Università degli studi di Roma "La Sapienza" prima facoltà di Architettura Ludovico Quaroni,corso di progettazione architettonica assistita IL TERMINAL DI STRASBURGO:ZAHA HADID |
Il progetto per il terminal di Strasburgo ha rappresentato un occasione concreta di verifica di alcune tematiche di ricerca sulla quale Zaha Hadid ha lavorato negli ultimi tempi. Hadid ha iniziato a sperimentare, a partire dalla metà degli anni ottanta,composizioni spaziali, frutto di giustapposizioni,accostamenti e tensioni,tentando di lasciare alle spalle le esperienze compiute studiando la "tradizione del moderno".
Gli esperimenti compiuti intorno alle tematiche della flessibilità e della dinamicità dello spazio,hanno finito così per preludere il progressivo maturare di interessi legati alla questione del rapporto tra l'edificio e i suoi modi di insediarsi. A tal proposito Hadid ha tentato di coniugare le configurazioni dei suoi edifici con le dinamiche dei paesaggi circostanti. In questo progetto per il terminal di Strasburgo,la sovrapposizione e gli intrecci di tessiture diverse mirano a rendere esplicita la ricchezza di visuali che i diversi movimenti che sull'edificio insistono,possono produrre. La struttura corrugata ha trasformato il calcestruzzo in una sorta di tessuto avvolgente,un tappeto tettonico che definisce uno spazio di incontro,protettivo.
La fitta successione di pilastri rende esplicito lo sforzo che il piano avvolgente di copertura ha subito nel distaccarsi dal suolo. Hadid sintetizzando gli spazi del territorio,del paesaggio e gli spazi pubblici coperti,ha fornito una nuova sensazione di "natura artificiale"rendendo incerti i confini tra spazi artificiali e naturali.
Hadid ha così immaginato il suo edificio come risultato di una ibridazione di spazi,non più concepiti come mere espressioni di rigide esigenze funzionali,ma quali risultati dell'intensità e delle implicazioni del movimento immaginato come una continua navigazione.
Proprio partendo da questo importante concetto,abbiamo deciso di scegliere questa come un efficiente opera di riferimento per il nostro lavoro di ricerca sul lungo Tevere,infatti come l'Hadid anche noi ci riproponiamo la creazione di un oggetto che non si contrapponga all'esistente,ma che in maniera fluidamente dinamica si relazioni con esso seguendone le configurazioni fisico-naturali.
Tutto questo sarà chiaramente leggibile in pianta,come per il terminal cosi ,il nostro spazio come quello dell'Hadid sarà uno spazio attraversabile in tutte le direzione.