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NEL QUARTIERE

LA CREATIVITA' GIOVANILE

Il problema dello sviluppo artistico e culturale nella nostra città si inserisce a pieno titolo nel tema delle politiche giovanili.
Esiste un Assessorato alle politiche giovanili , ma si limita a sostenere con poche risorse ora un progetto ora un altro dei tanti che vengono presentati, usando criteri selettivi non proprio chiari.
Tutte le iniziative culturali prese da questa Amministrazione Comunale (ma anche,ahimé, da quella Provinciale), sono verticistiche: la biblioteca che si trasferisce a Santa Teresa dei Maschi o l’albergo delle Nazioni che diventa  museo, la stagione lirica, la stagione di prosa, ecc. che incidenza riescono ad avere sull’esigenza di partecipazione attiva dei giovani delle periferie?
Che cosa sanno gli amministratori delle esigenze dei giovani, di quello che vorrebbero, di quello che si muove o meglio muore nei quartieri?

Sarebbe utilissimo un lavoro di ricognizione delle tante associazioni giovanili, delle tante attività che i giovani svolgono in maniera spontaneistica, delle tante adesioni alle scuole di teatro, di musica, alla costituzione di band musicali, alle iniziative che si creano e si disfano intorno all’interesse per il cinema.
Non è un lavoro facile né di breve durata, ma credo sia indispensabile per uscire dal verticismo autogratificante di questi amministratori  e per stimolare  la partecipazione dei cittadini.
Le circoscrizioni, che pure hanno avuto in questi ultimi anni parecchio denaro disponibile, lo hanno sprecato in attività pasticciate, di carattere populistico o clientelistico e sicuramente senza alcuna progettualità.
Tutti gli spazi comunali potrebbero essere utilizzati , quartiere per quartiere, per organizzare progetti sui quali aggregare la creatività giovanile , facendo però molta attenzione ad evitare lo squallore che troppo spesso prevale nei pochi ambienti disponibili nei quartieri per attività culturali.

Spesso basta eliminare l’illuminazione a neon, aggiungere una tenda, appendere quadri o foto perché un ambiente diventi gradevole ed accogliente ed i giovani delle periferie non si sentano trattati come cittadini di serie c.
Ed è necessario progettare, avere un obiettivo alto e sociale, non basta sentirsi a posto con la coscienza  svolgendo  attività qualsiasi, preparate quasi di malavoglia.
Quanto può costare ad una circoscrizione bandire un concorso letterario , o fotografico o musicale o teatrale?

Sicuramente meno di quei terrificanti  cartelloni  che bruciano tanto denaro in poche inutili serate.
Quanti giovani baresi sono coinvolti o interessati al premio letterario nazionale Tatarella?
Certo, per svolgere questo lavoro sono necessarie competenze che non sempre i consiglieri hanno, ma potrebbero servirsi di collaboratori esterni, do professori, di professionisti delle varie arti.
Come convincere le circoscrizioni ad accollarsi questo lavoro?
Forse con incentivi economici da parte del Consiglio Comunale e magari se qualche circoscrizione comincia a muoversi in maniera più costruttiva scatta il meccanismo dell’emulazione.
Se, per esempio, il comune mettesse a disposizione dei tanti giovani che oggi si occupano di cortometraggi, uno studio tecnico che faccia risparmiare sui costi di montaggio?
Se ci fossero spazi a disposizione per suonare o per fare teatro, magari con un fitto simbolico?
Che sviluppo artistico- culturale e quindi civile ci può essere in una città che pensa solo agli eventi  di cui possono usufruire ( e solo come spettatori) solo due o tremila persone?

Le tante associazioni culturali che nascono e languiscono sono l’espressione di un bisogno di aggregazione, di comunicazione. 
E’ sufficiente fornire ai giovani ristoranti e pub sia pure nei vicoli suggestivi di Bari vecchia?
Certo non è facile ripensare la città da questo punto di vista anche perché non abbiamo storia in queste iniziative, ma se vogliamo pensare ad un progetto che significhi veramente cambiamento non possiamo non occuparci della cultura, dell’arte e dei giovani.
Esiste poi il problema dei contributi comunali e provinciali alle compagnie di prosa e ai gruppi musicali.

Il comune ha un regolamento sulla cui applicazione si può discutere e si discute infatti con l’opposizione,la Provincia non ha regolamento, non esistono regole o criteri chiari da seguire per accedere a contributi da parte di chi si occupa di teatro,tutto è affidato,diciamo così,alla fortuna che un progetto presentato piaccia o no ai vertici dell’amministrazione provinciale.

dallo StatutoComunale

Art. 36 Associazionismo

Il Comune, al fine di assicurare la partecipazione dei cittadini all’amministrazione dell’Ente, favorisce le forme associative che, senza fini di lucro, operano sul territorio nei vari settori di rilevanza sociale.

La Giunta procede a registrare, su istanza di parte, le associazioni attive in ambito urbano.

Una volta registrate, le associazioni, destinatarie dei contributi, sono tenute a presentare annualmente il loro bilancio.

Il Comune, con apposito regolamento, determina i criteri di assegnazione alle associazioni che fanno richiesta di contributi economici, strutture, beni, servizi e spazi pubblici.

Annualmente il Comune rende pubblico l’elenco delle associazioni che hanno fruito delle agevolazioni anzidette con specificazione delle stesse. Le associazioni potranno essere consultate sulle iniziative comunali relative Al settore in cui le stesse operano o sono competenti.

 

Ma questi sono grossi problemi sui quali sarebbe necessario un approfondimento a parte.

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