RACCONTIAMO LE NOSTRE ESPERIENZE :
la "Storia di adozione" di Angela e Giuliano

(ultimo aggiornamento di questa pagina: 2/10/01)

Questa "esperienza" è pubblicata da tempo nel sito http://communities.msn.it/AdozionidalVietnamCambogiaThailandia.
Leggendola abbiamo trovato molto carina l'idea di raccontare alla figlia la storia della sua adozione, quasi come fosse una fiaba. Abbiamo quindi chiesto ai suoi autori, Giuliano ed Angela, l'autorizzazione ad inserire il loro racconto in questa sezione del sito ... fortunatamente hanno acconsentito con molto piacere!!

Speriamo vivamente che anche questo possa contribuire a diffondere ancor più il loro scritto!!!

Grazie Giuliano ed Angela.


Indice
Se desideri leggere più tranquillamente off-line questa "storia di adozione", ti consigliamo di stamparla!




Prologo

Carissima Kim,
vogliamo raccontarti una storia, ma non una qualunque, ... questa è la NOSTRA storia: tua, di Mamma e Papà.
Forse non sarà la solita storia con principi a cavallo che salvano principesse, ma ci sono comunque sventure, colpi di scena e l'immancabile lieto fine!
Te ne facciamo dono sperando che un giorno tu provi piacere a leggerla, ... almeno quanto ne ha fatto a noi scriverla.




Storia di Thai Kim (neonato prezioso)

Quando Mamma ed io ci siamo conosciuti, abbiamo subito capito che ci amavamo. Ci siamo messi insieme e ti assicuriamo che non è stata una cosa facile. Sì, perché io ero molto scontroso e Mamma aveva molti dubbi sul buon fine della nostra storia. Però con il passare del tempo, frequentandoci, abbiamo capito che potevamo star sereni, perché il nostro destino era quello di stare insieme.
Una sera, esattamente la sera di Capodanno, ho chiesto a Mamma di sposarmi. Lascio a te immaginare la felicità di quella sera. Il fatidico giorno del matrimonio, ti assicuro che nessuno al mondo era più felice di noi in quel momento.
Per un po' di tempo abbiamo avuto tante cose da organizzare e la nostra nuova vita ci assorbiva completamente. Eravamo solo l'uno per l'altra. In seguito, ci siamo accorti che tutto l'amore che avevamo era troppo solo per noi due e così abbiamo deciso di darne un po' anche ad un bambino. Cominciammo a volerne uno tutto per noi e lo cercammo per molto tempo, fino a quando ci accorgemmo che da soli non ce l'avremmo mai fatta. Sì, perché per avere il bambino che tanto desideravamo, servivano due cose molto importanti: un grande cuore, che serviva per contenere tutto l'amore da donare a quel bambino, ed una grande pancia, che serviva per tenere il bambino al caldo ed al sicuro fino a quando non sarebbe stato abbastanza grande da poter accogliere tutto l'amore che i suoi genitori gli avrebbero donato. Noi purtroppo avevamo solo il grande cuore, ... ci mancava la grande pancia e di questo ne soffrivamo molto.
