1997
CRIMINALITA': |
PREVENZIONE E CONTROLLO DEMOCRATICO DEL TERRITORIO |
INCONTRO-DIBATTITO |
Introduzione di Antonio Gadaleta - Coordinatore Consulta di Quartiere Picone-Poggiofranco "Pietro Leonida Laforgia" |
Presiede : Carlo Paolini - Coordinatore Cittadino del Centro di Iniziativa Democratica L'ARCA |
Interventi di :
Alberto Carone - Giudice di Pace
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La lotta alla criminalità si sostanzia non solo attraverso il controllo democratico del territorio, ma soprattutto con azioni coordinate di prevenzione della devianza minorile, di ricostruzione del tessuto urbano attraverso anche la riqualificazione degli spazi collettivi e di intere zone della città. |
I singoli interventi riguardanti i minori, i giovani, il cittadino che è "costretto" a delinquere devono necessariamente essere collocati organicamente all'interno di realistici progetti di sviluppo economico, sociale e culturale di ciascun quartiere e dell'intero territorio urbano. |
Con forza è stato rigettato l'ordine del giorno approvato lo scorso otto settembre dalla maggioranza di centro-destra del Consiglio Comunale di Bari che ha ritenuto responsabili dell'incremento della criminalità gli albanesi rifugiatisi nella città, piuttosto che nella latitanza della politica cittadina a saper affrontare con coraggio le origini di tanta criminalità dilagante. |
Occorre rilanciare lo spirito dell'art. 1 dello Statuto Comunale: |
" La città di Bari è una comunità aperta a uomini e donne non residenti, di diversa cittadinanza e apolidi. Approdo di traffici e di incontri mediterranei, Bari ha la vocazione di legare civiltà, religioni e culture diverse, in particolare quella del Levante con quella continentale" . |
E' in questa visione della città che va inquadrato il riconoscimento di Bari quale città di frontiera che pone gli interventi di natura economica al servizio di politiche sociali di cittadinanza attiva privando l'industria criminosa di manodopera, composta soprattutto da disoccupati e da famiglie strangolate dall'usura. |