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Vi proponiamo in questa News delle testimonianze concrete che non profit e scuola possono progettare percorsi innovativi ed efficaci.
La scuola non è soltanto un luogo troppo distante dalla realtà ma può essere un soggetto capace di leggerne i mutamenti profondi e di creare, perciò, le occasioni formative più adeguate; soprattutto la scuola può impegnarsi per recuperare la sua più profonda funzione socio-educativa grazie anche all'incontro con il mondo dell'associazionismo sociale e del volontariato.
Speriamo di contribuire a stimolare la nascita di tante sperimentazioni interessanti come quelle che qui vi raccontiamo.

Volontariato a scuola
Verso la costruzione di nuovi rapporti

Il vento riformatore che da qualche anno soffia sulla pubblica amministrazione del nostro Paese ha investito finalmente la scuola.
Autonomia (finanziaria, amministrativa e di-dattica) dei singoli istituti, finanziamenti a quelli privati, riforma dei cicli: dietro la varietà di temi apparentemente distanti, è necessario recuperare il senso di un progetto più complesso. Prima ancora che la scuola, è il concetto di formazione che si vuol ridefinire.
Conferendole nuove caratteristiche di permanenza, flessibilità e attualità, si mira a fare della formazione uno strumento che accompagni ogni individuo lungo tutto l'arco della sua esistenza, per favorirne i processi di comprensione e di adeguamento ad una realtà complessa e in continuo movimento.
In un'ottica così rinnovata e allargata, alla scuola spetterebbe il ruolo privilegiato di agenzia deputata al pieno sviluppo dell'individuo e della sua socialità, ma anche di promotrice e rappresentante delle risorse sociali e culturali del territorio.
Il collegamento e l'interazione con gli altri soggetti del territorio (imprese, amministrazioni locali, associazioni di volontariato), per condividerne il patrimonio umano e conoscitivo, divengono una necessità imprescindibile. In attesa che la legge fornisca indicazioni più precise sulle modalità di questa collaborazione, la ricerca di spazi per un'attività comune è affidata esclusivamente allo spirito di iniziativa e alla creatività dei singoli soggetti.
Tra volontariato e scuola le possibilità di cooperazione sono notevoli. In ogni settore in cui possa vantare una competenza specifica (nella sensibilizzazione e prevenzione del disagio, nella formazione per le attività del settore sociale, ambientale e culturale), una qualunque associazione potrà proporsi alla scuola come partner per la realizzazione di un progetto. Invitando studenti, insegnanti e famiglie a lavorare insieme con i volontari. Dal canto suo, la scuola può favorire questa reciproca integrazione attivando nei propri programmi corsi, seminari e iniziative indirizzati specificatamente alla conoscenza del terzo settore e della cultura della solidarietà.
Entrare fra i banchi
Leggi e modalità di accesso

Lavoro per progetti, è questa la modalità con cui il volontariato può proporsi come soggetto attivo all'interno del mondo della scuola.
La possibilità di attivare delle collaborazioni fra scuola e associazionismo è nelle mani dei singoli consigli d'istituto, che possono approvare progetti volti a favorire la crescita, la maturazione individuale e la socializzazione del minore. In questa direzione si muovono tutte le leggi di questi ultimi anni; in primo luogo la legge n.59/97 che sancisce l'autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi. Tale autonomia dovrebbe permettere alle scuole di ampliare l'offerta formativa per prevenire l'abbandono scolastico, per fornire percorsi formativi per adulti e per creare un raccordo con il mondo del lavoro, anche in orari extrascolastici.
Un'altra modalità di accesso viene prospettata dalla legge n.216/91, aggiornata nel settembre 1998. Questa prevede espressamente che le associazioni di volontariato possano presentare dei progetti, in accordo con le autorità scolastiche, ad una Commissione della Presidenza del Consiglio per ottenere finanziamenti.
Il volontariato ha molto da poter insegnare al mondo della scuola a cominciare dalla capacità di creare e gestire progetti. Progetti che pongono al centro il minore con tutti i suoi bisogni formativi, sociali ed educativi.
Purtroppo non è ancora molto facile riuscire a coinvolgere le istituzioni scolastiche, ma iniziano ad esserci delle occasioni che il volontariato non deve lasciarsi sfuggire.

