Finalmente, dopo aver attraversato nugoli di off shore, scambiati per vespe (quelle che fanno il miele), competizioni automobilistiche su strade poco più larghe di mulattiere (con l'unico risultato di far ammirare agli spettatori innumerevoli auto finite nelle scarpate corse), i nostri eroi, dopo essersi adeguatamente strafogati nel primo ristorante incontrato per strada e dopo aver ignobilmente depredato uno dei pochi supermercati della zona, sono giunti al campo base per l'ascesa al terrificante Monte Cinto. Inutile dire che lo scopo principale non era il monte ma bensì la famosissima "pitonessa", ovvero un mirabile esempio della fauna femminile di Lozzi, paese famoso per aver ospitato la mamma di Napoleone, prima che rimanesse incinta del futuro imperatore. La cosa strana è che poi se ne è andata dal paesino gravida, senza che nessuno abbia mai visto il "padre" di Napoleone!!!

Ma in barba alla storia e alla cultura, i nostri eroi si fiondarono nella lussuosa reception del campeggio alla ricerca di una gratificazione visiva della famosa fanciulla, che tenne fede alle aspettative. Dopo questa visione 2 componenti del gruppo si decisero di prendere la cittadinanza corsa e si informarono di  dove si trovasse il municipio per chiedere la residenza.

Dopo aver effettuato il doveroso sopralluogo sul sentiero che conduce al nostro beneamato Monte Cinto, e dopo aver sottolineato la necessità di scaglionare le truppe sul percorso, stante la difficoltà di percorrere con l'automobile l'accidentato sentiero di avvicinamento, venne decisa la seguente formazione con l'unico scopo di non lasciare mai soli insieme Paolone e le vettovaglie:

primo viaggio: Stefano + Giampaolo + Paolone - ritorno - Stefano e Paolone

secondo viaggio: Stefano + vettovaglie + Alessandro - Ritorno: Stefano + vettovaglie

terzo viaggio: Stefano + Giovanni + vettovaglie - Ritorno: Stefano da solo

quarto viaggio: Stefano + Paolone.

Dopo 3 ore di simulazioni e considerato il consumo medio della vettura si rese necessario fare il pieno di benzina per ovviare alla grande distanza da percorrere, ma era fondamentale avere una tanica di scorta (da tenere lontana dalle vettovaglie).

Dopo la prima fase dell'elaborazione del piano di attacco (denominato Fame infinita), si passò così alla seconda fase della strategia, ovvero il sopralluogo sul campo, effettuato da Stefano e Alessandro. Il resto della truppa, nel frattempo, divorava voracemente 12 croissantes, croassanteas, corissantes.... cornetti presso il bar del campeggio.

Alle ore 12, al ritorno degli esploratori (erano partiti alle 7), fu deciso di pranzare al sacco, rifornendosi di panini per effettuare una "sgambatina" di riscaldamento presso il Lago di Nino (vedi Corsica 2000), luogo di incomparabile ed assoluta bellezza. (un vero peccato andare in Corsica e non vederlo!)

Dopo aver schivato ristoranti e trattorie lungo il tragitto, i nostri eroi arrivarono presso il punto di partenza del comodo sentiero per il lago. Dopo circa 12 minuti, le prime avvisaglie di quello che sarebbe successo dopo: Paolone, sbuffando come una locomotiva impazzita, si accasciava al suolo dopo aver percorso circa 730 metri, di cui 25 di dislivello, adducendo tale crisi al troppo ossigeno nei polmoni. Alle ripetute esortazioni del gruppo si difendeva vigorosamente accusando dolori lancinanti al ginocchio destro, colpito duramente da una videocassetta caduta dal tavolo. Ma il nostro eroe trovò stoicamente l'energia per proseguire e caricatosi in spalla lo zaino "Galaxy" riusciva a percorrere altri 800 metri per poi arenarsi irrimediabilmente su un muretto di un ponte. Sottoposto a perquisizione regolamentare, venivano recuperati nel suo zaino i seguenti oggetti:

1 - Volume "La storia d'Italia" di Giano Accame, edizioni "Il Mattone" (467 pagine), rilegatura in bronzo;

2 - Volume "Le brigate Rosse" di Renato Curcio, edizioni "Kalashnikov" (150 pagine), rilegatura in piombo;

3 - Volume "A ciascuno il suo" di Sciascia, edizione speciale (378 pagine) rilegata in oro, zinco e ghisa.

4 - 12 audiocassette senza etichetta, ciascuna da 120 minuti, per una autonomia musicale di 1440 minuti, escluse le pause.

5 - 4 pacchi di pile "mezza torcia plus", arricchite con uranio, con un voltaggio tale da illuminare la piazza principale di Lozzi.

6 - 2 rotolini fotografici da 36 foto. (ma non era presente alcun apparecchio fotografico)

7 - Torcia elettrica modello "topo" per la lettura notturna (era mezzogiorno!!!);

8 - Walkman Cyclops Stereo Surround, con casse baritonali e subwoofer della potenza di 1400 watt, comprese da cuffiette "ear probe", da inserire nei timpani, a contatto con il cervello per la resa dei bassi migliore.

9 - telefonino cellulare del peso di 2 kg, con: carta sim bloccata dopo 34 tentativi di inserire il pin errato e batteria scarica da almeno 3 giorni. 

10 - oggetti vari non identificati.

Accertato un peso di 23 kg, venne deciso di aggiungere 2 massi del peso di 1,5 kg ciascuno così da raggiungere il peso regolamentare di 26 kg, stabilito dalle norme internazionali per accedere al Guinnes dei primati delle inutilità montane.

Ma nonostante le sollecitazioni e le rimostranze, Paolone non era più in grado di proseguire nell'ascesa a quello che forse è il più bel luogo della Corsica (veramente un peccato non vederlo!) e venne così deciso di abbandonarlo lungo il percorso. Si cercò un guard rail dove legarlo ma non venne trovato nulla atto a tale scopo e così si offrì volontario Pistirinchino per rimanere con lui ed eventualmente spingerlo sotto il primo Tir che passasse lungo il sentiero. Naturalmente vennero divise equamente le vettovaglie nel seguente modo: 3/5 ai 3 che proseguivano e 6/10 a coloro che si fermavano. Ben presto ci si rese conto che i torni non contavano... i conti non tornavano e si decise in tale modo: 4/5 a chi proseguiva e 8/10 a chi si fermava, nel tentativo di far dimagrire Paolone venne defalcato dalle vettovaglie assegnate a chi rimaneva un quantitativo di cibo pari agli 8/3 del totale diviso per 4 elevato alla terza potenza, considerando il calo fisiologico dovuto al caldo e alla naturale evaporazione del pane soggetto ad alte quote a temperature comprese tra i 12,8 e i 31 gradi centigradi. Insomma... 2 panini rimasero a chi rimaneva e 3 panini a chi proseguiva...

 

 

<...torna indietro     vai avanti (se hai coraggio)--->