marchio ANDAAssociazione Nazionale per la Divulgazione Agricola

Ritorna alla Home Page


 

Profilo professionale del Divulgatore Agricolo

Vedi anche il documento dell'A.N.D.A. per una approvazione del PPDA nel N.2 di VOCI
e la sintesi delle modifiche apportate al profilo professionale del divulgatore agricolo secondo quanto emerso nella riunione del CoNSeSa dell'8/7/1996

Istituto Nazionale di Economia Agraria

Profilo professionale

del divulgatore agricolo

..
 

Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali

Direzione Generale delle Politiche Comunitarie ed Internazionali

Ufficio Strutture

Roma, MAGGIO 1997


INDICE

INDICE DELLE FIGURE

FIGURA 1: INTEGRAZIONI FRA FUNZIONI E CONTESTI 12

FIGURA 2: MAPPA DEI COMPITI 14

FIGURA 3: AREA CONSULENZA - ORIENTAMENTO - SUPPORTO 20

FIGURA 4: AREA RICERCA - INFORMAZIONE 24

FIGURA 5: AREA FORMAZIONE ....... 27

FIGURA 6: MAPPA DELLE COMPETENZE 29

parte prima: Premessa

1 - Finalità del documento

Il Reg. CEE 270/79 e il relativo Piano Quadro della divulgazione agricola hanno tentato di dare risposta ad una problematica molto sentita e dibattuta fra gli addetti del settore agricolo italiano fin dagli anni sessanta: rendere disponibile una figura professionale capace di trasferire e diffondere, con modalità adeguate alla comprensione degli utenti, le innovazioni tecnologiche ed economiche. Questi obiettivi operativi indussero a denominare tale figura professionale "divulgatore agricolo".

Poiché già allora si era consapevoli della complessità e diversificazione dell'agricoltura italiana, si individuarono più figure professionali: il divulgatore agricolo polivalente (DAP), il divulgatore agricolo specializzato (DAS) e il divulgatore agricolo direttivo. Tali figure avrebbero dovuto coordinarsi in ambito locale nell'unità di divulgazione secondo le seguenti modalità:

- i polivalenti dovevano essere i referenti diretti dell'azienda e dovevano quindi essere più numerosi;

- gli specializzati dovevano essere i referenti dei polivalenti per le necessità di tipo settoriale e dovevano essere in numero più esiguo;

- i direttivi dovevano essere gli organizzatori e/o i coordinatori delle attività.

In effetti, durante gli anni di applicazione del regolamento, l'impatto di queste figure professionali con le diverse realtà agricole ha permesso di comprendere che, a causa della varietà di situazioni e della mutevolezza delle condizioni, tale impostazione era piuttosto rigida e non rispondeva pienamente a tutte le esigenze. Ha cominciato quindi a farsi strada l'ipotesi di una revisione dei profili previsti dal Piano Quadro.

Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio anni novanta, l'allora Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste ha avviato, di concerto con le Regioni, le procedure di consultazione per varare il Piano Nazionale sui Servizi di Sviluppo Agricolo. Il documento ha inquadrato la divulgazione nell'ambito di un sistema complesso le cui numerose componenti interagiscono fra loro con l'obiettivo comune di fornire servizi alle imprese agricole. Questa nuova impostazione della problematica, alla quale peraltro si sono uniformate le Regioni che hanno legiferato in materia negli ultimi anni, ha contribuito a rendere più complesso e variegato l'ambito di attività del divulgatore e ha fatto maturare l'esigenza di una rivisitazione del suo profilo.

Un primo tentativo fu attivato nell'estate del 1993, ma le vicende legate alla riforma dell'allora Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste non hanno consentito il prosieguo dell'iniziativa. Oggi, invece, alcune novità hanno reso urgente tale rielaborazione ed il Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali, d'intesa con il CIDA, ha chiesto all'INEA di formulare una proposta. Il presente documento intende ripartire dalle considerazioni che già nel '93 stavano proficuamente emergendo e tenta un loro aggiornamento.

I più importanti elementi di novità sono i seguenti:

- sono mutati radicalmente gli scenari di politica agraria anche in conseguenza delle trasformazioni in atto nel settore primario e della internazionalizzazione dei mercati;

- è stato approvato il citato Piano Nazionale sui servizi, tutte le Regioni hanno adottato una propria normativa quadro in materia di servizi ed è cresciuta una consapevolezza generalizzata sul ruolo dei servizi e della divulgazione in agricoltura;

- il sistema formativo della divulgazione sta attraversando una fase di riflessione nella quale si stanno riconsiderando i contenuti, l'organizzazione e le strutture (ha nel frattempo cessato di esistere il CIFDA del Nord-Italia e nessuno strumento comunitario o nazionale di supporto alla formazione e all'impiego dei divulgatori è attivo per le regioni del Nord Italia);

- per le regioni meridionali è stata avviata l'attuazione del Quadro Comunitario di Sostegno 1994-1999 attraverso i POP regionali che prevedono una specifica misura in materia di SSA e prosegue un intervento multiregionale, già avviato con il Q.C.S. 1989-1993, di sostegno ai servizi di sviluppo agricolo .

A rendere improcrastinabile l'elaborazione di un nuovo profilo, si aggiunge la condizione professionale nella quale continuano a trovarsi i divulgatori attualmente in servizio presso le Regioni nonostante siano trascorsi dieci anni dall'avvio operativo del Reg. 270/79.

I divulgatori agricoli italiani, almeno numericamente, costituiscono una categoria professionale rilevante. Allo stato attuale (dati al 31 dicembre 1995, fonte INEA-Miraaf), oltre 2000 hanno concluso la loro formazione, conseguito il diploma e sono stati inseriti in una organizzazione regionale.

Se si considera quale ruolo i divulgatori possono rivestire nella promozione dei cambiamenti e dello sviluppo in generale, la disponibilità di un contingente così numeroso bene si accorda con la necessità di ristrutturazione dell'agricoltura italiana anche in relazione alla evoluzione delle politiche agricole comunitarie e internazionali.

Eppure, la figura professionale non è ancora sufficientemente valorizzata nelle sedi istituzionali preposte (sotto il profilo dell'inquadramento) con conseguenze problematiche sia sulla tutela della professionalità che sugli sviluppi e le prospettive dell'impegno lavorativo.

Alcuni problemi di fondo:

- la scarsa coerenza fra programmi di sviluppo che derivano dall'attuazione delle politiche agricole e i programmi di divulgazione troppo spesso fine a se stessi;

- l'inserimento quasi sempre difficile dei divulgatori nell'ambiente lavorativo a causa delle modalità peculiari con le quali sono selezionati, formati e impiegati rispetto alle consuetudini italiane in materia di concorsi e assunzioni di personale: nell'ambito della struttura che li accoglie si innescano spesso meccanismi di difesa e di chiusura e nel divulgatore atteggiamenti di rifiuto, di frustrazione ecc.;

- l'inadeguatezza strutturale degli enti che li impiegano i quali non possono adottare le procedure né far propri gli strumenti più idonei a rendere l'attività dei divulgatori un reale servizio all'impresa: può non essere facile avere la disponibilità di mezzi rapidi per raggiungere l'azienda, le procedure per la spesa sono lunghe e complesse e non consentono di intervenire in tempo reale ecc.;

- la tendenza generalizzata negli enti pubblici a ricondurre nell'alveo delle "normali" attività amministrative e burocratiche il personale che si rende disponibile.

Pertanto la presente proposta di profilo professionale si pone i seguenti obiettivi:

- fornire a Ministero e Regioni soluzioni articolate, complete, ma anche flessibili e dinamiche, per una ridefinizione delll'attuale profilo professionale del divulgatore agricolo che tenga conto dei diversi modelli organizzativi degli SSA regionali, delle caratteristiche dell'agricoltura regionale e dei diversi, nuovi e potenziali, ambiti di operatività professionale per il sistema della divulgazione agricola nel suo insieme;

- dare un contributo agli organi regionali e agli organismi sindacali al fine di avviare i miglioramenti dei contratti lavorativi e delle norme utili a tutelare la professionalità del divulgatore e quindi a rendere più efficace l'attività di divulgazione;

- delineare uno scenario relativo alla possibile evoluzione che tale attività professionale potrà avere nel tempo in modo da permettere alle strutture di formazione di calibrare adeguatamente le iniziative di aggiornamento e riqualificazione;

- proporre una griglia di riferimento che possa essere utilizzata nelle fasi di monitoraggio e valutazione dell'impatto della divulgazione agricola.

Il documento che segue si compone di:

- un'analisi del contesto che ha lo scopo di situare il divulgatore nel suo ambito operativo;

- una proposta di profilo professionale, fondata su un metodo innovativo di definizione dei compiti e delle competenze il più possibile ampio e flessibile, nella quale sono agevolmente inseribili i divulgatori agricoli già impiegati (DAP e DAS) e nuove figure individuabili in base ad esigenze emergenti;

- gli schemi organizzativi dei servizi di sviluppo agricolo regionali, aggiornati al giugno '95;

- una proposta di glossario che ha l'obiettivo di chiarire i termini tecnici utilizzati, ma anche di uniformare il linguaggio degli addetti ai lavori;

- una sintetica bibliografia di riferimento.

2 - Contesto di riferimento

2.1. Agricoltura e sistema dei servizi

Le tipologie di agricoltura esistenti in Italia si possono distinguere in base:

- al livello di sviluppo economico (marginale, debole con potenzialità di sviluppo, in fase di sviluppo, vitale);

- al livello di integrazione con gli altri settori produttivi

- al tipo di produzioni realizzate sul territorio (specializzata, promiscua);

- alla collocazione delle produzioni (autoconsumo, mercato locale o mercati nazionali e internazionali),

- all'organizzazione interaziendale della produzione (di filiera o di distretto),

- alla distribuzione territoriale delle aziende (borghi rurali o case sparse)

e, se si volessero approfondire gli aspetti economici e sociali tipici del settore, si potrebbero individuare ancora numerose variabili. Poiché tali aspetti caratteristici possono essere presenti nella stessa area con combinazioni diverse, i tipi di scenari agricoli presenti sul territorio nazionale sono numerosi e ad ognuno corrispondono problematiche diverse.

I servizi, che sono una componente organica di ogni sistema agricolo, in relazione alla caratterizzazione dello scenario nel quale sono inseriti, mutano la loro organizzazione e i loro contenuti. Parallelamente sono diversi i contenuti, le modalità e gli strumenti dell'attività lavorativa di un divulgatore.