Avevamo però sentito dire che, se si andava nei posti giusti e si parlava con le persone giuste, si poteva adottare un bambino, cioè aprire il nostro grande cuore e dare tutto l'amore che c'era dentro a quel bambino. Così abbiamo cominciato a fare tutto quello che dovevamo per adottarne uno; ci siamo recati in una grande casa che si chiama Tribunale. Dopo aver dimostrato ad alcune persone che avevamo tanto amore da donare ad un bimbo, siamo andati da una signora molto gentile, che tutti chiamavano "signor Giudice", che ci ha detto: "Il bambino che tanto desiderate arriverà sicuramente, ... dovete solo aspettare un po' di tempo".
Un giorno, un amico di Papà ci dà il numero di telefono dello Zio Ferry, dicendoci che lui poteva aiutare tutti i genitori, quelli che lo desideravano, a trovare i loro bambini sparsi per il mondo. Lo chiamammo subito e ci disse che aveva saputo che, in un paese molto molto lontano, c'erano un signore ed una signora che stavano per avere un bambino: loro, però, avevano solo la grande pancia, ma non il grande cuore. Avevano provato a cercarlo per molto tempo, mentre quel bimbo si trovava dentro la grande pancia di quella signora al caldo e al sicuro ma alla fine, non riuscendolo a trovare, decisero che quando sarebbe nato avrebbero lasciato quel bimbo in un istituto dove si sarebbero occupati di lui dandogli il meglio che potevano, sino al momento in cui i suoi genitori, quelli con il grande cuore, sarebbero andati a prenderlo. Zio Ferry allora ci salutò confermandoci che sarebbe stato solo questione di tempo.
Intanto noi ti pensavamo sempre e fantasticavamo su come saresti stata. Ancora non sapevamo se tu saresti stata maschio o femmina, di che colore avresti avuto gli occhi, i capelli, ... insomma eravamo ansiosi di vederti e soprattutto di averti con noi. Ma non eravamo i soli a pensarti. Tutti ci chiedevano, quando ci vedevano, se c'erano novità. Noi purtroppo non avevamo nulla da dire e anche gli altri si dispiacevano per noi.
Un giorno di luglio finalmente Zio Ferry ci telefona e ci dice: "Ci sono novità, venite qui a Torino il prossimo sabato?". A quelle parole noi abbiamo incominciato a capirci più niente! Sapevamo che il momento era arrivato, ma non ci sembrava ancora vero. La cosa brutta era che ci aveva telefonato di mercoledì e c'erano ancora molti giorni prima di arrivare a sabato con questa notizia!!

