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Modifiche apportate nella riunione del CoNSeSa dell'8/7/1996

 
Sintesi delle modifiche apportate al profilo professionale del divulgatore agricolo secondo quanto emerso nella riunione del CoNSeSa dell'8/7/1996

Il giorno 8/7/1996 è stata convocata, da parte dell'Ufficio Strutture della Direzione Generale delle Politiche Comunitarie e Internazionali, una riunione tecnica del CoNSeSa alla quale hanno partecipato rappresentanti di tutte le regioni per proporre modifiche e aggiustamenti alla proposta di profilo professionale presentata dal MiRAAF alle regioni nella precedente riunione del CoNSeSa.

I pareri dei responsabili delle regioni e delle organizzazioni professionali relativi al documento sul profilo professionale del divulgatore agricolo possono essere ricondotti a tre gruppi di considerazioni che vengono di seguito riportati.

1 - L'impostazione generale del documento è stata approvata e condivisa.

In particolare è stata giudicata positiva la proposta di partire dal contesto del sistema dei servizi così come è descritto nell'ambito del Piano nazionale e di costruire una mappa dei compiti incrociando tutti i segmenti del sistema con le funzioni tipiche di un ruolo professionale medio-alto.

2 - L'aggregazione dei compiti del divulgatore in tre sottoinsiemi (le aree di azione, partecipazione, interazione), per ognuno dei quali veniva definito un diverso livello di coinvolgimento, responsabilità e autonomia, è stata giudicata da alcuni troppo rigida rispetto alla situazione organizzativa delle regioni. Secondo questi, il documento dovrebbe soprattutto delimitare i confini dell'operatività del divulgatore per prevenire soprattutto eventuali utilizzazioni improprie da parte del contesto operativo esterno ai servizi.

Nell'ambito dei servizi, invece, una distinzione di utilizzo va fatta sul ruolo operativo che il divulgatore può assumere nell'ambito dell'istituzione che lo impiega, ruolo che può essere operativo (coordinato) oppure di coordinamento. Nel primo caso il divulgatore realizza direttamente l'attività di servizio per la quale viene impiegato, nel secondo caso coordina o partecipa al coordinamento delle attività di servizio svolte da altri. Tale possibilità era stata peraltro già prevista nel Reg. CEE 270/79 con la individuazione del divulgatore direttivo.

3 - D'altra parte alcuni altri partecipanti hanno sollecitato una descrizione più dettagliata e circostanziata dei diversi contesti e dei compiti. Essa fornirebbe un maggior supporto metodologico agli Uffici regionali che hanno la responsabilità di coordinare una materia molto ampia nell'ambito della quale il contingente dei divulgatori si affianca ad altri tecnici preposti a funzioni analoghe. Definizioni più approfondite dei contesti operativi e delle competenze professionali consentirebbero di definire meglio i compiti del divulgatore agricolo, di fornire indicazioni più precise per eventuali attività di aggiornamento e riqualificazione, di individuare gli strumenti più idonei a supportare l'attività di consulenza alle imprese.

Inoltre, nelle regioni in cui la figura professionale del divulgatore non è stata ancora prevista negli organici degli enti, il profilo può essere l'occasione per promuovere il riconoscimento del ruolo e un utile riferimento qualora si volessero individuare compiti e mansioni.

Sulla base di tali considerazioni alla proposta di profilo professionale presentata nell'aprile 1996 sono state apportate le modifiche descritte di seguito.

a - Mappa dei compiti

Viene lasciata a ciascuna Regione la definizione degli specifici contesti operativi del divulgatore e la individuazione dei relativi compiti e delle diverse valenze da dare a ciascun compito in base al modello organizzativo del sistema dei servizi.

E' stato pertanto eliminato il criterio dei colori che delimitavano le aree di azione, di partecipazione e di interazione, nonché i rispettivi diversi livelli di coinvolgimento, responsabilità e autonomia.

Al solo fine di rendere più facile la descrizione del nuovo profilo, è stato inoltre modificato l'ordine dei contesti operativi secondo una modalità più consona alle necessità espositive del nuovo profilo.

b - Le diverse tipologie di impiego dei divulgatori all'interno della mappa sono state delineate sulla base delle strutture e/o istituzioni presso le quali sono occupati e i livelli operativi (di base o di coordinamento) e/o l'ambito territoriale sul quale ricade la loro attività (zona, provincia, regione).

Si tende a mettere in evidenza che, pur non essendoci aggregazioni precostituite fra i compiti della mappa, un divulgatore non può collocarsi con la stessa competenza (e quindi efficacia) sull'intera gamma dei compiti, ma che tale gamma deve essere individuata e circoscritta (area di competenza) sottolineando quali sono le relazioni che il divulgatore ha con i compiti più lontani dal suo ruolo precipuo.

Il passaggio, nel corso dell'iter lavorativo di un divulgatore, da un'area di competenza all'altra è possibile se non addirittura auspicabile, ma presuppone una modifica delle conoscenze teoriche e delle abilità pratiche e quindi un intervento formativo specifico.

Mappa delle competenze

Si propongono tre aree di competenza che prendono in considerazione tre diverse tipologie di strutture e/o istituzioni regionali, quelle preposte alla consulenza, quelle preposte alla formazione e quelle preposte alla informazione,ricerca e sperimentazione per ognuna delle quali vengono indicati le competenze professionalizzanti in termini di contenuto, di livello operativo e di strumenti di lavoro.
 
 


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