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La Corte dei conti: il Dpef Bocciato, una manovra scritta a matita

Roma 24 Lug - Dopo la bocciatura di ieri da parte della confindustria; La magistratura contabile esprime dubbi sull'impianto del documento di programmazione economica e finanziaria. Entrate fiscali a rischio anche per effetto dei condoni.

Una manovra "scritta a matita". La Corte dei Conti punta l'indice sul Dpef. Durante un'audizione alla commissione Bilancio di Camera e Senato, il presidente della Corte dei Conti, Francesco Staderini, ha espresso dubbi sull'impianto del quadro programmatico. Il Dpef, secondo la magistratura contabile, "manca vistosamente proprio alla funzione principale che, nelle presenti difficili condizioni economiche e di finanza pubblica, avrebbe dovuto svolgere: esplicitare le condizioni di compatibilità economico-finanziaria di medio periodo del disegno riformatore, eventualmente rimodulandone tempi e contenuti in relazione ad una aggiornata ricognizione delle risorse disponibili". Quindi "in assenza di una verifica di questa natura non si comprende quale giudizio di congruità possa essere espresso riguardo alle manovre correttive indicate". La Corte si chiede infatti se le misure indicate "siano sufficienti ad assicurare la copertura finanziaria agli interventi veri e propri di contenimento del disavanzo tendenziale e allo stesso tempo agli interventi attuativi della riforma fiscale, del lavoro, dell'istruzione e della previdenza. Secondo la Corte dei conti le entrate fiscali sono a rischio e questo anche per effetto dei condoni. "Pur essendoci sicuramente ancora spazio per altri progressi in termini di adempimento spontaneo - spiega la magistratura contabile - gli esiti finali di gettito sono, com'è ovvio, largamente incerti, sia nelle dimensioni, sia nei tempi di concretizzazione". questo anche a causa dei condoni: "Resta peraltro da valutare - si spiega - anche l'influenza che sul comportamento dei contribuenti meno osservanti è destinato ad avere il protrarsi e l'allargarsi delle numerose alternative e complementari possibilità di sanatorie e condono".

(Aggiornato il 24 Luglio 2003 ore 12:00)

 

ALLARME CONFINDUSTRIA: D'AMATO, ITALIA RISCHIA CRACK COMPETITIVO, BOCCIATURA DPEF

ROMA 23 Lug - Il presidente della Confindustria, Antonio D'Amato, lancia l'allarme: l'italia e' sull'orlo del crack competitivo. ''Dobbiamo ridisegnare una politica vera di sviluppo'' ha detto D'Amato al termine della Giunta dell'associazione degli industriali. A suo avviso, la strada delle riforme in Italia ''sembra sia improvvisamente persa nel corso degli ultimi mesi e soprattutto nelle ultime settimane''. Chiede dunque al Governo una ''finanziaria di sviluppo'' che contenga riforme strutturali e tra queste anche la riforma delle pensioni, dalla quale - dice D'Amato - ''non si puo' prescindere''. ''Serve generare - spiega - risorse economiche indispensabili per rilanciare gli investimenti e riqualificare il sistema competitivo''. Il leader degli industriali boccia infine il Dpef perche' ''troppo generico e insufficiente'' e chiede un tavolo unico sulle riforme in vista della Finanziaria: ''i tavoli ci sembrano troppi, frammentare i tavoli come ha proposto il governo non solo fa perdere tempo, ma fa anche perdere il quadro d'insieme''.

(Aggiornato il 23 Luglio 2003 ore 15:00)

 