Inoltre, poiché una realtà agricola può modificarsi nel tempo e passare da un livello di sviluppo ad un altro, da un'organizzazione territoriale all'altra ecc. anche l'organizzazione dei servizi si evolve nel tempo e l'attività del divulgatore è correlata a tale evoluzione.

I servizi sono sia causa che effetto dei diversi livelli di sviluppo e possono influenzare il passaggio da un livello ad un altro. Le loro strutture ed organizzazioni vanno quindi valutate in relazione al livello di sviluppo della agricoltura con la quale sono in relazione nella consapevolezza che un sistema di servizi efficace in una fase di sviluppo può rivelarsi totalmente inefficace in un'altra fase.

Attualmente i modelli organizzativi delle regioni si diversificano l'uno dall'altro per:

- gli enti e le istituzioni coinvolte,

- il peso dato ai servizi direttamente gestiti dalle strutture pubbliche e a quelli autogestiti dalle OOPP,

- l'utilizzo sia qualitativo che quantitativo delle due figure di divulgatore formate presso i Centri preposti.

Queste differenze possono essere fatte risalire soprattutto al grado di maturità del sistema dei servizi regionale, alla sua tradizione e affermazione nell'ambito agricolo regionale.

Rispetto alle tipologie di agricoltura descritte esiste però l'esigenza ulteriore di diversificare l'intervento dei servizi anche in ambito subregionale individuando contenuti, organizzazione e strutture idonei ai fabbisogni locali. Gli attuali profili professionali del divulgatore non si adeguano facilmente a tali necessità ma risultano un po' rigidi e semplicistici.

2.2. Politica agricola e sistema dei servizi

Se le attività del sistema dei servizi sono diverse in relazione alle diverse caratterizzazioni dell'agricoltura, esse sono anche fortemente correlate alle linee di politica agricola comunitaria, nazionale e regionale e ai loro mutamenti. Questa relazione è determinante per ogni sistema agricolo, ma lo è ancora di più in una realtà come quella italiana in cui la componente pubblica dei servizi è molto importante.

Per governare le trasformazioni in atto nel mondo agricolo, le linee direttrici della PAC per quest'ultimo decennio, individuando priorità differenziate e finalizzando le azioni a livello locale, sottolineano la necessità di:

- diversificare gli interventi, selezionando fasce di aziende competitive orientate al mercato e fasce di aziende con scarse potenzialità di sviluppo agricolo;

- distinguere le attività economiche e produttive (tipiche della prima fascia di aziende) dalle funzioni ambientali e ricreative (per quelle aziende la cui componente produttiva agricole ha minori possibilità di sviluppo).

La PAC individua come poli principali il mercato, l'ambiente e la qualità dei prodotti, e prefigura scenari internazionali, nazionali/regionali e sistemi locali di sviluppo, nei quali il settore agricolo è sempre più collegato alla complessa realtà socioeconomica degli altri settori produttivi.

A fianco all'impresa agricola professionale e competitiva si va così definendo un'impresa plurifunzionale, plurireddito e pluriattiva, ben radicata nel contesto territoriale, collegata con gli altri settori economici, che fa riferimento alle risorse culturali, sociali e politiche del territorio.

I prevedibili impatti sul sistema agricolo nazionale impongono, quindi, servizi diversificati in grado di favorire e anticipare il cambiamento proponendo:

- un legame forte tra ricerca/formazione/divulgazione;

- uno scambio continuo tra i ricercatori, tecnici, operatori commerciali e produttori.

Tutto questo da realizzarsi attraverso l'organizzazione di flussi informativi più efficaci che siano in grado di fornire in tempi rapidi una risposta ai problemi dei produttori, ma anche di raccogliere le sollecitazioni da parte degli operatori.

I SSA possono così assumere un carattere strategico per l'intervento pubblico in agricoltura, diventando uno dei pochi strumenti su cui far leva per rispondere efficacemente all'accresciuta competizione internazionale ed ai nuovi compiti sociali e ambientali che l'agricoltura svolge.

I contenuti dei servizi devono quindi spaziare da una elevata specializzazione che promuova produzioni orientate al mercato a forme di consulenza alla produzione contrassegnate da una presenza e una visibilità forte nel contesto locale che favoriscano scambi e sinergie finalizzati allo sviluppo integrato e armonico di tutte le componenti economiche e sociali.

parte seconda: Proposta di profilo professionale

3 - Funzioni e contesti operativi

In uno scenario che cambia, il divulgatore agricolo è sostanzialmente un agente promotore dello sviluppo; il suo ambito lavorativo, eminentemente tecnico ed economico, ha importanti ricadute sociali. E' una figura professionale fondamentale del sistema dei servizi; deve essere in grado di rapportarsi alle altre figure professionali e di assumere compiti operativi diversificati a seconda dei modelli organizzativi ai quali partecipa, dei contesti in cui si inserisce, delle unità operative nelle quali esercita la sua professionalità.

La finalità generale del suo impegno lavorativo è promuovere la partecipazione responsabile e collettiva degli imprenditori agricoli alla identificazione e definizione dei problemi, per l'avvio di processi di sviluppo endogeno. In quest'ottica il suo continuo aggiornamento tecnico e metodologico ha lo scopo di sostenere le sua capacità di agevolare tali processi anche anticipando, quando necessario, il cambiamento.

Il presente profilo, partendo da questi presupposti, individua il campo d'azione della divulgazione, descrive funzioni (v. glossario) e contesti operativi tipici della figura professionale del divulgatore per arrivare a definirne compiti (v. glossario) e competenze (v. glossario).

Per evitare rigidità che mal si adattano a una materia come questa, nel presente documento si fa sempre riferimento ad un'unica figura professionale, quella del divulgatore agricolo, per il quale vengono però individuate più aree di competenza, estendendo il suo ambito lavorativo a tutti i possibili contesti operativi del sistema dei servizi di sviluppo agricolo. I competenti uffici regionali sceglieranno e combineranno fra loro i diversi compiti in base alle necessità del territorio agricolo di riferimento, alla organizzazione del sistema istituzionale di appartenenza e alla disponibilità attuale (DAP, DAS e altri tecnici in servizio) e futura di personale.

Si è scelto di definire il profilo professionale del divulgatore "per funzioni e compiti", anziché "per mansioni", per porre in evidenza gli obiettivi da raggiungere piuttosto che le azioni da compiere. Ciò valorizza la responsabilità e l'autonomia decisionale del singolo, ma nel contempo consente di impostare l'attività divulgativa su criteri innovativi che privilegino la dimensione organizzativa (il lavoro di équipe) e l'integrazione funzionale fra competenze diverse.

E' importante a tale proposito sottolineare il riconoscimento della parità delle funzioni, quale che sia il livello centrale o periferico e l'unità operativa nella quale il singolo svolge il proprio lavoro, e il principio della mobilità all'interno di un sistema che si modifica continuamente in relazione alle esigenze della politica agricola e ai livelli di sviluppo locale.

L'esercizio della professionalità di un divulgatore agricolo si esprime nella continua reiterazione delle seguenti funzioni:
ê 1 Analisi approfondimento delle problematiche che si presentano, mediante il vaglio di dati oggettivi reperiti direttamente o tramite strutture preposte e con un confronto continuo con gli utenti; predisposizione di un ventaglio di soluzioni.
ê 2 Scelta definizione puntuale dei problemi e individuazione della soluzione ottimale (anche presa di decisione collettiva).
ê 3 Programmazione impostazione di un programma di attività con l'obiettivo di realizzare uno o più interventi.
ê 4 Gestione organizzazione e/o realizzazione operativa delle iniziative programmate.
ê 5 Controllo monitoraggio degli interventi mediante la raccolta sistematica in itinere di dati e informazioni sulle attività realizzate.
ê 6 Valutazione verifica della rispondenza fra problema-progettazione-realizzazione.
ê 7 Previsione elaborazione di linee previsionali di sviluppo inerenti a organizzazione, divulgazione e formazione.
Queste funzioni sono sempre presenti in ogni processo decisionale professionale, ma si esplicano con modalità che possono variare, secondo i contesti operativi nei quali esse vengono realizzate. Ogni funzione costituisce comunque input propedeutico per la funzione successiva (integrazione verticale), così come ogni contesto è sempre in relazione con gli altri, ne riceve degli input, fornisce degli output (integrazione orizzontale) (v. glossario).

Figura 1: Integrazioni fra funzioni e contesti
I n t e g r a z i o n e o r i z z o n t a l e 
Contesti

Funzioni

Contesto 

1

Contesto

2

Contesto 

3

Contesto

4

Contesto 

...

Contesto

...

Contesto

n

Analisi
Decisione
Programmazione
Gestione
Controllo
Valutazione
Previsione
Per una figura professionale quale quella del divulgatore agricolo, i contesti operativi di riferimento vanno individuati all'interno dell'intero sistema dei servizi di sviluppo agricolo. Tutte le componenti di tale sistema, infatti, possono essere assunte quali potenziali contesti della sua attività:

1. ricerca, sperimentazione e statistica agraria

2. formazione quadri

3. orientamento tecnico e commerciale

4. consulenza all'impresa

5. servizi tecnici di supporto

6. formazione professionale degli operatori agricoli

7. informazione.

All'interno di tale sistema, quale che sia l'ambito operativo di riferimento, è sempre molto importante che siano garantiti entrambi i tipi di integrazione: verticale, fra le diverse funzioni, orizzontale fra i diversi contesti.

Infatti un'attività di scelta delle soluzionisenza che vi sia stata un'analisi dei problemi rischia di essere poco risolutiva; un gravoso impegno di gestione senza una valutazione finale può indurre a ripetere più volte gli stessi errori; un'attività di consulenza che non si rinnova collegandosi con la ricerca può inaridirsi; iniziative di informazione che non partono dalle necessità dell'utenza possono non sortire l'effetto desiderato.

Seguendo questa impostazione, il profilo professionale del divulgatore agricolo, può essere elaborato come una mappa, dove i compiti, intesi come i contenuti operativi dell'attività lavorativa, sono desumibili dall'incrocio fra funzioni (processo decisionale) e contesti (sistema dei servizi).

4 - Mappa dei compiti

La mappa dei compiti del divulgatore agricolo (vedi figura 2 a pagina seguente) è uno strumento completo e flessibile.

