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OMICIDI D'ITALIA

DOVE, QUANDO, COME SI UCCIDE

ROMA 10 Lug - Presentato il rapporto Eures 2003 sull'omicidio volontario. Aumentati quelli all'interno della famiglia, tra vicini di casa e nei luoghi di lavoro. In calo quelli da criminalita' organizzata.

Quanti sono gli omicidi commessi in Italia, quali sono i profili dei killer e delle vittime, dove e quando si uccide: e' su questi punti che si focalizza il rapporto Eures sull'omicidio volontario in Italia, che mette tra l'altro in evidenza come sia la famiglia l'ambito principale degli omicidi e come, a fronte di un calo di quelli legati alla criminalita', ci sia invece un forte aumento di quelli tra amici e conoscenti, tra vicini di casa e nell'ambiente di lavoro.
Nel 2002, infatti, si legge nel rapporto, gli omicidi maturati all'interno dei 'rapporti di prossimita'' hanno superato quelli legati alla malavita e alla criminalita' organizzata: il 51,5% del totale (325 in tutto) e' infatti avvenuto all'interno della famiglia (223 vittime), tra amici e conoscenti (68), nell'ambito vicinato (22) o del lavoro (12). Seguono poi le 100 vittime della criminalita' comune e le 77 del crimine organizzato. Restano sconosciuti gli ambiti di ben 120 delitti. Rispetto al 2000, nel 2002 sono lievemente diminuiti gli omicidi in famiglia e in modo consistente quelli da criminalita' organizzata. In fortissimo aumento invece quelli tra vicini di casa (+69,2%), tra conoscenti (+58%) e quelli sui luoghi di lavoro (+35,7%).
DOVE SI UCCIDE - A detenere il triste record, con 304 omicidi e' ancora il Mezzogiorno, che supera i 221 del Nord e i 109 del Centro, con un'incidenza su ogni 100.000 abitanti dello 0,9 al Nord, 1,0 al Centro, 1,5 al Sud. Al Nord prevalgono gli omicidi in famiglia (50,9%), che in Italia vedono la Lombardia al primo posto, seguita dal Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. Forti aumenti al Nord anche per gli omicidi nel vicinato (+175%) e sul lavoro (+133%). Al Centro prevalgono gli omicidi in famiglia e quelli legati alla criminalita' comune, mentre crescono del 150% gli omicidi tra vicini. I delitti in famiglia e quelli legati alla criminalita' organizzata sono ai primi posti al Sud, dove si registra un deciso aumento dei delitti tra conoscenti (+163,6%) e della criminalita' comune (+35,7%).
QUANDO SI UCCIDE: La fascia oraria piu' a rischio e' quella 18-24 (38,1% dei casi), poi quelle 24-6, 12-18 e 6-12. Durante la settimana il picco e' al lunedi' col 20,3%, mentre il venerdi' e' il giorno piu' tranquillo (10,3%).
OMICIDIO D'AUTORE: La premeditazione (il 59,9% dei casi) prevale sui delitti non premeditati (40,1%). A compiere gli omicidi sono soprattutto autori singoli (43,5%), seguiti dai delitti in associazione e in concorso.
COME SI UCCIDE: Il 46,2% dei killer ha usato un'arma da fuoco, il 19,2% un'arma da taglio, e poi corpi contundenti, percosse, soffocamento, strangolamento, uso di armi improprie, precipitazione, speronamento. Il 23,5% degli autori dei 293 omicidi compiuti con armi da fuoco aveva il porto d'armi e a sparare sono di solito gli uomini, mentre le donne ricorrono al soffocamento e alla precipitazione, specie negli infanticidi.
PROFILO DELLA VITTIMA: Vengono uccisi piu' uomini (444 nel 2002, il 70%), che donne (190). In forte calo gli omicidi dei criminali 'per professione' (dal 15 al 4,6%) e delle prostitute (dal 4,3 all'1,3%), mentre sono aumentate le vittime disoccupate. Gli italiani rappresentano l'82,5% delle vittime. Tra gli stranieri prevalgono gli albanesi e i romeni. Il valore piu' alto tra le vittime donne straniere si registra tra le cittadine dell'Est Europa (39,6%) e del continente americano (44,4%). Il 10% delle vittime appartiene alla fascia del disagio (droga, handicap, alcol, problemi psichici, poverta').
PROFILO DEL KILLER: Nella stragrande maggioranza dei casi il killer e' un uomo italiano tra i 25 e i 34 anni, e gli autori over 65 si incontrano soprattutto negli omicidi in famiglia, sul lavoro e nel vicinato. Nel 20% dei casi il killer e' agricoltore, bracciante o operaio, nel 15,8% un commerciante, imprenditore o libero professionista. Dimezzati gli omicidi attribuiti a criminali per professione e a uomini delle Forze Armate e di Polizia.
I MOVENTI: Nei delitti in famiglia prevale il movente passionale col 27,4% dei casi che al Sud salgono al 34,7%. Ma al Nord liti e dissapori si trasformano in tragedia in misura nettamente superiore. A uccidere per motivi passionali sono soprattutto gli uomini, mentre le donne killer sono spesso compromesse da problemi psichici. Nei delitti tra conoscenti prevale invece il movente dei dissapori, seguito dai futili motivi o interessi economici. Negli omicidi di vicinato, le questioni legate ai confini di proprieta' e rivalita' per un posto letto, anche di fortuna. Nell'ambiente di lavoro la vittima e' sempre un uomo tra i 35 e i 54 anni, la fascia di eta' piu' significativa della vita professionale.
L'OMICIDIO IN FAMIGLIA - Nei 223 omicidi tra le mura domestiche del 2002 prevalgono le vittime donne (63,2%), piu' numerose al Nord (68,8%) e al Centro (61,5%), mentre al Sud le differenze si riducono. Le vittime in famiglia hanno un'eta' compresa tra i 25 e i 34 anni (ma la gran parte delle donne hanno, ma le vittime con piu' di 64 anni sono piu' numerose di quelle tra i 55 e i 64. Alto (13,5%) il numero, influenzato anche dagli infanticidi, delle vittime fino ai 18 anni. Nella fascia di eta' oltre i 64 anni si contano numerosi omicidi-suicidi tra coniugi anziani e delitti compiuti da figli, nipoti, generi e nuore. Le donne uccidono prevalentemente i figli, poi i coniugi e i genitori. Nella gran parte dei delitti in famiglia la vittima convive con l'assassino, mentre negli omicidi passionali o per interesse avviene il contrario.

(Aggiornato il 10 Luglio 2003 ore 11:00)

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Ultimo aggiornamento: 10-07-03.

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