Questioni di Stile

 

Massimo Conigliaro

 

 

- Cronaca di una giornata in Commissione Tributaria Regionale -

 

Sabato 22 novembre. Sveglia al mattino ore 5,30. Comodo viaggio da Siracusa per Palermo (520 km tra andata e ritorno).Udienza in Commissione Regionale alle 10,30. Prima devo però provvedere sia a depositare un appello per conto di un collega, sia a visionare tre fascicoli di pratiche pendenti. Purtroppo, l'accentramento voluto per i giudizi di 2° grado porta a ben 37 sezioni di Commissione Tributaria che per evidenti problemi di spazio vengono distribuite in due plessi, distanti l'uno dall'altro un paio di chilometri: dalla 1^ alla 16^ sezione uffici in Via Mariano Stabile (con relativa aula per le udienze), le restanti sezioni, dalla 17^ alla 37^ (con 2 aule d'udienza) si trovano in Corso Vittorio Emanuele, dove vi è anche l'unico ufficio preposto alla ricezione degli atti.

Sfortunatamente devo andare prima in Via Mariano Stabile, nel centro di Palermo. Affido titubante la mia macchina al posteggiatore abusivo di turno che, in cambio di sole tremila lire, mi assicura a suo dire dai rischi di una multa ma non di un eventuale furto. Sono le 9,00 e salgo al nono piano del palazzo adibito a sede della Commissione Tributaria. E' sabato e confido nel fatto di non trovare confusione. Ed infatti non c'è nessuno, nemmeno, però, i segretari delle due sezioni che mi interessano. Mi viene spiegato che hanno la settimana corta ed il sabato è la giornata peggiore per andare in Commissione. Le stanze sono quasi tutte chiuse. Non mi arrendo e tento di spiegare ad una signora, funzionario dell'ufficio, che ho fatto parecchia strada ed avrei bisogno di vedere alcuni fascicoli (uno di una mia pratica e due per un collega). La signora, con grande cortesia, mi oppone un fermo rifiuto e mi spiega che è possibile vedere i fascicoli soltanto previa richiesta scritta. Rispondo, da ingenuo quale sono, che posso farla immediatamente e consegnargliela.

"Guardi che non deve farla a me la richiesta - dice serafica la signora - , bensì all'U.R.P".

"GULP! - rispondo - a Lourdes ?!!"

"All'U.R.P. - scandisce la signora - Ufficio Relazioni con il Pubblico, che si trova in Corso Vittorio Emanuele. Loro provvederanno poi a inviarci con un corriere la richiesta e nel giro di tre giorni lei potrà vedere il fascicolo o richiederne copia."

Cerco inutilmente di spiegare che il tutto mi sembra davvero allucinante. Vengo da Siracusa e per vedere un fascicolo dovrei fare una richiesta scritta tre giorni prima (magari consegnando anch'essa brevi manu) ad un ufficio ubicato in un altra parte della città?. Scopro però che la legge sulla privacy vieta anche al difensore, oltre che ai terzi, l'accesso agli atti di un pubblico processo! Peraltro, mi spiega la signora la "circolare dell' 8 novembre - che mi viene sventolata sotto il naso - impone una serie di incombenze anche ai funzionari della commissione, in virtù di una legge del 1990 mi pare la numero 241..." Non mi arrendo e dopo un'ora convinco lo stesso la signora a mostrarmi un fascicolo che miracolosamente non era chiuso a chiave nel cassetto di un funzionario assente. Al tentativo di richiederne anche una fotocopia vengo fulminato sul posto. "La circolare è la circolare" Tra una mia lamentela e l'altra, arriva nel frattempo un collega di Messina, il quale chiede di sapere dove si tengono le udienze. "Ma guardi che oggi l'udienza è stata rinviata, c'è l'avviso in bacheca". Grazie tante, da Messina a Palermo la bacheca si legge un po' male. "Poteva telefonare prima" suggerisce con arguzia la signora. Il collega incassa con far play e chiede che venga certificato che l'udienza non si è tenuta. "Occorre una richiesta scritta - trionfa la signora - da presentare all'U.R.P, ufficio relazioni con il pubblico....

E' tardi e devo andare in Corso Vittorio Emanuele. Trovo la strada, poi il posto per la macchina (altre tremila lire) e vado al 2 ° piano. La mia è l'unica causa in pubblica udienza: il nuovo processo ha decimato i professionisti di provincia togliendo loro, a causa della distanza, la possibilità della difesa orale dei diritti del contribuente. Dopo dieci minuti ho già finito. Sono le 11 e provo dunque ad andare all'U.R.P, dove, ovviamente ...non c'è nessuno!. Incontro comunque una signora gentile alla quale spiego per intero la mia trafila; la signora, mossa evidentemente a compassione, pur non essendo l'incaricata dell'URP mi fornisce il modulo, accetta la mia richiesta di copie e telefona all'altra sede della Commissione per dire al funzionario da me interpellato due ore prima che la richiesta è stata depositata. Purtroppo però anche stavolta il rifiuto è secco: "la richiesta va spedita da un ufficio all'altro con il corriere". Mi offro come corriere ma anche quest'ultimo estremo gesto risulta inutile. Affranto e sconsolato mi incammino sulla via del ritorno. Nei 260 Km che mi separano da casa - a proposito che fine ha fatto la promessa istituenda sezione staccata a Catania? - rifletto sull'accaduto (è mai andato uno dei nostri ministri delle finanze a depositare un atto o chiedere un documento in un ufficio?) ed arrivo alla conclusione che forse avevo capito bene all'inizio: la richiesta di documenti andava fatta a Lourdes, altro che all'URP!.

 

 

 

  

 

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