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Bofa sapeva del conto vuoto Parmalat
una settimana prima MILANO 22 MAR - Il
legale rappresentante della filiale italiana di Bank of America (NYSE: BAC -
notizie) , indagato nell'ambito dell'inchiesta milanese sul dissesto
Parmalat sapeva con una settimana di anticipo rispetto al mercato che il
conto Bonlat, holding delle Cayman Islands, da 3,95 miliardi di euro, non
esisteva.
Lo dice una fonte investigativa, aggiungendo che l'informazione si basa
su due prove messe agli atti dell'inchiesta e che Eros Francini sarà sentito
nei prossimi giorni per sapere perché questa informazione non è stata
diffusa su un mercato dove i titoli Parmalat erano regolarmente trattati in
borsa.
Non è stato possibile contattare Eros Francini, né alcuno in Bank of
America è stato immediatamente disponibile per un commento né in Italia né a
New York.
"Abbiamo le mail sequestrate e messe agli atti e la testimonianza di una
dipendente -- quella cui è stato dato l'incarico di fare le verifiche", dice
la fonte investigativa spiegando che il venerdì 12 dicembre alle nove di
mattina Francini ha chiesto a una dipendente di chiamare New York per
accertarsi se esistesse il conto Bonlat e di quanti fondi disponesse.
Nella stessa giornata, dopo alcune ore, New York ha comunicato a
Francini l'inesistenza del conto, dice la fonte. Queste notizie tuttavia
vengono comunicate al mercato solo il venerdì 19 dicembre.
Una nota di Parmalat Finanziaria del 19 infatti dice di avere appreso
dalla Consob che in data 17 la filiale di Bank of America di New York aveva
informato della situazione la società Grant Thornton, che operava da
revisore di Bonlat.
Proprio questa comunicazione ha rivelato la reale situazione di
dissesto di Parmalat, dando in sostanza il via all'inchiesta giudiziaria
milanese, e poi a quella di Parma.
Secondo la fonte investigativa, Francini, come legale rappresentante di
Bofa, è indagato dalla procura di Milano con l'ipotesi di reato di
ricettazione fallimentare - impiego di denaro o beni illeciti provenienti da
un fallimento.
Questo perché, sempre secondo la fonte, nella notte tra il 23 e il 24
dicembre la filiale italiana di Bank of America avrebbe incassato una cifra
imprecisata di fondi a titolo di cash collateral su Parmalat.
Per tre ex dipendenti di Bank of America la procura di Milano ha chiesto
giovedì scorso il processo immediato con l'imputazione di aggiotaggio. I tre
sono Luca Sala, Antonio Luzi e Luis Moncada.
La banca americana -- oggetto della richiesta di processo immediato
come persona giuridica -- ha detto giovedì scorso in una nota che si
difenderà "con determinazione" dalle accuse che le vengono mosse dalla
procura di Milano, e che queste ultime non sono "supportate dai fatti".
(Aggiornato il 22 Marzo 2004 ore 10:00)
SUDAMERICA: CACCIA AL TESORO DI TANZI
PARMA 18 MAR - Il riciclaggio attraverso diverse societa' sudamericane è una
delle ipotesi investigative, come gia' emerso nei giorni scorsi, più
plausibili per sapere fine hanno fatto gran parte dei milioni spariti dai
bilanci della Parmalat. Si tratta di societa' (per ora sotto la lente degli
investigatori ce ne sono una
decina) lontane dall'attivita' di core-business del gruppo di Collecchio, ma
che sarebbero state acquisite con soldi distratti. In attesa di riscontri,
tuttora in
corso, l'ipotesi piu' accreditata e' che si tratti di societa' e attivita'
legali, perche' nessuna fonte investigativa ha elementi per provare un
coinvolgimento di attivita' illecite nel continente sudamericano. La
presenza di somme in stati esteri continua a essere testimoniata dalle
segnalazioni che arrivano dall'ufficio italiano cambi , secondo il quale
persistono operazioni finanziarie sospette riguardanti conti riconducibili
ad alcuni degli indagati nel crac della Parmalat, a loro familiari o
prestanome locali.
