BUSNAGO SOCCORSO
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Vorremmo affrontare una questione innovativa, di rilevante importanza: la capacità di fare incontrare mondi così diversi nelle loro finalità, il profit e il non profit. Riteniamo che il dibattito aperto sul riordino dello stato sociale in Italia non possa prescindere dal confrontarsi con modelli di intervento finora poco esplorati; il volontariato, con le sue formidabili capacità di sperimentazione di nuovi percorsi, ha di fatto sempre cercato risorse per sostenere i suoi interventi. Si tratta di imparare a farlo con modalità progettuali ed organizzative diverse.
La questione non è certo immune da rischi: non sono soltanto le modalità operative delle organizzazioni di volontariato a dover essere rivisitate, è necessario un cambiamento culturale profondo che preveda anche un fondamentale salto di qualità dell'imprenditoria italiana.
Gli aspetti sui quali riflettere sono comunque molti e molte le implicazioni che ne derivano; ritenevamo interessante portare un contributo ed un stimolo ad un argomento di così grande attualità.
Profit e non profit
Cooperazione o beneficenza?
E' possibile la cooperazione tra Profit e Non Profit? La risposta è si, sebbene nel nostro paese tale forma di collaborazione sia ancora allo stato embrionale. La beneficenza infatti, è stata finora, nella maggioranza dei casi, l'unico rapporto intercorrente trai due soggetti. Un rapporto che si basa sull'inconciliabilità di due logiche contrapposte, profitto e solidarietà, e che delega quest'ultima alla 'buona volontà', allo spirito caritatevole del proprietario dell'impresa.
Il CCI (Community Corporate Involvement), nato nell'esperienza anglosassone, delinea una nuova concezione per risolvere quella che appare come una contraddizione. La solidarietà è considerata una vera e propria risorsa che, al pari di altre, va organizzata e strutturata adeguatamente per il raggiungimento degli obiettivi dell'impresa. Un 'impresa buon cittadino', attenta ai problemi della comunità in cui opera, è un'impresa che migliora la propria immagine, le relazioni con i clienti, l'efficienza del personale immerso in un ambiente motivato e stimolante. Inoltre la collaborazione con il volontariato porta alla riduzione delle problematiche sociali del territorio e all'incremento di risorse, umane e produttive.
I mezzi? Si va dal semplice finanziamento di un progetto, all'utilizzo delle strutture dell'impresa (sedi, materiale, mezzi tecnologici), alla consulenza, al 'distacco' temporaneo del personale dell'azienda presso le associazioni stesse.
Un tale cambiamento di prospettiva implica una rivisitazione delle modalità operative delle associazioni di volontariato. Progettualità, trasparenza e una struttura organizzativa efficiente e capace di dialogare con le imprese, sono i requisiti minimi per garantire un felice incontro con la galassia del Profit.
Un incontro in cui entrambi i soggetti possono mettere in comune le loro peculiarità.
Da un lato la capacità delle imprese di 'rischiare', di intraprendere, di 'essere protagonisti'; dall'altro l'importanza del capitale umano, dei rapporti e delle relazioni sia con le persone che con il territorio, che caratterizzano l'azione del volontariato.

La partnership
Uno strumento di lavoro con il volontariato
Nel linguaggio manageriale il termine partnership indica una specifica modalità di gestione dell'azienda, basata sulla costituzione di un sistema di alleanze stabili con fornitori e clienti.
Le forme tradizionali di accordo economico si limitano alla ripartizione dei compiti; la partnership mira invece alla formazione di alleanze più profonde, da realizzarsi mediante l'integrazione dei sistemi decisionali e gestionali, oltre che di quelli produttivi. Condivisione di obiettivi, dunque, ma anche di strumenti: competenze, informazioni e risorse (sia umane che finanziarie) devono diventare patrimonio comune dei membri del gruppo.
L'impresa che vuol costruire la parternship deve rinunciare alla pretesa di essere completamente autosufficiente; deve mostrare coraggio e flessibilità nelle scelte, e soprattutto una capacità di analisi e previsione proiettata in tempi medio-lunghi.
Le esperienze finora realizzate testimoniano infatti una crescita dei profitti nel lungo periodo, dovuta a una migliore qualità dei prodotti e alla maggiore efficienza della rete di distribuzione.
Inoltre un accordo permanente offre a tutti i soggetti coinvolti una garanzia notevole di stabilità; ciò favorisce la costruzione di partnership tra imprese e volontariato. Una forma di alleanza ancora poco conosciuta e sviluppata in Italia ma che già altrove si è rivelata indispensabile per lo sviluppo di un'economia più moderna.

