Samael Aun Weor
Titolo originale: Rosa
Ignea
Anno
di pubblicazione: 1953
Io
Aun Weor, il grande Avatara della
nuova era di Acquario, scrivo questo libro ardente nella voragine del fuoco…
Penetriamo
ora nelle ignee viscere della Dea Madre del mondo.
Agni!
Agni! Agni! Dio del Fuoco, aiutaci,
ispiraci e conducici attraverso questi labirinti ignei della grande natura.
Studiamo
adesso i delicati petali di questa Rosa
Ignea dell’universo.
Penetriamo
nelle caverne più profonde della terra, per strapparle i suoi segreti più
terribili...
Un
sibilo dolce e mite esalta le ardenti fiamme dei nostri sentimenti più puri...
Fra
le braci ardenti dell’universo, crepita la voragine dei Figli del Fuoco..
Sentiamo
lo scintillare delle fiamme.. e l’aurea della Dea Madre del mondo ci avvolge
nello sforzo più puro..
Il
nostro Calice è d’oro… è d’argento... ed è ardente come il fuoco
solenne dell’universo...
Figli
della Terra! Ascoltate i vostri
istruttori, i Figli del Fuoco..
Re
e Regine del fuoco, creature dei boschi… vi scongiuro!
Non
c’è selva che non abbia il suo genio… Non c’è albero che non abbia la
sua creatura, i suoi poteri e la sua intelligenza..
Non
c’è albero senza anima… Ogni vegetale è il corpo fisico di una creatura
elementale della natura…
Le
piante hanno l’anima e le anime delle piante racchiudono tutti i poteri della
Dea Madre del mondo…
Le
anime delle piante sono gli elementali della natura. Queste creature innocenti
non sono ancora uscite dall’Eden e pertanto, finora non hanno perduto i loro
poteri ignei…
Gli
elementali delle piante giocano come bambini innocenti fra le melodie ineffabili
di questo grande Eden della Dea Madre del mondo.
Gli
aromi del fuoco ci ubriacano e, pieni di estasi, ci eleviamo alla gioia
ineffabile del Nirvana…
Non
c’è niente che non abbia anima in questa creazione ardente..
Se
osserviamo con gli occhi dello Spirito il fondo ardente di una roccia
millenaria, vediamo che ciascun atomo è il corpo fisico di una creatura
elementale minerale, che lotta, ama e lavora fra il crepitare ardente delle
fiamme universali, anelando intensamente di salire i gradini roventi del
carbone e del diamante, per avere la gioia di entrare nel regno sublime dei
vegetali…
Questo
libro ha aroma di bosco, questo libro odora di montagna... questo libro lo
sradichiamo dalle fiamme dell’universo e ciascuna delle sue parole è scritta
con braci ardenti…
Ora
vogliamo strappare ai giganti dei boschi ed ai bambini innocenti delle acque,
dell’aria, delle rocce e delle fiamme scintillanti, tutti i segreti della
saggezza antica, per restaurare la sapienza esoterica sulla faccia della terra
ed iniziare l’età di Maitreya fra il crepitare dei nostri poteri che fiammeggiano.
Tutta
la magia elementale degli antichi Ierofanti sfavilla ardentemente fra il
calice sacro dei fiori e fra le viscere stesse degli alberi augusti della
grande natura.
Bisogna
cercare la vecchia saggezza degli Ierofanti dell’Egitto e della Grecia, fra le
rocce millenarie che sfidano il tempo e fra le caverne sotterranee delle
viscere della terra, dove il fuoco ardente sfavilla, bruciando le scorie con
le sue fiamme...
Separiamo
il fumo dalle fiamme, andiamo ad elaborare, con l’aroma dello stimolo ardente,
il corpo della liberazione, fatto
del muschio più puro.
Abbiamo
bisogno di una mente focosa: abbiamo necessità di pensieri fiammeggianti...
Necessitiamo della Mente-Cristo dell’Arhat,
per penetrare nell’incendio spaventoso di queste fiamme universali, dove
crepitano terribilmente i segreti della Rosa
Ignea della natura.
Alziamo
il nostro calice fiammeggiante, fra lo sfavillare ardente della Dea Madre del
mondo. Agni, illuminaci, per te
alzo il calice. Accendiamo un falò e cantiamo gli inni ardenti del Fuoco
nella Rosa Ignea dell’universo.