(Aggiornato il 18 Marzo 2004 ore 10:00)
BANK OF AMERICA ANNUNCIA DIMISSIONI A
MILANO
WASHINGTON 3 MAR - La Bank of America ha
annunciato in serata che due dipendenti della sua filiale a Milano hanno
rassegnato le dimissioni nell'ambito dell'inchiesta delle autorita' italiane
sul crac della Parmalat. In un comunicato la terza banca degli Stati Uniti
ha confermato che gli investigatori italiani stanno indagando sulle
attivita' della Bank of America e di tre suoi dipendenti a Milano, compresi
i due dimissionari. La banca, che ha sede a Charlotte, nella Carolina del
Nord, ha fatto solo un nome, quello di Luca Sala, ex responsabile della
divisione Finanze industriali, come uno degli indagati.
(Aggiornato il 03 Marzo 2004 ore 01:15)
Le denunce Parmalat raccolte via
Internet Milano 01 Mar - Il pm milanese
Francesco Greco ha comunicato che i soggetti coinvolti nel crack Parmalat
possono esporre denuncia via Internet. Su
www.procura.milano.giustizia.it è stata predisposta un’apposita
mascherina on line. Poiché i danneggiati sono oltre 50.000, la Procura ha
inteso muoversi in questa direzione per riuscire raccogliere le
dichiarazioni di tutti e non escludere alcuno. Saranno considerate, infatti,
soltanto le denunce complete presentate a mano e tutte quelle raccolte
attraverso il sito Internet. In ogni caso, la Procura invita alla
compilazione del modulo anche coloro che hanno già presentato denuncia
scritta: ciò al mero fine di aiutare l’ufficio nel lavoro di registrazione
dei dati. Chi ha presentato esposto con e-mail è tenuto a ripetere la
procedura attraverso la mascherina del sito. Chi non dispone di
collegamento, può recarsi presso i Comandi Provinciali della Guardia di
Finanza, dove appositi funzionari sono a disposizione dei dichiaranti. A chi
compila il “data entry via Internet” viene rilasciata apposita ricevuta.
(Aggiornato il 01 Marzo 2004 ore 10:00)
ARRESTATI STEFANO E FRANCESCA TANZI
PARMA 17 FEB - Gli arresti di Stefano e Francesca
Tanzi sono stati eseguiti in mattina dagli uomini della Guardia di finanza.
Le accuse per entrambi sono di associazione per delinquere, bancarotta e
false comunicazioni sociali.
Altre persone risultano arrestate sempre in mattinata nell'ambito della
vicenda Parmalat. Si tratta di Giovanni Tanzi, fratello di Calisto e membro
cda Parmalat, Roberto Tedesco, della Hit. Angelo Ugolotti e Claudio Baratta,
sempre amministratori della Hit, nonche' Camillo Florini, che era direttore
operativo della stessa societa'. Infine arrestato anche Fabio Branchi, uno
dei commercialisti di fiducia di Calisto Tanzi. Tutti gli arrestati sono
stati trasferiti in carcere, ad eccezione di Fabio Branchi, che e' invece
agli arresti domiciliari. Si tratta delle otto persone iscritte ieri nel
registro degli indagati.
(Aggiornato il 17 Febbraio 2004 ore 10:00)
PARMALAT: GIALLO SUI NOMI CRIPTATI
Indagate 7 banche,Tanzi verso Parma - PARMA 10
FEB - Ci sarebbero quattro nomi criptati fra i 28 iscritti al registro degli
indagati della Procura di
Parma. Lo si apprende da fonti del tribunale che specificano come si possa
trattare sia di nomi di persone che di nomi di societa'. «Non è che non mi
risulti - ha commentato il pubblico ministero, Silvia Cavallari - lo nego
assolutamente». Di analogo tenore il commento del pubblico ministero,
Antonella Ioffredi, uscita pochi minuti fa dalla Procura di Parma assieme
alla collega. «Lo smentisco assolutamente - ha commentato Ioffredi, - non so
chi diffonda queste notizie assolutamente false». I nomi invece - secondo
quanto riferiscono diversi organi di stampa - sarebero criptati con una
stringa di copertura composta di 12 asterischi. Potrebbe trattarsi o di
indagati di cui i
magistrati preferiscono tenere segreti i nomi in una fase particolarmente
delicata dell'inchiesta, ma anche di aziende sulle quali sarebbero in corso
accertamenti. Nel registro degli indagati della Procura di Milano,
che indaga sul crac Parmalat, risultano iscritte sette banche e i relativi
funzionari.
