La Grande Ribellione

 

 

 

 Samael Aun Weor

Titolo originale: La Gran Rebelión

Anno di pubblicazione: 1974


Capitolo I

LA VITA

Anche se sembra incredibile, è verissimo che la civiltà moderna di cui tanto ci si vanta è spaventosamente brutta; non possiede le carat­teristiche trascendenti dell’estetica ed è priva di bellezza interiore.

Ci crediamo importanti per aver costruito orribili edifici tutti uguali, che sembrano vere topaie.

Il mondo è diventato tremendamente monotono: le stesse strade di sempre e orrendi palazzi dappertutto.

Tutto questo ha ormai stancato, sia al nord che al sud, sia all’est che all’ovest del mondo.

Ovunque la stessa piattezza: raccapricciante, nauseabonda, sterile. “È la modernità”, esclama la gente.

Con i nostri abiti e le scarpe lucide sembriamo autentici pavoni vanitosi, incuranti dei milioni di infelici affamati, denutriti e misera­bili.

La semplicità e la bellezza naturale, spontanea, ingenua, senza ar­tifici e trucchi vanitosi, nel sesso femminile è sparita. Adesso siamo moderni… Così è la vita.

La gente è diventata tremendamente crudele: la carità si è raffred­data e ormai nessuno ha più pietà per nessuno.

Le vetrine dei negozi di lusso brillano di merci costose che pur­troppo, sono sempre fuori dalla portata degli infelici.

L’unica cosa che i paria della vita possono fare è contemplare sete e gioielli, profumi in lussuose confezioni e perfino ombrelli per ripa­rarsi dagli acquazzoni; guardare senza poter toccare; un supplizio si­mile a quello di Tantalo.

In questi tempi moderni la gente è diventata troppo grossolana: il profumo dell’amicizia e la fragranza della sincerità sono svaniti radi­calmente.

Oberata dalle imposte la gente si lamenta: tutti sono pieni di pro­blemi. Ci devono soldi e abbiamo dei debiti, ci citano in tribunale e non possediamo il capitale per pagare. Le preoccupazioni fanno a pezzi il cervello; nessuno vive tranquillo.

I burocrati, con la curva della felicità nel ventre e un buon sigaro in bocca che serve loro d’appoggio psicologico, giocano sugli equili­bri politici, senza preoccuparsi minimamente del dolore del popolo.

Nessuno è felice di questi tempi e meno che mai, la classe media che si trova fra l’incudine e il martello.

Ricchi e poveri, fedeli e miscredenti, commercianti e mendicanti, calzolai e lattonieri, vivono perché devono vivere, affogano nel vino le loro pene e si riducono perfino a drogarsi per sfuggire a se stessi.

La gente è diventata maliziosa, sfiduciata, diffidente, astuta, per­versa. Ormai nessuno crede più a nessuno; si inventano ogni giorno nuove condizioni, certificati, restrizioni di ogni genere, documenti, credenziali, ecc.; ma ormai non serve più nemmeno questo: i furbi si burlano di tutte queste stupidaggini: non pagano, sfuggono alla legge anche a costo di finire in galera.

Nessun impiego rende felici; è andato perso il senso del vero amore: la gente si sposa oggi e divorzia domani.

L’unità del focolare si è purtroppo perduta; il senso del pudore non esiste più; l’omosessualità maschile e femminile è più frequente dell’abituale azione di lavarsi le mani.

Sapere qualcosa su tutto questo, tentare di conoscere la causa di tanto putridume, indagare, cercare, è esattamente ciò che ci propo­niamo in questo libro.

Parlo col linguaggio della vita pratica, desideroso di sapere ciò che si nasconde dietro questa raccapricciante maschera dell’esistenza.

Penso ad alta voce, e che gli bricconi intellettuali dicano pure ciò che vogliono.

Le teorie hanno finito per stancare e addirittura si vendono e ri­vendono al mercato. E allora?

Le teorie servono solo a procurarci preoccupazioni e a renderci la vita ancor più amara.

Giustamente Goethe disse: “Ogni teoria è grigia e solo è verde l’albero dai dorati frutti che è la vita”...

Ormai la povera gente è stanca di tante teorie, adesso si parla tanto di praticità, abbiamo bisogno di essere pratici e di conoscere real­mente le cause delle nostre sofferenze.

 

 

 

 

 

 

 

 


Capitolo II

LA CRUDA REALTÀ DEI FATTI

Milioni di abitanti in Africa, Asia e America Latina sono sul punto di morire di fame.

Il gas delle bombolette spray può consumare totalmente l’ozono dell’atmosfera terrestre.

Alcuni scienziati pronosticano che per l’anno duemila il sotto­suolo del globo terrestre non renderà più.

