PARROCCHIA SS. FABIANO E VENANZIO
Vi riportiamo il saluto del nostro Ex-Parroco Don Andrea che l'11
giugno 2000 ha lasciato ufficialmente l'incarico, al nuovo Parroco Don Marco
(collaboratore della Parrocchia dal 1995 e Viceparroco a tempo pieno da settembre dello
scorso anno), per recarsi in missione in Turchia.
"CARISSIMI......."
Lettera di saluto di Don Andrea a tutte le famiglie del quartiere
Carissimi, come sapete lascio la Parrocchia l'11 giugno e parto in Missione
per il Medio Oriente, esattamente per la Turchia, nella zona di Urfa-Charran (nel
centro-sud-est). Mi trasferirò sul posto l'11 settembre, dopo i quattro pellegrinaggi che
accompagnerò durante l'estate.
Anzitutto
ringrazio Dio di questi sei anni che mi ha concesso di passare con voi:
molto ho ricevuto, molto ho maturato. Ho sentito la grazia dei 67 anni della parrocchia
riversarsi su di me. E mi è stato concesso di aggiungere, per volontà di Dio, qualche
goccia di grazia che va ad accrescere il patrimonio passato. Sento
il bisogno di chiedere perdono per tutte le mie inadempienze, per tutti i
miei limiti e le mie fragilità. Sopratutto a chi si fosse sentito particolarmente ferito
e offeso.
Se qualcosa ho da perdonare è già stato fatto. Poi sento
il bisogno di dire grazie: ai miei confratelli sacerdoti
con cui ho pregato, gioito, sofferto e lavorato; ai malati, ai bambini, ai
poveri che mi hanno mostrato la piccolezza e la potenza di Gesù; ai
giovani che mi hanno permesso di cogliere con loro il soffio rinnovatore
dello Spirito; agli adulti che mi hanno concesso la loro
amicizia e il loro sostegno; agli anziani che mi hanno fatto
poggiare sulle loro spalle antiche. Ringrazio quanti hanno collaborato in
parrocchia a tenere accesa e a trasmettere la lampada della fede, a far
crescere la comunità, ad accendere il fuoco di Gesù nel quartiere: chi con il carisma
della parola, chi con quello della preghiera, chi con l'azione visibile, chi con i
silenzi, chi con il carisma della liturgia chi con quello della carità operosa, chi con
le lacrime e la potenza redentrice della sofferenza, chi con i servizi più umili e
nascosti. Ringrazio quanti non ho conosciuto perché mi hanno
concesso di vivere accanto a loro e di amarli anche se a distanza. Sempre ho pregato per
loro e sempre li ho pensati a me vicini, soprattutto la sera quando guardavo le finestre
illuminate delle case e a messa quando, alzando il calice dei sangue di Cristo dicevo:
"questo è il calice del mio sangue, versato per voi e per
tutti in remissione dei peccati". In quel "tutti"
comprendevo proprio tutti, nessuno escluso. Nel mio cuore, andando via, porterò ogni
persona conosciuta e non conosciuta della parrocchia: sono le pecorelle, i figli, i
"pesciolini" affidati alla mia pesca e destinati alla rete del Regno di Dio.
Vanno ad aggiungersi a quelli delle mie precedenti parrocchie. Sempre pregherò per quelli
che il Signore mi ha affidato un tempo, perché "ripescati" senza fine dagli
abissi dei peccato, della tristezza e della morte possiate giungere alla riva
dell'eternità e ritrovarci lì tutti insieme. Nella messa
di ogni giorno sarete sempre presenti: su tutti scenderà lo Spirito Santo
che invocherò e la benedizione di Dio che farò piovere dal cielo. Come dice la Bibbia: porto
i vostri nomi scritti sul palmo della mia mano e i vostri volti sono sempre davanti a me.
Perché vado in missione? E perché vado in Turchia?
Da ragazzo il Signore mi ha concesso il desiderio di portare gli uomini a lui e di
mettermi a loro servizio. Mi ha concesso di farlo in mille modi servendosi della mia
totale povertà e nonostante i miei ripetuti tradimenti. Dopo dieci anni di
sacerdozio mi ha portato in medio oriente per un periodo di sei mesi, per un
desiderio impellente che sentivo di silenzio, di preghiera, di contatto con la parola di
Dio nei luoghi dove Gesù era passato. Lì ho ritrovato la freschezza della fede e la
chiarezza del mio sacerdozio. Ci sono tornato di nuovo, per
cinque mesi, prima di venire a fare il parroco a Villa Fiorelli. Per la seconda volta il
Signore mi ha fatto toccare con mano la ricchezza di quella terra da cui, come madre, è
nata la nostra fede, ma anche le sue sofferenze, i suoi bisogni, le sue grida di soccorso.
Così ho dato al vescovo la mia disponibilità a partire per accendere una piccola
fiammella proprio lì dove era divampato il fuoco dei cristianesimo. Quel fuoco non si è
mai spento, ma è passato attraverso sofferenze, persecuzioni, peccati, vicende oscure e
complesse che lo hanno disperso e ridotto sotto la cenere.
Quel fuoco è ancora in grado di illuminarci perché contiene la scintilla originaria che
lo ha generato.
Quel fuoco ha bisogno di un po' di legna per tornare a brillare e divampare di nuovo.
