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Il nome Domus de Janas "casa delle fate", e un esempio della fantasia popolari , nell'isola ,gli antichi credevano che quelle piccole grotte fossero abitate da fate e streghe. Invece esse costituirono l'ultima dimora per le genti che abitarono la Sardegna alla fine del 3200-1800 a.C. Le tombe ipogeiche, sono un tipo di sepoltura molto caratteristiche nel bacino del Mediterraneo, le grotte artificiali , utilizzate come tombe collettive, nelle quali il defunto veniva deposto nelle grotte scavate dall' uomo con picconi di pietra.
L'ingresso principale è solitamente esposto ad est è il portello, talvolta ben sagomato di forma rettangolare solitamente chiuso da una lastra di pietra, oppure da un muretto a secco che permettesse l'apertura per le successive sepolture.
La necropoli di Pottu
Codinu, ubicata in agro di Villanova Monteleone, sorge nelle
La chiesa è databile intorno alla seconda metà del 12° sec.D.C. L'edificio aveva la formacanonica, ad aula rettangolare conclusa da abside semicircolare e copertura della navata con volta a botte sostenuta da sottarchi su pilastri addossati. Pochissime tracce restano oggi nella Chiesa che, attualmente, si estende nello spazio di 19m di lunghezza e m 5.30/5.10 di larghezza, con l'abside profondo 2 m e corda lunga m 4.50. L'interno dell'edificio è completamente ingombro dal materiale di crollo dell'abside, del parametro murario sinistro e della facciata, che senza alcun dubbio guardava ad Est. Sulla destra dell'abside si conserva, deturpato, il parametro murario laterale destro, composto sia all'interno che all'esterno da conci regolari con spigoli ben tagliati, in trachite rosa e calcare, tenuti insieme da malta. Presso l'abside, la fiancata conserva intatta la finestrella monofora (apertura ad una sola luce) a doppia strombatura (svasatura obliqua) liscia sovrastata da un archetto decorato con motivi geometrici. Notevole importanza ha l'archetto sovrastante la finestrella aperta presso la facciata d'ingresso ed attualmente demolita, per la presenza, oltre che dei motivi fitomorfi, (decorazioni floreali) di un'iscrizione incisa a destra del blocco, in cui sembra poter leggere: MASTRIV COMITA DI IIN Curos, apparteneva alla curatoria di Nurcara, fu abbandonata, probabilmente, nel XV secolo. Testimonianze storiche confermano che la chiesa negli anni 1357-59 pagava le decime al collettore pontificio. Presso il monumento si osservano i resti di un villaggio medievale, totalmente distrutto, che cingeva a cornice la chiesa.
Monte Minerva è situato a sud-est di Villanova Monteleone, da dove dista 8 Km, la sua area si estende per 2000 ha di terreno. A valle del Monte si trova il lago artificiale del Temo che abbraccia larga parte del territorio di Monteleone Roccadoria. In epoca Medievale il villaggio di Minerva apparteneva alla Curatoria del Nurcara e ne faceva parte con i villaggi di Buonvicino, Mara, Massada, Minutada, Monte Carti, Monteleone, Mositano, Nurcana, Padria, Paulis, S. Vittoria, Villanova. Nel 1358 comprendeva 20 fuochi (20 famiglie), ma già nel 1435 era disabitato. Nel 1435 il feudo della Minerva fu rivenduto ad Andrea Virde di Pozzomaggiore.
Dopo quest'epoca il Salto della Minerva appartenne alla
Confraternita dal Rosario della Minerva, oltre per la ricchezza di importanti reperti archeologici, è un territorio di notevole interesse forestale per le numerose esigenze arboree ed arbustive spontanee. Attualmente, in una vasta area collinare del Monte, è in corso un intervento di rimboschimento curato dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Sassari. Recentemente il famoso Palattu di Minerva (residenza nobiliare) è stato ristrutturato e riadattato a centro ricettivo agrituristico.
Presso questa struttura è ora possibile degustare e apprezzare i prodotti e le
tradizioni più genuine del nostro territorio. Vai all'inizio |