Da una parte, infatti, essa definisce i confini dell'intero campo di azione potenziale del divulgatore; dall'altra, essa consente ad ogni Regione, in base alle caratteristiche della propria agricoltura e dell'organizzazione del proprio sistema dei servizi, di contestualizzare lo strumento stesso individuando e combinando tra loro gli impegni specifici degli uffici e dei divulgatori secondo le necessità del caso.

Va chiaramente inteso che i diversi compiti indicati nella mappa, a causa della diversità di contenuti, competenze e strumenti di lavoro che comportano, non possono essere realizzati tutti - e nello stesso tempo - da un'unica figura professionale; né, tanto meno, una sola figura professionale può promuovere quelle integrazioni tra funzioni e tra contesti che sono invece compito dell'intera organizzazione di lavoro. Soprattutto l'integrazione verticale fra funzioni e quella orizzontale fra contesti potrà essere garantita soltanto da più figure professionali ben coordinate fra loro (équipe di lavoro, centri di servizi integrati, ecc.).

In base alle priorità di sviluppo, alla disponibilità di personale e ai carichi di lavoro, ogni Regione individuerà pertanto uno o più ambiti operativi, ossia aggregazioni funzionali di compiti, sottoinsiemi dell'intero campo d'azione, alle quali potranno corrispondere altrettante aree di competenza del divulgatore agricolo.

Qualora le esigenze regionali si modificassero nello spazio e nel tempo, anche l'impegno lavorativo del divulgatore potrà essere modificato individuando combinazioni diverse dei compiti e nuove aree di competenza, sia a carattere verticale che orizzontale, rimanendo nell'ambito di una visione integrata del sistema dei servizi.

Contesti 

Funzioni

1

Ricerca,

sperimentazione

e statistica agraria

2

Formazione 

quadri

3

Orientamento tecnico e commerciale

4

Consulenza

all'impresa

5

 Servizi tecnici

di supporto

6

Formazione 

professionale

degli agricoltori

7

Informazione 

Analisi Analisi

delle informazioni

scientifiche

Analisi delle competenze professionali nel sistema dei servizi Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

orientamento t/c

Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

consulenza

Analisi dei problemi

e definizione dei

fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Analisi delle competenze professionali nel mercato del lavoro Analisi

delle informazioni

di interesse agricolo

Scelta Individuazione 

dei fabbisogni di ricerca e informazione

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Definizione delle priorità e scelta degli interventi di orientamento Definizione delle priorità e individuazione delle soluzioni Definizione delle priorità e scelta degli interventi tecnici 

di supporto

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Individuazione 

dei fabbisogni di informazione

Programmazione Programmazione trasferimento delle informazioni scientifiche Programmazione interventi di formazione Programmazione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Programmazione interventi di consulenza Programmazione interventi tecnici 

di supporto

Programmazione interventi di formazione Programmazione attività 

di informazione

Gestione Gestione

attività di trasferimento delle informazioni scientifiche

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Gestione 

interventi di consulenza

Gestione 

servizi tecnici

di supporto

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione

servizi 

di informazione

Controllo Monitoraggio 

del sistema ricerca/divulgazione

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Monitoraggio interventi di consulenza Monitoraggio

degli interventi

tecnici di supporto

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio 

dei sistemi

informativi

Valutazione Verifica della

coerenza fra attività di ricerca e attività di divulgazione

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazioni 

di impatto degli interventi di orientamento t/c

Valutazioni 

di impatto degli interventi di consulenza

Valutazioni

di impatto delle attività di servizio tecnico

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazione 

dei feed-back 

di informazione

Previsione Previsione dei 

nuovi fabbisogni di ricerca e informazione

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione di

nuovi fabbisogni

di orientamento t/c

Previsione di

nuovi fabbisogni

di consulenza

Previsione di 

nuovi fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione 

dei nuovi fabbisogni 

di informazione

Il passaggio da una gamma di compiti all'altra dovrà sempre basarsi su una diagnosi delle competenze professionali ed essere sostenuto, quando necessario, da specifici interventi formativi. Per quanto, infatti, un divulgatore abbia ricevuto all'avvio della carriera una formazione di base che lo rende potenzialmente capace di confrontarsi con tutti i compiti della mappa, egli - come tutte le figure professionali - deve essere comunque messo in grado di aggiornarsi e specializzarsi sia in termini di contenuti che di metodologie e strumenti. Chi avesse, ad esempio, sempre svolto attività di consulenza di base e venisse in seguito impiegato presso un'istituzione di ricerca per trasferire ai colleghi le innovazioni mature avrebbe la necessità di acquisire capacità e competenze completamente diverse.

La dinamicità dei compiti e delle competenze è inoltre uno strumento per garantire l'accesso a ruoli di maggiore responsabilità per chi avesse sviluppato le necessarie competenze e per assicurare le giuste possibilità di carriera interna al servizio anche agli addetti alla divulgazione. Soltanto così, infatti, il bagaglio di competenze accumulato con la formazione di base, con la formazione continua e con l'esperienza professionale può rimanere a beneficio dell'intero sistema dei servizi.

4.1. Contestualizzazione della mappa

La contestualizzazione della mappa secondo le diverse soluzioni organizzative regionali può essere realizzata tenendo conto di due principali criteri:

- competenze istituzionali dei diversi soggetti operanti nel sistema regionale dei servizi

- aree territoriali di pertinenza

Con riferimento alle competenze istituzionali, e tenendo conto dell'esperienza effettiva di questi anni, il campo d'azione della divulgazione può essere ricondotto a tre ambiti operativi principali, che aggregano insieme, con criteri di affinità dal punto di vista dei compiti e delle competenze, i diversi contesti dei servizi già riportati nella mappa:

a. l'ambito della Consulenza - Orientamento - Supporto

b. l'ambito della Ricerca - Informazione

c. l'ambito della Formazione

a. I divulgatori che svolgono il classico ruolo di consulenti d'impresa nell'ambito di strutture di servizio regionali, pubbliche (Assessorati, Enti di sviluppo, Osservatori malattie piante, Comunità montane ecc.) o private (organizzazioni professionali di categoria e delle altre associazioni agricole), promuovono servizi reali direttamente rivolti alle aziende e agli imprenditori, utili al miglioramento sociale ed economico dei sistemi produttivi agricoli e del territorio rurale. Le modalità e i contenuti con i quali si esplica tale attività sono molto diversi perché rispondono alle esigenze delle realtà agricole locali: in alcune aree specializzate sarà importante che il divulgatore sia particolarmente esperto di una produzione, in altre dovrà fornire una consulenza gestionale e organizzativa, in altre ancora dovrà valorizzare il ruolo di salvaguardia ambientale dell'agricoltura. Inoltre, le necessità del territorio potranno richiedere la gestione , da parte di divulgatori specializzati, di strutture di supporto dotate di strumentazioni tecnologicamente avanzate (laboratori, reti meteorologiche ecc.) in grado di fornire informazioni rapide e precise per la corretta realizzazione delle tecniche colturali.

b. I divulgatori impiegati presso centri di ricerca regionali, centri di collegamento ricerca-divulgazione, uffici statistici e di informazione svolgono un ruolo afferente a quelli che la ricerca degli ultimi anni ha definito servizi generali di supporto. Hanno infatti un compito di collegamento fra la ricerca e la divulgazione, fra la realtà imprenditoriale agricola e la ricerca e fra il settore agricolo e gli altri settori economici, partecipano alla elaborazione e alla divulgazione delle conoscenze, promuovono lo scambio di dati e informazioni fra l'agricoltura e gli altri settori.

c. I divulgatori impiegati presso strutture di formazione pubbliche, semipubbliche e private (CIFDA, OOPP ecc.) svolgono un ruolo di valorizzazione e promozione della risorsa umana (diagnosi delle competenze, analisi dei fabbisogni formativi, progettazione, gestione e valutazione di interventi formativi), sia a livello di quadri che di operatori agricoli, indispensabile affinché il patrimonio delle competenze professionali del settore possa mantenersi aperto alle novità e flessibile.

Con riferimento invece alle aree territoriali, il campo d'azione della divulgazione è generalmente organizzato su due diversi livelli:

A. periferico zonale;

B. centrale di coordinamento.

A. Il divulgatore impiegato in una qualunque emanazione periferica (zonale) di una struttura di servizio ha come diretti riferimenti professionali il territorio, le sue caratteristiche fisiche e i soggetti economici e sociali che operano sullo stesso territorio (soprattutto le imprese agricole); di questi egli analizza i fabbisogni e, in risposta, organizza e gestisce interventi e servizi, avendo come criterio di valutazione l'impatto che gli stessi interventi e servizi generano sul sistema ambientale, produttivo e sociale locale (in termini di reddito, di occupazione, di sviluppo complessivo della zona, ecc.).

B. Il divulgatore impiegato presso una struttura di coordinamento centrale (ad esempio provinciale o regionale) ha invece rari rapporti diretti con le imprese agricole, ma promuove una intensa attività di collegamento tra l'insieme delle strutture e del personale addetto ai servizi. Egli svolge dunque soprattutto funzioni organizzative di programmazione, monitoraggio e verifica, avendo come criterio principale di valutazione la coerenza fra gli indirizzi della politica agricola regionale e l'organizzazione e la programmazione dei servizi su base regionale (o provinciale).

Di seguito si entrerà con maggiore dettaglio nella definizione delle aree di competenza.

Il primo criterio - basato, come abbiamo visto, sullecompetenze istituzionali - consentirà l'individuazione delle aree di competenza professionale.

Il secondo criterio - basato sulla divisione territoriale del lavoro - servirà invece per definire le specificità legate ai diversi contesti di riferimento.

Per fare un esempio, secondo tale impostazione un divulgatore che si occupa prevalentemente di consulenza di impresa presso una struttura zonale periferica (pubblica o privata che sia) apparterrà alla stessa area professionale di un altro divulgatore che si occupa dei programmi di consulenza presso una sede regionale di coordinamento. Entrambi possono accedere a prospettive di carriera all'interno del proprio servizio e di mobilità da un servizio ad un altro. Ciò che li differenzia è soprattutto la specifica e attuale competenza sul contesto territoriale di riferimento, che è locale nel primo caso (e quindi operativamente orientata alla erogazione di servizi reali per i soggetti-utenti locali) e regionale nel secondo caso (quindi orientata soprattutto alla gestione organizzativa dei vari servizi di consulenza nel sistema regionale).

