DIECI BUONE RAGIONI CONTRO IL FINANZIAMENTO ALLE PRIVATE


Novembre 1998

 

1) In Italia finanziare le scuole private vuol dire sostanzialmente sostenere le scuole cattoliche. Solo la scuola pubblica, essendo laica (non parteggiando cioé per alcuna confessione religiosa) ha la possibilità di assicurare uníeducazione al pluralismo culturale, religioso, ecc. Nelle scuole dichiaratamente di parte (confessionali, confindustriali, lumbard...) i giovani si trovano nellíimpossibilità di confrontarsi con culture diverse, costretti in ghetti culturali. In quelle pubbliche invece gli insegnanti non possono essere selezionati in base alle loro convinzioni religiose ed ideologiche e i programmi, i libri di testo, ecc. non possono propagandare visioni unilaterali. E in effetti nelle scuole pubbliche si vedono prof di tutti i tipi...

2) Vedremo sempre più in futuro anche scuole private, soprattutto di tipo professionale, orientate dalle aziende. Si tratta di un integralismo non meno pericoloso di quello di cui sopra e che vede come obiettivo principale la formazione di giovani che siano buoni "manovali", ma che non abbiano troppi strumenti culturali per ragionare con la propria testa. Non si vede perché dovremmo finanziare scuole che servono solo a far risparmiare alle aziende il tempo di apprendistato.

3) Non difendiamo la scuola pubblica così comíé. È vero che non sempre la scuola pubblica educa alla multiculturalità, lavora per la formazione di un cittadino critico, ecc. Dobbiamo dire però che é più semplice esigerlo da una scuola che dà un servizio che per legge deve essere pubblico, cioé di tutti, che da una scuola privata che invece per statuto ha il fine di una formazione di parte. In parole povere: nella scuola pubblica abbiamo il diritto e il dovere di contestare programmi, insegnamento, ecc.; in una scuola privata invece ci potrebbero rispondere: se non ti va questo programma perché diavolo ti sei iscritto qui?

4) In tutto questo dibattito sulle scuole private i giovani sono trattati come pacchi. Il mondo degli adulti (genitori benpensanti, Chiesa, Confindustria) se li contendono per inculcare loro la propria ideologia. Nessuno ha il diritto di imporre a dei ragazzi un indottrinamento coerente con quello dei genitori. La scuola pubblica può e deve fornire uno spazio di crescita autonoma e critica dello studente.

5) Si dice che i finanziamenti alla scuola privata siano pochi. Pochi non sono, ma certo inferiori in proporzione a quelli alla scuola pubblica. Ma la posta in gioco é uníaltra: si vuole affermare un principio. Una volta riusciti in questo intento chiunque potrà affermare: le scuole private sono equiparate alle pubbliche, e allora perché le finanziate in misura minore?

6) Cíé chi afferma che finanziare le private significa un risparmio da parte dello stato che dovrebbe "mantenere" meno studenti nelle proprie strutture. Si tratta in realtà di un ragionamento al termine del quale cíé la fine dello stato sociale, del contratto cioé secondo il quale, almeno in teoria, alcuni servizi e diritti essenziali sono assicurati a tutti nella stessa misura. Nel campo della scuola quella dinamica porta alla situazione statunitense dove alla scuola pubblica sono state destinate sempre meno risorse, e ci si ritrova oggi con il mondo della scuola diviso in due: le scuole private, costosissime, per le classi agiate, e quelle pubbliche, disastrate, per i figli dei lavoratori. Certo in questo modo lo Stato spende meno, ma le famiglie della classe media spendono di più e quelle della classe lavoratrice hanno una scuola allo sfascio.

7) I cittadini italiani pagano le tasse. Queste vanno ad integrare le disponibilità finanziarie dello Stato, un patrimonio, almeno in teoria, di tutti. Perché mai questi soldi dovrebbero andare a sostenere attività che non riguardano tutti? In soldoni: chi ama tanto le private, se le paghi.

8) La scuola privata deve essere necessariamente autoritaria. Anche quella pubblica può esserlo, e spesso lo é. Ma studenti e lavoratori possono pretendere, visto che la scuola pubblica é in ogni senso cosa loro, che cambi, si democratizzi, e così via. La scuola privata é invece intrinsecamente autoritaria. Deve ad esempio controllare la confessione, il credo e a volte (casi recenti insegnano) anche la vita privata degli insegnanti e decidere anche per il licenziamento. Questa possibilità crea un clima di ossequio e mancanza di senso critico tra i docenti. E per gli studenti non va meglio: o rigano dritto o vengono cacciati fuori senza tanti complimenti. Perché mai coi nostri soldi dovremmo finanziare tutto ciò?

9) Stanno per dare centinaia di miliardi alle private. Ma allora i soldi ci sono! Sono anni che ci raccontano che, a causa del "risanamento finanziario", si rendevano necessari drastici tagli. Se i soldi ci sono allora che vengano investiti nella scuola pubblica per diminuire il numero di allievi per classe, aumentare i laboratori, aggiustare le scuole!

10) Art.33 della Costituzione Italiana: "La Repubblica detta le norme generali sullíistruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo stato."

 

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