On.Antonio Mereu


 

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Da "La Nuova Sardegna"  Martedì 26 Febbraio 2002

Da "L'Unione Sarda" 28 Febbraio 2002

Da "L'Unione Sarda" 13 Gennaio 2002

Da "La Nuova Sardegna" 12 Marzo 2002


Da "La Nuova Sardegna"  Martedì 26 Febbraio 2002

 CARBONIA
 

A sinistra, scorcio di Calasetta a fianco, il deputato Antonello Mereu


Tabarkino, lingua da salvare
Una proposta di legge per la tutela delle minoranze
ALLA CAMERA Iniziativa di Antonello Mereu


CARBONIA. Cultura tabarkina e tutela delle minoranze linguistiche di Carloforte e Calasetta. Una proposta di legge è stata presentata alla Camera dal deputato della Casa delle libertà, Antonello Mereu, per il pieno riconoscimento dell'originalità culturale e linguistica delle comunità tabarkine della Sardegna. «A oltre 50 anni dall'entrata in vigore della Costituzione Repubblicana - dice Antonello Mereu, illustrando la proposta di legge - solo nel 1999 il parlamento ha dato piena attuazione all'articolo 6 che tutela le minoranze linguistiche. Tuttavia - aggiunge - la legge non ha preso in considerazione tutte le realtà meritevoli di tutela e nell'elenco non è incluso il riconoscimento della lingua tabarkina, parlata da una popolazione di circa 10mila abitanti».
Una varietà culturale e linguistica, quella delle comunità di Carloforte e Calasetta che si è mantenuta - sottolinea Mereu - nettamente differenziata dal resto del contesto sardo, mantenendo l'idioma ligure di origine, importato dalla Tunisia, assimilando a quel modello culturale anche le presenze di altre origini che si sono trasferite successivamente a Carloforte e Calasetta. Un caso - rileva il deputato - forse unico in Italia per la pressoché totale fedeltà alle tradizioni originarie: «Gli statuti comunali dei due centri - rammenta - prevedono l'utilizzo pubblico del tabarkino nelle sedute delle assemblee civiche, inoltre l'utilizzo della lingua è inserito nelle attività didattiche delle scuole materene, elementari e medie. I due Comuni rappresentano - sottolinea Mereu - una minoranza etnico-linguistica storica dotata di una propria precisa peculiarità, riconosciuta anche dalla legge regionale in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico isolano. Ora è necessario - conclude il rappresentante della Casa delle libertà - assicurare un adeguato, anche se tardivo, riconoscimento alle due comunità e in questo senso si muove il progetto di legge che ho presentato nei giorni scorsi, che prevede la ratifica e l'esecuzione della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992 a tutela della minoranza linguistica tabarkina in Sardegna».
 

Da "L'Unione Sarda" 28 Febbraio 2002

Una proposta di legge per tutelare la cultura tabarchina

CARLOFORTe Una proposta di legge per la tutela della cultura “tabarchina” e delle minoranze linguistiche di Calasetta e Carloforte. È stata presentata nei giorni scorsi, alla Camera, dal deputato della Cdl, Antonello Mereu. «Ad oltre 50 anni dall’entrata in vigore della Costituzione repubblicana», si legge in un comunicato stampa dello stesso deputato, «solo nel 1999, con la legge 482, il parlamento ha dato piena attuazione all’articolo 6 per la tutela le minoranze linguistiche». Ma la stessa legge non annovera, purtroppo, tra le minoranze linguistiche, la lingua tabarchina (idioma ligure di origine, importato dalla Tunisia), nettamente differenziata dal resto della Sardegna, parlata e custodita gelosamente a Carloforte e Calasetta da circa diecimila abitanti. Proprio nei due Comuni, è previsto l’uso del “tabarchino” per le sedute consiliari e non sono pochi, nelle scuole, i percorsi didattici scolastici basati su di esso. (m. f.)

