donatella marrone monica chiavarini maresa guerra massimiliano de leo viola carboni maurizio sborgia gianluca viola nadia tortora antonio di valerio

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Uno spazio chiuso, angusto, capace però di racchiudere un intero universo, dove la mobilia è coperta da soffici drappi rossi, a difendere quella scena dall’insidia della polvere, del tempo. Uno spazio che ogni sera, in qualunque luogo, è pronto a ribadire la propria natura eterna, ospitando l’arrivo dei Personaggi, che vagano in un continuo via vai dal mondo delle cose impalpabili, a quello delle cose dure, al mondo delle elementari percezioni. Ancora la magia del corpo dell’attore che si frantuma sotto il peso della ritualità che richiama il Personaggio. Anche in questa messinscena del “Berretto…” si ripropone, come è stato lo scorso anno per i “ Due atti unici”, l’importanza di quella magia rituale, che costituisce, più semplicemente il cuore del Teatro pirandelliano. Abbiamo voluto compiere questa volta, un passo avanti verso la contemporaneità. L’autore agrigentino, nel corso degli anni, ha acquisito un oggettivazione che non gli è propria fino in fondo, temo sia stato frainteso, tacciato di essere un esagerato sofista, un prolisso dispensatore di parole, concetti, che ama compiacersi di giochi sottilmente cerebrali. Si è persa di vista la sua modernità, si è troppo presto dimenticata la forza innovativa di alcuni suoi capolavori, ma non solo, di tutta la sua esperienza teatrale, e si badi non dico drammaturgica. Pertanto in questo lavoro abbiamo scelto di porre in risalto più che il frutto dell’autore drammatico, il testo appunto, alcuni aspetti della sua produzione, di quello che possiamo definire il suo mondo, dove ci sono Personaggi che vagano da una Novella ad una Commedia, come è il caso del “Berretto…”. L’opera omnia pirandelliana, forse più che in altri autori, costituisce un corpus unico, all’interno del quale ritornano concetti, idee, supposizioni, Personaggi. Per questo la messinscena del “Berretto…” di questa sera sarà cosparsa di piccoli e grandi citazioni del mondo pirandelliano. Lo si potrebbe definire non una rappresentazioni di Luigi Pirandello, ma su Luigi Pirandello. Un Pirandello ortodosso, ma di un ortodossia che si nutre di contrari. D’altro canto non poteva essere altrimenti, se si pensa all’autore siciliano come ad un drammaturgo che ha vissuto con trasporto e disagio l’esperienza teatrale, che si è sempre mosso sul limite della rottura tra il gusto avanguardista e la Commedia borghese. Ma è nella teorizzazione dell’Umorismo, dell’opera umorista, che l’ortodossia dei contrari, faro guida della nostra messinscena, si palesa definitivamente. In quel sentimento del contrario, che ci fa intravedere un'altra faccia della realtà, che ci spalanca un varco su infinite soluzioni, che ci fa intendere la relatività del nostro mondo sensibile. Ed è da quel sentimento del contrario, infine, che ci fa rimasticare amaro il riso e ci riporta un Pirandello interprete lucido di un sentimento di lacerazione dell’essere, sentimento moderno ed attuale, che nasce la rappresentazione che andrete a vedere.

Grazie

Orazio Di Vito

 

CIAMPA – Maurizio Sborgia…BEATRICE – Viola Carboni…FIFI’ – Massimiliano De Leo…SPANO’ – Gianluca Viola…ASSUNTA – Maresa Guerra…FANA – Nadia Tortora…LA SARACENA – Donatella Marrone…NINA – Monica Chiavarini…SARU ARGENTU – Antonio Di Valerio.

 SCENOGRAFIE e COSTUMI

Monica Chiavarini

 MOVIMENTO SCENICO

Claudio Meloni

 REGIA

Orazio Di Vito

 PRODUZIONE TEATRO METECO

 

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