GOVERNO PUNTA A NUOVO PATTO SOCIALE, CGIL DICE NO

ROMA 18 Lug - L'invito alle parti sociali e' condensato nel capitolo V del Dpef in cui il governo invita tutti per sottoscrivere quello che oggi si chiamerebbe 'Accordo per riforme competività, sviluppo ed equilibrio finanziario'. Un punto di arrivo, per il governo, che 'coinvolgerebbe tutte le forze sociali e produttive e tutti i livelli istituzionali, per definire le priorita' e individuare le risorse necessarie per farvi fronte', per instaurare 'un serio dialogo sociale' per coniugare riforme, competitivita' e sviluppo. Immediate le critiche dei sindacati, con la Cgil che arriva a minacciare uno sciopero. Maroni: 'Il confronto con le parti sociali e' molto utile ma sia chiaro che non si torna alla concertazione'. Il ministro ha poi rivendicato il successo del suo ministero e della Lega sulle pensioni: 'Abbiamo vinto', ha detto, e' 'scomparsa ogni prospettiva di far cassa con le pensioni, soprattutto quelle di anzianita'.
IN AULA ALLA CAMERA 29 E 30 LUGLIO - Il Dpef sara' esaminato dall'Aula della Camera il 29 luglio ed approvato il giorno successivo, 30 luglio. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo riunitasi a Montecitorio.

(Aggiornato il 18 Luglio 2003 ore 08:00)

 

ABBONDANZIERI (DS); TROVARE FONDI PER SICUREZZA SCUOLE

ROMA 17 LUG - ''Sarebbe bene che i ministri corressero al riparo adempiendo alla legge e prevedendo i finanziamenti necessari per mettere in sicurezza le scuole sin dal prossimo Dpef e quindi nella Finanziaria 2004''. E' quanto sostiene Marisa Abbondanzieri, rappresentante Ds in commissione Ambiente, secondo cui ''sono state tradite le promesse fatte dopo quanto accaduto a San Giuliano''. ''La finanziaria 2003 aveva previsto che il ministro delle Infrastrutture e il ministro dell'Istruzione presentassero al Cipe entro il 31 marzo 2003 - ricostruisce l'esponente Ds - un piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici, per essere finanziato da una quota parte delle risorse sulla legge obiettivo, mentre ad oggi non c'e' nessun piano e nessun finanziamento''. ''E' quanto ha risposto il sottosegretario Nino Sospiri a una interrogazione presentata dai Ds in commissione Ambiente territorio e lavori pubblici'', sostiene Abbondanzieri, secondo cui la risposta data ''manifesta l'incapacita' dei ministri Lunardi e Moratti, che con tutto il loro pragmatismo, non sanno corrispondere a una norma di legge voluta dal Governo, relegando nel dimenticatoio un problema che sta a cuore ai cittadini e alle istituzioni locali''.

(Aggiornato il 17 Luglio 2003 ore 16:00)

 

IL GOVERNO VARA IL DPEF; NIENTE PENSIONI, OK A CONTRATTI

ROMA 17 Lug - Il dibattito in Consiglio dei Ministri e' durato poco piu' di due ore. La maggioranza ha sciolto gli ultimi nodi e al contempo ha dato il via libera alle risorse per il rinnovo dei contratti del parastato. Il Dpef, che prevede una manovra 2004 per 16 miliardi, nella stesura finale ha perso gli accenni alla previdenza e anche lo studio sui mutui casa per rilanciare i consumi. Il quadro macroeconomico prevede un risanamento dei conti pubblici nel 2006: in tale anno ci sara' il pareggio di bilancio, con un surplus dello 0,1%, in cui il rapporto debito-Pil scendera' sotto il 100% (al 99,4%) e il tasso di disoccupazione si attestera' al 7,9%. Il quadro programmatico delineato prevede nel 2004 una crescita reale al 2%, mentre l'inflazione programmata e' indicata all'1,7% e il tasso di disoccupazione in calo all'8,5%. Il rapporto deficit-pil scendera' all'1,8% dal 2,3% che il governo ha confermato per quest'anno, mentre il debito passera' al 104,2%. Nel suo preambolo, il Dpef traccia la strada di una 'stagione di dialogo sociale e istituzionale', mirata a realizzare le riforme strutturali necessarie per 'rilanciare uno sviluppo sostenuto e duraturo'. Il tutto trovera' corpo nella prossima Finanziaria. La nuova fase di dialogo con le parti sociali prevede l'avvio di una serie di tavoli per la messa a punto della Finanziaria. Il primo partira' gia' a fine luglio e riguardera' le pensioni.

