Bozza di Progetto

 “Asino del Pollino”  

 Premessa

L’Asino (Equus asinus) è, tra le grandi specie domestiche, quella che maggiormente ha subito negativamente lo sviluppo della moderna agricoltura. Mentre nelle altre specie domestiche si è assistito ad una riduzione della variabilità genetica con la perdita di alcune razze, l’Asino ha subito un calo di popolazione generale con il rischio di estinzione totale delle razze Italiane. Se sono ormai scomparse alcune razze come la “PANTESCA” le popolazioni residue delle altre razze sono fortemente ridotte.

Si rende quindi necessario un lavoro di ricostruzione e mantenimento di nuclei rappresentativi delle razze e popolazioni autoctone di questo animale.

Data la scarsa possibilità di sfruttamento economico dello stesso, è necessario un intervento pubblico anche se non sono da escludere alcune possibilità come: Agriturismo, Ippoterapia, produzione di muli, carne. Inoltre bisogna aggiungere che l’elevata frugalità di questa specie si traduce in bassissimi costi di allevamento che potrebbe essere condotto allo stato brado o semibrado.          

Obiettivi e finalità del progetto

1.      Contribuire alla conservazione della specie;

2.      Mantenere un elevato numero di capi geneticamenti polimorfi al fine di evitare derive genetiche della specie;

3.      Salvaguardare la popolazione autoctona del Massiccio del Pollino

4.      Realizzare una razza riconosciuta  di “Asino del Pollino”;

5.      Promuovere iniziative socio-culturali per la valorizzazione dell’Asino;

6.      Promuovere la rinascita di un mercato dell’Asino;

7.      Realizzare una mostra permanente dell’asino. 

Individuazione competenze, interventi pubblici e privati, partner.

Il progetto dovrebbe essere gestito da un soggetto privato (cooperativa agricola o di servizi, Azienda agricola) con l’ausilio di tecnici (agronomo e veterinario).

Gli Enti pubblici possono intervenire in diverso modo con finanziamenti e/o supporti logistici. Bisogna verificare la possibilità di finanziamenti della Comunità Europea.

Eventuali altri partner (Università, Aziende, Associazioni animaliste e di equitazione) possono partecipare con consulenze, sponsorizzazioni, volontariato, promozione sostegno “politico”.

Sviluppi economici

Il mercato dell’asino come già accennato è quasi del tutto scomparso. Le prospettive di rivitalizzazione potrebbero essere:

1.   Agriturismo: l’asino svolge una forte attrazione in quanto animale docile, curioso, e ormai raro. La curiosità di adulti e soprattutto bambini verso questo animale è molto forte e potrebbe rappresentare per una azienda agrituristica un elemento “paesaggistico”;

2.   Educazione ambientale: La realizzazione di musei “viventi” dell’agricoltura, Centri di educazione ambientale sull’agricoltura;

3.   Turismo verde: animale da trasporto per trekking a lunga e breve percorrenza per il trasporto di bagagli, di attrezzature scientifiche o di persone; anche in questo caso può rappresentare in sé una attrazione turistica (trekking someggiati) o un mezzo di trasporto per i carichi più ingombrati consentendo un maggior grado di partecipazione a persone con minori capacità fisiche o portatori di handicap; Potrebbe essere lanciata la “transumanza turistica”. Nell’ambito del progetto saranno formati alcuni OTS (OPERATORI TREKKING SOMEGGIATO), esperti nella gestione dei gruppi e nella conduzione degli asini durante i trekking, presso l’AIVAM (Associazione Italiana per la Valorizzazione dell’Asino e del Mulo) di Giaveno (TO).

4.   Ippoterapia: trattasi di una terapia che incontra sempre maggiore consenso considerando che l’approccio emotivo con un animale e l’esercizio fisico da questo indotto nell’individuo portatore di handicap consente notevoli miglioramenti psicomotori. L’asino rispetto al cavallo presenta un carattere più docile e le sue minori dimensioni fisiche consentono un più facile approccio.

5.   Produzione di muli: il mulo come animale da soma può avere ancora un certo interesse ad esempio nelle località dove non sia possibile aprire piste per mezzi meccanici ai fini di esbosco o trasporto di materiale da costruzione come le aree protette.

6.   Carne: il consumo di carne equine ha sicuramente un significato marginale e di nicchia; Attualmente però la perdita di genuinità dei cibi,  il bisogno di variare la dieta e di recuperare vecchie tradizioni gastronomiche e la necessità di non dipendere unicamente dalle carni bovine e suine (vedi mucca pazza), potrebbe riportare in auge il consumo di carne asinina per produrre insaccati e carni fresche.

7.   Il letame: nelle aziende biologiche e per la produzione di funghi. Il letame di ottima qualità degli asini potrebbe avere una certa funzione economica non trascurabile, utilizzando sottoprodotti altrimenti di difficile trattamento (stocchi di mais, paglie) trasformandoli in ottimo concime organico.

Sviluppo del Progetto 

Il progetto prevede uno sviluppo in tre fasi distinte

 PRIMA FASE

Censimento popolazione asinina del  Pollino ed elaborazione dati.

Questa fase ha lo scopo di “misurare”  lo stato della popolazione/razza. In questo modo si potrà ricostruire la popolazione partendo dalla conoscenza del suo attuale pool genetico ed individuare tutti i possibili individui ancora in vita.

1.   Indagine qualitativa (morfologica, bibliografica e storica), per l’individuazione di un fenotipo dell’Asino del  Pollino;

2.   Valutazione consistenza numerica del fenotipo individuato;

3.   Realizzazione di un “database” proprietari/animale;

4.   Ricostruzione genealogica dei capi censiti;

5.   Descrizione etnografica e stato della popolazione.

In questo fase è utile concedere incentivi finanziari ai proprietari di asini al fine di coinvolgerli nel progetto. L’incentivo finanziario potrebbe rimuovere, ad esempio, la resistenza a dare la disponibilità dell’animale a scopo riproduttivo.

 SECONDA FASE

Progettazione incroci

In questa fase tenendo conto della necessità di allargare il pool genetico dell’asino verranno programmati gli incroci.

1.   Individuazione capi fisiologicamente in età fertile e in buone condizioni sanitarie;

2.   Individuazione capi “più lontani” genealogicamente;

3.   Progettazione di un programma di incroci;  

TERZA FASE

Realizzazione di una popolazione base di Asini del  Pollino

In questa fase si realizza una popolazione di individui giovani da mantenere come popolazione base e ufficialmente riconosciuta come appartenente alla razza in questione. Bisogna ottenere il riconoscimento ufficiale di razza dagli Enti preposti.

1.   Acquisto fattrici , stalloni o prole prodotta applicando il punto 3 della terza fase: quando non sarà possibile acquistare gli asini verranno commissionate le nascite, anche attraverso la fecondazione artificiale di individui geneticamente/geograficamente distanti.

2.   Allevamento

3.   Commercializzazione e/o utilizzazione a fini economico/produttivi: l’Ente privato o pubblico può, una volta raggiunta l’entità “obiettivo” dei 50 capi, iniziare la commercializzazione degli esemplari in esubero.

 

Dott. Giuseppe Cosenza

Rotonda, 27 settembre 1999

 

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Testi, grafica e foto di Roberto & Giuseppe Cosenza.
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Aggiornato il: 25-06-01 .