Si tratta di Bank of America, Citigroup, Deutsche Bank, Morgan Stanley,
UBS, Banca popolare di Lodi e la Societa' di gestione del risparmio di Banca
Intesa, Nextra. L'accusa ipotizzata e' concorso in aggiotaggio.
Si è anche saputo che l'ex funzionario di Bank of America, Luca Sala, poi
divenuto consulente Parmalat, è accusato anche di riciclaggio oltre che di
false comunicazioni dei Revisori, truffa aggravata ed altri reati comuni a
tutti gli altri indagati. Intanto Calisto Tanzi è in viaggio da Milano a
Parma. L'ex patron di Parmalat ha lasciato oggi il carcere milanese di San
Vittore, dove era detenuto da 27 dicembre scorso, ed è ora in corso il suo
trasferimento al carcere di via Burla nella città emiliana.
(Aggiornato il 10 Febbraio 2004 ore 10:00)
PARMALAT: LISTA INDAGATI DEL 19
GENNAIO, 20 NOMI '+1'
MILANO 9 FEB - Venti nomi di indagati scritti per
esteso, piu' un indagato il cui nome non viene reso noto. E' quanto compare
in un atto giudiziario della Procura di Parma, datato 19 gennaio e
recapitato circa una settimana piu' tardi alle difese delle persone
coinvolte nell'inchiesta sul crac Parmalat. Il numero degli indagati
attualmente sarebbe salito a 28. Il documento e' l'avviso di deposito di un
verbale di un sequestro preventivo avvenuto lo scorso 16 gennaio alla
filiale di Parma della Banca Agricola Mantovana. Queste le persone elencate
come indagate per associazione per delinquere e altro ( ''art. 416 Cp ed
altro'') che appaiono nell' 'avviso al difensore', 3 pagine scritte dal pm
parmigiano Vincenzo Picciotti: Calisto Tanzi, Fausto Tonna, Gianpaolo Zini,
Luciano Del Soldato, Maurizio Bianchi, Lorenzo Penca, Claudio Pessina,
Gianfranco Bocchi, Giovanni Bonici, Stefano Tanzi, Franco Gorreri, Domenico
Barili, Giovanni Tanzi, Paola Visconti, Francesco Giuffredi, Luciano
Silingardi, Fabio Branchi, Angelo Ugolotti, Donatella Alinovi, Alberto
Ferraris, ' + 1'. E proprio dietro a questo '+ 1' dovrebbe celarsi un nome
che la magistratura parmigiana, almeno allora, non ha voluto rendere
evidentemente per ragioni di opportunita'.
(Aggiornato il 09 Febbraio 2004 ore 13:50)
PARMALAT: MARZANO, PASSIVITA' A 14,5
MLD EURO ROMA 6 FEB - Ammontano a circa
14,5 miliardi di euro le passivita' del gruppo Parmalat. E' quanto ha
riferito il ministro per le attivita' produttive, Antonio Marzano, al
termine dell'incontro con il commissario straordinario del gruppo, Enrico
Bondi.
(Aggiornato il 06 Febbraio 2004 ore 13:10)
PESA PER 52 MLN SU ACCANTONAMENTI ABN
AMRO
MILANO 4 FEB - La divisione di investment banking
di Abn Amro, il gruppo bancario olandese che ha annunciato in giornata un
balzo degli utili trimestrali proprio grazie alle attivita' 'corporate', ha
aumentato gli accantonamenti per i crediti inesigibili di 52 milioni di euro
rispetto al trimestre precedente a causa dell'esposizione verso Parmalat.
