Sabato 2 dicembre 2000 si è tenuto presso il Teatro Comunale di Popoli (Pescara) il Seminario di cultura teatrale per attori, registi e spettatori, sulla figura di Antonin Artaud. Sono intervenuti Marco De Marinis, docente del Dams di Bologna, Marcello Gallucci, docente dell'Accademia de L'Aquila e Gianni Manzella, critico teatrale del "Manifesto", nonchè direttore della rivista Art'o. A fare gli onori il regista/autore del Drammateatro, Claudio Di Scanno. Nella rinnovata veste del Teatro Comunale di Popoli, da poco restaurato, davanti a circa centocinquanta persone, si sono succeduti gli interevnti dei relatori sopra citati. Ad aprire il Seminario ha provveduto Marco De Marinis, che dopo aver illustrato la poetica del grande artista francese, ha centrato la sua attenzione, su quello, che viene definito, il secondo periodo artaudiano, quello cioè successivo la permanenza nel manicomio di Rodez. A questo periodo appartiene, un progetto di emissione radiofonica dal titolo " Pour en finir avec le Jugement de Dieu ", che secondo le intenzioni dello stesso Artaud, doveva costituire il primo esempio di Teatro della Crudeltà. Progetto poi mai andato in onda, perchè bloccato dal direttore della radio di Stato francese, solo il giorno prima, il 1 febbraio 1948. De Marinis ha illustrato egregiamente tutto il percorso artistico di Antonin Artaud seguito nella lavorazione di "Pour en finir...". Soffermandosi, tra l'altro sul concetto di "urlo" così come veniva inteso da Artaud, il quale affermava che gli attori "...non sanno urlare...". Il docente del Dams ha sottolineato, inoltre, l'attenzione e la meticolosità che contraddistinguevano il metodo di lavoro artaudiano. Un intervento sicuramente colto, quello di De Marinis, che ha dedicato particolare attenzione anche al rapporto di Artaud con in suoi attori, Paule Thévenin e J.L. Barrault ed ha ricostruto una sorta di "danza alla rovescia" del cammino artaudiano, così come era intitolato il suo intervento. Approccio molto teatrale invece quello del Prof. Marcello Gallucci, che in questo modo ha stregato la platea degli uditori. Passando da citazioni di carattere esoterico, la tomba di un bimbo di 6 mesi, in un cimitero di Firenza, dal cognome Artaud, sotto un'icona di S.Gerolamo, protettore dei libri, a l'annedoto di una scatola aperta dopo la morte di Artaud, che conteneva un suo libro ed un topo morto vicino, giocando sulle parole RAT, (ratto), ART (arte), ARTaud. Sconfinando infine in una breve citazione filosofica di Spinoza, sul rapporto mente corpo. Una intervento questo di Gallucci, dal titolo dimenticare Artaud, molto intellettualistico, recitato piuttosto che detto o descritto e ricco di spunti interessanti di riflessioni. Infine l'ultima parola è toccata a Gianni Manzella, che dapprima si è soffermato sull'affetto che lo lega ad una vecchia edizione del "Teatro ed il suo doppio", rimarcando la singolarità del fatto che Artaud sia arrivato in Italia solo alla fine degli anni sessanta, quindi venti anni dopo la sua morte, e la stessa sorte, anche se inferiore, solo dieci anni, era toccata all'America del Living Theatre. 

In seguito ha inquadrato il lavoro di Artaud in un contesto più generale, quello cioè degli inizi del novecento. Portando avanti una tesi secondo la quale il Teatro contemporaneo, nasce a Mosca, alla fine dell'Ottocento, con il Testo di Anton Checov " Il gabbiano", rappresentato anni dopo da Stanislavskij e Mejerchol'd, soffermandosi sui rifirimenti al testo dell'autore russo, che ribadiva un concetto inedito per quel periodo storico " ...ci vuole un nuovo Teatro...". Manzella conclude il suo intervento, indicando Artaud, come il primo probabilmente rivoluzionario del Teatro che di li a poi sarebbe nato. Il Seminario si è concluso con due interventi di altrettanti ospiti illustri, quali l'attore Mario Barzaghi ed il musicologo Antonello Colimberti. Alla conclusione dei lavori, dopo una pausa di mezzora, la Compagnia del Drammateatro ha offerto agli uditori intervenuti, una dimostrazione del lavoro intorno al nuovo spettacolo di Claudio Di Scanno ispirato a " Pour en finir avec le jugement de Dieu "

La rassegna " Studia " ha ospitato inoltre un Seminario di Mario Barzaghi dal titolo " L'epica del gesto " ed uno studio-spettacolo dello stesso, dai primi 8 canti dell'Inferno di Dante, " Frammenti divini di un viaggio in inferno ". Un laboratorio per un Teatro di poesia di Federico Tiezzi diretto da Marion D'Amburgo. La presentazione del volume di Antonello Colimberti (Edizioni Textus) a cura di Massimo Canevacci dell'Università di Roma e dell'autore, che si concluderà con una performance di Dj Andy Shakty. Infine il 10 dicembre 2000 una lettura scenica dal titolo " Pagine di Dante " di Marion D'Amburgo.

 

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