DIECI ANNI DI CAMMINO IN SALITA

Storia del Centro di Spiritualità "Sul Monte"
dal 1986 al 1996

Vissani Anna Maria, Piccotti Mariano e Salvi Emilia

Indice
  1. DA UN MUCCHIETTO DI CARBONI UN GRANDE FUOCO
  2. IL NOME: UN PROGRAMMA
    "SUL MONTE DIO PROVVEDE"
  3. UN SENTIERO IN SALITA
  4. IMMERSIONE NELLA STORIA
  5. GUARDANDO OLTRE I DIECI ANNI. IN ASCOLTO DELLO SPIRITO NELLA STORIA

1- DA UN MUCCHIETTO DI CARBONI UN GRANDE FUOCO

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Bassorilievo Un'antica storia racconta che quando Dio creò l'uomo, volendolo tenere sempre legato a sé, gli pose nel bel mezzo del petto un mucchio di carboni accesi. "Quando sarà da solo" - disse - "questo fuoco gli farà venire una sete, che solo alla mia sorgente potrà placarsi; per questo, dovunque si troverà si sentirà spinto a cercare le vie per raggiungermi ".
Così fino ad oggi, ogni cuore umano porta in sé, nel profondo, un piccolo cumulo di desideri forti che, con la loro energia, proiettano la vita verso l'impossibile di Dio e ne preparano la realizzazione.
Il Centro di spiritualità "Sul monte ", è nato dall'incontro di tanti desideri che, intrecciatisi, si sono incamminati insieme verso l'unica sorgente. Nessun incontro, se è veramente fruttuoso, avviene per caso. All'origine vi è sempre la volontà più grande di UNO che prepara e dispone la storia perché sia possibile la semina e la raccolta.
Nel triennio 1983-86, le suore Adoratrici del Sangue di Cristo, appartenenti alla religiosa provincia di Firenze, esprimevano, tramite un'assemblea provinciale, il desiderio di avere a loro servizio, un luogo e una comunità che perseguissero alcuni obiettivi definiti dall'assemblea stessa: ,formazione alla preghiera, approfondimento della spiritualità del Sangue di Cristo, potenziamento della vitalità apostolica delle comunità. Un "Centro" avrebbe dato l'opportunità a singoli e a gruppi di persone, suore comprese, di trascorrere tempi di preghiera e di ascolto della Parola di Dio o periodi di deserto in una ospitalità calda e fraterna. Era un bel sogno!
Nella diocesi di Jesi, intanto, persone impegnate nella pastorale giovanile e vocazionale, auspicavano per i giovani non solo tempi fissi di formazione spirituale, ma anche dei luoghi significativi di riferimento, aperti a tutte le vocazioni. All'interno dello stesso lavoro catechistico si desiderava di poter aiutare l'interiorizzazione della Parola, circondandola di silenzio, condivisione e preghiera.
Questi due fuochi, inizialmente separati, hanno trovato, ad un certo momento, un punto di contatto, facendo scoccare una nuova, provvidenziale scintilla.
Già presenti da molto tempo nella diocesi, le Suore ASC, iniziarono nel 1977, un intenso lavoro di educazione alla vita spirituale. Da questa attività erano emerse, direttamente dall'esperienza vissuta, alcune intuizioni, che costituirono il primo trampolino di lancio per l'opera che doveva sorgere. Nel ritrovarsi assiduo, tra consacrati, giovani e sposati, attorno alla stessa Parola si intravedeva già una possibile via di comunione da perseguirsi insieme. Intanto si faceva sempre più chiara la convinzione che per il rinnovamento vero della vita e della Chiesa fosse necessario passare dalla caoticità delle molteplici attività alla profonda ricchezza dell'interiorità e al dono di sé.
Decisa che fu la realizzazione di un centro di spiritualità da parte delle autorità della Congregazione, in accordo con il Vescovo di Jesi, alcune suore furono incaricate di studiarne le modalità di attuazione. Esse raccolsero ogni contributo a loro offerto dalle loro consorelle, da alcuni giovani e sacerdoti della diocesi che si sentivano coinvolti e da esperti della vita spirituale. Si accorsero che tutto contribuiva ad accendere quel mucchio di carboni che il Signore aveva misteriosamente posto nelle loro intuizioni, maturate attraverso la preparazione culturale e la preghiera. Con questo bagaglio e con il desiderio ardente di andare alla sorgente, il I' luglio 1986, terminata la prima ricerca e finito il restauro essenziale della casa, il Centro fu avviato da una comunità fortemente motivata, i cui membri, ciascuno nel suo specifico, avevano le competenze necessarie per intraprendere una "bella avventura". I sogni stavano per diventare realtà: un piccolo esempio di chiesa comunione si apprestava a vivere e a offrire una via di libertà, quella tracciata dallo stesso Signore Gesù, nel suo Sangue, come risposta alle invocazioni di redenzione che salgono dal cuore di ogni uomo e di ogni donna.

