - Kaxinawá* - Kaxixó - Kaxuyana - Kayapó - Gorotire - Kayapó Mekragnoti - Kayapó Xikrin - Kiriri - Kocama* - Korubo - Kokuiregatejê - Krahô - Krenyê - Krenák - Krikati - Kubeo* - Kuikuro - Kujubim - Kulina Pano - Kuripako* - Kuruaia - Kwazá - Lagoa dos Brincos - Machineri - Macurap - Maku* - Makuna* - Makuxi* - Marúbo - Matipu - Matis - Matsés* - Mawayana - Maxakali - Mehinako - Menky - Mequém - Miranha* - Miriti Tapuia - Munduruku - Mura - Nahukwá - Nambikwara - Nukini - Ofaié - Padre - Pakaa Nova - Palikur* - Panará - Pankararé - Pankararu - Pankaru - Parakanã - Paranà - Pareci - Parintintin - Patamona* - Pataxó - Pataxó Hã-Hã-Hãe - Paumari - Paumelenho Payakú- Pirahã - Piratapuia* - Pitaguarí - Potiguara - Poyanawa - Rikbaktsa - Sakirabiap - Sateré-Mawé - Suruí do Tocantins - Suruí Paíter - Suyá - Tapayuna - Tapeba - Tapirapé - Tapuio - Tariano* - Taurepang - Tembé - Tenharim - Terena - Ticuna* - Tingui Botó - Tiriyó* - Torá - Tremembé - Truká - Trumai - Tsohom Djapá - Tukano* - Tupari - Tupiniquim - Turiwara - Tuxá - Tuyuka* - Txikão - Umutina - Uru-Eu-Wau-Wau - Wai Wai - Waiãpi* - Waimiri Atroari - Wanano* - Wapixana* - Warekena* - Wassu - Waurá - Wayana* - Witoto* - Xakriabá - Xavante - Xerente - Xereu - Xetá - Xipaia - Xokó - Xokleng - Xukuru - Xukuru Kariri - Yanomami* - Yawalapiti - Yawanawá - Yekuana* - Zo'é - Zoró - Zuruahã

* Popoli presenti in altri Stati oltre che in Brasile.

 

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Queste descrizioni e molte altre, con diverse fotografie, faranno parte di una rivista.

RIFERIMENTI:

Informazioni desunte dai seguenti siti Internet per gentile concessione

http://www.funai.gov.br/

http://www.socioambiental.org/.

http://www.geocities.com/Augusta/7277/amazon.html

http://www.4free.ch/brasil/manaus.htm

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