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Da oltre tre secoli, ogni anno a Cagliari per il Calendimaggio, le rappresentanze della Sardegna più suggestiva si danno appuntamento per adempiere il voto promesso al suo santo protettore - dare così vita alla sagra folkloristica più interessante d'Europa. Questa spettacolare radunata, che si scioglie e si allunga in una grandiosa processione di gente in costume antico, costituisce una delle manifestazioni più belle e ge-nuine di tradizione popolare, di fede religiosa

profondamente sentita e di festa collettiva di meraviglioso effetto pit-toresco. Il corteo di Sant'Efisio, che risale al lontano 1656, crea uno spettacolo autentico, consacrato da un rito tramandato da secoli senza soluzione di continuità, sotto tutte le dominazioni straniere,

anche nei terribili tempi delle guerre. Questa sagra popolare, collettiva e ufficiale, vale effettivamente da sola la fatica di un viaggio in Sardegna: infatti puntualmente il primo maggio, al compiersi del ciclo della primavera, folle di turisti, fedeli, curiosi, studiosi italiani e stranieri accorrono a Cagliari per godere tanta bellezza di colori, di luce, di gente, di canti, di costumi. La processione della mattinata del primo maggio si articola in tre parti. La sfilata viene aperta dalle caratteristiche traccas, antichi carri agricoli trainati da buoi (veicoli assai simili al plaustrum arcaico dei Romani) che però sono decorati ed infiorati a festa, secondo un gusto barocco popolaresco e costituiscono mobili padiglioni ornati, mezzo di trasporto, luogo di riunione e di bivacco, sede di vita familiare nei giorni della sagra. La Tracca è quasi il simbolo stesso della festa: su di essa l'allegra comitiva si sbizzarrisce in giocondi canti corali culminanti col ritornello "a trallallera". Segue quindi l'interminabile processione delle rappresentanze delle città e dei paesi dell'isola con i gruppi in costume tradizionale diverso da zona a zona, in un rutilante splendore di fogge e di colori, di ricami e di gioielli, di sete e di broccati.