Sale l'inflazione in Italia, il dato definitivo dell'Istat conferma così le anticipazioni delle città campione che avevano registrato una crescita dei prezzi appunto del 2,6%. Nel mese di settembre l'indice dei prezzi al consumo - secondo i dati Istat - registra infatti una crescita dello 0,2%, rispetto al mese di agosto.

A favorire il rialzo di settembre sono stati soprattutto i capitoli di Istruzione (+1,6% congiunturale), Abbigliamento e calzature (+0,6%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,3%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,3%). Variazione nulla, invece, per le Comunicazioni, mentre l'unica riduzione si è registrata nei Trasporti (-0,5%). Quanto alle variazioni tendenziali, le più elevate hanno riguardato Alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+4,8%), Istruzione (+3,3%), Altri beni e servizi (+3,3%) e Ricreazione, spettacoli e cultura (+3,2%). Variazione tendenziale negativa, infine, per le Comunicazioni (-0,9%).

La città che ha fatto segnare il rialzo congiunturale più elevato a settembre è stata Torino con un +0,5%, seguita a breve distanza da Trieste con +0,4%. Al contrario, Cagliari è risultata la città meno cara con un -0,1% congiunturale che però si accompagna a un tendenziale di +3,2%, il più elevato fra le 20 città capoluogo di regione. Significativi gli aumenti tendenziali anche di Venezia (+3,2%) e Trieste (+3,0%), mentre Potenza (+1,9%) e Palermo (+2,0%) possono vantare gli incrementi più contenuti.