GIOVANNI MARIA ANGJOY                                  
 

Giudice della Reale Udienza

Nato a Bono il 21 Ottobre 1751, studia a Sassari nel collegio Canopoleno e consegue il Magistero di Filosofia ed Arti nella Università di Sassari il 29 Luglio 1767.Angioy_lightyellow.jpg (91027 byte)

Si trasferisce a Cagliari dove consegue la laurea in Utroque Jure nel 1771 e nel 1773 vince il concorso per la cattedra di Istituzioni Civili.

Nel 1780 entra a far parte della reale cancelleria.

Intraprende attività di tipo bancario (concedendo prestiti ad artigiani, agricoltori e commercianti per sviluppare le loro attività), di tipo agricolo (introduce in Sardegna la coltivazione del cotone cubano) e di tipo industriale con la creazione di una fabbrica di "Berrette".

Diventa capo del partito Democratico (che si oppone allo strapotere dei feudatari) e nella sua casa si riunisce uno dei quattro "Club dei Giacobini" esistenti a Cagliari.

Con il suo partito sostiene la rivendicazione dei diritti autonomistici dei sardi, risalenti al trattato di Londra del 1718 ed ignorati dai re sabaudi

 ed una maggiore influenza nei confronti del viceré e del governo centrale per le decisioni riguardanti la Sardegna. Fa proprie anche le rivendicazioni delle popolazioni della campagna vessate dai baroni e dai loro agenti e propugna l'eliminazione delle strutture feudali.

L'azione dell'Angioy e dei suoi amici provoca la reazione dei feudatari che, con a capo il governatore del capo di sopra Santuccio, tentano di dividere la Sardegna in due parti amministrativamente separate.

Il 23 Ottobre 1794, il viceré di Sardegna emana un pregone che sconfessa il Santuccio e ne affida la diffusione ai notai Francesco Cilocco ed Antioco Manca amici dell'Angioy.

La missione dei delegati si conclude con l'assedio e la occupazione di Sassari roccaforte della parte più reazionaria dei baroni feudali. I moti antifeudali però continuano provocando grandi tensioni in tutto il Nord della Sardegna ed il 3 Febbraio 1796 l'Angioy riceve dagli Stamenti la nomina di Alternos del viceré con l'incarico di rappacificare il Nord dell'isola.

Il 13 Febbraio parte da Cagliari.

Durante il percorso amministra la giustizia e dà efficaci disposizioni per sanare gravissimi abusi e quando arriva a Sassari, il 28 Febbraio, viene acclamato dalla folla che inneggia a lui, alla nazione sarda, alla libertà, alla caduta dei baroni e dell'alto clero.

I baroni feudali, fuggono da Sassari e si rifugiano all'Asinara .

Nel Periodo della sua permanenza a Sassari l’Angioy promulga delle leggi che migliorano le condizioni di vita del popolo, istituisce la milizia urbana e pone le basi per l’abolizione definitiva del sistema feudale: ma il precipitare degli eventi in Piemonte, dove Napoleone aveva costretto gli Austro-piemontesi all’armistizio di Cherasco, lo induce a muoversi con una prospettiva ben più ampia: la proclamazione della Repubblica Sarda.

Il 2 giugno parte da Sassari verso Cagliari con 250 uomini ma, abbandonato da alcuni compagni spaventati dalla piega degli avvenimenti, viene destituito dalla carica di Alternos e contro di lui viene spedito un esercito di 6.500 uomini.

La marcia su Cagliari viene fermata ad Oristano ed egli, messo al bando e costretto a fuggire, si pone in salvo imbarcandosi da Portotorres il 16 Giugno. Sbarcato a Genova, tenta di incontrare Napoleone A Livorno, Bologna, Ferrara e Castiglione per cercare di convincerlo ad intervenire in Sardegna. A Milano incontra il commissario Corso Saliceti ma la pace conclusa con i Savoia, dissuade il Buonaparte, almeno per il momento, dall’impresa. Nel frattempo L’Angioy paga di tasche sue le spese di vitto e di alloggio degli esuli che sono partiti con lui.

Il 10 Novembre 1798 viene convocato dal governo di Torino per giustificarsi delle sue azioni; Egli vi si reca e viene ricevuto il 7 Dicembre. Il suo rapporto viene apprezzato ma, avvertito di una congiura contro la sua vita, scappa dal Piemonte e si rifugia a Genova dove viene accolto con favore. Da questa città tenta di organizzare un corpo di spedizione in Sardegna ma, fallito il tentativo deve rifugiarsi a Marsiglia ed infine, nel Febbraio del 1799 a Parigi.

In questa città, fino alla sua morte, avvenuta il 22 Febbraio 1808, cerca di convincere il governo francese ad aiutare i democratici sardi a liberarsi dai Savoia ed instaurare la Repubblica Sarda.
 
 

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