Un importante contributo alla ricostruzione dell'abbigliamento tradizionale usinese fu dato in occasione della mostra sul vestiario popolare di Usini ,allestita nel Settembre 1987 nella chiesa di Santa Croce a Usini, e riportata interamente nelle sale del museo Sanna di Sassari in occasione della settimana nazionale per i beni culturali.
In assanza di estese fonti letterarie,hanno particolare importanza quattro illustrazioni ottocentesche perchè testimoniano lo stadio evolutivo del vestiario femminile nella prima metà del 1800
L'abbigliamento femminile usinese, come del resto quello di tutta l'isola comprendeva un copricapo.I capelli venivano pettinati con una crocia sulla nuca,trattenuta da una bacchetta d'osso,ed erano stretti dentro una cuffia.Alla cuffia, nei giorni fetivi si sovrapponeva un velo rettangolare di tulle bianco ricamato che scendeva libero lungo le spalle
LA CAMICIA realizzata con fine tela di cotone, era molto ampia e scollata,Le maniche erano ampie con semplici polsini di tipo maschile.Lungo la scollatura si aveva una trinetta decorata con minuti ricami floreali e geometrici.Cucita alla camicia si aggiungeva una lunga sottogonna spesso realizzata con tela bianca.
IL BUSTO si indossaVA sopra la camicia,sotto il giubbetto.Questo capo presenta una struttura rigida ottenuta con stecche di palma nana e bacchette metalliche il busto usinese è costituito da due patri simmetriche unite in corrispondenza della schiena da una fitta allacciatura di nastri di seta.
IL GIUBBETTO era realizzato in velluto nero o rosso o granato.Quel che distingue il giubbetto usinese da analoghi capi è una sorta di colletto a smerli aplicato lungo lo scollo e sulle falde.
LA GONNA ,negli esemplari festivi si presenta in due varianti, una in panno rosso,l'altra in panno nero.
IL GREMBIALE sempre presente sia nell'abbigliamento festivo che giornaliero, aveva forma trapezoidale,era quasi lungo come la gonna ed in alto veniva increspato ofermato a nido d'ape.per le occasioni cerimoniali veniva confezionato con tessuti pregiati .