5 - Mappa delle competenze

Un sistema organizzativo che si vuole - per definizione - aperto, flessibile e dinamico, necessita a sua volta di un aperto, flessibile e dinamico sistema di competenze professionali, in grado di stabilire alcuni criteri di orientamento per la gestione delle risorse umane e per lo sviluppo delle relative competenze senza porre vincoli rigidi alle soluzioni organizzative e alla crescita professionale dei singoli.

Come già fatto per definire i compiti del divulgatore agricolo, anche a proposito delle competenze si è dunque scelta un'impostazione di "mappa", che pur definendo confini e contenuti delle diverse aree consenta ad ogni Regione, in base alle caratteristiche della propria agricoltura e dell'organizzazione del proprio sistema dei servizi, di contestualizzare meglio l'argomento individuando e considerando gli impegni specifici delle strutture di divulgazione secondo le necessità del caso.

Tenendo conto di queste due necessità, la mappa delle competenze professionali del divulgatore agricolo distingue tra:

1. competenze disciplinari di base

2. competenze professionalizzanti

Le prime sono indispensabili per l'accesso alla professione di divulgatore. Possono essere pertanto definite a priori, ma non prefigurano ancora gli specifici contesti operativi in cui il divulgatore - secondo quanto esposto al precedente paragrafo - potrà inserirsi nel corso della sua vita professionale. Esse costituiscono, in altre parole, il patrimonio di competenze che, pur in presenza di comprensibili diversità, può essere definito come prerequisito comune e propedeutico alle diverse figure professionali della divulgazione agricola.

Le seconde comprendono quelle competenze, ulteriormente professionalizzanti, che definiscono i requisiti fondamentali per l'accesso alle figure professionali particolari del profilo del divulgatore. Si tratta di competenze non definibili a priori, se non nelle linee generali, poiché fortemente legate ai variegati contesti operativi che determinano le possibilità di successo o insuccesso del ruolo professionale.

Al momento della sua assunzione è importante che ogni divulgatore possegga le sufficienti competenze di base. E' però altrettanto importante che continui ad essere competente per tutta la durata della sua vita professionale, sviluppando ulteriormente esperienze, conoscenze e abilità necessarie ad espletare con successo il proprio ruolo professionale (competenze professionalizzanti).

5.1. Competenze di base

La professione di divulgatore si basa innanzitutto sulle seguenti competenze di base:

- Competenze di contenuto (cosa);

Costituiscono i contenuti dell'agire professionale del divulgatore e ne definiscono il settore disciplinare: egli, infatti, è innanzitutto un tecnico diplomato o laureato in discipline agrarie e affini cioè un esperto dell'agricoltura e/o un esperto di produzioni vegetali e animali. A seconda del contesto operativo di riferimento, tali competenze possono essere di natura più o meno generalista (ossia orientate verso aspetti organizzativi, gestionali, orizzontali) o specialista (ossia orientate verso un solo comparto produttivo o una sola fase dell'attività produttiva o di gestione).

- Competenze di campo (dove);

Riguardano la conoscenza specifica del proprio campo di applicazione e la capacità di contestualizzare e orientare con pertinenza il proprio agire professionale, tenendo conto dei diversi fattori (economici, istituzionali, culturali, fisici, ecc.) che caratterizzano, regolano e condizionano il sistema territoriale di riferimento. Particolare importanza riveste la conoscenza degli indirizzi di politica agricola comunitaria e nazionale nell'area di competenza, nonchè delle modalità di applicazione di tali indirizzi.

- Competenze di tipo procedurale (come).

Definiscono metodi e strumenti della professione di divulgatore, che risiedono principalmente nella teoria e pratica della comunicazione, dell'organizzazione del lavoro, della programmazione e gestione delle risorse fisiche, finanziarie e umane.

Come si evince, tali prerequisiti professionali spaziano da aree che si collocano chiaramente e dichiaratamente nel dominio delle scienze agrarie (competenze di contenuto) fino ad altre (competenze procedurali) che afferiscono molto al dominio delle scienze umane applicate (comunicazione, sociologia, psicologia, educazione degli adulti, economia, diritto, scienze organizzative). Nel loro insieme, esse concorrono tutte alla definizione di quella che in altri Paesi si configura già come una vera e propria scienza della divulgazione agricola.

5.2. Competenze professionalizzanti

Le competenze professionalizzanti riguardano, in parte, vere e proprie competenze aggiuntive, ossia diverse e ulteriori rispetto alle competenze di base appena descritte; per un'altra parte, comprendono diversi dosaggi delle stesse competenze di base, maggiore o minore enfasi su un aspetto anziché su un altro della competenza, secondo la specifica area professionale.

5.2.1. Area Consulenza-Orientamento-Supporto

L'area della Consulenza-Orientamento-Supporto è incentrata su una figura di divulgatore più vicina ai profili già noti di divulgatore agricolo polivalente e di divulgatore agricolo specializzato.

I contesti operativi di primaria pertinenza per questa specifica area professionale sono quelli tipici dei servizi reali e diretti alle imprese, (orientamento tecnico e commerciale, consulenza all'impresa, servizi tecnici di supporto) dove il rapporto con l'utente-destinatario avviene per lo più per contatto personale (sul campo, in azienda o a sportello) o anche per contatto mediato (per mezzo di collegamenti a distanza), ma comunque sempre in maniera mirata ad esigenze specifiche delle aziende, del territorio e delle popolazioni agricole e rurali.

Il divulgatore che agisce (prevalentemente o esclusivamente) in quest'area professionale dovrà, con riferimento alla zona (o alla specializzazione) di sua competenza, svolgere soprattutto i seguenti compiti (vedi figura 3 a pagina seguente):

-analizzare i problemi tecnici, economici e sociali delle aziende e degli imprenditori agricoli e promuovere la definizione dei loro fabbisogni

-analizzare le potenzialità naturali, economiche e sociali dell'area di riferimento, anche in conseguenza delle politiche di sviluppo in atto per la formulazione di un corretto programma di divulgazione agricola locale.

- definire le priorità e individuare possibili soluzioni

- programmare e gestire le attività di informazione e di supporto alle decisioni degli imprenditori agricoli sulle opportunità di sviluppo offerte dagli interventi comunitari, nazionali e regionali, sia di tipo strutturale che di mercato

- programmare, gestire e monitorare interventi e azioni di collaudo, di dimostrazione, di valorizzazione, di consulenza, di supporto tecnico, coerenti con le diagnosi di cui sopra

- valutare l'efficacia delle soluzioni e gli impatti degli interventi di orientamento, di consulenza e di supporto tecnico

- prevedere i futuri fabbisogni (o collaborare alle azioni di previsione)

In zone soggette all'applicazione di programmi di intervento regionali e/o a norme che riguardano la riduzione dell'impatto agro-ambientale, il miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, la valorizzazione di produzioni tipiche e la difesa fitosanitaria, il divulgatore potrà svolgere attività finalizzate a garantire l'adozione di specifiche tecniche produttive, di lavorazione e trasformazione e produrre, quando richiesto, le certificazioni di conformità e qualità.

Tali attività, collegate alle specifiche competenze del divulgatore, non potranno in ogni caso essere disgiunte dal programma di consulenza generale che lo stesso assicura all'impresa agricola.

Inoltre, quando si rende necessario accelerare l'utilizzo dei fondi comunitari per l'agricoltura e a tal fine si rendano necessarie particolari competenze tecnico-specialistiche, i divulgatori potranno essere coinvolti, in maniera non prevalente, nelle attività di gestione dei regolamenti comunitari fatte salve le attività di collaudo degli interventi finanziati.

Figura 3: Area Consulenza - Orientamento - Supporto

Contesti 

Funzioni

1

Ricerca,

sperimentazione

e statistica agraria

2

Formazione 

quadri

3

Orientamento tecnico e commerciale

4

Consulenza

all'impresa

5

 Servizi tecnici

di supporto

6

Formazione 

professionale

degli agricoltori

7

Informazione 

Analisi Analisi

delle informazioni

scientifiche

Analisi delle competenze professionali nel sistema dei servizi Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

orientamento t/c

Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

consulenza

Analisi dei problemi

e definizione dei

fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Analisi delle competenze professionali nel mercato del lavoro Analisi

delle informazioni

di interesse agricolo

Scelta Individuazione 

dei fabbisogni di ricerca e informazione

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Definizione delle priorità e scelta degli interventi di orientamento Definizione delle priorità e individuazione delle soluzioni Definizione delle priorità e scelta degli interventi tecnici 

di supporto

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Individuazione 

dei fabbisogni di informazione

Programmazione Programmazione trasferimento delle informazioni scientifiche Programmazione interventi di formazione Programmazione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Programmazione interventi di consulenza Programmazione interventi tecnici 

di supporto

Programmazione interventi di formazione Programmazione attività 

di informazione

Gestione Gestione

attività di trasferimento delle informazioni scientifiche

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Gestione 

interventi di consulenza

Gestione 

servizi tecnici

di supporto

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione

servizi 

di informazione

Controllo Monitoraggio 

del sistema ricerca/divulgazione

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Monitoraggio interventi di consulenza Monitoraggio

degli interventi

tecnici di supporto

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio 

dei sistemi

informativi

Valutazione Verifica della

coerenza fra attività di ricerca e attività di divulgazione

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazioni 

di impatto degli interventi di orientamento t/c

Valutazioni 

di impatto degli interventi di consulenza

Valutazioni

di impatto delle attività di servizio tecnico

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazione 

dei feed-back 

di informazione

Previsione Previsione dei 

nuovi fabbisogni di ricerca e informazione

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione di

nuovi fabbisogni

di orientamento t/c

Previsione di

nuovi fabbisogni

di consulenza

Previsione di 

nuovi fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione 

dei nuovi fabbisogni 

di informazione

Per svolgere questi compiti egli promuoverà azioni individuali e collettive, gestirà rapporti diretti con l'utenza finale, integrandosi verticalmente con i livelli decisionali e operativi superiori e inferiori del contesto organizzativo di appartenenza. Egli inoltre (vedi ancora figura 3) promuoverà e gestirà interazione continua con le altre aree professionali (interazione che sarà più o meno "forte" a seconda delle circostanze) integrandosi orizzontalmente con i livelli decisionali e operativi degli altri contesti del sistema dei servizi e in generale dell'organizzazione istituzionale agricola regionale.