Gli accantonamenti complessivi dell'intera unita' sono stati pari a 106
milioni di euro negli ultimi tre mesi del 2003, rispetto ai 54 milioni
accantonati nel terzo trimestre e agli accantonamenti per 145 milioni
dell'ultimo trimestre del 2002. Rispetto agli 857 milioni di utili
totalizzati da Abn Amro Holding (685 milioni nel 2002), l'investment banking
ha realizzato profitti per 163 milioni, a fronte dei 63 milioni del 2002 e
dei 134 milioni guadagnati nel terzo trimestre del 2003.
(Aggiornato il 04 Febbraio 2004 ore 11:00)
PARMALAT: UE, OK AD AIUTI ALLEVATORI,MA
NEL RISPETTO NORME
BRUXELLES 02 FEB - Una soluzione ''pragmatica''
per cercare di aiutare migliaia di allevatori legati alla Parmalat che ora
si trovano in difficolta', ma senza per questo violare le norme Ue in
materia di aiuti di stato. E' questa la posizione del commissario Ue per
l'agricoltura, Franz Fischler, contenuta in una nota inviata in questi
giorni ai membri del collegio dell'esecutivo europeo e che l'Ansa e' in
grado di anticipare. Il 19 gennaio scorso, ricorda la nota del responsabile
europeo per il settore agricolo, l'Italia ha notificato alla Commissione Ue
i provvedimenti decisi a sostegno dei produttori di latte colpiti dai
mancati pagamenti da parte dell'azienda di Collecchio. Le misure, scrive
Fischler, prevedono in particolare un ''rinvio delle tasse e dei contributi
sociali'' ed un ''accesso a prestiti particolari e a garanzie''. ''E'
probabile - sottolinea subito il commissario Ue - che queste misure
contengano aiuti di stato'' e per tale ragione ''sono attualmente sotto
esame alla luce delle norme sugli aiuti al salvataggio e alla
ristrutturazione''. Nonostante cio', prosegue la nota, dal momento che
''migliaia di allevatori si trovano in difficolta' finanziarie a causa dei
mancati pagamenti si deve cercare di trovare una soluzione pragmatica per
una rapida autorizzazione degli aiuti previsti in caso di salvataggio'' di
una impresa in difficolta'.
(Aggiornato il 02 Febbraio 2004 ore 21:20)
PROCURATORE DI PARMA
LASCIA LA MAGISTRATURA
PARMA 02 FEB - Lascia la magistratura il
procuratore di Parma, Giovanni Panebianco. Il responsabile dell'ufficio che
sta conducendo l'inchiesta sul crack Parmalat ha chiesto al Csm di andare in
pensione. Lo si e' appreso a Palazzo dei marescialli.
Il 22 gennaio scorso la Prima Commissione del Csm aveva aperto nei confronti
del procuratore la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita'
ambientale. Una decisione legata all'indagine aperta su Panebianco dalla
procura di Firenze, che ha chiesto il suo rinvio a giudizio per corruzione
in atti giudiziari. In particolare i pm del capoluogo toscano contestano a
Panebianco di aver interceduto in favore di un amico presso Luciano
Silingardi, per lunghi anni direttore generale della Cariparma, per ottenere
un prestito di svariati miliardi lire senza le necessarie coperture.
Qualche giorno fa si era mosso anche il procuratore generale della
Cassazione Francesco Favara che aveva chiesto alla sezione disciplinare del
Csm di sospendere Panebianco dalle funzioni e dallo stipendio.