(Aggiornato il 17 Luglio 2003 ore 09:00)

 

Il governo va avanti contro tutti

Roma 16 Lug - Dure critiche del sindacato. Il parere della maggioranza: "Il Dpef aprirà la strada delle riforme". La Confindustria: "Non si può perdere tempo". Fissato il criterio di confronto con le parti sociali in un preambolo allegato al documento economico.

Un preambolo di due pagine sarebbe stato aggiunto al Dpef per fissare il metodo del dialogo tra governo e parti sociali nella stesura del documento di programmazione economica e finanziaria.

Il preambolo, che stabilisce il metodo prima del merito, sarebbe stato voluto dai ministri Rocco Buttiglione e Gianni Alemanno. Sarebbe stato messo a punto nella riunione al Ministero dell'Economia.

Attraverso questo metodo, il confronto parlamentare tra le forze politiche e quello con le parti sociali costituira' il momento finale di concertazione che apre poi la strada alla Finanziaria.

Ad Alleanza nazionale va bene". Lo ha dichiarato il ministro per le Politiche Agricole, Gianni Alemanno, sul gradimento di An nei confronti del Dpef. Per quello che riguarda, fra l'altro, pensioni e agevolazioni alle imprese nel Mezzogiorno (con la eventualità di una trasformazione degli aiuti in prestiti) Alemanno ha rinviato alla "decisioni che scaturiranno da una trattativa con le parti sociali che dovra' precedere la legge Finanziaria.

Fa tutto parte della trattativa che faremo da adesso alla Legge finanziaria". "Ho l'impressione che ci siamo capiti, che abbiamo raggiunto un accordo importante. Il Dpef apre e non chiude la discussione sulla Finanziaria". Cosi' il ministro Rocco Buttiglione sul documento economico. Buttiglione ha aggiunto che "la partita del Dpef si chiude positivamente questa sera con il consiglio dei Ministri. Se ne apre un'altra, quella della Finanziaria".

Per D'Amato( Confindustria) è venuto il momento di voltare pagina: "Alcune riforme - ha detto - sono state gia' fatte, ma senza interventi seri nelle infrastrutture materiali e immateriali, senza il rilancio del Sud e senza competitivita' fiscale per le imprese, non possiamo competere sulla scena internazionale".

La via delle riforme, per il presidente di Confindustria, e' obbligata: "A meno che non vogliamo mettere delle barriere protettive alle porte dell'Europa, cosa ovviamente inaccettabile".

E i Presidenti dei Gruppi parlamentari dell'Ulivo della Camera, in vista della presentazione in Aula del Dpef, incontrano giovedì i segretari di Cgil, Cisl, Uil. I sindacati erigono una barriera di critiche contro il documento del governo.

Savino Pezzotta va giù duro e contesta apertamente il metodo seguito dal governo nella preparazione del Dpef: "E' chiaro che il governo si è posto fuori dagli accordi del 23 luglio '93" commenta il segretario generale della Cisl in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Nessun confronto preventivo", spiega, per determinare quanto previsto dalla politica dei redditi.

A partire dall'inflazione programmata che nelle bozze del documento è indicata all'1,7% per il 2004 è giudicata dai sindacati troppo bassa; anche se oggi questa cifra non è stata messa sul tavolo. "Occorre trovare le risorse per una rapida conclusione dei contratti pubblici" sono le parole rivolte da Guglielmo Epifani all'esecutivo e riferite dallo stesso segretario generale della Cgil in conferenza stampa.

Il Dpef messo a punto dal Governo ''testimonia che il miracolo economico non c'e' piu' e che stiamo piuttosto nei guai''. Questo il giudizio del responsabile economico dei Ds, Pierluigi Bersani al Documento di programmazione economico finanziaria, lamentando il ricorso, ancora una volta ''alla finanza creativa e alle cartolarizzazioni''. ''Io vedo che nelle intenzioni di Tremonti - prosegue Bersani - c'e' il fare del surfista, cavalcando di onda in onda per scaricare tutto nel 2006''.