2. IL NOME: UN PROGRAMMA
"SUL MONTE DIO PROVVEDE".


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Panorama Il Centro è situato su una collina: questa coincidenza suggerì la prima parte del nome con cui fu battezzato.
Il "monte" infatti, è sempre nella Bibbia, il luogo dell'incontro con Dio. Invitare a salire avrebbe significato chiamare ciascuno ad entrare nella propria interiorità per ritrovare il senso profondo delle scelte fatte e da fare. Il distacco dalla città o dalla pianura non avrebbe provocato una separazione dalla vita o dal ritmo quotidiano delle persone. Al contrario, dall'alto, guardando a distanza il vissuto, sarebbe stato più facile ritrovare i motivi profondi del proprio agire, per scendere poi nella vita di ogni giorno con il cuore trasfigurato dalla preghiera e dall'ascolto della Parola di Dio.
"Sul Monte Dio provvede". Ma con queste parole pronunciate da Abramo, in cammino verso il monte Moria, dove Dio gli chiedeva di sacrificare il figlio Isacco, si faceva anche un atto di fede nella presenza dello Spirito del Signore, lungo i sentieri tortuosi della nuova avventura. La prova, interiore ed esteriore "del dare la vita", occasione di distacco per aderire totalmente a Dio, ha assunto poi in certi momenti della storia del Centro, il carattere di "speranza contro ogni speranza" .Tuttavia si è andati avanti, continuando come Abramo, a fidarsi della fedeltà del Signore, perennemente documentata dal flusso del suo Sangue nello Spirito.

3. UN SENTIERO IN SALITA

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"Quando gli uomini, cresciuti ormai in numero e sapienza, ricevettero da Dio il dono della terra, si accinsero a lavorarla con tutta l'energia che il creatore aveva loro dato. Ma a testa bassa, gravati dall'affanno, cominciarono, dopo un po', a sentire la stanchezza. Fermatisi alquanto a riposare, si accorsero per la prima volta, di avere sete. Alzarono gli occhi verso l'alto. Ecco, un monte coperto da una fitta boscaglia, si stagliava verso il cielo, a poca distanza. Un sonoro scrosciare di acqua stuzzicava l'arsura e attirava verso la cima. Avrebbero voluto slanciarsi verso di essa, ma un vago senso di paura li tratteneva, al pensiero di quel sottobosco. Ci sarebbe voluto un uomo coraggioso che si incamminasse per primo, ma non si fece avanti nessuno. Fu allora - racconta la storia - che Dio decise di mandare suo Figlio sulla terra, perché aprisse una strada e disegnasse la mappa. Dietro Lui, una schiera di coraggiosi scalatori hanno accompagnato fino ad oggi, l'impervio cammino dell'umanità verso la vetta".
Inserito in questa tradizione, il nascente Centro di Spiritualità, alle soglie del 3' millennio, iniziava il suo ruolo di guida, distinguendosi per la chiarezza con cui aveva individuato la direzione da percorrere. La freccia che indicava il sentiero, che era stato scelto, portava la scritta: "Spiritualità". Esso si configurava come un'esperienza a servizio della crescita umana e spirituale di tutte le vocazioni e si proponeva come luogo di riferimento in cui, soprattutto giovani e famiglie, potessero ricercare il senso più profondo della vita, al fine di operare un rinnovamento spirituale ed apostolico in tutta la Chiesa sulla scia del Concilio Vaticano II.
La comunità di persone preposta a questo progetto, facendo essa stessa per prima esperienza di Dio, avrebbe non solo provato a dare risposte ma avrebbe soprattutto suscitato domande, creando le possibilità perché ciascun viandante, interpellato ad entrare nelle vie segrete dello Spirito, si lasciasse da Esso trasformare, fino al completo compimento.
Nessuna guida che si rispetti si avventura nel serrato groviglio dei tanti sentieri di montagna senza prendere con sé due importanti strumenti: la bussola e la mappa.
La mappa utilizzata dal centro è stata e continua ad essere, la spiritualità del Sangue di Cristo. Ben radicata nel Mistero Pasquale, cuore della Chiesa, essa è forza di trasformazione per ogni uomo e ogni donna, il cui spirito legato in una dinamica unità con quello del Cristo Crocifisso e Risorto, è condotto al dono totale di sé, per la salvezza del mondo.
Poiché il mistero della redenzione è fondamento per la vita di ogni cristiano, il Centro vuole dare il suo contributo perché tutti entrino nella forza prorompente del Sangue di Cristo e vi scoprano la sorgente della Redenzione e della Riconciliazione.
Il sentiero della spiritualità, si sa, si snocciola quasi a tentoni dentro il buio di un mistero. Per questo il Centro ha utilizzato da sempre, come bussola, la Parola di Dio. Ogni proposta ha camminato dentro i solchi di questa Parola, letta, studiata, meditata e accolta attraverso la Lectio Divina di ogni Sabato, i corsi biblici e ogni giornata di spiritualità; essa è stata e continua ad essere la freccia direzionale verso scelte di vita sempre più chiaramente orientate alla sorgente.
Il cammino con la Scrittura, poi, vuole cogliere un filo rosso che porta il nome di Riconciliazione. Questo filo, partendo dall'esperienza della vita infranta, nelle divisioni e nel peccato, conduce all'Agnello senza macchia della Pasqua, il cui Sangue è stato versato proprio per "la riconciliazione del Cielo con la Terra e della Terra con il Cielo" (Maria De Mattias).
Così equipaggiato, il primo gruppo di persone raccolte attorno al progetto, si avviava verso un futuro ignoto ma carico di aspettative. Il Centro è sempre stato caratterizzato da un forte spirito di accoglienza verso tutte le vocazioni. Le suore che ci si sono avvicendate durante questi 10 anni, sono sempre state aperte ad una effettiva collaborazione e condivisione di vita con laici e sacerdoti, uomini e donne, poiché hanno fermamente creduto al valore della reciprocità. Con essi la comunità religiosa continua a spezzare il pane della Parola e della preghiera, perché il servizio di animazione alla vita spirituale possa realizzarsi in comunione di intenti. Sulle orme del Cristo Risorto ciascuno è chiamato a svolgere un mandato importante e complementare: essere nel mondo profeti, re e sacerdoti, nell'annuncio della Parola, nella preghiera e nel servizio ai fratelli per un mondo sempre più riconciliato nel Sangue di Cristo. Quale cibo e bevanda che dà forza al cammino, questa spiritualità è vissuta ed espressa dalla comunità e da chiunque ad essa si associ, in un ritmo di preghiera settimanale che segue il Triduo Pasquale: il Giovedì dell'Eucaristia, il Venerdì della Croce, il Sabato della Parola.

