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Ponte tra i vecchi e i tempi nuovi

 

 

La cittadina di Priolo G. conta poco meno di due secoli di vita, ma nello stesso tempo affonda le sue radici nell’antichità.

Secondo alcuni studiosi ha origini molto antiche e sarebbe legata al Villaggio di Trogylos fondato nel VIII secolo a. C.

"Caratterizzata per la sua forma a cuore, piatta, brulla e spazzata dal vento, è estesa poco più di 1,5 Kmq; appoggiata alla Penisola Magnisi, l’antica Tapsos di cui parlano Tucidite, Virgilio, Ovidio e Stefano di Bisanzio… ...la zona racchiude un insediamento i cui resti sono in grado di illustrare l’evoluzione del processo abitativo nel sito sino al IX secolo a.C.: dalle esprime costruzioni a forma circolare, ovale, o a rettangolo irregolare, ad uno schema in cui prevale invece il rettangolo regolare. Non mancano….ambienti talora riuniti intorno a cortili e separati da una maglia varia, segno di una organizzazione urbanistica sconosciuta in occidente fino a tempi recenti……superati i resti di una batteria contraerei della seconda guerra mondiale, ci si imbatte nella necropoli dell’età del bronzo……con numerose grotte scavate fino in prossimità della battigia…….infine si nota una tozza torre circolare, eretta dagli inglesi intorno al 1806………..Lasciata Magnisi….ci si immette nella carrabile litoranea che, per oltre un Km, fiancheggia a sinistra la vasta zona umida, già sito delle saline ed ora in parte destinata a parco" (dal fascicolo "A Nord di Siracusa; giardini e siti archeologici").

Poi il percorso si addentra tra le recinzioni dei vari complessi industriali, in uno dei quali (EniChem) è rimasta prigioniera la Torre del Fico, manufatto rettangolare di 10 metri di lato, edificato nel tardo ‘600 come posto costiero di avvistamento di possibili scorrerie piratesche e turche.

Nella stessa zona…. tra la recinzione della centrale Enel e la ferrovia si erge sui coltivi l’Aguglia di Marcello ( o di Agosta)………; considerata da alcuni un avanzo del trofeo che Marcello avrebbe eretto dopo la conquista di Siracusa (212 a.C.), è, con maggiore probabilità, un monumento a carattere funerario di età tardo-ellenistica.

La carrabile litoranea attraversa a livello la ferrovia Catania-Siracusa, supera subito dopo la S.P.95 con un cavalcavia e penetra da Via Castel Lentini entro Priolo Gargallo, già frazione di Siracusa e comune autonomo dal 1979" (Idem)

 Il territorio del Comune di Priolo G. è chiuso dai Monti Climiti a Nord e dal mare a Sud. Il feudo, smembrato dalla grande contea di Augusta intorno alla fine del 1300, viene donato alla famiglia De Ala. Passato di proprietà a vari Conti, fu acquistato dalla Famiglia Platamone nel 1580.

Giuseppe Gargallo, che dal 1723 possedeva il feudo in censo, nel 1737 sia per sè che per la sua famiglia ottenne il titolo di Barone di Priolo.

Don Giuseppe Gargallo cominciò a colonizzare le terre del Priolo, e nel 1732 eresse una "Chiesetta" per venire incontro alle esigenze spirituali della popolazione rurale e l’affido’ alle cure del figlio Sacerdote Ignazio.

Al primo Barone successe il figlio Francesco che convolò a nozze per due volte; sposò prima Agata Arezzo da cui ebbe tre figli: Giuseppe II barone di Priolo, Pietro e Domenico diventato poi canonico del Capitolo Metropolitano di Siracusa; da Anna Bonanno ebbe un figlio; Filippo, poi 1° Marchese di Castel Lentini. Non avendo avuto prole nessuno dei figli del primo Matrimonio, entro nel possesso di Priolo Filippo Gargallo che con Isabella Montalto generò il grande Tommaso Gargallo.

Questi ebbe notevoli capacità: fu poeta, traduttore, scrittore, ministro della guerra e della marina; inoltre ottiene dal re Ferdinando 3° nel 1809 di fondare "lo stato feudale di Priolo".

Ma "la legge eversiva del feudalesimo del 1812 trasformò i feudi siciliani in semplici proprietà private liberando i coloni da ogni vincolo loro imposto"( la dimora dei Gargallo a Priolo, di Marco Monterosso).

I Lavori della grande e sontuosa dimora che i Gargallo avevano commissionato al Labisi non furono mai portati a termine. Ai nostri giorni quel grande caseggiato è in stato di manifesto degrado; e nessuno né i privati, né gli enti pubblici o politici sono riusciti a portare al suo antico splendore la sontuosa dimora dei Marchesi Gargallo; viene a far parte del Comune anche la Frazione di S.Focà, già frazione di Melilli.

 

Nel 1813 Priolo diviene frazione di Siracusa fino al 12 Luglio 1979, giorno in cui finalmente dopo lotte varie, aspre e a più riprese che videro impegnati tutti i cittadini, dalla Regione Siciliana ottiene l’autonomia che gli concede di potere sedere a pieno titolo tra i Comuni d’Italia: questa è la più rilevante festività civile.

Il paesino di Priolo G. sino alla fine degli anni ’40 di questo secolo annoverava non più di tremila persone. Oggi, a motivo dell’insediarsi degli stabilimenti industriali (che in parte hanno fatto scomparire la bellezza e l’efficienza della spiaggia di questa zona), il numero degli abitanti è più che quadruplicato.