(Aggiornato il 16 Luglio 2003 ore 20:00)

 

 TUTTI I SINDACATI DELUSI DA INCONTRO

Roma 16 Lug - I sindacati si sono detti delusi dall'incontro con il governo sul Dpef. "E'stato un incontro deludente - ha detto il numero uno della Cisl Savino Pezzotta nella conferenza stampa al termine del vertice - non ci hanno fatto vedere nulla e non c'era nessun documento. Quando avremo in mano il documento finale faremo le nostre valutazioni e sulla base di queste valutazioni determineremo il tipo di azione che come sindacato metteremo in campo". Deluso anche Epifani: "Esprimo insoddisfazione e preoccupazione per questo incontro. Anche se un giudizio potremo darlo solo quando potremo leggere il testo del Dpef, salta agli occhi il punto della riduzione strutturale delle spese. E ribadiamo che una riduzione della spesa sociale o previdenziale sarebbe da noi considerata inaccettabile". Sulla stessa linea il numero uno della Uil, Luigi Angeletti: "Un giudizio lo daremo solo dopo aver visto il documento ma e' bene ribadire che la riforma delle pensioni l'abbiamo gia' fatta". Anche il leader del sindacato di destra Ugl e' deluso. Stefano Cetica ha infatti dichiarato che "il Governo non ha scoperto le carte ma c'e' il rischio che da una finanza creativa si passi ad una finanza punitiva per i pensionati ed i cittadini che hano bisogno dell'assistenza degli enti locali".

(Aggiornato il 16 Luglio 2003 ore 17:00)

 

DOCUMENTO DISFATTIVO, TREMONTI FA SURF SU FINANZA PUBBLICA

ROMA 16 Lug - BERSANI, MUCCHIO DI PAROLE IRRICEVIBILI - Questo Dpef ''e' solo un mucchio di parole spesso allusive'', un documento scritto ''in un linguaggio bizantino e anche laddove ci sono i nodi veri come le pensioni non c'e' nulla di indicativo''. Pierluigi Bersani, responsabile economico dei Ds, boccia cosi' il documento di programmazione economico-finanziaria, definito ''irricevibile'' e disfattivo per la finanza pubblica. L'unica cosa certa, afferma Bersani, ''visto che non lo sono neanche le cifre dato il tasso di crescita palesemente sovrastimato, sono i condoni, le cartolarizzazioni e la finanza creativa. Si va avanti con tagli in settori delicatissimi come gli enti locali e la sanita' e forse le pensioni''. Il deficit e' prossimo al 3%, insiste l'ex ministro, e ''assistiamo a una progressiva riduzione dell'avanzo primario. Si va avanti con un incedere 'stop and go' e Tremonti sembra fare il surfista, cavalcando di onda in onda e scaricando tutto al dopo 2006''. CHITI (DS), E' UN DOCUMENTO CLANDESTINO -  "Siamo difronte a un Dpef clandestino". Cosi' Vannino Chiti, coordinatore della segreteria nazionale Ds, commenta il Documento di programmazione economica e finanziaria che verra' varato questa sera dal Consiglio dei ministri. "Regioni, comuni e province - ha spiegato Chiti - hanno detto ieri sera che non hanno potuto vedere il documento. Stamane le parti sociali hanno detto di non essere in grado di commentarlo, perche' il documento non esiste. Il ministro Buttiglione - ha continuato Chiti - per poter vedere il Dpef ha dovuto fare un blitz al ministero dell'Economia. A questo punto speriamo che prima o poi ce lo facciano vedere". "Vedo inoltre che forze di maggioranza, come An e Udc, non hanno tanta convinzione sul Dpef - ha proseguito l'esponente diessino -. Tutto questo e' inquietante per un modo di governare che non appare serio e inquietante anche rispetto a quello che si annuncia e poi non si fa. Servono un po' piu' di serieta' e scelte giuste - ha concluso Chiti -. L'Italia ci sta rimettendo troppo". PECORARO, TREMONTI GIOCOLIERE DIMENTICA VERE EMERGENZE -  Un Tremonti ''giocoliere'', che ''continua a tagliare risorse ai servizi e alle pensioni, confermando gli sconti e i condoni agli abusivi''. E' netta la bocciatura dei Verdi al Dpef che ''come al solito, toglie ai poveri e all'ambiente per condonare ai ricchi''. ''Dove sono - chiede il presidente Alfonso Pecoraro Scanio - le risorse per l'acqua, l'energia e per le opere davvero indispensabili? In piena emergenza ambientale ed energetica si continua a blaterare di Ponte sullo Stretto, mentre mancano risorse ed idee per affrontare l'arretratezza del sistema idrico ed energetico del paese. Questo documento merita la piu' netta bocciatura''.