A scuola di volontariato
L'esperienza innovativa dell'IPST di Empoli

Il no profit a scuola o a scuola di no profit? Entrambe le realtà sono entrate nella quotidianità di un Istituto professionale come il "Leonardo da Vinci" di Empoli.
Tutto è nato quando un gruppo di studenti si è interessato al terzo settore considerandolo come fenomeno sociale e culturale emergente. Prontamente i docenti e il Preside dell'Istituto hanno valorizzato l'aspetto didattico e più speci-ficatamente interdisciplinare di questa realtà economica. Da qui l'idea di promuovere un nuovo biennio di qualifica per "Tecnici d'amministrazione esperti nella gestione degli enti no-profit" dove verranno studiate dal punto di vista giuridico, amministrativo e finanziario realtà come associazioni di volontariato, cooperative e fondazioni.
L'entusiasmo con cui è stato accolto il progetto è nelle parole del Sindaco Bugli che coglie per gli studenti la prospettiva di aprire nuovi territori nel Welfare. Un percorso didattico del genere, secondo Bugli, offre agli studenti le competenze e le professionalità adeguate per rispondere alla crisi delle politiche sociali tradizionali, con soluzioni innovative. All'incontro, promosso dall'Istituto per presentare il progetto del nuovo corso, hanno preso la parola l'Assessore regionale Siliani, che ha ribadito l'importanza dei rapporti fra enti locali e terzo settore, e Luciano Franchi, Presidente del Cesvot. Quest'ultimo ha mostrato tutto il suo interesse a che la scuola "metta sotto osservazione" il volontariato studiandolo non solo per i risvolti occupazionali. L'invito a non rivolgersi al terzo settore come ripiego di fronte al problema del lavoro, è servito a ribadire l'importanza delle motivazioni, dell'entusiasmo, della solidarietà e della gratuità che sono alla base del volontariato. Infine, Franchi ha sottolineato un potenziale didattico peculiare del terzo settore che è quello di lavorare per progetti. Il terzo settore porta dunque sui banchi di scuola una nuova modalità operativa: la progettualità.
Il volontariato a scuola
In Val Bisenzio l'incontro sulla prevenzione del disagio

La scuola. Quale miglior luogo di osservazione sul mondo dell'infanzia e dell'adolescenza? Questa la rivendicazione alla base della costituzione del servizio S.E.I. (Servizio Educativo Individuale). Da anni esistevano nel territorio della Val Bisenzio una serie di iniziative di associazioni di volontariato volte a sostenere, integrare e coadiuvare il percorso formativo di alcuni ragazzi in età scolare. Il coordinamento, l'integrazione fra modalità di intervento sulle problematiche legate all'apprendimento erano le grandi assenti.
La scuola media Bartolini di Vaiano e la scuola elementare hanno perciò deciso di dare organicità alle numerose iniziative appoggiandosi ad un progetto gestito dalla USL di Prato, finanziato dalla Provincia e allargato quest'anno ai comuni limitrofi. Gli operatori della cooperativa sociale "Alice" e i volontari delle varie associazioni (associazione Don Milani, Misericordia solo per citarne alcune) già attivi sul territorio, vengono coordinati e supervisionati dalla scuola al fine di migliorare il rendimento scolastico e di riconoscere abilità specifiche dei ragazzi -non valorizzate in "classe"- usufruendo degli spazi della scuola e di vari servizi assicurati dagli enti locali di Vaiano, Vernio e Cantagallo. Una commissione composta dall'assistente sociale, dal preside della scuola media, dalla direttrice della scuola elementare e da un docente per ogni ordine e grado propone gli interventi da attuare, segue il processo e controlla i risultati garantendo una continuità fra scuola elementare e media e un sostegno organico alla crescita del ragazzo.
Il servizio ancora allo stato nascente, è una chiara dimostrazione della volontà di costruire una rete tra i vari soggetti, dell'assunzione di precise responsabilità e della capacità di accogliere l'offerta di competenze - ormai consolidate - presenti sul tessuto dell'associazionismo.
Un primo passo di apertura verso realtà finora poco integrate con il mondo della scuola.
Riferimenti legislativi:
  • Legge del 15 marzo 1997 n.59 art. 21;
  • Legge del 19 luglio 1991 n. 216 Aggiornamento alla GU del 6 settembre 1998
 

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