L'impresa per il territorio
L'esperienza della Danone a Mulhouse in Francia
Un'iniziativa valida nell'ambito della costituzione di reti tra grande impresa e risorse locali rivolta alla creazione di progetti per il miglioramento e la valorizzazione del territorio, è quella nata dalla Fondazione Kronenburg collegata alla Danone. Scopo principale è di mettere a disposizione risorse umane e finanziarie per progetti economici e sociali in quartieri e cittadine svantaggiati al fine di creare nuove opportunità lavorative e migliorare la qualità della vita.
La Fondazione valuta i progetti in base ad alcuni criteri: settore di attività, numero di posti creati, tipi di impieghi, zona di insediamento, validità economica e qualità della gestione. Ogni progetto viene seguito, almeno nella fase iniziale, da un rappresentante della Fondazione che collabora alla sua buona riuscita.
Zona Franca, film realizzato da Paul Vecchiali e da alcuni giovani di un quartiere degradato nella zona di Mulhouse, ha permesso di coinvolgere un gruppo di persone ai margini della società e di sensibilizzare le associazioni locali che hanno contribuito alla riuscita del progetto.
Le Noumatrouff, una vecchia struttura riconvertita a Caffè concerto ed affiancata da una sala bar-ristorante, aperto grazie all'intervento della Fondazione, diventato luogo di incontro e socializzazione per le persone del quartiere.
Queste sono alcune delle iniziative a cui la Fondazione ha dato vita permettendo così la sensibilizzazione a problematiche locali e l'attivazione di progetti attuati attraverso l'impiego di risorse, umane ed economiche, del territorio.

Gli Action Plan
L'esperienza della città di Liverpool
Sviluppo di iniziative di partnership locali. Questa è la strada intrapresa dalla città di Liverpool per la soluzione di pressanti problemi sociali. "Obiettivo 1" e "SRB Challenge Fund" sono gli strumenti finanziari utilizzati.
Nel 1995 sono state costituite 12 partnership, rappresentanti gli interessi di cittadini, associazioni, settore pubblico e imprese, di specifiche aree geografiche. Ogni partnership ha istituito un forum comunitario per permettere il continuo confronto fra i vari soggetti presenti nel territorio.
12 strategie di area sono state presentate all'Ufficio Governativo del Merseyside con la previsione di un Action Plan aggiornabile annualmente. Gli Action Plan progettano interventi in accordo con le priorità individuate dall'obiettivo 1 e chiedono ai potenziali soggetti interessati la collaborazione allo sviluppo di progetti che incontrino i bisogni locali.
Questi alcuni degli obiettivi da raggiungere: riduzione della disoccupazione, sviluppo dell'imprenditorialità locale, innalzamento dei tassi di scolarizzazione, miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali, integrazione delle minoranze etniche, realizzazione di programmi per l'infanzia, attribuzione alla comunità di maggiore potere decisionale. A tre anni dalla nascita della partnership, questi i primi risultati: un approccio integrato e coordinato a specifici problemi di area, attivazione e coinvolgimento della comunità locale, creazione di nuove opportunità di inserimento lavorativo, sviluppo e rafforzamento del network tra pubblico, imprese e non profit.

Riferimenti bibliografici:

  • O. De Leonardis, D. Mauri, F. Rotelli, L'impresa sociale, Anabasi, Milano 1994;
  • R. Beni, L'attività sociale delle imprese. L'esperienza anglosassone, Edizioni Fondazione Italiana per il Volontariato, Roma 1996;
  • Imprenditoria Giovanile spa (a cura di),Lessico dell'impresa sociale. Percorsi gestionali e di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996;
  • G. F. Cuneo, Il successo degli altri, Baldini Castoldi, Milano 1997;
 

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