4. IMMERSIONE NELLA STORIA
esercizio di discernimento della complessità socioculturale del nostro tempo.

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Il centro di spiritualità si propone di iniettare dentro le fiacche fibre della storia umana, la forza vivificante del Sangue di Cristo, che irrorando tutto il corpo, lo fortifica e lo riconduce alla sua originaria dignità.
Attraverso la riflessione, lo studio e la stampa di quaderni di spiritualità ed altri sussidi di meditazione e di preghiera, Ingresso esso svolge un continuo lavoro di "inculturazione " della spiritualità del Sangue di Cristo, secondo il carisma proprio di Maria De Mattias: coniugandola con la storia e con il cammino della Chiesa, la comunica attraverso un linguaggio adatto alla sensibilità dell'uomo e della donna di oggi. Così "inculturata" essa viene proposta a tutti quelli che chiedono un aiuto nella vita spirituale.
Ma il fiore all'occhiello che meglio qualifica l'impegno culturale del centro è un progetto nato qualche anno fa. Si tratta di una proposta rivolta a tutti coloro che amano l'uomo e la storia umana, emblematicamente intitolato "viaggio dentro l'uomo". Un percorso culturale per favorire la crescita umana nella direzione dei valori umani e spirituali proposti dal Vangelo.
Il "viaggio" si serve di "voci autorevoli" che hanno già visitato il pianeta uomo nei suoi aspetti più infuocati. Attraverso una serie di conferenze, questi testimoni, offrono alla riflessione di tutti una indagine attenta e informata, aggiornata e critica su problemi morali di scottante attualità. Anche le pubblicazioni edite dal centro sono state e sono tuttora, insieme alle varie proposte di spiritualità, utili strumenti di promozione culturale.