(Aggiornato il 02 Febbraio 2004 ore 21:00)
PARMALAT: DAI REVISORI PRIMO RAPPORTO A
BONDI, IL COMUNICATO
MILANO 26 GEN - Di seguito il comunicato con il
quale Enrico Bondi, d'intesa con il ministro Antonio Marzano, ha diffuso al
mercato la bozza del rapporto che i revisori di PriceWaterhouseCoopers hanno
effettuato insieme a Mediobanca e Lazard sui conti di Collecchio. ''Parmalat
Finanziaria in Amministrazione Straordinaria comunica che
PriceWaterhouseCoopers (Pwc) ha completato la bozza del Rapporto sulla
situazione finanziaria ed economica del gruppo Parmalat nella quale sono
riportate, tra l'altro, una stima dei ricavi e della redditivita'
dell'esercizio 2002 e dei nove mesi chiusi al 30 settembre 2003, rettificati
da operazioni non documentate e passivita' non registrate. E' riportato
inoltre l'indebitamento al 30 settembre 2003, anch'esso rettificato da
operazioni non documentate e passivita' non registrate. Il lavoro di Pwc e'
ancora in corso e pertanto i risultati presentati non sono definitivi e
possono essere soggetti a variazioni. Tuttavia, al fine di fornire una
tempestiva informativa ai mercati, la Parmalat Finanziaria Spa in
Amministrazione Straordinaria ha deciso, d'intesa con il ministro delle
Attivita' Produttive, di rendere pubbliche alcune informazioni contenute
nella bozza del Rapporto. Per quanto riguarda i ricavi, la redditivita' e
l'indebitamento finanziario netto, il Rapporto Pwc evidenzia differenze
significative con i dati riportati nel bilancio consolidato al 31 dicembre
2002 e nella relazione trimestrale al 30 settembre 2003, che vengono
riepilogate di seguito (in milioni di euro): Esercizio 2002 Rapporto Pwc
Bilancio consolidato Ricavi 6.202 7.722 Margine Oper.lordo 286 931
Indebit.Finanz.netto non ancora 1.862 rilevato 1.01.2003/30.09.2003 Rapporto
Pwc Relazione trimestrale Ricavi 4.002 5.376 Margine Oper.lordo 121 651
Indebit.Finanz.netto 14.300 1.818 Dal rapporto di Pwc si evince che le 'disponibilita'
finanziarie' al 31 dicembre 2002 e al 30 settembre 2003 sono trascurabili.
La revisione critica delle attivita' industriali condotta da Parmalat Spa in
Amministrazione Straordinaria con l'assistenza degli advisor Lazard e
Mediobanca e' tuttora in corso e ha lo scopo principale di verificare i
possibili spazi di miglioramento economico attraverso revisioni del
portafoglio e azioni di efficienza. I risultati di tali operazioni assieme
al Rapporto Definitivo di Pwc costituiranno la base del piano di
ristrutturazione industriale, economica e finanziaria del gruppo Parmalat.
Attualmente le attivita' produttive del gruppo sono sostanzialmente
stabilizzate presso tutte le unita' operative sia nazionali che
internazionali. Dal punto di vista finanziario, il gruppo e' in grado di
provvedere al pagamento delle forniture correnti, banche' eccezioni siano
state registrate in alcune attivita' (Dairy Usa e in Brasile) dove sono gia'
all'opera unita' di crisi con l'obiettivo di assistere il management locale
allo scopo di contenere la necessita' finanziarie e raggiungere un accordo
con le banche finanziatrici. Con specifico riferimento all' Italia, i
prodotti del gruppo segnalano un andamento complessivamente positivo in
questo inizio dell'esercizio; le vendite al consumo del latte UHT sono
aumentate del 13,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso''.
(Aggiornato il 26 Gennaio 2004 ore 12:40)
PARMALAT: PRICEWATER,
INDEBITAMENTO 14,3 MLD A SETTEMBRE 2003
PARMA 26 GEN - Al 30 settembre scorso
l'indebitamento finanziario netto del gruppo Parmalat aveva raggiunto i 14,3
miliardi di euro, secondo quanto scrivono i revisori di
PricewaterhouseCoopers nella bozza del rapporto finale consegnata al
Commissario Bondi. Dalla bozza risulta che i ricavi dei primi nove mesi 2003
ammontano a 4,002 mld e i ricavi del 2002 sono pari a 6,202 mld invece dei
7,722 mld secondo il bilancio approvato lo scorso anno. E il Margine
operativo lordo, secondo i revisori, fino a settembre 2003 era di 122
milioni di euro. La Nestlè ha fatto sapere oggi di non essere interessata
alla Parmalat. Oggi pomeriggio ci sarà l'autopsia di Alessandro Bassi e sarà
nuovamente interrogato Calisto Tanzi, da ieri tornato a San Vittore.