A livello religioso emergono le Feste in onore dell’Angelo Custode, Patrono del paese, dell’Immacolata Concezione, Patrona della Parrocchia e di S. Giuseppe Operaio, Patrono dell’omonima Parrocchia; vengono celebrate rispettivamente il 2 Ottobre, l’8 Dicembre e il giorno 1 Maggio.

Fa parte integrale del territorio, nella parte bassa del paese, la Basilica di San Focà, del periodo paleocristiano, consacrata nel 348 d.C., con l’annesso Monastero per i 12 Romiti ; la Basilica è a tre navate, con apertura a botte e muri laterali con archi, forse, in origine, aperti. Restaurata, e' stata riaperta al pubblico culto il 14 Dicembre 1985; è facilmente raggiungibile lasciando Via Castel Lentini sulla destra e immettendosi in Via Pentapoli e successivamente nella provinciale per Siracusa, fino all’altezza del distributore Agip; subito sulla destra di questo s’imbocca una stradella che conduce alla chiesa".

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A Nord dell’abitato, sulla via provinciale Priolo-Floridia si trova la Catacomba di Manomozza, resa oggi poco fruibile a causa del tempo, della poca cura e dei vandali; si sta cercando di ripulirla e di riportarla allo stato primitivo.

  Emblema di Priolo Gargallo

 

LE TESTIMONIANZE STORICHE SUL TERRITORIO DI PRIOLO GARGALLO

 

Il tessuto sociale che caratterizza Priolo Gargallo oggi è molto eterogeneo. Infatti alle famiglie pioniere che diedero origine al paese si sono innestati molti dei coloni dell’espansione industriale, "i pulintuna" e le famiglie provenienti dalla Sicilia centrale e dal Messinese. Costoro però, non sentendo propria la terra in cui si sono nutriti, non appena raggiunta l’età pensionistica preferiscono tornare al paese natio (una storia di transumanza umana ). Poco è rimasto quindi del ceppo originario fondatore di Priolo Gargallo. Conseguenza è che la pur poca "memoria storica" del paese si va perdendo.

Poco o niente sanno le nuove generazioni sull’origine storica di Priolo e delle sue tradizioni. In tutto questo si innesta la totale ignoranza sulle testimonianze storiche dei popoli che ci hanno preceduto in questo piccolo lembo di terra un tempo così fertile.

Da questa miscela così nociva, scaturisce il disamore delle nuove generazioni verso il Paese, così largamente diffuso. Testimonianza ne sono gli atti di vandalismo verso i beni comuni, il proliferare di <Circoli Culturali> ( si legge sale da gioco) nel centro storico del paese e tutte quelle che hanno contribuito a tacciare Priolo Gargallo come il paese unni c’è fetu, unni c’è u spacciu, i fimmini facili, etc.

Il territorio di Priolo Gargallo è secondo solo a Siracusa quanto a vestigia storiche. Il territorio di Priolo non è solo ricco di industrie petrolchimiche, di discariche più o meno abusivo, d’inquinamento chimico, petrolchimico, acustico, elettromagnetico, etc., ma anche di testimonianze storiche di grande importanza. Testimonianze preistoriche insistono lungo il torrente Monachella, in contrada S. Francesco, in contrada Balorda, in contrada Mostringiano, in contrada Riuccio; testimonianze dell’età del bronzo sono presenti presso la penisola Magnesi, testimonianze di origine Greco- Romana, Paleocristiana e Cristiana insistono in contrada Specchi, in contrada Girotta (fagocitati dall’allora "Sincat"), in contrada Biggemi; sono presenti in contrada Manomozza, in contrada Sterna nuova, in contrada Scrivilleri.

Testimonianze di epoca più recente, Feudali e Rinascimentali sono presenti un po’ in tutto il territorio.

Non meno importanti sono le bellezze naturalistiche; pochi (per fortuna) sono gli ingrottamenti di origine Carsica nei quali sono presenti formazioni di origine calcarea (stalattiti e stalagmiti) che in un passato non molto lontano è stato oggetto di assalto per turisti con la mania del ricordino.

Provate a visitare una delle tante Cave naturali presenti ai piedi dei Monti Climiti ( per fortuna non tutte distrutte da incendi); là troverete tutte le specie arboree pioniere del nostro territorio e molta della fauna stanziale ( fino a circa gli anni sessanta conigli, lepri e coturnici erano presenti fino alla Pineta).

Alla luce di quanto premesso, è indispensabile che la "memoria storica" del "nostro" territorio non vada perduta, perché solo attraverso la conoscenza può stabilirsi un rapporto "d’amore" con il territorio in cui si vive o in cui si è nati.

Ritroviamo il gusto di "appartenere" e di essere soggetti "attivi" del territorio di questo martoriato Paese.

Auspichiamo, pertanto, che si moltiplichino le conferenze, gli incontri e quanto altro possa essere di giovamento per la conoscenza del territorio del nostro Paese (Storia, tradizioni, flora e fauna). Si suggerisce agli organi scolastici di istruzione principale ( anche con la collaborazione delle Aziende di volontariato) di dedicare( per quanto la Legge lo permette) anche un’ora settimanale alla conoscenza del territorio, perché imparino ad amare e a rispettare quanto di bello esiste nel territorio di Priolo Gargallo.

 

 

Pippo Scaduto