Da "L'Unione Sarda" 13 Gennaio 2002

Prorogato per un anno l’assegno ai lavoratori

Portovesme Un 2002 più tranquillo per i 250 lavoratori dell’ex Dco dell’Enel, ai quali è stata estesa la durata della mobilità. Grazie al decisivo intervento, in sede di Finanziaria, del deputato del Ccd Antonello Mereu, i lavoratori edili e metalmeccanici in mobilità dalla fine dei lavori di costruzione del desolforatore e denitrificatore della centrale Sulcis di Portovesme, potranno godere di questa copertura sociale fino a tutto l’anno 2002.
La mobilità dei lavoratori risale al 1996. In quell’anno, con la fine dei lavori di costruzione e montaggio alla centrale termoelettrica, furono messi in mobilità tutti i 250 operai, con l’accordo sindacale di venire poi assunti, non appena sarebbero iniziati i lavori di costruzione del nuovo gruppo termoelettrico. Ma l’ammortizzatore sociale costituito dalla mobilità scadeva nel 2001.Così, sono iniziate le proteste. Prima i circa ottanta lavoratori edili hanno bloccato i cancelli della centrale Enel, poi tutti i 250 hanno protestato davanti ai parcheggi della centrale. Il parlamentare Antonello Mereu ha presentato a fine dicembre, un emendamento in Finanziaria in cui ha chiesto i soldi per estendere la mobilità a tutti i 250 lavoratori dell’ex Dco. Una misura, come sottolineato dal deputato, necessaria fino all’inizio dei lavori del nuovo gruppo termoelettrico Enel. Lavori di montaggio (quelli di costruzione sono stati già stati avviati ed affidati in buona parte fuori dalla Sardegna) previsti solamente a fine primavera. A quel punto, come stabilito nel protocollo d’intesa tra Enel ed organizzazioni sindacali, saranno assunti tutti i 250 lavoratori in mobilità.

Pierluigi Bacchis

 

 

 

Da "La Nuova Sardegna"  Martedì 13 Marzo 2002

CARBONIA
 

All'oratorio tra cultura e calci al pallone
Proposta di legge per potenziare strutture
che rivestono un importante ruolo sociale


CARBONIA. Verso il riconoscimento del ruolo sociale degli oratori parrocchiali. C'è una proposta di legge di deputati del Ccd, fra i quali Antonello Mereu, che ha l'obiettivo di valorizzare la funzione esercitata nel campo dell'educazione giovanile, dagli oratori di tutta Italia. Sinora queste istituzioni avevano ricevuto un riconoscimento solo parziale, legato soprattutto ad alcuni aspetti di carattere fiscale. La proposta di legge intende favorire una nuova collaborazione fra le Regioni e le diocesi per avviare un progetto che preveda il potenziamento dell'attività degli oratori.
Sino agli anni ottanta l'oratorio ha svolto un ruolo fondamentale nel processo educativo giovanile e, in senso più lato, anche come occasione di aggregazione sociale. Questa funzione è poi venuta meno sia in campo religioso che in un contesto prettamente laico. I motivi sono tanti, dai cambiamenti sociali che hanno affidato ad altre Istituzioni molti di questi compiti sino alle trasformazioni in atto nelle diverse parrocchie che hanno portato ad un ridimensionamento delle attività. Oggi si cerca di recuperare questa importante Istituzione: «C'è la necessità di un riconoscimento legislativo più ampio, che affidi agli oratori compiti istituzionali nell'ambito del ruolo e dell'azione che essi hanno sempre svolto - spiega, Antonello Mereu, deputato del Ccd - si tratta di una presa d'atto dell'azione esercitata nei settori più diversi, che non si limita ad attività esclusivamente religiose. Gli oratori parrocchiali hanno sempre rappresentato un momento di aggregazione, di formazione e di crescita sociale. Con questa proposta di legge si è ritenuto di affidare loro compiti di grande rilievo formativo ed educativo. Gli oratori, se adeguatamente sostenuti, possono svolgere un ruolo decisivo per ridurre le aree del disagio sociale ed aiutare i più deboli, che spesso vengono esclusi dal cambiamento e dal progresso, favorendo l'integrazione degli stranieri di prima e seconda generazione, valorizzando le capacità degli individui, diffondendo il volontariato sociale». La proposta di legge, che sarà discussa entro il prossimo mese, intende favorire la collaborazione fra le Regioni e le diocesi per l'avvio di un confronto e per l'individuazione di alcuni obiettivi, come: lo sviluppo della crescita dei minori e la prevenzione delle varie forme di disagio sociale, la predisposizione di programmi educativi e formativi. Gli oratori dovranno così essere supportati con i finanziamenti regionali per far fronte alle necessità di tipo economico che essi avvertono nello svolgimento delle loro funzioni: «L'aiuto dovrà essere finalizzato sia al sostegno dell'attività religiosa - aggiunge Mereu - sia alla realizzazione della funzione sociale, educativa e formativa verso quei giovani che negli oratori vivono una fase importantissima della loro vita affettiva e comunitaria. Sino ad oggi gli oratori hanno avuto un riconoscimento giuridico solo nella legislazione fiscale (sono equiparati agli edifici di culto)».