5. GUARDANDO OLTRE I DIECI ANNI. IN ASCOLTO DELLO SPIRITO NELLA STORIA

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giardino Guardiamo, dalle finestre del Centro, la valle dell'Esino. Nei giorni limpidi, lo sguardo arriva poco prima del mare. Un mucchio di case s'è intasato alle Moie: il nome ridice il pericolo d'impantanarsi; stavolta tra la melma di una vita stressata e resa pesante dallo stesso benessere che doveva farla più libera. La superstrada è libertà. Ma libertà di fuggire, non di starci dentro. Nascosto dal verde c'è un po' di fiume che scorre. La valle porta ancora il suo nome, per fortuna! L'acqua è la vita.
Da dieci anni il paesaggio s'è fatto simbolo e richiamo.
Nel 1986, venivamo dalla città e guardavamo il monte. Ora dal monte osserviamo la valle. Questo cambio di prospettiva emerge molto bene anche dal confronto dei programmi del centro fatti nell'86, con quelli attuali: allora, le tante iniziative spirituali erano pensate come incontri con il monte della Pasqua. Là, "il Signore (certamente) provvede".
Nel 1985, mentre maturavamo l'idea di far nascere un Centro di Spiritualità, la chiesa italiana, adunata in convegno a Loreto, toccava le ferite dell'umanità, provocate da tante divisioni e frammentazioni. Di fronte ad esse, non si poteva rimanere rassegnati e dispersi. L'esigenza dell'unità, nell'amore e nella verità, ci veniva posta davanti, già data, nella Croce di Cristo. La Chiesa, indicava nella Pasqua di Cristo, la via della spiritualità. Noi abbiamo cominciato a percorrerla, accompagnati da quanti sentivano il bisogno di camminare verso la santità che è fedeltà e amicizia, riconciliazione e pace. Non a caso i primi quaderni di spiritualità, editi dal Centro, portano questi temi.
Andando avanti in mezzo alle insenature della nostra piccola vicenda, abbiamo visto emergere volti e storie che invocavano vita e compagnia. Dopo dieci anni, a Palermo, nel novembre del 1995, si è celebrato un altro convegno ecclesiale a cui ha partecipato anche un membro della comunità. Là, l'assemblea, ha maturato e proposto due scelte prioritarie: la contemplazione dell'Agnello immolato e vittorioso e la trasformazione della storia. "Non c'è rinnovamento sociale e politico che non parta dalla contemplazione"- ha detto il papa in quell'occasione, proprio mentre si ricercavano le vie per essere dentro la storia da cristiani. Noi sappiamo quanto questo sia vero e, guardando al futuro, vogliamo tenerne sempre più conto. Nel frontespizio del nostro depliant programmatico del 96, abbiamo messo volti di giovani. Questa scelta non è casuale: indica il sentiero che vogliamo percorrere. Sentiamo che la spiritualità deve aiutare ogni persona, e soprattutto le nuove generazioni, a far sintesi profonda nel proprio cuore perché germogli in ciascuno, il desiderio e l'impegno a trasformare la storia.
Come dunque un centro di spiritualità può diventare luogo di sintesi e di impegno?
Guardando in avanti, mentre facciamo memoria dell'esperienza fatta in questi dieci anni, intuiamo la necessità di percorrere tre vie:
- LEGGERE E SCENDERE NEL CUORE DELLA STORIA per imparare ad essere sempre più "in compagnia" dell'uomo e della donna, con l'amore che è Cristo. Per rinnovare la storia sentiamo urgente l'invito, che ci viene dalla chiesa, ad arrivare fin nell'intimo dell'uomo, proprio come il sangue che scorre e dà vita.
L'inculturazione della fede, che tutti siamo chiamati ad operare, non è operazione solo da biblioteca, anche se non si può fare a meno di studiare. Essa ci chiede di studiare, riflettere, ascoltare come atto d'amore, Perché gesti e parole dicano la buona notizia della Redenzione.
- ASCOLTARE E PREGARE LA PAROLA DI DIO per entrare sempre più profondamente nel MISTERO PASQUALE DI CRISTO. Ciò che non è mai mancato in questi' anni, e non potrà mai mancare, è quella "passività" che è ascolto della Parola e contemplazione del Crocifisso, convinti che tutto ,il resto è silenzio". La Parola e la Croce ci spingono a cercare il volto del Cristo Risorto nella vita quotidiana. Nel futuro della nostra vita, sarà costante l'impegno ad intercedere ai piedi del Crocifisso, per entrare, con Dio, dentro la storia, rispondendo alla chiamata a diventare solidali con l'umanità intera, fino al dono della vita. Da questi due pilastri impareremo a fare della spiritualità della strada, il luogo dell'impegno e della profezia.
- COSTRUIRE UNA CHIESA DI COMUNIONE per una fraternità sempre più ampia e differenziata.

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