A causa dell’inquinamento dei mari le specie marine stanno mo­rendo: questo è già stato dimostrato.

Continuando di questo passo, è fuori questione che, per la fine del secolo, tutti gli abitanti delle grandi città dovranno usare maschere ad ossigeno per difendersi dallo smog.

Se l’inquinamento continuerà nell’attuale allarmante progressione, tra breve non sarà più possibile mangiare pesce: vivendo in acque totalmente contaminate, sarà pericoloso per la salute.

Già prima del duemila sarà quasi impossibile trovare una spiaggia con acque pure dove potersi bagnare.

Per l’indiscriminato sfruttamento del suolo e del sottosuolo, tra non molto la terra non potrà più fornire i prodotti agricoli necessari per l’alimentazione della gente.

L’animale intellettuale erroneamente chiamato uomo, inquinando i mari con tanta immondizia, avvelenando l’aria con i gas delle auto­mobili e delle fabbriche, distruggendo la Terra con le esplosioni ato­miche sotterranee ed abusando di elementi dannosi per la crosta ter­restre, sta chiaramente sottoponendo il pianeta ad una lunga e spa­ventosa agonia che si concluderà, indubbiamente, con una grande catastrofe.

Difficilmente il mondo potrà superare la soglia del duemila, visto che l’animale intellettuale sta distruggendo l’ambiente naturale ad una velocità folle.

Il mammifero razionale, a torto chiamato uomo, è impegnato nella distruzione della Terra: vuole renderla inabitabile ed è chiaro che ci sta riuscendo.

Per quanto riguarda i mari, è evidente che tutte le nazioni li hanno ridotti ad una grande discarica.

Il settanta per cento di tutto il pattume del mondo sta finendo in mare.

Enormi quantità di petrolio, pesticidi di ogni tipo, varie sostanze chimiche, gas velenosi, gas neurotossici, detergenti, ecc., stanno an­nientando tutte le specie viventi dell’oceano.

Gli uccelli marini ed il plancton, così indispensabili per la vita, sono continuamente distrutti.

Indubbiamente, l’annientamento del plancton marino è di una gra­vità incalcolabile, perché questo microrganismo produce il settanta per cento dell’ossigeno terrestre.

Con la ricerca scientifica si è potuto verificare che certe zone dell’Atlantico e del Pacifico sono già contaminate dai residui radio­attivi prodotti dalle esplosioni atomiche.

In diverse metropoli del mondo e specialmente in Europa, spesso accade che l’acqua potabile venga bevuta, eliminata, depurata e di nuovo bevuta.

Nelle grandi città “super-civilizzate”, l’acqua che viene servita a tavola passa più volte attraverso gli organismi umani.

Nella città di Cúcuta, in Colombia, al confine con il Venezuela, nel Sud America, gli abitanti sono costretti a bere le acque nere e sporche del fiume che porta tutte le immondizie provenienti da Pamplona.

Mi riferisco precisamente al fiume Pamplonita, che è stato tanto nefasto per la “Perla del Nord” (Cúcuta).

Fortunatamente ora esiste un altro acquedotto che rifornisce la città, ma nonostante questo, le nere acque del fiume Pamplonita ven­gono tuttora bevute.

Enormi filtri, giganteschi macchinari, sostanze chimiche cercano di purificare le acque nere delle grandi città d’Europa, ma epidemie continuano a spargersi con quelle acque immonde che tante volte sono passate attraverso organismi umani.

Nell’acqua potabile delle grandi capitali, famosi batteriologi hanno trovato virus di ogni tipo, colibacilli patogeni, batteri di tuber­colosi, tifo, vaiolo, larve, ecc.

Anche se sembra incredibile, negli stessi impianti di potabilizza­zione dell’acqua dei paesi europei sono stati trovati i virus del vac­cino della poliomielite.

Inoltre, lo spreco d’acqua è spaventoso: scienziati moderni affer­mano che per l’anno 1990, l’umanoide razionale inizierà a soffrire la sete.

L’aspetto peggiore di tutto questo è che le riserve sotterranee d’acqua dolce sono già state messe in pericolo per gli abusi dell’animale intellettuale.

Lo spietato sfruttamento dei pozzi di petrolio continua in modo fatale. Il petrolio estratto dall’interno della terra, attraversando le falde d’acqua sotterranee, le inquina.

Così, di conseguenza, il petrolio sta inquinando da oltre un secolo le risorse idriche sotterranee della terra.

Ovviamente, tutto questo sta procurando non solo la scomparsa di specie vegetali, ma addirittura la morte di migliaia di persone.