(Aggiornato il 16 Luglio 2003 ore 15:35)

 

TREMONTI ILLUSTRA IL DPEF, PARTI SOCIALI CRITICHE, CON PIL 2004 SOTTO 2% NON SERVE MANOVRA

ROMA 16 Lug - Nel 2004 il Pil italiano crescera' del 2%. Lo ha detto alle parti sociali il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, confermando che la manovra 2004 sara' di 16 miliardi di euro. Il ministro ha poi aggiunto anche se il Pil 2004 sara' inferiore al 2%, ''non sara' necessaria nessuna manovra aggiuntiva. Questo numero e' infatti funzionale alla dimensione finanziaria''.
TREMONTI, LA FINANZIARIA SI FA CON PARTI SOCIALI - ''Questa non e' la Finanziaria. La Finanziaria la facciamo insieme a voi nella coesione sociale'': lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, rivolgendosi alle parti sociali, alle quali sta illustrando il Dpef. ''I nostri numeri sono credibili a livello internazionale - ha aggiunto - e questo Dpef e la Finanziaria che verra' sono nella dimensione europea. Quindi cessano di avere solo una dimensione finanziaria e assumono anche una dimensione economica''. BERLUSCONI, TAVOLI CONFRONTO SU RIFORME STRUTTURALI - Sulle riforme strutturali ''ci saranno intensi tavoli di confronto''. Lo ha detto - secondo quanto si apprende - il premier Silvio Berlusconi intervenendo durante l'incontro in corso a Palazzo Chigi con le parti sociali.
BERLUSCONI, PREPARIAMO INSIEME LA FINANZIARIA - ''Impegno Tremonti e vi impegno a preparare, insieme, la prossima Finanziaria''. Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, al termine dell'incontro sul Dpef con le parti sociali. TERMINATO INCONTRO AL MINISTERO DELL'ECONOMIA - E' terminato da pochi minuti al ministero dell'Economia l'incontro tra il ministro Tremonti, il sottosegretario Baldassarri e il ministro dell'Agricoltura Alemanno sul Dpef. Alemanno e Baldassarri hanno lasciato il ministero del Tesoro per spostarsi a palazzo Chigi. All'incontro non era presente il ministro Rocco Buttiglione che ha un impegno improrogabile questa mattina a Bruxelles.
Il confronto sul Documento programmatico economico e finanziario si era interrotto questa notte poco dopo le 24.
La bozza sara' esaminata stasera alle 21 al consiglio dei ministri. Contiene un invito a proseguire il cammino delle riforme per lavoro e pensioni e a sostituire le una tantum con misure strutturali, che 'interesseranno principalmente i settori della previdenza e della sanita', gli acquisti di beni e servizi da parte della PA e i sussidi alle imprese'. Crescita in calo nel 2003, con il Pil allo 0,8%, l'inflazione scendera' al 2,4%. Novita' per la casa: linee di credito garantite dal mutuo. Dismissioni: prima il riassetto poi la privatizzazione. Oggi il Dpef sara' presentato alle parti sociali. Ieri sera e' stato illustrato alle Regioni, che chiedono l'istituzione di un tavolo che, prima della finanziaria, consenta loro di incidere sui capitoli di stretta competenza.

(Aggiornato il 16 Luglio 2003 ore 15:30)

 

Iniziato incontro tra governo e parti sociali

Roma 16 Lug - Ancora polemiche nella Cdl: An ed Udc fanno la voce grossa. L'Ulivo e gli enti locali bocciano il documento. Rutelli: "Fanno finta di mettersi d'accordo tra di loro ma i conti non tornano. Si tratta soltanto di tagli non alle tasse ma alle risorse".