I principali strumenti a sua disposizione per la realizzazione delle azioni sopra descritte sono:

- l'analisi di gestione, la contabilità aziendale, le rilevazioni cartografiche e statistiche, le indagini qualitative e quantitative e qualsiasi altra attività di osservazione e studio utile a migliorare la propria conoscenza tecnica, economica e sociale sulle aziende, sul territorio o sul comparto di sua competenza;

-gli interventi di collaudo con i quali potrà verificare l'applicabilità di un'innovazione in un determinato contesto;

· gli interventi di informazione con i quali potrà suscitare interesse e curiosità negli imprenditori diffondendo notizie e dati relativi alle innovazioni, alle politiche comunitarie, sia di tipo strutturale che di mercato, e a qualsiasi aspetto che possa essere utile a migliorare le capacità decisionali delle imprese;

- gli interventi di dimostrazione con i quali potrà promuovere l'acquisizione delle innovazioni da parte dell'imprenditore;

- gli interventi di consulenza tecnica ed economica, le tecniche di ascolto, i colloqui non direttivi, le discussioni di gruppo.

Sul piano delle competenze, lo svolgimento di tali compiti richiede:

- Competenze di contenuto

Conoscenze teoriche e abilità pratiche di tipo agronomico, zootecnico e economico necessarie alla diagnosi di problemi, alla elaborazione di soluzioni, consigli o piani per il miglioramento del livello economico e sociale degli imprenditori agricoli e delle popolazioni rurali. In zone a particolare vocazione, o con specifici problemi di produzione o di commercializzazione, tali conoscenze e abilità potranno essere particolarmente indirizzate per comparti produttivi (ad esempio viticoltura), per tecniche colturali (ad esempio difesa fitosanitaria), per processi economici di natura orizzontale (ad esempio marketing), ecc..

- Competenze di campo

Conoscenza approfondita del contesto territoriale nei suoi aspetti fisici, istituzionali e sociali (natura del territorio, potenziale tipicità delle produzioni, cultura e fattori istituzionali locali, tendenze dei mercati, vincoli legislativi e incentivi, ecc.) per collegare le competenze agronomiche, zootecniche e economiche ai fattori contestuali che regolano il sistema agricolo di riferimento. Particolare attenzione dovrà esser prestata nel curare la conoscenza della programmazione agricola regionale e delle normative comunitarie e nazionali in materia di politica strutturale e dei mercati.

- Competenze procedurali

Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura relazionale e di natura organizzativa. Da una parte, infatti, il divulgatore deve saper comunicare efficacemente sia con il sistema organizzato dei servizi che con gli agricoltori e gli altri attori del comparto produttivo e/o del contesto locale di riferimento, deve essere in grado di attingere alle diverse fonti della conoscenza e di collegare la sua stessa competenza con la competenza pratica degli agricoltori. Dall'altra, egli deve saper pianificare e gestire il proprio lavoro e le risorse materiali, temporali, finanziarie e umane a sua disposizione, nonché contribuire al programma di divulgazione dell'intero servizio, fornendo allo staff interno informazioni sulla situazione dell'agricoltura della zona, degli agricoltori e delle loro famiglie, sui loro problemi e sulle loro esperienze, e suggerimenti sulle possibili soluzioni da adottare.

5.2.2. Area Ricerca-Informazione

L'area della Ricerca-Informazione è incentrata su una figura di divulgatore piuttosto nuova e diversa rispetto ai precedenti profili del divulgatore agricolo polivalente o specializzato, e tuttavia di fatto già da alcuni anni presente in Italia all'interno delle istituzioni che operano per la produzione e la diffusione della conoscenza in agricoltura.

I contesti operativi tipici di questa emergente figura professionale sono gli ambienti della produzione e del trattamento delle informazioni e della elaborazione di nuove conoscenze, dove la natura degli interventi e il rapporto indiretto, o comunque mediato, con l'utenza consente un ampliamento del raggio di azione, che comprende non più soltanto gli agricoltori e gli altri operatori dell'economia rurale, ma anche - in forme diversificate - ricercatori e divulgatori, operatori commerciali e consumatori, sistema istituzionale (pubblica amministrazione) e sistema politico.

Il divulgatore che agisce (prevalentemente o esclusivamente) in quest'area professionale dovrà, con riferimento al suo bacino di utenza (locale, regionale, nazionale, ecc.), alle sue tipologie di destinatari (ricercatori, divulgatori, consumatori, ecc.), ai contenuti specifici di sua competenza (mercati, normative, ecc.) e ai fini istituzionali specifici del servizio cui afferisce (ricerca, sperimentazione, informazione, ecc.), svolgere soprattutto i seguenti compiti (vedi figura 4 a pagina seguente):

• collegarsi ai flussi informativi di interesse agricolo

• raccogliere, classificare, elaborare informazioni e analizzarne linguaggi e contenuti

• definire i fabbisogni di informazione e i fabbisogni di nuove conoscenze (fabbisogni di ricerca)

• programmare, gestire e controllare sistemi di elaborazione, trasferimento e diffusione della conoscenza

• promuovere e valutare il feed-back fra domanda e offerta di informazione e verificare la coerenza fra risultati della ricerca e fabbisogni informativi, fra linguaggi e destinatari, fra obiettivi e metodi

• partecipare alla elaborazione di nuove conoscenze

• prevedere lo sviluppo dei fabbisogni informativi (o collaborare a studi di previsione)

• partecipare, nel sistema organizzato dei servizi, alla valutazione delle attività di divulgazione e di formazione e alla definizione degli ulteriori fabbisogni.

Contesti 

Funzioni

1

Ricerca,

sperimentazione

e statistica agraria

2

Formazione 

quadri

3

Orientamento tecnico e commerciale

4

Consulenza

all'impresa

5

 Servizi tecnici

di supporto

6

Formazione 

professionale

degli agricoltori

7

Informazione 

Analisi Analisi

delle informazioni

scientifiche

Analisi delle competenze professionali nel sistema dei servizi Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

orientamento t/c

Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

consulenza

Analisi dei problemi

e definizione dei

fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Analisi delle competenze professionali nel mercato del lavoro Analisi

delle informazioni

di interesse agricolo

Scelta Individuazione 

dei fabbisogni di ricerca e informazione

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Definizione delle priorità e scelta degli interventi di orientamento Definizione delle priorità e individuazione delle soluzioni Definizione delle priorità e scelta degli interventi tecnici 

di supporto

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Individuazione 

dei fabbisogni di informazione

Programmazione Programmazione trasferimento delle informazioni scientifiche Programmazione interventi di formazione Programmazione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Programmazione interventi di consulenza Programmazione interventi tecnici 

di supporto

Programmazione interventi di formazione Programmazione attività 

di informazione

Gestione Gestione

attività di trasferimento delle informazioni scientifiche

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Gestione 

interventi di consulenza

Gestione 

servizi tecnici

di supporto

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione

servizi 

di informazione

Controllo Monitoraggio 

del sistema ricerca/divulgazione

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Monitoraggio interventi di consulenza Monitoraggio

degli interventi

tecnici di supporto

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio 

dei sistemi

informativi

Valutazione Verifica della

coerenza fra attività di ricerca e attività di divulgazione

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazioni 

di impatto degli interventi di orientamento t/c

Valutazioni 

di impatto degli interventi di consulenza

Valutazioni

di impatto delle attività di servizio tecnico

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazione 

dei feed-back 

di informazione

Previsione Previsione dei 

nuovi fabbisogni di ricerca e informazione

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione di

nuovi fabbisogni

di orientamento t/c

Previsione di

nuovi fabbisogni

di consulenza

Previsione di 

nuovi fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione 

dei nuovi fabbisogni 

di informazione

Per svolgere questi compiti egli parteciperà a programmi di ricerca e sperimentazione, alla raccolta di dati e informazioni, alla implementazione di sistemi statistici, alla progettazione e gestione di azioni di comunicazione per il trasferimento delle informazioni e utilizzerà strumenti tipici delle tecnologie della comunicazione e dell'informazione: strumenti tecnologicamente avanzati (sistemi telematici, trasmissioni radiofoniche e televisive, supporti informatici, audiovisivi o multimediali), a basso impiego di tecnologie (supporti cartacei) e strumenti di comunicazione diretta (conferenze, seminari, incontri informativi, ecc.).

Egli inoltre (vedi ancora figura 4) promuoverà e gestirà interazione continua con le altre aree professionali (interazione che sarà più o meno "forte" a seconda delle circostanze) integrandosi orizzontalmente con i livelli decisionali e operativi degli altri contesti del sistema dei servizi.

Sul piano delle competenze, tale figura professionale richiede:

- Competenze di contenuto

Conoscenza approfondita dei contenuti specialistici disciplinari propri del servizio di Ricerca e/o Informazione in cui il divulgatore opera. Tale competenza è particolarmente importante quando il servizio in cui opera il divulgatore è specificamente orientato ad un solo settore disciplinare (ad esempio ricerca nel settore dell'alimentazione animale, oppure statistiche economiche dell'agricoltura, o ancora servizi informativi sui mercati, ecc.) e, più in genere, quando è necessario interagire con altri interlocutori professionalmente qualificati utilizzando appropriatamente il lessico specialistico (e perlomeno una lingua straniera). In altri casi, quando il servizio è meno specializzato nei contenuti e maggiormente mirato su particolari target di utenti (ad esempio un bollettino informativo per gli agricoltori, una news telematica per i divulgatori, ecc.), tale competenza diventa meno necessaria, in favore soprattutto delle competenze di campo.

- Competenze di campo

Conoscenza approfondita dell'ambiente fisico, tecnologico e sociale al quale il servizio Ricerca e/o Informazione si rivolge, per collegare il lavoro di produzione e diffusione delle informazioni ai principali fattori contestuali di riferimento: natura del territorio, caratteristiche e potenzialità delle reti di comunicazione, caratteristiche dell'utenza (fabbisogni di informazione, livelli di istruzione, ecc.).

- Competenze procedurali

Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura metodologica e di natura organizzativa. Il divulgatore che opera in quest'area professionale deve infatti saper gestire e controllare, per le mansioni a lui affidate, processi di produzione e valorizzazione della conoscenza (dall'analisi dei fabbisogni alla valutazione del feed-back) che richiedono la conoscenza delle metodologie della ricerca, della comunicazione e dell'informazione. Egli deve inoltre saper pianificare e gestire il proprio lavoro e le risorse materiali, temporali, finanziarie e umane a sua disposizione, nonché contribuire alla programmazione e gestione dell'intero servizio, fornendo allo staff interno informazioni sui risultati della propria attività.