Andando, vorrei (se Dio lo vorrà) attingere e consegnare anche a voi un po' di quella
luce antica e darle nello stesso tempo un po' di ossigeno perché brilli di più. Sento
questa missione, che affronto a nome della chiesa di Roma, come uno scambio:
noi abbiamo bisogno di quella radice originaria della fede se non vogliamo morire di
benessere, di materialismo, di un progresso vuoto e illusorio; loro hanno bisogno di noi e
di questa nostra chiesa di Roma per ritrovare slancio, coraggio, rinnovamento, apertura
universale. Ho pensato a un' Associazione chiamata Finestra per il medio oriente", per
favorire questo scambio di doni spirituali. Chi vuole saperne di più ed eventualmente
partecipare può venire a una riunione che si terrà in parrocchia il 6 giugno alle 21.
Vado in umiltà e timore, ma vado con gioia e piena disponibilità. Vado in preghiera
affidando tutto alla Provvidenza e alla volontà di Dio. Il regno di Dio viene nella
piccolezza e nel nascondimento. Il seme, come diceva Gesù, cresce solo se scompare e muore
sotto terra. Tante altre cose avrei da dirvi. Le affido alla preghiera e ad altre
occasioni. Conto sulla vostra preghiera e su una comunione che potrà continuare anche se
in modi diversi. Conto soprattutto su un fatto: che voi continuiate un vero cammino di
fede per essere cristiani veri una chiesa vera, delle famiglie vere, delle comunità
cristiane vere. Ho bisogno di avere alle spalle la saldezza e la testimonianza della
vostra fede, un fuoco che riscaldi e illumini fin lassù la gente da cui andrò. Ho
bisogno della vostra umiltà e del vostro desiderio di voler crescere secondo lo spirito
di quel Gesù che lì si è fatto carne, secondo quello stampo originario che lì ha preso
forma nelle prime comunità cristiane e che io cercherò di ricordarvi continuamente. Vi
metto a disposizione fin da ora dei pellegrinaggi che continuerò a fare in quella Terra
santa dei profeti, di Gesù, degli apostoli, di Maria. Vi metto a disposizione quello che
potrò raccontarvi tornando e rileggendo con voi la parola di Dio nata in quelle terre. Vi
chiedo di tenere aperto il vostro cuore alle molteplici realtà di quella terra:
- il popolo di Abramo da cui
abbiamo ricevuto Gesù e a cui siamo stati innestati per la fede,
- le tante chiese cristiane che lì sono nate, così ricche, così diverse, ma a volte
anche così divise;
- le tante esperienze di fede che vi si vivono, piccole, a volte deboli e vacillanti a
volte così vive;
- il mondo musulmano, con le sue luci, le sue ombre, i suoi aneliti, le sue ricchezze
spirituali, i suoi problemi.
Conto, prossimamente, di raccontarvi qualcosa in più del Medio oriente e della Turchia in
particolare, affinchè ne abbiate un'idea più chiara e più ampia.
L' 11 giugno alle 19,30 celebreremo una messa di saluto e di
passaggio con il nuovo parroco, don Marco. Il 4 giugno ci sarà al Seminario Romano
(piazza S. Giovanni in Laterano 4) una "giornata di fraternità" dedicata alla
missione: la mattina esporrò la missione in Turchia, come parte della missione universale
affidata da Gesù alla chiesa.
Nel pomeriggio don Marco presenterà il programma pastorale e missionario della parrocchia
nel nuovo anno. Per ora vi saluto e prego per voi, certo di contare anche sulla vostra
preghiera.
DON ANDREA
Carissimi,
con quest'ultima lettera vengo a chiedere la vostra benedizione, a darvi la mia
benedizione, a presentarvi don Marco, il vostro nuovo parroco.
Chiedo la vostra benedizione.
"Bene-dire" significa invocare ogni "bene" da parte di Dio donare la
grazia che egli ha riversato nelle nostre mani per gli altri. Nella chiesa antica ogni
passo importante di un membro della comunità veniva accompagnato dalla preghiera di tutti
e dallinvocazione dello Spirito Santo. Mi è capitato spesso in questi anni che
qualcuno venisse a chiedermi la benedizione perché partiva, perché iniziava un nuovo
lavoro, perché si accingeva al matrimonio, perché aspettava un bambino, perché
attraversava un momento difficile, perché doveva prendere una decisione delicata. La mia
è stata una benedizione da pastore e capo, in forza del sacramento dell'ordine. Ma anche
voi siete, in forza del sacramento del battesimo, sacerdoti, re e profeti del
Signore, depositari di grazia divina e portatori di Spirito Santo per i vostri
fratelli e per il mondo intero. Ogni "cristiano" come dice il nome, ha
in sè lo "Spirito di Cristo" perché partecipa della sua "unzione"
che lo consacra figlio di Dio e portatore della salvezza di Cristo. Per questo i genitori
possono benedire i figli, i membri di una comunità possono benedire i propri fratelli e
tutti possiamo benedirci a vicenda, invocando gli uni sugli altri la grazia di Dio e la
potenza dello Spirito Santo. Vi chiedo di farlo per me.
Vengo a benedirvi.
Vi saluto, vi ringrazio, vi abbraccio e vi benedico di cuore.
DON ANDREA
.....a Don Andrea i nostri migliori
auguri per un futuro pieno di soddisfazioni ed il nostro ringraziamento per tutto ciò che
ha fatto per la nostra Comunità Parrocchiale.
Vi riportiamo il suo indirizzo E-Mail che sarà attivo da Settembre 2000