Ora parliamo un po’ dell’aria che è tanto indispensabile alla vita delle creature…

Ad ogni inspirazione, i polmoni assumono mezzo litro d’aria, os­sia circa dodici metri cubi al giorno; moltiplicate questa quantità per i 4.500 milioni di abitanti della Terra e avrete l’esatta quantità di ossi­geno che l’intera umanità consuma quotidianamente, senza contare quello che consumano tutte le altre creature animali che popolano la Terra.

La totalità dell’ossigeno contenuto nell’atmosfera e che noi ina­liamo è prodotta dall’attività fotosintetica dei vegetali e del plancton che ora stiamo distruggendo con l’inquinamento. Disgraziatamente le riserve di ossigeno si stanno già esaurendo.

Il mammifero razionale a torto detto uomo, con le emissioni di fumi delle sue innumerevoli industrie, sta riducendo la radiazione solare indispensabile per l’attività di fotosintesi. È per questo che il volume di ossigeno che le piante producono attualmente è molto, ma molto, minore di quello prodotto nel secolo passato.

L’aspetto più grave di questa tragedia mondiale è che l’animale intellettuale continua ad inquinare i mari, causando la distruzione del plancton e lo sterminio della vegetazione.

È deprecabile come l’animale intellettuale continui a distruggere dolorosamente le sue fonti d’ossigeno.

Lo “smog” che l’umanoide razionale scarica costantemente nell’aria, oltre a seminare la morte, mette in pericolo la vita del pia­neta Terra.

Lo “smog” non sta solo distruggendo le riserve d’ossigeno, ma sta anche uccidendo le persone.

Lo “smog” produce strane e pericolose malattie, impossibili da cu­rare e questo è stato già dimostrato.

Lo “smog” impedisce il passaggio della luce solare e dei raggi ul­travioletti, producendo gravi squilibri nell’atmosfera.

Si sta avvicinando un’era di alterazioni climatiche: glaciazioni, avanzata dei ghiacciai polari verso l’equatore, cicloni spaventosi, ter­remoti, ecc.

A causa non dell’uso ma dell’abuso dell’energia elettrica, nell’anno duemila ci sarà più calore in certe zone della Terra e questo coadiuverà il processo di rivoluzione degli assi del pianeta.

In breve tempo i poli finiranno all’equatore e quest’ultimo si so­stituirà ai poli.

Il disgelo delle calotte polari è già cominciato e un nuovo Diluvio Universale, preceduto dal fuoco, si avvicina.

Nei prossimi decenni si moltiplicherà il biossido di carbonio; que­sto elemento chimico formerà una spessa cappa nell’atmosfera terre­stre.

Tale filtro o cappa assorbirà la radiazione termica producendo il fatale “effetto serra”.

In molte regioni della Terra il clima si farà torrido ed in molti luo­ghi il calore fonderà il ghiaccio dei poli, facendo crescere il livello degli oceani in modo preoccupante.

La situazione è gravissima: il suolo fertile va scomparendo e ogni giorno nascono duecentomila persone che hanno bisogno di alimento.

La catastrofe della fame che si avvicina sarà certamente paurosa, ed è già alle porte.

Attualmente muoiono di fame, per mancanza di cibo, quaranta milioni di persone ogni anno.

La criminale industrializzazione delle zone boschive e lo spietato sfruttamento delle miniere e del petrolio stanno riducendo la Terra ad un deserto.

Se è certo che l’energia nucleare è mortale per l’umanità, è altret­tanto vero che oggi esistono anche i “raggi della morte”, le armi bio­logiche e molti altri elementi distruttivi e maligni inventati dagli scienziati.

Per ottenere l’energia nucleare sono indubbiamente necessarie grandi quantità di calore difficili da controllare, con il rischio che si possa verificare una catastrofe in qualsiasi momento.

Per avere energia nucleare sono necessarie enormi quantità di mi­nerali radioattivi, dei quali si utilizza solo un trenta per cento; questo sfruttamento fa sì che il sottosuolo terracqueo si esaurisca rapida­mente.

Le scorie radioattive che rimangono nel sottosuolo sono partico­larmente pericolose. Non esiste alcun luogo sicuro per i residui radio­attivi.

Se il gas di un deposito di scorie radioattive sfuggisse, anche solo in minima parte, morirebbero milioni di persone.

La contaminazione degli alimenti e delle acque porta ad altera­zioni genetiche e alla formazione di mostri umani: creature che na­scono deformi e mostruose.

Prima dell’anno 1999 ci sarà un grave incidente nucleare che causerà un’immane catastrofe.

È chiaro che l’umanità non sa vivere: è degenerata in modo spa­ventoso e francamente sta già precipitando verso l’abisso.

La cosa più grave di tutto questo è che i fattori di tale desolazione, quali: fame, guerra, distruzione del pianeta in cui viviamo, ecc., sono dentro di noi, li portiamo nella nostra psiche.