Non abbiamo detto niente a nessuno per scaramanzia. Le ore di attesa sono state interminabili. Non sappiamo dirti quanto ti abbiamo pensata e quante volte avremmo voluto fosse stato già sabato. Ma ecco che, finalmente, - questa volta non era solo la nostra immaginazione - arriva sabato 17 luglio. Partiamo alla volta di Torino. Per strada non sappiamo più di cosa parlare: chiacchieriamo ma non saprei dirti di cosa, ... siamo agitati e l'autostrada sembra interminabile. Ma quanto è lontana Torino?
Arriviamo finalmente in quello che per noi è un posto splendido. Un piccolo paesino semideserto e silenzioso, ... quasi che sapesse quanto eravamo agitati e ci facesse il regalo di stare buono e non disturbarci!! E' prestissimo e tutto è ancora tutto: ci tocca passeggiare, ... mano nella mano, nervosi ma felici. Arriva l'ora e, insieme ad altre coppie, zio Ferry ci fa accomodare nel suo ufficio. Siamo agitatissimi ed ormai quasi distrutti dall'emozione che sentiamo dentro! Mi consegna la preziosissima busta con dentro le tue foto. Io le guardo subito e capisco, ancora prima di leggere il tuo nome, che sei una splendida bambina. Mamma invece, che si dà le arie di essere forte, non ha fatto altro che piangere dicendo che non vuole vedere la foto. Poi, con calma, mi ha spiegato che era perché non riusciva ad accettare che il sogno fosse finalmente diventato realtà ... ora era lì a portata di mano. Lo aveva tanto desiderato da non essere più sicura di essere pronta a riceverlo! Poi, quando si è calmata un po', ha preso finalmente le tue foto in mano… e si è rimessa a piangere!!
Appena usciti dall'ufficio dello zio Ferry io guidavo e la Mamma ha chiamato i nonni per dare la notizia della tua "nascita tra noi". Abbiamo trovato solo la zia Tere che, buon sangue non mente, si è messa a piangere anche lei.
A parte la burrasca emozionale, dal primo istante in cui ti abbiamo vista il nostro cuore si è aperto ed abbiamo capito che a quella bimba sarebbe andato tutto il nostro amore. Da quel momento abbiamo cominciato a fare tutti i preparativi per accoglierti nel miglior modo possibile. Intanto il tempo passava e non facevamo altro che pensare a te, al fatto che tu eri lì ad aspettare, magari un po' arrabbiata perché noi non arrivavamo e tu ti sentivi sola. Anche noi eravamo arrabbiati perché non riuscivamo ad essere più veloci per arrivare prima da te.
Poi è anche arrivato Natale e per noi era la cosa più brutta. Avevamo fantasticato di averti già con noi, di fare l'albero insieme a te. In casa erano già arrivati regalini per te e sognavamo di darteli sotto l'albero. Invece, man mano che il tempo passava, ci rendevamo conto che avremmo trascorso il Natale ancora da soli. Eravamo terribilmente tristi e non ci importava per niente che arrivassero le feste. Noi, al contrario di tutti, volevamo che passassero in fretta così che si sarebbe avvicinato di più il momento di averti con noi. Gli zii Simone e Patrizia si sono resi conto che eravamo veramente stanchi ed abbattuti: così ci prospettarono, trascorso il Natale, di andare nella loro casa al mare e passare insieme a loro il Capodanno. Tutto sommato, abbiamo pensato, forse allontanarci un po' da casa, dove ogni cosa è già pronta per te, è un bene (se da una parte è una gioia avere le tue cose intorno, dall'altra ci riporta alla triste realtà: non sei ancora qui!): abbiamo bisogno di ricaricarci un po', ... dopotutto, a breve, saremo in tre!
Partiamo la mattina di una bella giornata di sole e, appena arrivati a casa degli zii, suona il telefono. Io stavo aiutando lo zio Simone a portare le valige e la Mamma ha risposto. Non aveva neanche capito chi era, ma solo che le dicevano che si partiva! E' venuta in cucina con la voce tremante urlando il grande annuncio. "Non ci credo, chiama Torino!!" ... e così cominciamo a fare un giro di telefonate per capire se era proprio vero!! Ebbene sì, è vero ... si parte. Qualche lacrima e tante telefonate a tutti: finalmente era giunto il momento di partire per raggiungerti.
La partenza era fissata per il 17 gennaio e non c'era molto tempo. Se da una parte ci faceva piacere dover aspettare poco, dall'altra abbiamo dovuto correre per preparare le ultime cose che prima ci eravamo rifiutati di anticipare, in quanto molto scoraggiati. E' stata una corsa interminabile ma è stato bellissimo: eravamo così felici di essere stanchi per quel motivo!

