Corsica 2001

 

Dopo un brevissimo periodo preparatorio di circa 4 mesi, le indomite VdA lungi dall'essere ormai spente, come la maggior parte dei loro detrattori asseriva, hanno compiuto un'altra operazione memorabile. Dopo mesi di attenta e meticolosa preparazione e dopo aver scartato centinaia di obiettivi "sensibili", i nostri eroi hanno scelto una meta imprevedibile ed imprevista: la Corsica!

In questa occasione le VdA al completo: oltre a "Pistirinchino", Stefano "Boletus" e Giovanni "Meninho de rua", si sono affiancati con indomito coraggio e sprezzo del pericolo 2 aspiranti Vergogne: Alessandro Pennivendolo (il nano giornalista) e Paolone "Bomber".

L'obiettivo era sempre il solito, il famigerato e temibile Monte Cinto, ovvero il Monte della Fatica, la cima più alta ed impervia della Corsica con i suoi 2700 metri circa.

Questo l'equipaggiamento a disposizione dei nostri eroi:

 

Stefano: 2 valigie modello "Cyclops" contenenti 23 T-shorts, 15 mutande, 6 calzettoni di lana, carte regolamentari da ramino, 12 metri di corda per un uso imprecisato, torcia elettrica provvista di segnalatore di emergenza lampeggiante modello "polstrada", chitarra acustica marca "vinavil" dall'accordatura impossibile, scarponi da trekking del peso di 6 kg l'uno dovuti al fango accumulatosi in 3 anni di camminate (mai puliti).

 

 

Pistirinchino: valigia modello "Cyclops" (identica a quelle di Stefano) contenenti 4 magliette (di cui una del Cagliari con lo sponsor "Pecorino Sardo"), 2 mutande (1 + quella indosso), 2 sacchi a pelo con anima in amianto (in barba alle normative della Legge 626), 2 materassini gonfiabili matrimoniali della serie "rafting", telecamera presa in prestito, 2 tende, la famosa ed ignobile cerata, e il cappellino serie "indiana jones".

 

 

Giovanni "Meninho de Rua": 1 valigia serie "blood and tears" e uno zaino della Coop, contenenti svariati indumenti intimi, magliette dalle scritte improbabili (da quella antisfiga e quella della Nasa), volume numero 1 della serie "Cheops" di 479 pagine del peso di 4 kg, sacco a pelo "mummia" con la cerniera inceppata da 2 anni, utilizzabile solo come mantello, 23 bustine di Aulin (di cui 7 scadute) e 15 cerotti la maggior parte dei quali inutilizzabili.

 

Alessandro Pennivendolo: set di valigie di Giorgio Armani contenenti 2 completi da sera, polo Ralph Lauren in cachemere, completo sahariano di Fendi, biancheria intima Liabel (cotone dentro, lana fuori), jeans con profumo di lavanda. Data la professione giornalistica incombe il segreto professionale sulle altre amenità contenute. Solo la magistratura potrà richiedere un elenco dettagliato.

 

 

Paolone "Bomber": valigia modello "Galaxy" (dal nome del più grande aereo da trasporto del mondo) contenente 2 pantaloncini da mare del diametro di 2 metri l'uno, 12 libri di vario genere (dalla storia delle Brigate Rosse a quella dell'Unità d'Italia, passando per thriller sanguinari, telefono cellulare con la scheda bloccata e con la batteria scarica, camicia di flanella a quadri in grado di mantenere la temperatura corporea a 45 gradi per 2 giorni di seguito e walkman con auricolari invasivi marca "ear probe" corredato da 12 musicassette di vario genere ma tutte della durata di almeno 120 minuti e senza etichetta per cui l'identificazione appariva difficoltosa a chiunque altro.

Inutile dire che con tale bagaglio anche un autotreno sarebbe stato stracarico, per cui la gloriosa "Shamemobil", ovvero una Opel Kadett con appena 210.000 km era veramente al limite della capienza e della sopportazione.

La prima avvisaglia di come si sarebbe svolta l'avventura si ebbe sull'autostrada dove dopo appena 20 km, un rapace non meglio identificato non trovò di meglio che schiantarsi sul parabrezza dell'auto, lanciando così un drammatico avvertimento ai suoi occupanti che erano impegnati nella lettura di tutti i cartelli pubblicitari da Firenze a La Spezia.

Un altro segnale si ebbe al porto di La Spezia, quando la meravigliosa e scintillante ammiraglia della flotta Happy Lines si parò davanti ai loro occhi. Lo stupore delle VdA era al massimo ammirando quello che era l'unico traghetto di quella compagnia, appena acquistato dalla Albanian Transoceanic Lines e che riusciva anche a nascondere la prua del traghetto della Corsica Lines. Date le dimensioni ragguardevoli dell'imbarcazione si capì subito che non appena arrivati a bordo si sarebbe dovuto dare fondo a tutte le tecniche di sopravvivenza per riuscire ad accaparrarsi un numero sufficiente di gislonghe (sdraio) per affrontare la traversata. Ma ecco che subito un altro evento drammatico lancia il suo avvertimento. Sulla rampa di accesso al traghetto la gloriosa Shamemobil non trova di meglio che arenarsi, rimanendo pericolosamente in bilico visto che la distanza da terra non superava quella di una macchina da formula uno. Ma nonostante ciò, tra lo stupore del personale navigante (i marinai) e l'incitamento del numeroso pubblico assiepato sul molo (i curiosi), la gloriosa vettura, con un cupo e preoccupante sferragliamento, riusciva a trascinarsi all'interno del traghetto: l'avventura comincia!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

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