5.2.3. Area Formazione

L'area della formazione è incentrata su una figura professionale che si potrebbe definire di confine fra divulgatore e formatore. Nella esperienza italiana più recente (Piano Quadro sulla divulgazione agricola), il rapporto fra le due figure professionali è stato visto e regolamentato soprattutto come rapporto fra docente e discente. In altre consolidate esperienze (all'estero, ma anche nelle esperienze italiane precedenti al Piano Quadro), il confine fra divulgatore e formatore appare invece molto più sfumato, almeno per tre ragioni fondamentali. Innanzitutto, l'evoluzione della società è tale da rendere necessaria - ovunque e in ogni settore di attività economica - l'attivazione di meccanismi che permettano di rinnovare continuamente conoscenze e competenze; in tale contesto si fa strada l'esigenza di uno sviluppo della formazione continua, al fine di attutire la separazione esistente tra istruzione, formazione e mondo del lavoro. Inoltre, le innovazioni di processo che si stanno introducendo nelle stesse metodologie di formazione danno sempre più importanza a figure professionali dette, appunto, di confine che possano favorire lo sviluppo di azioni di formazione permanente, decentrate e fortemente contestualizzate negli ambienti di lavoro. Infine, come aspetto più importante, la divulgazione agricola stessa può essere definita come un'attività di formazione, come un processo educativo, al di fuori del contesto formale del sistema scolastico, rivolto alle persone del mondo agricolo e rurale, al fine di promuovere il loro sviluppo sociale e culturale.

L'area della formazione si presenta dunque come un ulteriore campo d'azione (in parte nuovo, in parte consolidato) della divulgazione agricola. I contesti operativi del divulgatore che opera in questa area sono sia la formazione professionale degli agricoltori, per finalità e sua natura molto vicina alle attività di consulenza e orientamento, sia la formazione di base e permanente di tutte le figure professionali del sistema dei servizi, in primo luogo degli stessi divulgatori.

Il divulgatore che agisce (prevalentemente o esclusivamente) in quest'area professionale può essere considerato un formatore in senso proprio, un docente esperto di particolari contenuti oppure - a seconda delle soluzioni organizzative - una figura di confine tra la divulgazione e la formazione e tra la ricerca e la formazione. In tutti i casi egli dovrà, con diversi dosaggi e con riferimento ai fini istituzionali del servizio di appartenenza (centro di formazione in senso stretto o altre strutture di confine), al suo bacino di utenza (locale, regionale o nazionale), alle sue tipologie di destinatari (agricoltori, altri divulgatori o altre figure professionali dei servizi), agli eventuali contenuti specifici di sua competenza, svolgere principalmente i seguenti compiti (vedi figura 5 a pagina seguente):

- analizzare le competenze professionali nel sistema dei servizi e nel mercato del lavoro agricolo

&- definire i fabbisogni formativi degli individui e delle organizzazioni

-progettare, gestire e controllare interventi formativi

- valutare gli impatti degli interventi formativi

-prevedere lo sviluppo dei nuovi fabbisogni formativi (o partecipare a studi di previsione)

- partecipare, nel sistema organizzato dei servizi, alle attività di analisi e previsione dei fabbisogni di ricerca e informazione e di divulgazione.

Contesti 

Funzioni

1

Ricerca,

sperimentazione

e statistica agraria

2

Formazione 

quadri

3

Orientamento tecnico e commerciale

4

Consulenza

all'impresa

5

 Servizi tecnici

di supporto

6

Formazione 

professionale

degli agricoltori

7

Informazione 

Analisi Analisi

delle informazioni

scientifiche

Analisi delle competenze professionali nel sistema dei servizi Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

orientamento t/c

Analisi dei problemi 

e definizione dei fabbisogni di

consulenza

Analisi dei problemi

e definizione dei

fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Analisi delle competenze professionali nel mercato del lavoro Analisi

delle informazioni

di interesse agricolo

Scelta Individuazione 

dei fabbisogni di ricerca e informazione

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Definizione delle priorità e scelta degli interventi di orientamento Definizione delle priorità e individuazione delle soluzioni Definizione delle priorità e scelta degli interventi tecnici 

di supporto

Definizione 

dei fabbisogni formativi

Individuazione 

dei fabbisogni di informazione

Programmazione Programmazione trasferimento delle informazioni scientifiche Programmazione interventi di formazione Programmazione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Programmazione interventi di consulenza Programmazione interventi tecnici 

di supporto

Programmazione interventi di formazione Programmazione attività 

di informazione

Gestione Gestione

attività di trasferimento delle informazioni scientifiche

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Gestione 

interventi di consulenza

Gestione 

servizi tecnici

di supporto

Gestione 

di interventi 

formativi

Gestione

servizi 

di informazione

Controllo Monitoraggio 

del sistema ricerca/divulgazione

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio interventi di collaudo, di dimostrazione e di valorizzazione Monitoraggio interventi di consulenza Monitoraggio

degli interventi

tecnici di supporto

Monitoraggio 

di interventi 

formativi

Monitoraggio 

dei sistemi

informativi

Valutazione Verifica della

coerenza fra attività di ricerca e attività di divulgazione

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazioni 

di impatto degli interventi di orientamento t/c

Valutazioni 

di impatto degli interventi di consulenza

Valutazioni

di impatto delle attività di servizio tecnico

Valutazioni 

di impatto degli interventi formativi

Valutazione 

dei feed-back 

di informazione

Previsione Previsione dei 

nuovi fabbisogni di ricerca e informazione

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione di

nuovi fabbisogni

di orientamento t/c

Previsione di

nuovi fabbisogni

di consulenza

Previsione di 

nuovi fabbisogni di servizi tecnici di supporto

Previsione di

nuovi fabbisogni

formativi

Previsione 

dei nuovi fabbisogni 

di informazione

Per svolgere questi compiti egli promuoverà azioni individuali e collettive, gestirà rapporti dentro e fuori l'organizzazione, con la committenza e con l'utenza finale, con le strutture organizzate rappresentative, integrandosi verticalmente con i livelli decisionali e operativi superiori e inferiori del contesto organizzativo di appartenenza. Egli inoltre (vedi ancora figura 5) promuoverà e gestirà interazione continua con le altre aree professionali (interazione che sarà più o meno "forte" a seconda delle circostanze) integrandosi orizzontalmente con i livelli decisionali e operativi degli altri contesti del sistema dei servizi.

Sul piano delle competenze, tale figura professionale richiede:

-Competenze di contenuto

Conoscenza dei contenuti oggetto dell'apprendimento (agronomia, zootecnia, economia, scienza della divulgazione, ecc.). A seconda delle scelte organizzative e del contesto (destinatari) di riferimento, il divulgatore che opera in questa area professionale dovrà sviluppare competenze specialistiche maggiormente di settore (in riferimento ad esempio ai comparti produttivi e alle tecniche colturali), o di natura metodologica, gestionale e procedurale (ad esempio marketing, metodologia della divulgazione, organizzazione del lavoro, ecc.).

-Competenze di campo

Conoscenze relative al contesto in cui lavorano i destinatari delle attività formative, nei suoi aspetti fisici, istituzionali e sociali (natura del territorio, potenziale tipicità delle produzioni, cultura e fattori istituzionali locali, tendenze dei mercati, vincoli legislativi e incentivi, ecc.), per collegare i contenuti dell'apprendimento ai fattori contestuali che regolano l'esercizio dell'attività professionale.

-Competenze procedurali

Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura metodologica, relazionale e organizzativa. Il divulgatore che opera in questa area professionale deve infatti conoscere le teorie dell'educazione e dell'apprendimento degli adulti. Deve inoltre possedere conoscenze teoriche e abilità pratiche connesse all'utilizzo di metodologie didattiche attive  collegate all'esperienza professionale e alla gestione delle dinamiche di apprendimento nei gruppi, negli individui e nelle organizzazioni. Egli deve pianificare e gestire il proprio lavoro e le risorse materiali, temporali, finanziarie e umane a sua disposizione e contribuire all'impostazione complessiva dei programmi di divulgazione del suo servizio, fornendo allo staff interno informazioni sull'evolversi delle competenze professionali nel sistema organizzato dei servizi e nel sistema professionale agricolo.

Figura 6: Profilo professionale del divulgatore agricolo

Contesti 

Competenze 

1

Ricerca,

sperimentazione

e statistica agraria

2

Formazione 

quadri

3

Orientamento tecnico e commerciale

4

Consulenza

all'impresa

5

 Servizi tecnici

di supporto

6

Formazione 

professionale

degli agricoltori

7

Informazione 

Competenze

di contenuto

Collegate ai contenuti specialistici propri del servizio in cui opera il divulgatore. Collegate ai contenuti oggetto di apprendimento.  Conoscenze teoriche e abilità pratiche di tipo agronomico, zootecnico e economico necessarie alla diagnosi di problemi, alla elaborazione di soluzioni, consigli o piani per il miglioramento del livello economico e sociale degli imprenditori agricoli e delle popolazioni rurali, alla dimostrazione pratica di tecniche agronomiche e zootecniche. Collegate ai contenuti oggetto di apprendimento.  Collegate ai contenuti specialistici propri del servizio in cui opera il divulgatore.
Competenze

di campo

Conoscenza approfondita dell'ambiente fisico, tecnologico e sociale al quale il servizio si rivolge: natura del territorio, caratteristiche e potenzialità delle reti di comunicazione, caratteristiche dell'utenza. Conoscenza approfondita del contesto fisico, istituzionale e sociale in cui lavorano i destinatari delle attività formative: natura del territorio, potenziale tipicità delle produzioni, cultura e fattori istituzionali locali, tendenze dei mercati, vincoli legislativi e incentivi, ecc.. Conoscenza approfondita del contesto territoriale nei suoi aspetti fisici, istituzionali e sociali: natura del territorio, potenziale tipicità delle produzioni, cultura e fattori istituzionali locali, tendenze dei mercati, vincoli legislativi e incentivi, ecc.. Conoscenza approfondita del contesto fisico, istituzionale e sociale in cui lavorano i destinatari delle attività formative: natura del territorio, potenziale tipicità delle produzioni, cultura e fattori istituzionali locali, tendenze dei mercati, vincoli legislativi e incentivi, ecc.. Conoscenza approfondita dell'ambiente fisico, tecnologico e sociale al quale il servizio si rivolge: natura del territorio, caratteristiche e potenzialità delle reti di comunicazione, caratteristiche dell'utenza.
Competenze 

procedurali

Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura metodologica e di natura organizzativa: metodologie della ricerca, della comunicazione e dell'informazione; pianificazione e gestione delle risorse; analisi e valutazione dei risultati. Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura metodologica, relazionale e organizzativa: educazione degli adulti; metodologie didattiche attive; pianificazione e gestione delle risorse; analisi delle competenze professionali nel sistema organizzato dei servizi. Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura relazionale e di natura organizzativa: comunicazione con il sistema organizzato dei servizi, con il sistema professionale agricolo e con gli altri attori del comparto produttivo e/o del contesto locale di riferimento; pianificazione e gestione delle risorse materiali, temporali, finanziarie e umane. Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura metodologica, relazionale e organizzativa: educazione degli adulti; metodologie didattiche attive; pianificazione e gestione delle risorse; analisi delle competenze professionali nel settore agricolo. Conoscenze teoriche e abilità pratiche di natura metodologica e di natura organizzativa: metodologie della ricerca, della comunicazione e dell'informazione; pianificazione e gestione delle risorse; analisi e valutazione dei risultati.