17 gennaio 2000: si va all'aeroporto. Lì incontriamo le altre coppie che avevamo incontrato al momento della consegna delle foto. Siamo tutti riconoscibilissimi: stanchi, agitati e con l'aria di aver appena vinto una lotteria!!
Abbiamo preso l'aereo volando per tante ore perché tu eri molto lontana da noi, in un paese che si chiama Vietnam. Qui è tutto così magico, o forse lo è solo ai nostri occhi. Ci troviamo nel tuo paese e cerchiamo di osservare tutto quanto per cercare di capire le tue origini. Purtroppo non siamo in grado di vedere con calma le cose. Il caldo e la stanchezza ci pesano addosso. Ma in questi momenti per noi la cosa che più conta è trovarti. Così, tutto ci scivola addosso, lasciando posto solo al momento in cui ti incontreremo.
Siamo partiti da Milano ormai da quattro giorni e, a parte qualche fugace dormita, non ci siamo ancora fermati con tranquillità in nessun posto. Ma oggi è il gran giorno: siamo arrivati alla fine di tutte le nostre preoccupazioni. Oggi ti avremo con noi. Partiamo, ormai come sempre, con una levataccia e, a bordo del nostro solito pulmino, anche quest'oggi ci incamminiamo verso te.
Ad un certo punto, quasi d'improvviso, zio Ferry che è nel pulmino davanti a noi ci fa un cenno e capiamo, con un tonfo al cuore, di essere arrivati. Siamo arrivati nell'istituto dove si erano presi cura di te e subito siamo stati accolti con grandi sorrisi dalle signore che ti avevano curato, perché anche per loro era un momento di gioia. C'erano molti altri bambini in quell'istituto e anche loro stavano aspettando che i loro genitori li andassero a prendere.
Dopo aver salutato i bambini siamo stati portati nell'ufficio della direttrice, la persona che sapeva tutto di voi bambini e che, insieme ad altre persone, aveva cercato i genitori di tutti voi bimbi. Era una signora molto gentile: ci ha fatti sedere e ha parlato un po' di te dicendo che eri bella e che cominciavi a dire le prime paroline. Eravamo tutti molto emozionati, noi non vedevamo l'ora di poterti abbracciare. La direttrice ci ha fatto firmare un registro dove c'era scritto che, da quel momento, la tua Mamma ed il tuo Papà ti avevano finalmente trovato. Poi, ad un certo punto, una signorina ha aperto la porta ed è entrata tendendoti in braccio. Papà si è messo a piangere dalla gioia mentre Mamma ti prendeva in braccio e, ... non ci crederai, questa volta è riuscita a trattenere le lacrime: era felice come Papà!! Finalmente avevamo trovato la bambina a cui donare l'unica ricchezza inesauribile che possediamo: l'amore. Finalmente avevamo trovato nostra figlia.
Avevi una tutina azzurra ed un profumo buonissimo. Eri così piccola. Eri tenerissima, piccina, con gli occhietti che mostravano un po' di paura. Come darti torto! Nel momento in cui sei entrata, i figli degli altri genitori che erano con noi piangevano tutti e tu ti guardavi in giro spaesata. Però non hai pianto. Ti abbiamo preso in braccio e ti sei lasciata prendere senza dare segni di contestazione. Ti abbiamo subito cambiato perché avevi fatto la pipì e ti abbiamo messo i vestitini che avevamo portato per l'occasione. Mentre ti vestivamo è arrivata la vicedirettrice, la persona che aiuta la direttrice in tutti i lavori: si è chinata verso di te, ti ha accarezzata e mentre lo faceva ti parlava. Lo so che non sappiamo il vietnamita, ma la Mamma è assolutamente certa che ti stesse dicendo che noi eravamo la tua Mamma e il tuo Papà. Poi ti ha baciato ed ha fatto una carezza alla Mamma. Non dimenticheremo mai la dolcezza dei suoi gesti.
Siamo rimasti con te per qualche giorno in Vietnam, perché altre persone, oltre alla direttrice, dovevano sapere che ti avevamo finalmente trovato. Noi tre assieme abbiamo fatto tante belle cose: giocato, cantato, passeggiato, coccolato. Tu eri bravissima e noi eravamo molto orgogliosi di te. Quando andavamo a passeggio, molte persone del tuo paese si fermavano a parlarci e ad accarezzarti. Erano tutte molto gentili e ci facevano i complimenti perché vedevano quanto eravamo felici. Tu non te lo ricorderai ma, guardando il filmino e le foto che abbiamo fatto, potrai capire che il paese dove sei nata è abitato da persone splendide e speciali ... proprio come te. Poi, un giorno ci hanno detto che potevamo rientrare a casa. Sai una cosa? A noi un po' dispiaceva dover partire, perché il Vietnam, tuo paese di origine, tramite te che sei nostra figlia, era diventato un posto speciale anche per noi. Comunque c'era anche la felicità di tornare a casa, a Milano, dove c'erano tante altre persone che ci aspettavano e ti amavano come noi: i nonni, gli zii, tutti gli amici e anche il Tex. Così abbiamo ripreso l'aereo, questa volta tutti insieme, e siamo partiti.