Alziamo il nostro calice augusto e brindiamo alle gerarchie delle fiamme... Agni!
Agni! Agni!
1.
Siamo penetrati ora in un
vecchio palazzo medioevale. Un bimbo gioca in questo vetusto edificio.
2.
Il pargolo sale una scala;
noi dobbiamo ritornare bambini per salire la scala della saggezza.
3.
In questo vecchio palazzo,
vive una regina del fuoco. È la regina elementale del ginepro, incarnata in un
corpo fisico, in una vecchia corte medioevale.
4.
È una maga sobria, è una
maga austera, vestita secondo lo stile medioevale. Questa regina elementale ha
un bell’aspetto giovanile, vive una vita esemplare nel suddetto antico palazzo
feudale.
5.
Immersi in profonda
meditazione interna, penetriamo in un salone sotterraneo di questa vecchia
dimora e davanti ai nostri occhi spirituali si presenta un letto umile, una
dama sublime ed alcuni santi Maestri che assistono questa regina elementale del
ginepro, incarnata in un corpo fisico in pieno medioevo.
6.
Questo strano alloggio in
cui si respira la polvere dei secoli, sembra illuminato da un vecchio lampadario
di vetro.
7.
Di fronte a quel letto, da
un recipiente di ferro fumante si spande un fumo vago e delizioso.
8.
Il fuoco arde intensamente
sotto tale recipiente.
9.
Bolle un liquido e, dentro
di esso, la pianta di ginepro.
10.
Il liquido di quel
recipiente, è l’acqua pura della vita, nella quale appare l’albero del
ginepro.
11.
Questa è la pianta dei re
divini. Tre Zipa Chibcha di Bacatà[1]
praticarono il culto del ginepro.
12.
Tutti i re divini
dell’antichità praticarono l’arte regia del ginepro.
13.
Il mantra dell’elementale
è kem-lem.
14.
L’elementale del ginepro
sembra una bella bambina. Ciascun albero ha il suo elementale.
15.
Tutti gli elementali del
ginepro obbediscono a codesta regina incarnata in questo antico palazzo
medioevale.
16.
La regina supplica Agni
di aiutarla e questo bambino del fuoco fluttua in quello strano alloggio.
17.
L’elementale del ginepro
obbedisce e nel fumo del recipiente, appaiono alcuni Maestri di Saggezza.
18.
Il fumo del ginepro, forma
un corpo gassoso, affinché l’angelo invocato possa vestirsi con esso e
rendersi visibile e tangibile nel mondo fisico.
19.
Tutti i re divini
dell’antichità praticavano l’arte regia del ginepro, per conversare con
gli angeli.
20.
L’invocante deve bere un
bicchiere di ginepro durante il rito.
21.
I chakra entrano in attività
con il rito del ginepro.
22.
Ciascun albero ha il suo
elementale; gli elementali del ginepro obbediscono a questa regina del fuoco,
che fu incarnata in una corte fastosa del medioevo.
23.
Ora la regina del ginepro
coltiva i suoi misteri in un tempio sotterraneo della terra.
24.
Le bacche del ginepro, usate
come suffumigi, puliscono il corpo astrale da ogni tipo di larva.
25.
L’Iniziato
deve rivestirsi della sua veste sacerdotale, per officiare nel tempio con l’elementale
del ginepro.
26.
Durante la durata
dell’uffizio sacro del ginepro, l’albero da cui si sono colti i rami e le
bacche, rimarrà coperto con panni neri e si appenderanno ad esso alcune pietre.
27.
Durante la santa invocazione
dell’elementale del ginepro, l’Iniziato
farà suonare una tromba di corno di ariete.
28.
L’elementale del ginepro
forma con il fumo un corpo gassoso che serve da strumento all’angelo invocato.
29.
Se l’invocazione è degna
di risposta, l’angelo invocato accorrerà alla supplica e si renderà visibile
e tangibile nel mondo fisico per conversare con chi lo chiama.
30.
Mille volte potrà chiamare
l’indegno e non sarà ascoltato, perché per l’indegno tutte le porte sono
chiuse, tranne quella del pentimento.
[1]
Antico nome indigeno di Bogotà (N.d.T.)