parte terza: Utilizzo della mappa dei compiti E DELLA MAPPA DELLE COMPETENZE

Il profilo professionale delineato nella Parte seconda è un quadro generale che media fra due esigenze di segno opposto :

- comprendere e rappresentare la variegata e mutevole condizione dei servizi di sviluppo agricolo nelle diverse regioni;

- fornire un riferimento comune per una figura professionale che ha avuto origine da un intervento comunitario e da un'impostazione formativa uniforme a livello interregionale.

Pertanto, in sede regionale necessita di una caratterizzazione che tenga conto della impostazione organizzativa del sistema dei servizi e della collocazione al suo interno dei divulgatori agricoli o di altro personale addetto all'assistenza tecnica. Ogni regione, quindi, per rendere il profilo realmente operativo, dovrà redigere un proprio documento che, avendo come riferimento il presente  profilo e il proprio modello organizzativo dei servizi, consenta di definire le scelte regionali in materia di ruolo, utilizzo e distribuzione del personale addetto alla divulgazione.

A questo fine la mappa dei compiti del divulgatore potrà essere utilizzata secondo le modalità che seguono:

1. Individuare per ogni contesto operativo gli enti e/o istituzioni regionali ;

2. Se i soggetti presi in considerazione hanno un'organizzazione territoriale che prevede una sede centrale e più sedi periferiche che svolgono funzioni diverse, compilare una mappa per il livello regionale e una per il livello decentrato (in tal caso, bisognerà continuare a lavorare su entrambi i livelli anche per i punti seguenti);

3. Per ogni contesto, tenendo conto dei soggetti che ne fanno parte, in corrispondenza delle funzioni previste dalla mappa, verificare quali compiti della filiera vengono realizzati e valutare il livello di integrazione verticale;

4. Verificare se esistono forme istituzionalizzate di coordinamento e collegamento fra soggetti di contesti diversi e valutare quindi il livello di integrazione orizzontale;

5. Individuare i soggetti e quindi i contesti nei quali sono impegnati divulgatori agricoli o tecnici che svolgono assistenza tecnica evidenziandone anche la numerosità;

6. Verificare per ogni contesto in cui sono impegnati dei divulgatori e/o assistenti tecnici quali compiti svolgono.

Le informazioni che possono derivare da questa analisi sono:

- articolazione territoriale del sistema, capillarità e presenza sul territorio agricolo regionale;

- ruolo e peso di enti pubblici e privati;

-eventuali carenze del sistema dei servizi regionale dovute alla mancanza di alcune componenti del sistema stesso oppure alla mancata realizzazione di alcuni compiti delle filiere verticali;

- verifica dell'impiego dei divulgatori sia per quanto riguarda i contesti nei quali sono collocati che per quanto riguarda i compiti che sono loro assegnati;

- livello di interazione e coordinamento fra i soggetti presenti nei diversi contesti e ruolo dei divulgatori nelle attività di integrazione;

- squilibri quantitativi e/o qualitativi nell'assegnazione del personale ai contesti e ai compiti.

Gli elementi suddetti concorreranno alla definizione delle figure professionali disponibili e di quelle necessarie per il completamento del sistema regionale.

Per uniformità e coerenza di impostazione i documenti regionali potrebbero adottare la metodologia della mappa e quindi prevedere, per ciascuna figura professionale, i contesti operativi, le funzioni, i compiti e le competenze, scegliendoli fra quelli previsti nel presente documento.

Ciascuna  figura professionale pertanto:

1. dovrà trovare collocazione nell'ambito della mappa dei compiti generale (figura 2);

2. dovrà essere compresa in una delle aree di competenza già definite (figg. 3, 4, 5);

3. potrà, all'interno di queste ultime, delimitare ulteriori sub-aree di competenza, che risulteranno essere la caratterizzazione regionale della mappa stessa;

4. dovrà essere corredato dalle rispettive competenze professionali necessarie a svolgere i compiti previsti (paragrafo 5.2).

Per concludere, il nuovo profilo professionale del divulgatore agricolo, così definito, consente di:

- definire i confini dell'intero campo d'azione potenziale del divulgatore;

- costruire, per ogni regione, uno o più profili professionali, quelli più funzionali al proprio modello organizzativo dei servizi e ai propri obiettivi di sviluppo;

- verificare il sistema regionale dei servizi (monitoraggio), con particolare riguardo alla collocazione della divulgazione e alle sue relazioni con gli altri contesti;

- programmare attività di formazione, aggiornamento e riqualificazione, nonché eventuali mobilità delle risorse umane da un profilo all'altro, sulla base di una verifica delle conoscenze teoriche e delle abilità pratiche (competenze) del personale assegnato a ciascun profilo.

Appendice

Glossario

Collaudo:

intervento volto a fornire al divulgatore le informazioni utili a verificare l'applicabilità di una innovazione in un determinato contesto valutandone i risultati sia in riferimento all'ambiente pedoclimatico che alle caratteristiche delle strutture agricole (tipo di impresa, disponibilità di manodopera ecc.)

Competenza:

insieme complesso e articolato di abilità e capacità professionali osservabili e misurabili; capacità di utilizzare conoscenze, di collegarle con altre conoscenze, di applicarle anche al di fuori del contesto in cui esse sono maturate, di arricchirle mediante ulteriori acquisizioni dell'esperienza.

Compito:

descrizione analitica delle attività (o di insiemi di attività) che uno specifico ruolo professionale deve saper svolgere per lo svolgimento delle funzioni e per il raggiungimento degli obiettivi ad esso assegnati nell'ambito di una data organizzazione.

Consulenza all'impresa:

a) segmento del sistema dei servizi di sviluppo agricolo nell'ambito del quale si realizza l'attività del divulgatore.

b) intervento che porta il divulgatore a diretto contatto con l'imprenditore agricolo per fornire consigli e/o soluzioni a problemi tecnici, economici e organizzativi di una specifica struttura aziendale. La consulenza può essere prestata in azienda se è il divulgatore che si muove, in ufficio se è l'imprenditore che va dal tecnico, mediante le moderne tecnologie telematiche che collegano tecnico e imprenditore via cavo telefonico.

Dimostrazione:

iniziativa volta a promuovere l'acquisizione delle innovazioni da parte dell'imprenditore facendone verificare i risultati su prove che riproducono che le condizioni aziendali (campi dimostrativi, prove di tecnica colturale, incontri in piccoli gruppi per una valutazione tecnica ed economica dei risultati conseguiti ecc.).

Formazione e aggiornamento dei divulgatori:

segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale si realizzano attività formative post-scolastiche tendenti a far acquisire a diplomati e laureati in materie agricole le capacità e le competenze necessarie per un loro impiego nella consulenza all'impresa o in un altro dei segmenti del sistema stesso.

Formazione professionale degli agricoltori:

segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale si realizzano attività formative orientate all'accrescimento delle capacità professionali dell'imprenditore agricolo

Funzione:

attività di una componente strutturale di una organizzazione che contribuisce oggettivamente al mantenimento in vita dell'organizzazione stessa o che è necessaria al conseguimento di un particolare obiettivo (le funzioni sono anche dette manifeste quando le conseguenze per l'organizzazione sono intenzionali e riconosciute dagli interessati, latenti quando invece non sono intenzionali né riconosciute.

Indagine:

iniziativa volta allo studio capillare di un fenomeno biologico, produttivo, sociale e/o economico utile a migliorare le conoscenze dei divulgatori per una più corretta programmazione e /o realizzazione degli interventi di divulgazione (analisi terreni, indagine nematologica, analisi della domanda di innovazioni, indagini strutturali ecc.).

Informazione:

a) segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale si realizzano attività volte a collegare il settore agricolo con le fonti di input (dati, notizie, innovazioni ecc.) utili alla migliore realizzazione delle attività agricole.

b) iniziative volte a divulgare fra gli imprenditori agricoli dati e conoscenze relativi alle innovazioni che si stanno diffondendo o ci si propone di diffondere sul territorio in modo da suscitare curiosità e interesse ( convegni, comunicati stampa, trasmissioni radiofoniche ecc.). Possono essere rivolte sia a piccoli gruppi che ad un'utenza molto numerosa.

Integrazione:

condizione o stato variabile di una organizzazione (ma anche di un gruppo, di una collettività o di una società) caratterizzato dalla tendenza e disponibilità degli individui che la compongono a coordinare regolarmente e efficacemente le proprie azioni con quelle degli altri individui che operano a diversi livelli delle stessa organizzazione (integrazione verticale) o in altre organizzazioni collaterali (integrazione orizzontale).

Mansione:

descrizione operativa e puntuale delle singole azioni che, in una determinata organizzazione, sono considerate di pertinenza di un preciso ruolo professionale.

Orientamento commerciale:

segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale si realizzano attività volte ad orientare i produttori agricoli nella scelta dell'indirizzo produttivo prima e nella collocazione delle produzioni dopo. Tali attività vanno dalle informazioni di mercato al marketing.

Orientamento tecnico :

segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale si realizzano attività che collegano la ricerca e la sperimentazione al mondo produttivo con la finalità di diffondere innovazioni. Tali attività vanno dal collaudo alla dimostrazione in campo.

