Appunti Charles Baudelaire

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Appunti Charles Baudelaire
Charles Baudelaire nacque nel 1821, a Parigi, dal secondo matrimonio dell'ormai sessantaduenne Joseph-Francois, funzionario al Senato, con la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays. A sei anni era già orfano di padre. Nel 1833 entrò in un Collège per volontà del patrigno, Ma poi la vita sregolata e gli ambienti frequentati convinsero il patrigno a farlo imbarcare. I debiti, da cui Baudelaire fu afflitto per tutta la vita, indussero il patrigno a riunire un consiglio di famiglia per affidare il suo patrimonio a un notaio. L'anno dopo Baudelaire tentò il suicidio, poi uscirono le sue prime critiche d'arte e le sue prime poesie.
Nel 1848 partecipò ai moti rivoluzionari di Parigi. Nel 1857 publico I fiori del male, raccolta che comprendeva cento poesie.Dopo qualche mese l'opera fu sequestrata e l'editore e l'autore accusati di pubblicazione oscena. Il processo si concluse con pene pecuniarie e con la censura di sei poesie.Tentò nuovamente il suicidio nel 1861. Malato, egli cercò nell'hashish, nell'oppio, nell'alcol, il sollievo alla malattia che dopo la lunga agonia della paralisi, lo uccise..

La Poesia di Baudelaire

L'opera di Baudelaire, che avvertì la crisi irreversibile della società del suo tempo, è varia e complessa.,
Baudelaire non appartenne a nessuna scuola, fu indipendente, nonostante la sua poesia derivi direttamente dal romanticismo. Sebbene i sentimenti che lo ispirarono fossero puramente romantici, seppe esprimerli in una forma nuova, attraverso dei simboli che riflettevano le sensazioni del mondo inconscio.
Fu il poeta della città pervertita, dei vizi e delle miserie degli uomini, ma anche la ricerca ansiosa dell'ideale, il desiderio e la paura della morte, la fuga dalla vita monotona e normale, la complessità e le contraddizioni dell'uomo, furono temi ricorrenti della sua poesia.
Il poeta, scrive Baudelaire, è come l'albatro. L'albatro domina col suo volo gli spazi ampi: le sue grandi ali lo rendono regnante nel cielo ma se gli capita di essere catturato dai marinai si muove goffo e impacciato sul ponte della nave e diventa oggetto di scherzi e di disprezzo; e sono proprio le grandi ali che lo impacciano nel muoversi a terra.
Anche il poeta è abituato alle grandi solitudini e alle grandi profondità delle tempeste interiori e in queste dimensioni domina sovrano; anche lui come l'albatro può sembrare goffo e impacciato nella realtà quotidiana, nella quale non si muove a suo agio. Il poeta insomma ha il dominio della realtà fantastica, ma nella realtà quotidiana è un incapace e riceve l'incomprensione e il disprezzo degli uomini, esattamente come accade all'albatro.

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