In base al terzo
principio della meccanica, per il quale ad ogni azione corrisponde una
reazione uguale e contraria, le particelle reagiscono sul corpo con
una forza pari a quella che il corpo ha esercitato su di loro.
La risultante di tutte
queste reazioni provoca una resistenza aerodinamica all'avanzamento.
La natura della
resistenza può essere meglio compresa se osserviamo, ricorrendo
alla visualizzazione dei filetti fluidi, il campo aerodinamico generato
da un corpo immerso in una vena.
Oltre allo spostamento
delle particelle dovute al passaggio del corpo si nota, a valle di
esso, la formazione di una scia più o meno consistente, la quale
provoca con la sua presenza una diminuzione della sezione di deflusso
della vena.
Come
conseguenza, a valle del corpo la velocità di efflusso della vena
aumenta e la sua pressione rispetto alla zona a monte diminuisce,
dando luogo ad un'altra forma di resistenza aerodinamica.
In
conclusione un corpo in movimento incontra una resistenza, dovuta alla
viscosità del fluido in cui è immerso, il cui valore totale è
proporzionale all'attrito dovuto agli strati limite e alla entità della
scia formata.
Le
indagini sperimentali indicano che la resistenza all'avanzamento è legata
ai seguenti fattori :
Si
definisce "sezione maestra" l'area della superficie ottenuta
proiettando il corpo su un piano perpendicolare alla direzione di
avanzamento.
Studi
teorici ed esperienza hanno portato alla conclusione che la resistenza
all'avanzamento, per velocità relative appartenenti al regime idraulico (campo
di velocità comprese tra 2 è 200 m/sec), può essere calcolata con una
buona approssimazione mediante la formula :