(Aggiornato il 26 Gennaio 2004 ore 11:40)
BANKITALIA CONSEGNA DOCUMENTI ALLA GDF
ROMA 24 GEN - La Banca d'Italia ''ha messo
a disposizione'' della Guardia di Finanza documenti che le erano stati
chiesti sul crac Parmalat. Lo annuncia Bankitalia in una nota. La Banca
d'Italia afferma che ''sulla vicenda Cirio e' in atto da tempo una stretta
collaborazione della Banca d'Italia con l'Autorita' Giudiziaria'' e
''analoga collaborazione e' avviata per il caso Parmalat, in relazione al
collocamento di titoli presso il pubblico''.
INDAGINI GDF A ROMA SU COLLOCAMENTO OBBLIGAZIONI - L'acquisizione di
documenti compiuta da parte della Guardia di Finanza presso la sede centrale
di Bankitalia e della Consob e' stata disposta dalla procura di Roma,
secondo quanto si e' appreso, nell'ambito di un'attivita' di indagine sul
collocamento di prestiti obbligazionari emessi dalla Parmalat spa e dalle
societa' che ruotano nella sua orbita.
L'acquisizione di documenti non ha avuto come oggetto specifico una presunta
omessa o carente vigilanza da parte di Bankitalia e Consob sul crac Parmalat.
Le indagini della Guardia di Finanza sono svolte dal Nucleo speciale di
polizia valutaria.
TRIBUNALE RIESAME CONFERMA CARCERE PER CALISTO TANZI - Il Tribunale
del Riesame di Bologna ha confermato la custodia cautelare in carcere per
Calisto Tanzi. I giudici hanno respinto anche i ricorsi contro l' ordinanza
di custodia cautelare in carcere presentati dall' ex direttore finanziario
del Gruppo Parmalat, Luciano Del Soldato, e dai due revisori della Grant
Thornton, Lorenzo Penca e Maurizio Bianchi.
MANAGER SUICIDA, RECUPERATA VALIGETTA CON DOCUMENTI - Una valigetta
24 ore e' stata ritrovata ieri sera dai carabinieri all'interno della Fiat
Marea di Alessandro Bassi, il manager morto ieri suicida. La valigetta
conteneva un'agenda, alcuni effetti personali e dei documenti aziendali
recanti l'intestazione Parmalat. I documenti sono stati consegnati ai pm di
Parma.
Alessandro Bassi si e' ucciso gettandosi da un ponte nella strada
provinciale Lucignana. Il suicidio e' avvenuto sul fiume Ceno, in localita'
Rubiano.
Fausto Tonna e Gianfranco Bocchi, impegnati nel loro lavoro di
ricostruzione dei bilanci avviato da giorni insieme agli investigatori e ai
revisori, sono rimasti sconvolti quando hanno appreso la notizia del
suicidio che si e' sparsa in un battibaleno negli uffici del gruppo. A
quanto si e' appreso la comunicazione della morte e' stata diffusa dallo
stesso commissario straordinario, Enrico Bondi, al personale direttivo. Poi
Bondi ha pronunciato alcune parole di cordoglio davanti ai presenti,
ammutoliti per quanto era accaduto.
Alessandro Bassi, collaboratore prima di Fausto Tonna e poi del
direttore finanziario Luciano Del Soldato, era responsabile dei controlli
sui costi di gestione dell'intero gruppo Parmalat e sui prezzi degli
acquisti che insieme ad altri stimava. Bassi lavorava nella stessa stanza
con Bocchi, i due erano molto legati, molto amici, e Bassi era una persona
dello stesso livello di Bocchi in azienda, uno dei maggiori contabili, anche
se non facevano lo stesso lavoro.
