Checchino dal 1887 |
Nella Capitale questo è il locale più famoso per la classica cucina romana.
Già dal 1870 negli stessi locali dove ora sorge il ristorante, gli antenati dei Mariani gestivano una rivendita di vini, la cui cantina era situata nelle famose grotte di Testaccio. Il 1887 è lanno in cui Lorenzo e Clorinda, i giovani gestori del locale, ottengono la licenza di modificare lattività in osteria con cucina dando così vita al ristorante che doveva improntare la vita della famiglia per decenni a venire. Proprio sulla piazza antistante il locale fu costruito il nuovo mattatoio e fu proprio grazie a questo che lantica osteria si impose come trattoria. Infatti i vaccinari presero labitudine di portare a cucinare qui le parti della bestia che ricevevano come compenso integrativo della paga, il quinto quarto corrispondente alla testa, frattaglie e coda. Si cucinavano animelle, cervello, schienali, trippa; nacquero il padellotto, i rigatoni con la pajata, la coda alla vaccinara, linsalata di zampe. Inizialmente coda e testa venivano usate per fare il brodo, un brodo gustoso, ma molto carico di sapore e scuro data leccessiva concentrazione di sangue nelle carni. La Sora Ferminia (figlia di Lorenzo e Clorinda), prendendo spunto dallo stufatino con il sedano, usò questi semplici ingredienti per creare un nuovo e pregiatissimo piatto: la famosa coda alla vaccinara, preparata assieme ai "gaffi", cioè le guance dellanimale. Nel 1927 il figlio di Ferminia, Francesco, che tutti chiamavano Checchino, restaurò il locale dandogli il suo nome unito alla data di nascita della licenza. Dei suoi 5 figli solo Sergio segue le orme paterne e, dopo la sua prematura scomparsa, la moglie Ninetta coadiuvata dai figli Elio e Francesco si è attivamente impegnata nella gestione del locale per salvare la tradizione familiare e gastronomica. Una fornitissima cantina offre una selezione di 400 vini provenienti da tutto il mondo. |
|