TRATTATO DI
PSICOLOGIA
RIVOLUZIONARIA
(Messaggio di Natale 1975/76)
Samael Aun Weor
Titolo
originale: TRATADO DE PSICOLOGÍA REVOLUCIONARIA
Anno
di pubblicazione: 1976
Capitolo 1
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Perché viviamo? A quale fine?...
Indubbiamente, il povero animale intellettuale, erroneamente chiamato
uomo, non solo non sa, ma ignora perfino di non sapere...
La cosa peggiore è la situazione difficile e strana in cui ci troviamo:
pur ignorando il segreto di ogni nostra tragedia, siamo convinti di sapere
tutto...
Si prenda un “mammifero razionale”, una di quelle persone che si
vantano di essere influenti, e lo si lasci nel bel mezzo del deserto del Sahara;
lo si faccia rimanere lontano da qualsiasi oasi e si osservi da un velivolo
tutto ciò che accade...
I fatti parleranno da sé: l’umanoide intellettuale, che si vanta
d’esser forte e “molto virile”, in fondo, risulta spaventosamente
debole...
L’animale razionale è stupido al cento per cento: pensa il meglio di
se stesso, crede di potersi sviluppare alla perfezione attraverso i primi passi,
le scuole elementari, le medie, i licei, università, i manuali urbanistici, il
prestigio dei genitori, ecc.
Sfortunatamente, nonostante tanti studi e tanta letteratura, buone
maniere e denaro, sappiamo bene come un banale mal di stomaco lo rattristi e
come, in fondo, continui ad essere infelice e miserabile...
Basta leggere la storia universale per renderci conto di essere rimasti gli stessi barbari di una volta, anzi di essere peggiorati.
Questo XX secolo, con ogni sua spettacolarità, le sue guerre, la
prostituzione, la sodomia mondiale, la degenerazione sessuale, le droghe,
l’alcolismo, l’esorbitante crudeltà, l’estrema perversione, la mostruosità,
ecc., è lo specchio in cui dobbiamo guardarci. Non esiste dunque, nemmeno una
ragione valida per vantarci di aver raggiunto una tappa superiore di sviluppo...
È assurdo pensare che il tempo significhi progresso; purtroppo, gli
“illustri ignoranti” sono tuttora imbottigliati nel “dogma
dell’evoluzione”...
Ad ogni pagina della nera storia troviamo sempre le stesse spaventose
crudeltà, ambizioni, guerre, ecc.
Però i nostri "civilizzatissimi" contemporanei sono ancora
convinti che la guerra sia soltanto qualcosa di secondario, un incidente
passeggero che non ha nulla a che fare con la loro tanto esaltata "civiltà
moderna".
In realtà ciò che conta è il modo d’essere di ciascun individuo;
qualcuno sarà un ubriacone e qualcun altro astemio; qualcuno sarà onesto e
qualcun altro furfante; c’è di tutto nella vita...
La società è l’ammontare degli individui; ciò che è l’individuo,
è anche la società, il governo, ecc.
La società è quindi l’estensione dell’individuo; non è possibile
la trasformazione della società, dei popoli, se ogni singolo individuo non si
trasforma...
Nessuno potrebbe negare l’esistenza dei diversi livelli sociali; c’è
gente di chiesa e gente di postribolo, di commercio e di campagna, ecc.
Nello stesso modo esistono differenti livelli dell’Essere. Ciò che
siamo internamente, splendidi o meschini, generosi o tirchi, violenti o
mansueti, casti o lussuriosi, attrae le diverse circostanze della vita...
Un lussurioso attrarrà sempre scene, drammi e perfino tragedie di
lascivia in cui verrà coinvolto...
Un ubriacone attrarrà ubriaconi e vivrà continuamente nei bar; è
ovvio...
Cosa attrarrà l’usuraio? E che cosa l’egoista? Quanti problemi,
carceri, disgrazie?
Tuttavia, la gente afflitta, stanca di soffrire, vorrebbe cambiare,
voltare pagina...
Povera gente! Vuole cambiare e non sa come fare; non conosce la
procedura; tutti si trovano in un vicolo cieco...
Ciò che è capitato loro ieri, capita oggi e capiterà anche domani;
ripetono sempre gli stessi errori e non imparano le lezioni della vita nemmeno a
cannonate.
Ogni cosa si ripete nella loro vita; dicono le stesse cose, fanno le
stesse cose, si lamentano delle stesse cose...
Questa noiosa ripetizione di drammi, commedie e tragedie continuerà
fintanto che porteremo nel nostro interno gli elementi indesiderabili
dell’ira, della cupidigia, della lussuria, dell’invidia, dell’orgoglio,
della pigrizia, della gola, ecc.
Qual è il nostro livello morale? O meglio, qual è il nostro livello
dell’Essere?
Se il livello dell’Essere non cambierà radicalmente, tutte le nostre
scene, miserie, disgrazie ed infortuni seguiteranno a ripetersi...
Ogni cosa, ogni circostanza accaduta all’infuori di noi, sul
palcoscenico di questo mondo, è esclusivamente il riflesso di ciò che portiamo
al nostro interno.
