ORTICARIA
CRONICA
da: Aggiornamento Medico, 20, 9:276-280, 1996.
Sabrina Camozzi, Stefano Veraldi.
Istituito di Scienze Dermatologiche, IRCCS, Università
di Milano.
foto da: DermaBank di N.Balato - P.Mulas - E.Vigl |
INTRODUZIONE
L'orticaria cronica è una dermatite infiammatoria, su base
allergica o autoimmunitaria, caratterizzata clinicamente dalla
comparsa di pomfi, quasi sempre accompagnati da prurito. Si differenzia
dall'orticaria acuta, in quanto nuovi pomfi compaiono quotidianamente
per un periodo di almeno 6 settimane.
EPIDEMIOLOGIA
L'orticaria cronica è una malattia molto frequente e costituisce
circa il 25% di tutte le forme di orticaria. Colpisce quasi esclusivamente
gli adulti ed è più frequente nelle femmine.
CLINICA
Il pomfo è la lesione caratteristica dell'orticaria
cronica: si tratta di un elemento rilevato, di colore variabile
dal bianco porcellanaceo al rosa al rosso acceso, con un area
centrale più pallida e lievemente depressa e bordi netti
o sfumati. Il numero delle lesioni è variabile. Non esistono
sedi preferenziali: le lesioni mucose (labbra, lingua, peiglottide)
sono meno0 frequenti rispetto all'orticaria acuta. La forma dei
pomfi è estremamente variabile: possono essere rotondeggianti,
ovalari oppure possono assumere forme bizzarre, da cui il termine
di orticaria "figurata". Anche le dimensioni sono variabili:
da lesioni puntiformi a lesioni di molti centimetri di diametro
(orticaria "gigante). Caratteristica dei pomfi è di
essere temporanei: persistono in genere meno di 48 ore, ma possono
regredire completamente anche pochi minuti dopo la loro comparsa,
senza lasciare esiti. Possono eventualmente residuare le eventuali
lesioni da grattamento, che si presentano solitamente come lesioni
lineari: è infatti quasi sempre presente un prurito più
o meno intenso.
L'orticaria cronica è caratterizzata da fasi di remissione
e di riaccensione che si alternano in modo imprevedibile per mesi
o anni.
EZIOPATOGENESI
Le cause dell'orticaria cronica sono molteplici. Le infezioni
batteriche (soprattutto sotto forma di focolai silenti dal punto
vista clinico), micotiche e virali, le infestazioni da elminti,
alcuni cibi, alcuni farmaci e alcuni allergeni respiratori sono
i fattori che più frequentemente possono indurre l'orticaria
cronica.
L'orticaria è spesso, ma non esclusivamente, una malattia
IgE-mediata. Gli antigeni propri dei fattori sopra indicati si
fissano alle IgE specifiche. L'unione dell'antigene con le IgE,
legate mediante la porzione Fc a un recettore specifico della
membrana dei mastociti e dei basofili, provoca la degranulazione
di queste cellule, che liberano, tra le altre sostanze, istamina.
Queste sostanze determinano una vasodilatazione e un aumento della
permeabilità vasale, che si estrinsecano clinicamente sotto
forma di un pomfo. L'importanza dell'Istamina come principale
mediatore chimico è testimiìoniata da un'aumentata
concentrazione di questa sostanza nel derma in corso di orticaria
e dalla risposta positiva clinica agli antiistaminici anti-recettori
H1. Tuttavia, anche altri mediatori, come le chinine, gli eicosanoidi
e i neuropeptidi, sono implicati nella patogenesi della malattia.
La ricerca delle cause dell'orticaria cronica è purtroppo
molto spesso infruttuosa: nelle diverse casistiche le cause si
scoprono in meno del 15% dei casi: in tutti gli altri pazienti
l'eziologia rimane sconosciuta, da cui il termine di orticaria
cronica "idiopatica".
Recentemente, in pazienti con orticaria cronica idiopatica è
stato individuato un mediatore plasmatico in grado di indurre,
se iniettato sottocute, lesioni pomfoidi anche in individui sani.