E' iniziato, a Palazzo Chigi, l'incontro tra governo e parti sociali per la presentazione del Dpef. Per l'esecutivo, oltre a Berlusconi, sono presenti i ministri Tremonti, Marzano, Maroni, Mazzella, La Loggia, Moratti, Matteoli e Giovanardi, oltre ai sottosegretari Letta e Sacconi. Per le parti sociali, oltre al presidente di Confindustria, Antonio D'Amato, sono presenti all'incontro anche i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Pezzotta e Angeletti.

Non si allenta la tensione nella maggioranza. L'ennesimo scontro di ieri tra An e Udc da una parte e Lega dall'altra, sul principio dell'interesse nazionale da inserire o meno nella devolution ha messo a repentaglio la fragile tregua raggiunta dopo i nuovi incontri 'bilaterali' di Berlusconi. Bossi, dopo aver mandato avanti i suoi fedelissimi Speroni e Maroni continua a studiare le mosse degli alleati in un clima di reciproco sospetto, invitando allo stesso tempo Berlusconi a rispettare l'impegno a cambiare il paese con le riforme. E mentre la verifica resta in alto mare si affastellano i nodi da sciogliere.

Ora si è anche aggiunto il capitolo del Dpef. Sul documento di circa 16 milioni di € si stanno già convogliando quei malumori e quei veleni che non riassorbiti da un preventivo chiarimento interno si riversano, specularmente sul documento di programmazione economica e finanziaria. Se Tremonti ieri aveva disinnescato le minacce di Buttiglione ("se non leggo il Dpef non lo voto", aveva annunciato il ministro delle Politiche Comunitarie) oggi non è riuscito però a contenere i maldipancia che si sono levati sia da An sia dall'Udc. E anche la Lega ha fatto la sua parte mettendosi di traverso rispetto ad una iniziativa del ministro Alemanno. Il titolare delle Politiche agricole, forte del suo nuovo ruolo di co-protagonista con Tremonti nella messa a punto del Dpef, aveva annunciato un vertice in via XX Settembre con il ministro dell'Economia ed esponenti della Cdl. Una sorta di 'verifica', nelle intenzioni di Alemanno, da effettuare con il Dpef alla mano.

Attorno a questo incontro, che ha assunto i connotati del giallo, si è consumato un braccio di ferro che ha visto tra i protagonisti proprio il Carroccio a cui non è piaciuta affatto l'iniziativa di Alemanno perchè avrebbe in qualche modo scavalcato Tremonti. Non basta, nella Cdl c'è chi ha parlato del Dpef come di un documento 'fantasma', ancora troppo generico e vago. Perplessità sono state espresse soprattutto da An e Udc. E le parole di Ignazio La Russa che ha detto di aver apprezzato il 'metodo' adottato da Tremonti, quello di sentire, di confrontarsi anche con altri ministri, sono state interpretate nella maggioranza come una sortita sarcastica.

Nella serata di ieri, poi, il Dpef è stato presentato a regioni ed enti locali. Il primo a commentare il documento di programmazione economica è il Presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo. Il governatore piemontese non ha nascosto la preoccupazione delle regioni per i tagli strutturali che il Dpef prevede nella misura di cinque miliardi. Ghigo ha anche ribadito le critiche al governo per la mancata stesura del Dpef, d'intesa con le regioni, procedura prevista dall' accordo interistituzionale tra governo e regioni. Nelle sue parole, ancora, si è notata una certa apprenzione per il settore sanità. Ghigo ha escluso che i tagli alla spesa possano in alcun modo riguardare quel settore, peraltro, già in sofferenza. Il governatore del piemonte ha infine osservato che è difficile dirsi soddisfatti o contrari al Dpef. A fargli eco è il  presidente dell’Anci, Leonardo Domenici. Per il sindaco di Firenze, la presentazione del Dpef da parte del governo non ha dato nessuna risposta all'unica richiesta posta dagli enti locali: non più soldi ma più autonomia. "Abbiamo dimostrato senso di responsabilità, come ci ha riconosciuto Gianni Letta. Il governo non ha dato risposta su alcune questioni di fondo: nessuna risposta sulla tassa di scopo, sulla proposta di aumentare di 0,2 centesimi l'accisa sulla benzina, sull'addizionale irpef".