'No, non era un semplice quadro', spiega un inquirente evidenziando
il suo ruolo di responsabilita' all'interno dell' azienda. La sua attivita'
influiva sulla contabilita' gestionale ed e' in questo ambito che i pm ne
hanno disposto l'interrogatorio come persona informata sui fatti. Bassi
infatti non era indagato.
L'ex procuratore di Milano Gerardo D'Ambrosio, esperto in suicidi
eccellenti (Sergio Moroni, Raul Gardini e Gabriele Cagliari) quando era tra
i protagonisti di Mani Pulite, ha dei dubbi: 'io non credo che la causa del
suicidio di Bassi -per il quale si e' detto 'addolorato'- possa essere
l'inchiesta incalzante. Puo' essere stato anche l'apprendere che
colposamente si e' danneggiata tanta gente e alcuni in maniera davvero molto
grave. L'animo umano, poi, e' imperscrutabile'.
(Aggiornato il 24 Gennaio 2004 ore 15:00)
Perquisizione a Standard & Poor's
MILANO 21 GEN - Dopo Nextra e Morgan Stanley,
tocca a Standard & Poor's. La Guardia di finanza sta perquisendo la sede
milanese dell'agenzia di rating.
Secondo quanto è finora trapelato, la procura della Repubblica del capoluogo
lombardo vuole accertare se all'interno dell'agenzia di rating qualcuno era
a conoscenza delle reali condizioni finanziarie dell'azienda di Collecchio e
ciononostante abbia ritardato il declassamento del titolo, oppure se gli
analisti della S&P siano stati in qualche modo tratti in inganno dai
dirigenti del gruppo di Calisto Tanzi o da qualche intermediario.
(Aggiornato il 21 Gennaio 2004 ore 13:00)
Banche perquisite:
Nextra e Morgan Stanley
MILANO 21 GEN 2004 - C'è il sospetto di una condotta almeno
agevolatrice dell'aggiotaggio all'origine delle perquisizioni inizate
stamattina e ancora in corso nelle sedi di Nextra, società di gestione
del risparmio di Banca Intesa, e della banca Morgan Stanley. Gli
inquirenti stanno cercando di chiarire le modalità relative alla vicenda
del bond da 300 milioni di euro emesso da Parmalat e comprato da
Nextra nel giugno scorso. Gli inquirenti stanno cercando di capire il
contesto dell'operazione e le modalità del riacquisto e del ricollocamento
del bond.
In merito alle perquisizioni effettuate oggi, Nextra «sottolinea di aver
messo a disposizione degli organi inquirenti tutti i documenti. Nextra -
si legge in una nota - certa del proprio corretto operato, assicura la
piena collaborazione alle autorità inquirenti».
Calisto Tanzi aveva accusato Nextra di aver costretto Parmalat a
riacquistare il bond. A Tanzi Nextra replicò che i titoli erano stati
rivenduti a Morgan Stanley dal momento che era cresciuto il prezzo. Tra i
motivi della perquisizione c'è anche il presupposto per Nextra e per
Morgan Stanley della possibilità di rendersi conto della crisi di
liquidità e finanziaria del gruppo Parmalat. All'interno di Nextra,
secondo gli inquirenti, la stessa struttura di corporate avrebbe dovuto
avere un monitoraggio del rischio dell'investitore.
Per il momento non sono indagate né le due società perquisite né
i loro amministratori e dirigenti. Non c'è nessun sospetto su Banca
Intesa, secondo quanto si apprende, e non è almeno per il momento
dimostrato l'accordo tra Nextra e Morgan Stanley in relazione alla
operazione del bond da 300 milioni di euro.