C'è un momento del rientro che non dimenticheremo mai. A Milano, con noi , sono arrivate altre cinque famiglie benchè avessero poi altri scali. Si tornava a casa con i nostri figli. Quando è iniziata la fase di atterraggio abbiamo istintivamente trattenuto tutti quanti il fiato. In quell'istante ci sono passate davanti tutte le emozioni provate: le attese, le speranze, i pensieri, le arrabbiature, i timori, le preoccupazioni e le gioie. Quando l'aereo ha toccato terra c'è stato il pandemonio: ci siamo alzati e ci siamo abbracciati urlando con tutta la forza che avevamo, abbiamo applaudito e pianto tutti insieme, complici di condividere un momento unico della nostra vita con chi ha provato le nostre stesse emozioni. C'è stato uno sfogo generale di tensione che ci ha procurato una bella sgridata da parte delle hostess che ci dicevano che dovevamo stare seduti perché l'atterraggio non era ancora terminato. Anche gli altri passeggeri ci hanno guardato malissimo ... noi, i disturbatori. Ma loro non potevano sapere che tipo di sensazione ci era scoppiata dentro. Le emozioni che in questi anni, mesi e, non per ultimi, giorni abbiamo dovuto tenere sempre sotto controllo. "Finche non c'è non ci credo": questa era la parola d'ordine. Ed adesso non solo c'eri, ... non solo ti avevamo con noi, ... ma eravamo addirittura a casa con te!!
All'uscita dell'aeroporto c'erano la zia Patrizia e lo zio Simone. Sai, erano addirittura rimasti a casa dal lavoro per venire a prenderti!! La zia Patrizia piangeva senza freno e lo zio riprendeva con la telecamera i tuoi primi momenti a Milano. Poi, ad un certo punto, sono arrivati i nonni Alfonso e Carmela, la zia Tere con Gianni e la zia Angela. Ti hanno vista dalla vetrata ed hanno cominciato a correre verso di Te. Sai chi è arrivato per primo? Non ci crederai: ... il nonno!
Anche in questa occasione tanti baci ed uno strano miscuglio di felicità e lacrime. Eravamo molto stanchi ma, quando siamo arrivati a casa, la stanchezza è subito passata: ci siamo ricaricati di energia vedendo l'accoglienza che i nonni ci avevano preparato. Già arrivando in macchina faceva un bel figurone uno splendido ficco rosa nel nostro portone d'ingresso sopra il quale era stato ricamato "BEN ARRIVATA KIM". Lo avevano fatto per te l'Antonella e la Morena. Ma non solo! Appena scesi dalla macchina, ci sono venuti incontro tante persone per vederti, baciarti e per farci gli auguri. Quando siamo arrivati davanti alla porta di casa nostra, un altro bellissimo fiocco ti dava il benvenuto. Appena abbiamo aperto la porta abbiamo avuto la sorpresa di trovare casa addobbata di tutto punto. Festoni, palloncini, tavola apparecchiata con torte e dolci di ogni tipo, ... insomma una festa come si deve!!
Tu stavi dormendo ma, in un attimo, ti sei svegliata ed hai cominciato a sorridere a tutti, a giocare, mostrando tutte le cose che ti avevamo insegnato a fare in quei pochi giorni insieme. I nonni, gli zii e tutti gli amici erano felici e commossi nel vedere quanto eri brava e, visto che anche a loro è bastata un'occhiata per volerti bene, in quell'occasione a più di una persona sono venute le lacrime agli occhi dalla gioia!!
In quel momento sei stata accolta con gioia e amore da tutta la tua famiglia. Tutti ti amiamo e ci riteniamo molto fortunati per essere riusciti ad avere proprio te nella nostra famiglia.





Carissima Kim ...

Carissima Kim,
questa è, in breve, la storia del tuo arrivo tra noi.

Abbiamo cercato di rivivere e di farti vivere alcuni momenti che, nel corso di questa nostra bellissima avventura, a noi sono sembrati importanti, ... anche se sicuramente non saremo riusciti a descrivere appieno le sensazioni che abbiamo provato. Ma, come dicevamo all'inizio, di una cosa siamo sicuri: questa è una storia a lieto fine!

Con tanto amore.

Mamma e Papà

 


Vai all'inizio                         Homepage