2000
APPROVATO IL TERZO P.P.A. |
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5 dicembre 2000: il Consiglio Comunale di Bari ha approvato il Terzo
P.P.A., inviato subito dopo alla Procura della
Repubblica e alla Corte dei Conti. |
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P.P.A.
è una sigla che indica il Programma Pluriennale di Attuazione del
Piano Regolatore Generale (P.R.G.) della città, che risale al lontano
1976 sulla base di un’elaborazione degli anni ’60: esso prevedeva per
Bari uno sviluppo demografico rivelatosi
successivamente sovradimensionato;
infatti il Piano Regolatore Generale era stato pensato per una
città che, in pieno sviluppo urbanistico, prevedeva di superare
abbondantemente i 400.000 abitanti; tale previsione non si è
realizzata in quanto già nel 1981 gli abitanti erano 370.000
e nel censimento del 1991 la città
ne aveva perduti altri
trentamila. |
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La maggioranza di centro-destra del Comune di Bari ha approvato un piano che prevede - nel quinquennio 1999-2003, prorogato con l’atto consiliare al 2004 – la costruzione di circa 32.000 nuovi vani, pari a circa 3 milioni di metri cubi di volumetria: tutto ciò in controtendenza rispetto alla mutata situazione demografica e socio-economica della città degli ultimi decenni. |
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Se
già nel 1991 - con una popolazione residente
di 342.000 abitanti - si registrava un dato statistico di 442.000
stanze occupate, con una media pro-capite fin da allora elevata, appare
evidente il non-senso delle decisioni prese con l’approvazione
dell’attuale P.P.A.. |
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Oggi,
di
fronte ad un ulteriore decremento della
popolazione - siamo scesi infatti a circa
331.000 abitanti residenti – “il partito del mattone”
prevede l’incremento di 32.000
nuovi vani! Appare evidente che il
P.P.A. non risponde alle attuali esigenze sociali di sviluppo sostenibile
della città. |
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Infatti quando fu concepito il Piano Regolatore
della città, Bari contava 11.000 ettari di terre verdi e fertili; con
l’approvazione di questo P.P.A. il 75% di quel territorio risulterebbe
edificato e coperto. Che cosa lasciamo alle generazioni future? |
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Non si vuole "progettare" ed “immaginare collettivamente” un futuro diverso per la nostra città ed il suo territorio, rilanciando una pianificazione urbanistica che risponda ai bisogni reali dei suoi abitanti. Più che costruire nuovi vani Bari ha bisogno di fermare il degrado delle periferie e di recuperare le numerose aree dismesse, di riqualificare tutto il suo centro storico conservando i suoi abitanti, bonificando i tradizionali quartieri non periferici come il quartiere Libertà, valorizzando l’habitat originario, riportando in città tanti cittadini che ne sono stati espulsi. |
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Secondo noi, appare basilare la riconsiderazione del vecchio Piano regolatore secondo il principio " meno cemento, più verde e più spazi collettivi di vita sociale". |
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Fare la scelta del controllo dei processi 'spontanei' di cementificazione significa quindi avviare una sostanziale politica di recupero ambientale attraverso il riuso, la ristrutturazione, la riscoperta delle piazze (non soltanto per le feste di capodanno) e dei palazzi dei quartieri storici della città. |
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Bari ha già dato esempio in passato di come una città perde la propria identità (che è sempre anche 'storica'), distruggendo progressivamente l'habitat del proprio passato: alludiamo alle distruzioni avvenute nel borgo murattiano, come ben documenta un libro pubblicato nel 1984 dalla Edipuglia: “Bari 1950-1980 La guerra dei trent’anni” a cura dell’ADIRT Associaz. per la Difesa degli Insediamenti Rupestri e del Territorio. |
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Il P.P.A. è stato
votato con n. 26 voti a favore e 8 contrari. |
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Secondo gli atti
consiliari al momento della votazione
erano presenti in aula con il Sindaco Simone Di Cagno Abbrescia i seguenti
consiglieri comunali: |
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1)
Amoruso
14)
Lapadula
27) De Candia 2)
Anaclerio
15) Lioce
28) Abbaticchio 3)
Barattolo 16)
Magnisi
29) Stefanì 4)
Bratta 17)
Meleleo 30)
Di Cagno 5)
Ciracì
18) Monteleone 31)
Tatarella 6)
De Martino 19)
Pasculli 32) Pannarale 7)
De Santis 20)
Raspatelli 33)
Boffoli 8)
Diomede 21)
Terlizzi
34) Volpicella 9)
Di Staso 22)
Varcaccio
35) Ventrella 10)
Finocchio
23) Mari
36) Posca 11)
Fusaro 24)
Benedetto
12)
Giannini 25)
De Carne 13)
Gonnella 26)
Radogna |
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Hanno votato NO all'approvazione del P.P.A. : |
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I
Democratici di Sinistra : 1)
Ludovico ABBATICCHIO 2)
Giuseppe DE CARNE 3)
Giovanni GIANNINI 4)
Giancarlo LAPADULA 5)
Tommaso LIOCE 6)
Emanuele PASCULLI |
I
Democratici: 7)
Vincenzo DE CANDIA 8)
Matteo MAGNISI
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Al momento della votazione risultavano ASSENTI i seguenti consiglieri comunali: |
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1)
Michele CARBONARA 2)
Ugo LORUSSO 3)
Angelo PUGLIESE 4)
Vitantonio LAPENNA 5)
Aldo CARABELLESE 6)
Antonio DI MATTEO 7)
Maria MAUGERI 8)
Giorgio OTRANTO 9)
Pasquale DI RELLA 10) Giuseppe VACCA |
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Il giorno 13 dicembre 2000
il Presidente del Consiglio Comunale ha inviato gli atti consiliari alla
Procura della Repubblica di Bari a seguito di notizie apparse sulla stampa
locale e nazionale su possibili transazioni immobiliari avvenute - a quanto
sembra - in maniera illecita nel periodo antecedente l’approvazione del
P.P.A.. |
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A denunciare il presunto giro
illecito di danaro “sporco” per
l’acquisto - in contanti! - di terreni (valutati anche per alcuni
miliardi!) inseriti nello sfruttamento edilizio del territorio previsto
dal P.P.A approvato, era stato l’ing. E. Picone, attuale consulente
del Sindaco, già assessore comunale della precedente giunta di
centro-destra e già noto esponente negli anni scorsi del Partito
Comunista Italiano, in cui aveva ricoperto incarichi istituzionali ad alto
livello. |
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Il giorno 23 dicembre 2000 i
consiglieri comunali di opposizione dei gruppi Democratici di Sinistra, Popolari, Democratici,
Rifondazione Comunista e Verdi hanno
infine inviato gli atti consiliari alla CORTE DEI CONTI
per segnalare il deficit del Bilancio economico-finanziario del
P.P.A. che - non essendo stati evidenziati i relativi impegni nei capitoli
di spesa e le modalità di copertura – ammonterebbe, all’atto
dell’adozione del provvedimento, a 62 miliardi circa! |
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Tale invio alla Corte dei Conti è stato motivato anche dai possibili risvolti di danno erariale conseguenti alle possibili ipotesi di reato al vaglio della Procura della Repubblica. |