L'opposizione non perde l'ennesima occasione offertagli dalla maggioranza in questi giorni per rincarare la dose. "Fanno finta di mettersi d'accordo tra di loro ma i conti non tornano. Si tratta soltanto di tagli non alle tasse ma alle risorse". Francesco Rutelli, coordinatore dell'Ulivo, commenta così le indiscrezioni di stampa circa la consistenza del prossimo Dpef. Ad aggravare il giudizio critico sul Ministro Tremonti è il responsabile economico Ds, Pierluigi Bersani, secondo il quale: "Il governo intenderebbe dunque trasferire la finanza creativa dallo Stato alle famiglie. Con tutte le cartolarizzazioni di questi anni, Tremonti ha già dimostrato di essere capace di vendere casa per pagarsi la benzina; adesso vuole convincere le famiglie italiane a fare lo stesso". Poi l'ex Ministro delle Attività Produttive dell'Ulivo concentra la sua attenzione sulla possibilità contenuta nel Dpef di ottenere dei piccoli mutui che nelle intenzioni del Ministero dell'Economia dovrebbere essere utili a rilanciare i consumi. "Qualora le anticipazioni che circolano - dice -  fossero davvero contenute nel Dpef, almeno una cosa sarebbe chiara: finite le fatiche del governo, al ministro Tremonti non mancherebbero certo le caratteristiche per fare il promotore finanziario porta a porta".

(Aggiornato il 16 Luglio 2003 ore 12:00)

 

