Il fucile trovato sull'auto di John Allen 'Muhannad' Williams e di John Lee Malvo è certamente l'arma usata in 8 omicidi e 3 ferimenti della serie di agguati cha dal 2 ottobre hanno terrorizzato Washington. Lo hanno ufficialmente annunciato gli inquirenti dopo gli accertamenti balistici.

Gli investigatori si dicono ormai "quasi certi" che i due uomini arrestati siano autori dei delitti del cecchino. Nell'auto di John Allen Williams, detto anche Mohammed, 42 anni, reduce della guerra del Golfo del 1991, lo scorso anno convertito all'Islam, e di John Lee Malvo, 17 anni, suo figliastro, erano stati trovati un fucile calibro 5,56 "Bushmaster" - lo stesso calibro dell'arma con cui sono state colpite 13 persone dal cecchino - un mirino telescopico e un cavalletto d'appoggio per l'arma.

I due avrebbero agito "in squadra", oppure in una sorta di competizione l'uno con l'altro, alternandosi a sparare (il che spiegherebbe la differenza di precisione dei tiri notata). Non ci sono, invece, elementi per affermare che i due facessero parte di una rete o godessero di complicità. Ma una fonte, e la Cnn sottolinea "una sola fra tante", fa riferimento a "simpatizzanti" del terrorismo internazionale. è attesa una conferenza stampa della polizia.

Nelle indagini sul cecchino Williams e il figliastro erano inizialmente considerati testimoni. Williams sarebbe stato l'affittuario della casa perquisita nelle ore scorse a Tacoma, nello stato di Washington, dove agenti dell'Fbi e locali hanno sequestrato un ceppo d'albero e altro materiale, passando al setaccio il retro.

Il ceppo potrebbe essere servito per esercitazioni di tiro (e potrebbe conservare tracce di proiettili, forse del calibro di quelli che usa il killer). Intanto l'Fbi sta compiendo perquisizioni in Alabama, in un campo d'addestramento noto come Ground Zero e collegato, tempo fa, alla rete Al Qaeda (circostanza che venne poi smentita).

Lì si sarebbe addestrato Williams. Questa circostanza e il soprannome dell'ex militare, 'Mohammed', fanno riaffiorare, nelle ipotesi dei media, la pista del terrorismo, di cui gli inquirenti non parlano assolutamente.

Dieci milioni di dollari per fermare l'incubo: sarebbe questa la richiesta avanzata dal cecchino di Washington alle autorità per fermare la scia di sangue che terrorizza gli Usa dal 2 ottobre. Mentre la polizia continua a cercare contatti con il serial killer, fonti vicine agli investigatori hanno infatti rivelato che l'uomo, negli ultimi messaggi, ha chiesto alle autorità di versare su un conto corrente bancario la somma di 10 milioni di dollari entro due giorni, oppure esser pronte a fronteggiare nuovi delitti.

La polizia per ora non ha confermato la richiesta, che sarebbe contenuta in una lettera, lasciata sulla scena del delitto compiuto sabato notte ad Ashland, in Virginia, circa 140 chilometri a sud di Washington; nel messaggio, la polizia verrebbe definita "incompetente" e verrebbe fornita una lista di sei telefonate alla 'task force' creata per dare la caccia al cecchino che sarebbero state "ignorate". Se così fosse, si tratterebbe della stessa lettera in cui è contenuta in forma di post scriptum l'agghiacciante minaccia ai minori ("I vostri bambini non sono al sicuro, dovunque e in qualsiasi ora), una missiva i cui contenuti sono stati rivelati al pubblico - lo ha ammesso lo stesso Capo della Polizia, Charles Moose - solo in parte.

Intanto è arrivata la notizia che l'uomo avrebbe lasciato anche una seconda lettera, un messaggio di diverse pagine, sulla scena del delitto costato la vita all'autista d'autobus 35enne, Conrad Jonhnson; e la nuova missiva conterebbe le stesse richieste avanzate nella precedente. Intanto la polizia continua a cercare contatti.

In un'apparente risposta ai messaggi, Moose si è di nuovo rivolto pubblicamente al cecchino: "Nei giorni scorsi - ha detto alle televisioni - hai tentato di metterti in contatto con noi. Abbiamo controllato le opzioni che ci hai fornito e non è stato possibile rispondere elettronicamente nella maniera che hai indicato". "In ogni caso, noi rimaniamo disponibili e pronti a individuare con te le opzioni possibili. E' importante che ciò accada senza che nessun altro venga ferito. Chiamaci - ha insistito Moose - allo stesso recapito telefonico che hai usato per ottenere il numero 800 (una linea gratuita attivata per i contatti; n.d.r.). Oppure, se la cosa potesse farti sentire più sicuro, possiamo mettere a tua disposizione una casella postale privata o un altro metodo sicuro per entrare in comunicazione".