Abbiamo quindi ragione ad affermare solennemente che “l’esteriore è
il riflesso dell’interiore”.
Quando uno cambia interiormente —e detto mutamento è radicale—
cambierà anche l’esterno: la vita, le circostanze...
In questo periodo (1974) ho osservato un gruppo di persone che ha preso
abusivamente un terreno altrui. In Messico, queste persone vengono curiosamente
chiamate “paracadutisti”.
Fanno parte della colonia campestre di Churubusco,
nei pressi di casa mia, ragion per cui sono riuscito a studiarli da vicino...
Essere povero non sarà mai un reato, ma la cosa grave non è questa,
bensì il loro livello dell’Essere...
Litigano fra di loro quotidianamente, si ubriacano, s’insultano,
diventano assassini dei propri compagni di sventura, vivono in baracche davvero
indecenti, ove regna l’odio al posto dell’amore...
Ho pensato spesso che se uno solo di loro eliminasse dal proprio interno
l’odio, l’ira, la lussuria, l’ubriachezza, la maldicenza, l’invidia,
l’amor proprio, l’orgoglio, ecc., ecc., sarebbe apprezzato da altre persone
e, per la semplice legge delle affinità psicologiche, s’accosterebbe a gente
più raffinata, più spirituale; questi nuovi rapporti sarebbero determinanti
per un cambiamento economico e sociale...
Ecco il sistema che permetterebbe a quella persona di abbandonare
l’immonda fogna...
Dunque, se davvero aneliamo ad un cambiamento radicale, la prima cosa da
comprendere è che ognuno di noi —sia bianco o nero, giallo o rosso, ignorante
od erudito— si trova o in uno o in un altro livello dell’Essere.
Quale sarà il nostro livello dell’Essere? Ci avete mai riflettuto? Non
sarebbe possibile passare ad un altro livello ignorando lo stato di quello in
cui ci troviamo.
Dobbiamo anelare a un vero cambiamento, uscire da questa monotona routine, da questa vita meramente meccanica e noiosa...
La prima cosa che si deve comprendere con chiarezza è che ognuno di
noi —sia borghese o proletario, agiato o meno, ricco o povero— appartiene
ad un determinato livello dell’Essere...
Il livello dell’Essere dell’ubriaco è differente da quello
dell’astemio e quello della prostituta è molto diverso dal livello della
virtuosa fanciulla. Ciò che stiamo affermando è del tutto inconfutabile.
Giunti a questo punto del capitolo sarebbe utile che immaginassimo una
scala verticale composta di molti gradini che vanno dal basso verso l’alto.
Sicuramente in uno di questi scalini ci troviamo noi; più in basso ci
saranno persone a noi inferiori, più in alto, persone migliori.
In questa straordinaria linea verticale, in questa scala meravigliosa,
possiamo incontrare naturalmente tutti i livelli dell’Essere... Ogni persona
è diversa e nessuno può smentirlo.
Indubbiamente non si sta parlando di volti più o meno belli e neppure
di questioni di età diverse; c’è gente giovane e vecchia, bambini appena
nati ed anziani in fin di vita...
La questione del tempo, degli anni, del nascere, crescere, svilupparsi,
sposarsi, riprodursi, invecchiare e morire, è esclusiva della linea
orizzontale...
Nella scala meravigliosa, sulla verticale, non esiste il concetto
tempo. Sui gradini possiamo incontrare solo livelli dell’Essere...
A nulla serve la speranza meccanica della gente. Tutti credono che le
cose miglioreranno con il passare del tempo; così pensavano i nostri nonni e
bisnonni ma i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario.
Ciò che conta è il livello dell’Essere ed esso è verticale. Siamo
su un gradino ma possiamo salirne un altro.
La scala meravigliosa della quale stiamo parlando —e che si riferisce
ai diversi livelli dell’Essere— non ha nulla a che vedere con il tempo
lineare...
Ad ogni istante, un livello dell’Essere più elevato esiste
immediatamente sopra di noi. Non potremo mai trovarlo sulla linea orizzontale
futura, bensì qui ed ora, dentro noi stessi, sulla verticale.
È ovvio, e lo può comprendere chiunque, che le due linee
—orizzontale e verticale— esistono di momento in momento nel nostro
interiore psicologico e si incontrano formando una croce.
La personalità si sviluppa e si manifesta sulla linea orizzontale
della vita. Nasce e muore all’interno del suo tempo lineare: è peritura.
Non esiste nessun domani per la personalità del defunto; essa non è
l’Essere...
I livelli dell’Essere e l’Essere stesso non sono del tempo e non
hanno niente a che vedere con la linea orizzontale. L’Essere esiste dentro
di noi, adesso, sulla verticale. È palesemente assurdo cercare il proprio
Essere al di fuori di noi.
È bene tenere presente il seguente corollario: titoli, gradi,
avanzamenti, ecc., che si svolgono nel mondo fisico esteriore, in nessun modo
potrebbero determinare una vera esaltazione o rivalutazione dell’Essere, né
farci mai salire di un solo gradino sui livelli dell’Essere.