Si tratta di un autoanticorpo della classe IgG, con peso molecolare
maggiore di 100.000. Questa immunoglobulina stimola il rilascio
di istamina dai basofili circolanti e dai mastociti cutanei interagendo
con la subunità a del recettore specifico per le IgE (FceRI).
Dal punto di vista clinico, i pazienti con orticaria cronica che
presentano questi autoanticorpi sono indistinguibili da quelli
che non li presentano.
Una conferma della patogenesi autoimunitaria di alcuni casi di
orticaria cronica è testimoniata dalla associazione tra
orticaria cronica e malattie autoimmunitarie della tiroide. In
uno studio condotto su 624 pazienti con orticaria cronica idiopatica,
è stata osservata la presenza di autoanticorpi circolanti
antitiroide nel 15% dei casi, una percentuale significativamente
più elevata rispetto la popolazione generale; circa la
metà di questi pazienti presentava anche sintomi e segni
di sofferenza tiroidea.
ISTOPATOLOGIA
L'esame istologico di un pomfo evidenzia un edema circoscrito
del derma ed un infiltrato infiammatorio costituto prevalentemente
da linfociti (soprattutto T-helper che esprimono antigeni della
classe HLA-DR). Sono inoltre presenti neutrofili, mastociti ed
eosinofili. L'infiltrato può essere diffuso, ma più
frequentemente è perivascolare. L'assenza di alterazioni
delle pareti dei vasi (e quindi di stravasi di eritrociti), di
detriti nucleari e di polvere cromatinica consente di distinguere
istologicamente l'orticaria cronica dalla vasculite orticaroide.
Orticaria
figurata |
Orticaria
figurata |
DIAGNOSI
DIFFERENZIALE
L'orticaria cronica entra in diagnosi differenziale fondamentalmente
con l'angioedema e la vasculite orticarioide.
L'angioedema può essere sospettato se compaioni in modo
acuto pomfi generalmente di grandi dimensioni, con eritema modesto,
edema marcato e persistente e prurito lieve o assente. E' peraltro
da rilevare che in circa la metà dei pazienti orticaria
e angioedema coesistono.
La vasculite orticarioide, conosciuta anche (non correttamente)
come orticaria vasculitica od orticaria-vasculite, è caratterizzata
dalla comparsa di pomfi diffusi, ma in scarso numero, lievemente
eritematosi, di forma spesso bizzarra, che persistono anche oltre
le 48 ore. Il prurito, quando presente, è in genere modesto.
Le manifestazioni cutanee possono essere accompagnate da febbre,
artralgie, mialgie, cefalea, astenia e dolori addominali.
Il lupus eritematoso sitemico, la sindrome di Sjongren e in generale
tutte le connettiviti possono essere preceduti o accompaganti
da un'orticaria cronica. Questa forma non presenta caratteri clinici
diversi rispetto ad un'orticaria cronica "classica".
tuttavia gli esami di laboratorio consentono di porre quasi invariabilmente
la diagnosi di vasculite orticarioide.
Manifestazioni a tipo orticaria cronica si possono osservare anche
nella porpora di Henoch-Schonlein, nella malattia da siero, nelle
crioglobulinemie, nelle leucemie e nei linfomi.
Orticaria
pigmentosa |
Ponfi
puntiformi |
ESAMI
DI LABORATORIO E STRUMENTALI
E'molto importante eseguire un'accurata anamnesi farmacologica,
soprattutto per quanto riguarda l'uso degli anti-infiammatori
non steroidei. Tuttavia, non bisogna dimenticare che numerosi
altri farmaci possono indurre un'orticaria cronica, tra cui alcuni
antibiotici (penicilline, cefalosporine, polimixina, etc.), alcuni
ACE-inibitore, alcuni anestetici, l'adrenalina, la codeina, l'atropina,
la pilocarpina.
Il paziente dovrebbe quindi dovrebbe essere sottoposto ad una
serie di esami di laboratorio e strumentali con lo scopo di cercare
le cause dell'orticaria e le eventuali associazioni con malattie
infettive, autoimmunitarie eneoplastiche.