Ricerca e sperimentazione:

segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale viene attivato il processo che dalla conoscenza scientifica passa all'invenzione e infine giunge alla messa a punto di innovazioni applicabili all'impresa.

Nell'ambito della ricerca sono distinguibili due branche principali: la ricerca di base che esamina ed approfondisce gli aspetti generali della conoscenza scientifica e la ricerca applicata che produce l'invenzione, la prima non ha confini settoriali, la seconda si rivolge più direttamente, anche se non in modo esclusivo, a problemi settoriali

La sperimentazione traduce le invenzioni in innovazioni tecnologiche e quindi ha di norma un carattere settoriale.

Ruolo:

insieme delle aspettative che in una organizzazione convergono sul singolo, in quanto egli occupa una determinata posizione riconosciuta nell'ambito della struttura; tali aspettative provengono dagli individui che occupano posizioni collegate a quelle del soggetto ed hanno per esso un carattere esterno, oggettuale e obbligante (a seconda della situazione tali aspettative possono ovviamente essere più o meno soddisfatte).

Servizi tecnici di supporto:

segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale si realizzano attività che hanno per oggetto la produzione e/o il trattamento, generalmente mediante il ricorso a tecnologie avanzate, di dati analitici che, contribuendo all'ampliamento del quadro conoscitivo di riferimento, contribuiscono a razionalizzare le scelte dell'imprenditore agricolo.

Statistica agraria:

segmento del sistema dei servizi nell'ambito del quale sono realizzate attività di raccolta e organizzazione di dati e informazioni relativi al settore agricolo. I dati e le informazioni riguardano tutti gli aspetti caratterizzanti il settore: dal contesto produttivo alla struttura aziendale, dalla situazione contabile ai prezzi di mercato, dai movimenti della popolazione alla condizione lavorativa degli addetti.

Bibliografia

AA.VV., Lo sviluppo del mondo rurale: problemi e politiche, istituzioni e strumenti, SIDEA, Atti del XXXI Convegno di studi, Campobasso 22-24 settembre 1994

AA.VV., Metodologia della divulgazione: il fattore umano nello sviluppo, INEA (Collana di Comunicazione), preprint, Roma, 1995

AA.VV., Servizi per gli scenari di sviluppo dell'agricoltura e del mondo rurale, INEA (Collana di Economia e gestione aziendale), preprint, Roma 1995

Albrecht H., Hoffman V., Criteri per la scelta dei metodi della divulgazione, in AA.VV., op.ci.t., 1995.

CIDA, Profilo professionale e difesa della professionalità del divulgatore, Doc. 270/89/25, Roma, 22 giugno 1989

Commissione Europea, Innotech B4, GCDS, INEA, I servizi in Europa destinati ad aiutare gli agricoltori nelle loro scelte economiche [...], INEA, Roma, 1994

Commissione Europea, Libro bianco su istruzione e formazione. Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva, Bruxelles, 1996.

De Benedictis M., L'assistenza tecnica come investimento pubblico, in Rivista di Politica Agraria, n° 4, 1966.

Giacomini C., Martorana G., L'esperienza di divulgazione agricola in Italia, INEA (Collana Studi e ricerche) - Il Mulino, Bologna, 1994.

INEA, Annuario dell'agricoltura italiana, Roma, edizioni varie

INEA, I servizi di sviluppo agricolo in Italia, Roma, 1994

INEA, Il fabbisogno di supporti didattici per la divulgazione agricola, dattil., Roma, 1991

INEA, Il ruolo dei servizi di sviluppo agricolo nell'Italia meridionale, dattil., Roma, 1993

INEA, Prima valutazione dell'impatto del programma Operativo "Sviluppo della divulgazione agricola", dattil., Roma, 1994

INEA, Riflessioni sul profilo professionale del divulgatore agricolo, dattil., settembre 1993

ISMEA, Problematiche dei servizi di sviluppo agricolo in Italia, Roma, 1993

MAUNDER A.H. (ed.), Manuel de vulgarisation agricole, FAO, Roma, 1977.

Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, Piano Quadro della divulgazione agricola, Direzione generale della produzione agricola, Roma, 1985 (1980)

Ministero delle Risorse Agricole Alimentari e Forestali, Piano Nazionale dei Servizi di sviluppo agricolo, Roma, 1994

Roling N., Extension Science, Cambridge University Press, Cambridge, 1988.

TECNAGRO, L'assistenza tecnica e l'agricoltura italiana, Ministero delle risorse agricole alimentari e forestali, Roma, 1994.

Van Den Ban A.W., Divulgazione agricola e scienza della divulgazione, in AA.VV., op.ci.t., 1995.

La presente proposta di profilo professionale è stata elaborata da un gruppo di lavoro INEA composto da: Carlo Caldarini, Gerardo Delfino, Viola Alberta Delle Piane, Silvana Paparoni, Vincenzo Sequino, Anna Vagnozzi.

La stesura definitiva del documento è stata curata da Carlo Caldarini, Vincenzo Sequino e Anna Vagnozzi

Revisione dei testi: Alessia Fantini

Sintesi delle modifiche apportate

al Profilo professionale del divulgatore agricolo

secondo quanto emerso nella riunione del CoNSeSa dell'8/7/1996

Il giorno 8/7/1996 è stata convocata, da parte dell'Ufficio Strutture della Direzione Generale delle Politiche Comunitarie e Internazionali, una riunione tecnica del CoNSeSa alla quale hanno partecipato rappresentanti di tutte le regioni per proporre modifiche e aggiustamenti alla proposta di profilo professionale presentata dal MiRAAF alle regioni nella precedente riunione del CoNSeSa.

I pareri dei responsabili delle regioni e delle organizzazioni professionali relativi al documento sul profilo professionale del divulgatore agricolo possono essere ricondotti a tre gruppi di considerazioni che vengono di seguito riportati.

1 - L'impostazione generale del documento è stata approvata e condivisa.

In particolare è stata giudicata positiva la proposta di partire dal contesto del sistema dei servizi così come è descritto nell'ambito del Piano nazionale e di costruire una mappa dei compiti incrociando tutti i segmenti del sistema con le funzioni tipiche di un ruolo professionale medio-alto.

2 - L'aggregazione dei compiti del divulgatore in tre sottoinsiemi (le aree di azione, partecipazione, interazione), per ognuno dei quali veniva definito un diverso livello di coinvolgimento, responsabilità e autonomia, è stata giudicata da alcuni troppo rigida rispetto alla situazione organizzativa delle regioni. Secondo questi, il documento dovrebbe soprattutto delimitare i confini dell'operatività del divulgatore per prevenire soprattutto eventuali utilizzazioni improprie da parte del contesto operativo esterno ai servizi.

Nell'ambito dei servizi, invece, una distinzione di utilizzo va fatta sul ruolo operativo che il divulgatore può assumere nell'ambito dell'istituzione che lo impiega, ruolo che può essere operativo (coordinato) oppure di coordinamento. Nel primo caso il divulgatore realizza direttamente l'attività di servizio per la quale viene impiegato, nel secondo caso coordina o partecipa al coordinamento delle attività di servizio svolte da altri. Tale possibilità era stata peraltro già prevista nel Reg. CEE 270/79 con la individuazione del divulgatore direttivo.

3 - D'altra parte alcuni altri partecipanti hanno sollecitato una descrizione più dettagliata e circostanziata dei diversi contesti e dei compiti. Essa fornirebbe un maggior supporto metodologico agli Uffici regionali che hanno la responsabilità di coordinare una materia molto ampia nell'ambito della quale il contingente dei divulgatori si affianca ad altri tecnici preposti a funzioni analoghe. Definizioni più approfondite dei contesti operativi e delle competenze professionali consentirebbero di definire meglio i compiti del divulgatore agricolo, di fornire indicazioni più precise per eventuali attività di aggiornamento e riqualificazione, di individuare gli strumenti più idonei a supportare l'attività di consulenza alle imprese.

Inoltre, nelle regioni in cui la figura professionale del divulgatore non è stata ancora prevista negli organici degli enti, il profilo può essere l'occasione per promuovere il riconoscimento del ruolo e un utile riferimento qualora si volessero individuare compiti e mansioni.

Sulla base di tali considerazioni alla proposta di profilo professionale presentata nell'aprile 1996 sono state apportate le modifiche descritte di seguito.

a - Mappa dei compiti

Viene lasciata a ciascuna Regione la definizione degli specifici contesti operativi del divulgatore e la individuazione dei relativi compiti e delle diverse valenze da dare a ciascun compito in base al modello organizzativo del sistema dei servizi.

E' stato pertanto eliminato il criterio dei colori che delimitavano le aree di azione, di partecipazione e di interazione, nonché i rispettivi diversi livelli di coinvolgimento, responsabilità e autonomia.

Al solo fine di rendere più facile la descrizione del nuovo profilo, è stato inoltre modificato l'ordine dei contesti operativi secondo una modalità più consona alle necessità espositive del nuovo profilo.

b - Le diverse tipologie di impiego dei divulgatori all'interno della mappa sono state delineate sulla base delle strutture e/o istituzioni presso le quali sono occupati e i livelli operativi (di base o di coordinamento) e/o l'ambito territoriale sul quale ricade la loro attività (zona, provincia, regione).

Si tende a mettere in evidenza che, pur non essendoci aggregazioni precostituite fra i compiti della mappa, un divulgatore non può collocarsi con la stessa competenza (e quindi efficacia) sull'intera gamma dei compiti, ma che tale gamma deve essere individuata e circoscritta (area di competenza) sottolineando quali sono le relazioni che il divulgatore ha con i compiti più lontani dal suo ruolo precipuo.

Il passaggio, nel corso dell'iter lavorativo di un divulgatore, da un'area di competenza all'altra è possibile se non addirittura auspicabile, ma presuppone una modifica delle conoscenze teoriche e delle abilità pratiche e quindi un intervento formativo specifico.

Mappa delle competenze

Si propongono tre aree di competenza che prendono in considerazione tre diverse tipologie di strutture e/o istituzioni regionali, quelle preposte alla consulenza, quelle preposte alla formazione e quelle preposte alla informazione,ricerca e sperimentazione per ognuna delle quali vengono indicati le competenze professionalizzanti in termini di contenuto, di livello operativo e di strumenti di lavoro.

Ritorna a " L'attività dell'A.N.D.A."
Ritorna alla Home Page