Ginkgo Biloba

l'Albero d'ORO

Il Ginkgo biloba, appartenente alla famiglia delle Ginkgoaceae che comprende oggi quest'unica specie vivente, è l'esemplare superstite di una flora preistorica di oltre 250 milioni di anni fa. Ritenuta estinta fino al XVIII secolo era conosciuta in Europa solo attraverso reperti fossili, tanto che Darwin non esitò a definirla addirittura "fossile vivente". Era infatti molto diffusa già nel Giurassico e nel Cretaceo, come testimoniano alcuni resti fossili delle loro foglie.

Questo "fossile vivente" è un albero la cui specie è sicuramente la più vecchia sulla terra. Ci furono almeno 15 tipi di ginkgo che crescevano nel mondo, ma solo la specie attuale è sopravvissuta all'era glaciale. Cresciuto in Cina lungo le rive dello 'Yangtze', il fiume Azzurro, il ginkgo fu in grado sopravvivere grazie alla sua capacità di resistenza all'inquinamento atmosferico e la sua immunità agli attacchi parassitari. Infatti, il Ginkgo è così resistente che un albero solitario di questa specie fu l'unico albero a sopravvivere alla nube tossica dell'atomica a Hiroshima

Dalla Cina dove era originaria, la pianta si propagò in Giappone, per poi nel Settecento essere importata in Occidente dove si diffuse rapidamente. Il primo esemplare europeo venne piantato da Kaempfer nel giardino botanico di Utrecht in Olanda verso il 1730, mentre il giardino botanico di Kew in Gran Bretagna, ebbe il suo primo Ginkgo nel 1762. In Italia, la Ginkgo è stata introdotta per la prima volta nell'Orto Botanico di Pisa, da dove si è in seguito diffusa come pianta ornamentale, decorativa per le sue caratteristiche foglie bilobate e resistente alle malattie e all'inquinamento. 

Oggigiorno, il Ginkgo selvatico sembra essere estinto, mentre quello domestico, deve la sua sopravvivenza al fatto si essere stato un albero sacro per i monaci buddisti cinesi, dei quali ornava gli antichi templi.

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disegno della pianta La parola "Ginkgo" deriva dal giapponese Ginkyo, che è il nome giapponese del seme del Ginkgo e vuol dire "albicocca d'argento" (gin=argento; kyo=albicocca).Si pensa che questo termine derivi dalla pronuncia fonetica dell'ideogramma cinese "yin-hsing" che si pronuncia: ginnkyo . La parola "Biloba" invece deriva dal latino e si riferisce alla forma della foglia che ha due lembi (bi=due; loba=foglie).
Questa pianta affascina da sempre artisti e poeti di tutto il mondo; persino Wolfgang Goethe le dedicò un piccolo componimento, pubblicato nel suo Divano  Occidentale - Orientale.

 

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Ecco alcune colorite espressioni del Ginkgo Biloba:

  • YinKuo-Tsu: l'albero con foglie a piede di daino

  • Yinxing (yin2xing4): Albicocca d’argento

  • Cinese (I-cho): 

  • Giapponese: l'albero con foglie a piede d'anitra

  • Albero Capelvenere: albero le cui foglie assomigliano a quelle dell' Adiantum, la felce conosciuta col nome di "Capelvenere".

  • Cinese (Albero del Padre e del Figlio): Pianta i cui frutti vengono raccolti dai figli di chi ha piantato l'albero.

  • Tree of Forty Gold Crowns: Albero delle quaranta corone d'oro, per la trasformazione, in autunno, delle sue foglie in un bellissimo color oro.

  • Albero d'ORO

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 pianta di ginkoI Ginko biloba sono piante dioiche ossia hanno esemplari maschi e esemplari femmina, assolutamente identici fino al raggiungimento della maturità sessuale che avviene intorno ai 30 anni. I fiori di questa pianta sono molto poco evidenti; si tratta di infiorescenze simili a quelle dei pioppi e la loro impollinazione è favorita dal vento; si dice infatti anemogama. La fecondazione avviene dopo molto tempo, quando il seme, circondato da un involucro carnoso che forma una specie di buccia, è apparentemente maturo e già caduto sul terreno. 

 

foglia di Ginko bilobaIMPIEGHI e USANZE- Si è notevolmente diffusa per le sue caratteristiche decorazioni, per alcuni usi pratici in cosmetica e come pianta medicinale (in particolare come tonico venoso usato per flebiti ed emorroidi). Gli esemplari maschili sono quelli più frequentemente coltivati a scopo ornamentale in quanto le piante femminili producono degli ovuli di odore rancido: il loro contatto può provocare lievi dermatiti a causa della presenza di acido. Per le alberature stradali, oltre all'aspetto estetico, si sfrutta la sua capacità di resistenza all'inquinamento atmosferico e la sua immunità agli attacchi parassitari.

 

 

 

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Nella tradizione orientale il Ginkgo è sempre stato considerato un oggetto di venerazione e di culto, simbolo della coincidenza tra gli opposti, e dell'immutabilità delle cose. Si dice abbia poteri magici e sia in grado di allontanare gli spiriti maligni e per questo veniva piantato vicino a templi e luoghi di culto. Nella medicina tradizionale cinese inoltre vengono usati soprattutto i semi, che hanno proprietà purificanti e digestive. Il più antico trattato cinese sui farmaci, il Pen T’sao, la cui prima stesura viene attribuita al mitico imperatore Shen Nung, vissuto intorno al 2800 a.C., cita il ginkgo come un farmaco particolarmente importante, dotato contemporaneamente di qualità yin (femminili) e yang (maschili), e lo definisce  “buono per il Cuore e per lo Spirito”.

Anche ai giorni nostri, sfogliando la stampa specializzata, si noterà che molti articoli che trattano del ginkgo terminano con asserzioni del tipo: “in futuro tutti useranno il Ginkgo" oppure :" vedremo il ginkgo divenire popolare come l'aspirina”. Gli autori esprimono questi sentimenti essendo consapevoli che il ginkgo offre legittimi benefici agli utilizzatori; benefici scoperti non solo attraverso le esperienze personali, ma che sono state convalidate con controlli, studi e ricerche.  

Come mai si parla così tanto del Ginkgo? C'è sicuramente del folklore alla base dell'uso medico tradizionale della pianta, come del resto nella maggior parte delle piante medicinali, ma è sostenuta anche dalla “scienza” e da (vari omeopati) ricerche specifiche.

Parlando di folklore e leggende, si narra che ....    (CONTINUA)

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