Progetto DOMUS
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Usini, comune in provincia di Sassari, è ubicato in prossimità del corso del Riu Mascari, a 191 m sul livello del mare. Ben collegata dalla maglia viaria ai vicini centri maggiori di Sassari, Alghero e Porto Torres, è raggiungibile anche in treno, sia con le Ferrovie dello Stato, con scalo Tissi - Usini a circa 4,5 Km dall'abitato, sia con le Ferrovie della Sardegna, la cui linea ferma presso la chiesa di S. Giorgio. Attualmente gli abitanti raggiungono il numero di 3625.

Il territorio conserva tracce di frequentazione sin dall'età antichissima, come documentano le numerose domus de janas, le tombe delle popolazioni del Neolitico Recente, ancor oggi visitabili. La felice posizione lungo il corso d'acqua favorì l'insediamento umano, che è attestato ancora in epoca nuragica, romana e medievale.

Le prime testimonianze certe dell'esistenza del centro di Usini risalgono all'età giudicale, quando l'abitato, col nome di Usune o Ussini, variamente riportato dalle fonti, tra le quali il Condaghe di S. Pietro di Silki, faceva parte della Curatoria di Coros (o Coraso o Campulongu), corrispondente ai territori degli attuali paesi di Ittiri, Ossi, Tissi, Uri e Usini. Accanto ad Usini, degno di menzione è il centro di S. Giorgio di Oleastreto, del quale resta la bella basilica romanica dedicata al santo, oggi fortunatamente interessata da un intervento di restauro.

Il centro di Usune fa parte del Giudicato di Logudoro; dal XII secolo la famiglia Malaspina progressivamente si impossessa di tutta la curatoria di Coros e quindi anche del territorio di Usini, che manterrà sotto il suo controllo sino al passaggio definitivo, nel 1355, alla corte di Pietro III d'Aragona.

Nel 1421 Usini è compreso nella baronia di Osilo sotto il nobile valenzano Gilalberto Centelles. Nel secolo successivo alla guida della baronia di Usini, che nel 1485 sappiamo composta dai territori di Ittiri, Muros, Ossi, Tissi, Uri, Ussini, emerge la famiglia dei Cedrelles. Dal 1544 sino al 1839, e cioè sino al riscatto dei feudi seguito alla fine del feudalesimo, le sorti dei villaggi di Usini e Tissi furono legate alla famiglia Manca.

Il regime feudale fu spesso oggetto, nello stesso abitato, di aspre contestazioni, sino alle più generali rivolte antifeudali fra il 1793 e il 1795. L'anno successivo Usini aderisce al patto antifeudale di Giovanni Maria Angioy, giunto nel paese il 2 giugno del 1796, che si concluderà nel 1797 con la repressione dei moti.

Tra la fine del '700 e i giorni nostri Usini partecipa delle più generali vicende dell'isola fra il regno sabaudo e l'Unità d'Italia.