MANOVRA DA 16 MLD, ANCHE DA CASA SPINTA CONSUMI, 5,5 DI TAGLI E 10 DI UNA TANTUM

ROMA 15 Lug - Una manovra di circa 16 miliardi di euro per contenere il deficit il prossimo anno all'1,8% (quest' anno al 2,3%) e puntare al pareggio nel 2006. Continuare nel programma di riduzione fiscale che l'anno venturo scontera' un'ulteriore limatura dello 0,5%. E trasformare il valore immobilizzato nel mattone in risorse da destinare ai consumi. La manovra di bilancio che il governo si accinge a varare, stando alla strategia elaborata nella bozza del Dpef, vuole ''evitare che, per un Paese ad alto debito come l'Italia, condizioni finanziarie troppo gravose soffochino la ripresa''. Il documento messo a punto dai tecnici di via XX Settembre quantifica l'intervento di correzione in poco meno di 16 miliardi, di cui un terzo (5,5 mld) composto da misure strutturali di contenimento della spesa corrente e due terzi da misure una tantum, che riguarderanno in special modo il settore immobiliare. Il quadro economico resta sempre debole (la crescita quest'anno sara' nell'ordine dello 0,8%) ma il governo conferma ''l'obiettivo di rafforzare lo sviluppo economico e sociale del Paese''. Prende le mosse da qui l'invito a perseguire il cammino delle riforme nei settori dell' istruzione, lavoro e pensioni e quello di sostituire le misure one-off con misure permanenti. Tre le linee guida su cui si articola il documento programmatico, oggetto oggi della verifica di maggioranza e delle autonomie locali e, domani, dell'incontro con le parti sociali: ''una politica di riforme strutturali socialmente compatibili, in grado di adeguare le istituzioni dell'economia ai trend demografici e all'allungamento delle fasi del ciclo vitale''; ''una politica di investimenti in capitale fisico e umano e in tecnologia, finalizzata ad innalzare la produttivita' e la competitivita' e quindi la crescita del Paese'' e una politica macro-economica e finanziaria ''atta a coniugare rigore e sviluppo, in linea con gli impegni europei''. Riforme, investimenti e consolidamento di bilancio, sono le tre parole d'ordine scandite piu' volte nell'introduzione al ponderoso dossier macro-economico messo a punto dai tecnici di via XX Settembre: ''sono obiettivi essenziali e strettamente integrati. Il rispetto dei vincoli del Patto di stabilita' e crescita ha il duplice effetto di rassicurare i mercati ed evitare che, per un Paese ad alto debito come l'Italia, condizioni finanziarie troppo gravose soffochino la ripresa''. Il punto di partenza e' ''molto prudente'', con un Pil che dopo lo stallo del 2003 e' destinato ad avvicinarsi al 2% l'anno prossimo, ed un'inflazione che dal 2,4% di quest'anno dovrebbe scendere all'1,9-1,7% nel prossimo biennio. L'obiettivo resta quello di ''innalzare il potenziale di sviluppo, attraverso le riforme strutturali e il sostegno agli investimenti, in un contesto di equilibrio finanziario''. Tutto ruota intorno al sostegno della domanda interna, con il contributo degli investimenti che beneficeranno dell'avvio delle Grandi Opere. Ecco il quadro tendenziale nel periodo 2004-2007: - MANOVRA DA 16 MILIARDI: ''La manovra finanziaria per il 2004, quantificata in un importo complessivo di circa 16 miliardi di euro, comprendera' misure strutturali di contenimento della spesa corrente per circa 5,5 miliardi di euro e misure one-off per circa 10 miliardi di euro''. - CRESCITA: ''L'economia italiana crescera' quest'anno dello 0,8%, con un'inflazione attesa al 2,4%. Il tasso di crescita dell'occupazione e' calcolato nello 0,6%; quello di disoccupazione all'8,8%.
RIDURRE UNA TANTUM, PUNTARE SU PREVIDENZA E SANITA' - il governo punta alla riduzione progressiva delle misure una tantum e alla progressiva sostituzione con misure strutturali che ''interesseranno principalmente i settori della previdenza e della sanita', gli acquisti di beni e servizi da parte della PA e i sussidi alle imprese''. DA CASA SPINTA AI CONSUMI - si punta sul mattone per 'finanziare i consumi, convertendo in reddito una parte della ricchezza accumulata dalle famiglie attraverso la casa'' e parla di ''elevate potenzialita' di finanziare i consumi'' con ''linee di credito al consumo direttamente garantite da mutuo ipotecario'.
PAREGGIO BILANCIO NEL 2006, NEL 2003 DEFICIT-PIL AL 2,3% -  quest'anno l'indebitamento netto della P.A si dovrebbe collocare al 2,3%. ''L'obiettivo per il 2004 e per gli anni successivi e' di ridurre l'indebitamento strutturale di 0,5% all'anno. Per conseguire questo risultato nel 2004 e' necessaria una riduzione del disavanzo all'1,8% del Pil'', considerato che altrimenti il disavanzo tendenziale raggiungerebbe il 3,1%. Il Tesoro prevede una ''posizione prossima al pareggio' nel 2006.
PERSEGUIRE RIFORMA PENSIONI - per il riequilibrio delle finanze pubbliche ''e' necessario perseguire con vigore il cammino delle riforme nei settori dell'istruzione, del lavoro e delle pensioni. Le misure gia' adottate e quelle in via di definizione per il sistema pensionistico hanno lo scopo di assicurarne l' equilibrio finanziario nel lungo periodo, adeguando le erogazioni ai contributi, integrando la previdenza pubblica con altre forme di risparmio ed allungando, su base volontaria, la permanenza al lavoro''.
PRESSIONE FISCALE 2004 SCENDERA' DI MEZZO PUNTO - la pressione fiscale, al netto del gettito derivante dalle misure una tantum degli anni precedenti ''e' prevista ridursi nel 2004 di oltre mezzo punto percentuale e, successivamente, mantenersi nel seguente triennio su un valore medio del 40,6%''.
MEZZOGIORNO - la crescita del Sud e' prevista piu' vigorosa rispetto a quella della media europea: il tasso ''potrebbe arrivare al 3% nel 2005 per crescere poi gradualmente verso il 4% nella seconda meta' del decennio''.

(Aggiornato il 15 Luglio 2003 ore 17:00)

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