La Storia
Il nome di Alà deriva da <ala> che significa:
luogo posto in alto. Ala in termine militare, è l'estremità destra o sinistra
di un corpo d'esercito disposto in ordine di battaglia. Potrebbe quindi anche darsi
che ad Alà vi fosse in un primo tempo delle soldatesche distaccate per la
guerra e difesa duna piazza forte o d'una presidio. Di qui il nome primitivo di Ala al quale col succedersi
degli anni si aggiunse solo un accento. _Gli abitanti dei paesi limitrofi danno
ad Alà il nome di Elà e degli abitanti quello di Elaesi. Elà richiama il nome
di Elam, figlio di Sem padre degli Elamiti, Soggiogati dagli Assiri nel VII
secolo A.C. Ciò posto non sarebbe forse erroneo asserire che Elà sia stato
fondato dai popoli della fede mosaica sparsi in tutto il mondo.
Quando al nome di Alà, imposto al paese, ancora vive la
leggenda popolare: ad un vecchio ramingo nella notte fonda, per la campagna
tacita e tetra, si presentò d'improvviso <su mascazzu> (fantasma)
circonfuso da uno spazzo di luce abbagliante e gli disse: Vedi lontano, la luce
di quel fuoco che arde, risponde? Ebbene, All' <ala> destra di quella
fiammata costruirai un paese che diverrà ricco e della massima importanza, e
per la distesa del campi pioveranno abbondantemente tre manne. Il fantasma
scomparve. il paese sorse come per incanto, gli fu imposto il nome di Alà
perché costruito all'ala destra del posto prescelto poi, col tempo, lo stesso
nome venne distinto con un accento. Alà divenne ricco e molto importante.
Sull'altipiano si raccolgono ancor oggi le testimonianze
della splendida civiltà Protosarda. Su tutto il vasto territorio Alaese
continua anche oggi la benefica pioggia delle tre manne: ghianda , miele e
sughero. nel vasto territori di Alà dei Sardi, ricco di flora,le api producono
una gran quantità di miele vergine, di spremitura e centrifugato, dolce e
amaro.
La manna più redditizia piovuta dal cielo in territorio di
Alà, è il sughero, che vi abbonda in gran coppia e di ottima qualità.
Per il popolo Alaese, questi prodotti provvidenziali:
ghianda, miele e sughero sono realmente manna caduta dal cielo.
Alà dei Sardi è
una cittadella di miraggio, in cui verità e leggenda si confondono. Essa si
presenta in quadro fondamentalmente unitario che si rileva frutto di una
esperienza umana millenaria di un passato le cui tracce concorrono a
moltiplicare l'interesse e l'attrattiva del luogo.
L'abitato è caratterizzato dal grigio dei
blocchetti di granito con cui sono state costruite tutte le case del centro storico,
che il suo Fulco in "Sa carrera Manna"Lungo le vie e dentro qualche
casa, esistono alcuni
pozzi più o meno profondi, tra i quali i più ben conservati, sono quello di Mesu
Idda (al centro del paese) e quello di S'Oltu Mannu (orto grande)
Nella Piazza si
presenta la nuova chiesa parrocchiale, vero gioiello di architettura. Questa
nuova chiesa è sorta sui ruderi della vecchia parrocchia che ebbe una storia
tormentosa. La statua, scolpita in legno, rimase nella nicchia pericolante, fin
dopo il crollo di una buona parte del tetto e la rovina di alcuni muri
perimetrali. il popolo devoto e fedele, nel 1886, volle rimuovere la statua
dalla sua nicchia e portarla processionalmente nella vicina chiesetta di
San Giovanni che fin allora, in attesa di migliori eventi, fu eretta a chiesa
parrocchiale. La statua non volle cedere al desiderio dei suoi devoti,
rimase ferma come se fosse saldata e pesante come bronzo massiccio. Ogni
tentativo fu inutile ogni sforzo fu vano. Un vecchio venerando, certo Angelo
Porcheddu , Priore della Confraternita del SS.Rosario, noto per la sua viva fede,
vedendo vani tentativi salì sull'altare si prostrò sulla nuda mensa e a mani
giunte supplicò: O buona madre vieni sulle mie braccia! Vieni te ne prego ti
porto alla chiesa di San Giovanni e tutti insieme processionalmente ti
riporteremo qui appena ricostruita la chiesa. A tale promessa la statua divenne
leggera e con giubilo, la folla plaudente l'accompagò alla provvisoria dimora
ove rimase dal 1886 agli inizi del 1961.
Le
feste