ARCHEOLOGIA

 

 

  • Domus de janas

    • Necropoli di Pottu Codinu

  • Chiesa medievale di Curos

    • Monte Minerva

  • Nuraghe Appiu

 
DOMUS DE JANAS  

Il nome Domus de Janas "casa delle fate", e un esempio della fantasia popolari , nell'isola ,gli antichi credevano che quelle piccole grotte fossero abitate da fate e streghe. Invece esse costituirono l'ultima dimora per le genti che abitarono la Sardegna alla fine del 3200-1800 a.C. Le tombe ipogeiche, sono un tipo di sepoltura molto caratteristiche nel bacino del Mediterraneo, le grotte artificiali , utilizzate come tombe collettive, nelle quali il defunto veniva deposto nelle grotte scavate dall' uomo con picconi di pietra. 


Tipologicamente la loro planimetria può presentarsi monocellulare , bicellulare, pluricellulare.

 L'ingresso principale è solitamente esposto ad est è il portello, talvolta ben sagomato di forma rettangolare solitamente chiuso da una lastra di pietra, oppure da un muretto a secco che permettesse l'apertura per le successive sepolture. 


Molto diffuse sono le tombe, decorate con elementi architettonici che riproducono portoni architravati, tetti piani, o doppio spiovente, con la rappresentazione del trave di colmo e dei travetti laterali, dei pilastri che rappresentano i pali lignei che sorreggevano i tetti di frasche delle capanne; in alcuni casi si riscontrano anche sedili, cornici, zoccoli, lesene, letti funebri e i focolare rappresentato in rilievo o a cerchi concentrici incisi .Tra i simboli culturali più frequenti e diffusi vi è la rappresentazione delle protomi bovine e successivamente ,in maniera più stilizzata ,dei motivi corniformi incisi , scolpiti o dipinti che si possono trovare sulle pareti o sui pilastri o più raramente anche all' esterno dell'ipogeo.  Tali simboli rappresentano il toro e perciò la divinità maschile che aveva la funzione di proteggere il sonno del defunto.


NECROPOLI DI POTTU CODINU

La necropoli di Pottu Codinu,  ubicata in agro di Villanova Monteleone,  sorge nelle 
immediate vicinanze della strada statale 292, nel tratto che collega Villanova Monteleone a Monteleone Roccadoria ed a Romana e precisamente fra il km 29 e 30,sulla sinistra per chi parte da Villanova.
Il complesso ipogeico è costruito da nove Domus de Janas scavate su due basse pareti calcaree pressoché verticali. Gli ipogei, tutti di tipo pluricellulare, hanno accesso a breve dromos (corridoio d'accesso) Le celle sono spesso quadrangolari con gli angoli arrotondati, ma si hanno anche vani ellitici con soffitti tabulari o ad unico o duplice spiovente. Dall'analisi dei materiali rinvenuti gli scavi archeologici, si può ritenere che, il sito di Pottu Codinu fu utilizzato per un lungo periodo, dal Neolitico recente(3500 a.C.) sino almeno all'età romana. Fra il materiale litico si segnalano schegge, raschiatoi e punte di frecce in ossidiana ed in selce.
  La ceramica, tutta in stato frammentario, comprende cocci di vari manufatti. Il  reperto più importante è una statuina di Dea Madre, alta 18 cm in calcite con schema cruciforme a placca intera. Al periodo cartaginese, appartiene la moneta bronzea recante tre spighe, databile al 241-238 a.C.


CHIESA MEDIEVALE DI CUROS

La chiesa è databile intorno alla seconda metà del 12° sec.D.C. L'edificio aveva la formacanonica, ad aula rettangolare conclusa da abside semicircolare e copertura della navata con volta a botte sostenuta da sottarchi su pilastri addossati. 

Pochissime tracce restano oggi nella Chiesa che,  attualmente, si estende nello spazio di 19m di lunghezza e m 5.30/5.10 di larghezza, con l'abside profondo 2 m e corda lunga m 4.50.

 L'interno dell'edificio è completamente ingombro dal materiale di crollo dell'abside, del parametro murario sinistro e della facciata, che senza alcun dubbio guardava ad Est. Sulla destra dell'abside si conserva, deturpato, il parametro murario laterale destro, composto sia all'interno che all'esterno da conci regolari con spigoli ben tagliati, in trachite rosa e calcare, tenuti insieme da malta. Presso l'abside, la fiancata conserva intatta la finestrella monofora (apertura ad una sola luce) a doppia strombatura (svasatura obliqua) liscia sovrastata da un archetto decorato con motivi geometrici. 

Notevole importanza ha l'archetto sovrastante la finestrella aperta presso la facciata d'ingresso ed attualmente demolita, per la presenza, oltre che dei motivi fitomorfi, (decorazioni floreali) di un'iscrizione incisa a destra del blocco, in cui sembra poter leggere:

MASTRIV COMITA DI IIN

Curos, apparteneva alla curatoria di Nurcara, fu abbandonata, probabilmente, nel XV secolo. Testimonianze storiche confermano che la chiesa negli anni 1357-59 pagava le decime al collettore pontificio. Presso il monumento si osservano i resti di un villaggio medievale, totalmente distrutto, che cingeva a cornice la chiesa.


MONTE MINERVA

Monte Minerva è situato a sud-est di Villanova Monteleone, da dove dista 8 Km, la sua area si estende per 2000 ha di terreno. A valle del Monte si trova il lago artificiale del Temo che abbraccia larga parte del territorio di Monteleone Roccadoria.

 In epoca Medievale il villaggio di Minerva apparteneva alla Curatoria del Nurcara e ne faceva parte con i villaggi di Buonvicino, Mara, Massada, Minutada, Monte Carti, Monteleone, Mositano, Nurcana, Padria, Paulis, S. Vittoria, Villanova.  

Nel 1358 comprendeva 20 fuochi (20 famiglie), ma già nel 1435 era disabitato.  Nel 1435 il feudo della Minerva fu rivenduto ad Andrea Virde di Pozzomaggiore. 

Dopo quest'epoca il Salto della Minerva appartenne alla Confraternita dal Rosario della 
città di Sassari. Nel 1682 fu venduto al conte di Villamar Don Salvatore Aymerich (Don. titolo nobiliare). Successivamente, nel 1755 il salto della Minerva fu eretto a Contea per diploma del re Carlo Emanuele 3° ed infeudato a Don Basilio Todde.        In seguito fu venduto insieme al villaggio di Montresta a Don Antonio Todde che acquistò il Salto di Minerva per 5000 lire (1762-73),se ne staccò dopo qualche anno quando quest'ultimo fu ceduto alla città di Bosa. Riscattato nel 1839 passò al Regio Fisco e Donna Maria Antioca nota  Marramaldo Contessa della Minerva.  

Minerva, oltre per la ricchezza di importanti reperti archeologici, è un territorio di notevole interesse forestale per le numerose esigenze arboree ed arbustive spontanee. Attualmente, in una vasta area collinare del Monte, è in corso un intervento di rimboschimento curato dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Sassari. Recentemente il famoso Palattu di Minerva (residenza nobiliare) è stato ristrutturato e riadattato a centro ricettivo agrituristico. 

Presso questa struttura è ora possibile degustare e apprezzare i prodotti e le tradizioni più genuine del nostro territorio.

 
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