ESAMI
DI LABORATORIO DA ESEGUIRE NELL'ORTICARIA CRONICA |
SANGUE
Emocromo con formula.
Elettroforesi proteica, immunoglobuline, PRIST, C3, C4.
Indici infiammatori (VES, PCR, mucoproteine totali o alfa-1
glicoproteina acida, RA test, TASLO, titolo anti-stafilolisinico,
fibrinogeno).
Indici epatici (bilirubina totale e frazionata, transaminasi,
gammaGT, ALP, CHE, LDH).
Indici renali (azotemia, creatinina, clearance della creatinina).
Elettroliti (Na, K, Ca, P).
Esami immunologici (ANA, anti-DNA, anti-ENA, immunocomplessi
circolanti, crioglobuline).
Esami ormonali (TSH, T3, T4). Markers tumorali (CEA, alfa-fetoproteina,
PSA, CA 19-9, CA 15-3, ferritina).
HIV, markers virus epatite B e C.
VDRL, TPHA.
Reazione di Wright, reazione di Vidal. |
URINE
Urine, urinocoltura |
FECI
Haemocult, coprocoltura, esame parassitologico |
TAMPONI
faringeo
nasale
auricolare
uretrale
vaginale |
ESAMI
STRUMENTALI DA ESEGUIRE NELL'ORTICARIA CRONICA |
Biopsia
per esame istopatologico e immunofluorescenza diretta.
RX seni paranasali, RX arcate dentarie, RX torace, RX addome.
Ecografia addominale. |
TERAPIA
Come riferito precedentemente, la causa dell'orticaria cronica
è spesso sconosciuta. Nei pazienti in cui l'orticaria è
idiopatica, non è possibile instaurare una terapia mirata,
per cui il trattamento è sintomatico.
Il paziente con orticaria cronica dovrebbe evitare l'uso dei farmaci
sospetti e ridurre o evitare l'assunzione dei cibi ricchi di istamina
o che ne provocano la liberazione.
I farmaci di prima scelta sono gli anti-istaminici anti-H1 e gli
stabilizzatori dei mastociti che, considerati complessivamente,
presentano una buona attività terapeutica ed effetti collaterali
rari, lievi e transitori. In particolare, la sedazione e la sonnolenza
rimangono gli effetti collaterali più frequenti, ma si
osservano più raramente rispetto al passato, quando si
utilizzavano la clorfenamina, la desclorfenamina e l'idrossizina;
ancora più rari sono l'aumento dell'appetito e l'incremento
ponderale.
Il ricorso ai corticosteroidi sistemici è giustificato
quando gli anti-istaminici sono risultati inefficaci dopo un periodo
continuativo di trattamento di 2-3 mesi.
Non esistono a tutt'oggi schemi terapeutici universalmente accettati
sul dosaggio iniziale e sulla durata del trattamento con i corticosteroidi.
Divergenze esistono anche sul cortisonico da usare. Nell'esperienza
degli autori il deflazacort è il cortisonico più
adatto. Il dosaggio iniziale è compreso tra 0.5 e 1 mg/kg/die:
questo dosaggio deve essere ridotto gradualmente, cominciando
quando le manifestazioni cutanee (pomfi e prurito) si sono risolte.
Il farmaco può essere ridotto di circa 15 mg ogni 1-3 settimane,
fino alla sospensione. Un ciclo di trattamento può durare
1-3 mesi. Alcuni autori consigliano di utilizzare il prednisolone
o il prednisone per un periodo di tempo complessivo non superiore
alle 3 settimane. |
Pomfi
Angioedema
periorbitale
Dermatosi
eritemato pomfoide
Orticaria
figurata
Orticaria
pigmentosa:
maculo-papule
Orticaria pigmentosa
Orticaria
figurata con pomfi di forma bizzarra
Orticaria
con pomfi diffusi, di forme e dimensioni variabili. Il centro
delle lesioni è pallido e lievemente depresso; i
bordi sonoeritematosi, netti e rilevati.
Orticaria
figurata
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