Il tribunale fallimentare di Parma ha dichiarato l'insolvenza di
Parmatour al termine di una Camera di consiglio che si è tenuta
oggi. La sentenza verrà materialmente depositata domani. Parmatour viene
ammessa all'amministrazione straordinaria evitando così la possibilità di
istanza di fallimento e consentendo la prededucibilità dei nuovi eventuali
debiti.
Parmatour è stata emessa alla procedura stabilita dal decreto Marzano del
23 dicembre in base al fatto che la società turistica della famiglia Tanzi,
pur non appartenendo direttamente al gruppo Parmalat, viene di fatto
gestita dalle stesse persone dell'azienda di Collecchio.
In giornata Stefano Tanzi, Giovanni Tanzi e Paolo Tanzi hanno
rassegnato le dimissioni da membri dei consigli di amministrazione delle
società del gruppo e da tutte le funzioni operative svolte nell'ambito
del gruppo Parmalat. L'assemblea ha inoltre nominato carlo prevedini
amministratore unico della latte sole spa, società interamente controllata
indirettamente tramite Parmalat spa, in amministrazione straordinaria.
(Aggiornato il 21 Gennaio 2004 ore 10:00)
PARMALAT: CONSOB OLANDESE (AFM)
INDAGA SU AZIENDE GRUPPO
IL PORTAVOCE, VERIFICHIAMO EVENTUALI
IRREGOLARITA'FINANZIARIE
BRUXELLES 15 GEN - L'autorita' per il controllo del mercato finanziario
olandese (Afm) ha avviato un'indagine sulle aziende del gruppo Parmalat con
sede nei Paesi Bassi allo scopo di verificare se ''vi siano state
irregolarita' finanziarie''. Lo ha riferito all'Ansa il portavoce dell'Afm,
Seger Pijnenburg, confermando quanto trapelato oggi su alcuni organi di stampa
internazionale. ''Abbiamo avviato un'indagine sulle attivita' finanziarie del
gruppo Parmalat in Olanda'', ha detto al telefono il portavoce. L'inchiesta
della 'Consob olandese' va avanti da alcune settimane. L'indagine, ha spiegato
Pijnenburg, ''e' stata avviata nei giorni immediatamente successivi all'inizio
del caso Parmalat'' in Italia. Alla domanda se finora siano state riscontrate
delle irregolarita' o delle frodi, il portavoce si e' limitato a rispondere
che l'organo di controllo ''ha raccolto una serie di fatti che ora occorre
valutare prima di giungere ad una qualche decisione''. Al momento, ha
aggiunto, ''non siamo ancora arrivati a delle conclusioni in un senso o
nell'altro''.
(Aggiornato il 15 Gennaio 2004 ore 17:00)
PARMALAT: GOLDMAN SACHS PIAZZO'
BOND DUE GIORNI PRIMA 'CRACK'
BANCA D' AFFARI USA AVREBBE GUADAGNATO CIRCA 2
MLN DOLLARI
ROMA 15 GEN - Goldman Sachs, una delle maggiori banche d' affari statunitense,
avrebbe collocato obbligazioni Parmalat per un valore nominale di oltre 400
milioni di dollari appena due giorni prima della notizia del dissesto del
gruppo alimentare, guadagnando da quest' operazione circa due milioni di
dollari. E' quanto scrive oggi il Wall Street Journal, riportando
indiscrezioni fornite da una fonte ben informata su questi fatti. L'
operazione sarebbe stata curata da Goldman assieme alla compagnia assicurativa
statunitense Aflac; i bond sarebbero stati venduti a diversi hedge fund, cioe'
i fondi speculativi, e ad altri soggetti, il 17 dicembre scorso, per un
controvalore effettivo di circa 143 milioni di dollari. Due giorni dopo,
Parmalat ammise che le disponibilita' liquide per circa 3,9 mld di euro che
avrebbero dovuto essere depositate presso Bank of America non esistevano
affatto. Un portavoce di Goldman Sachs non ha commentato quanto apparso sul
Wsj, mentre quello di Aflac, Joseph Smith, ha ammesso lo svolgimento di quest'
operazione. Il Wsj aggiunge che peraltro i collocamenti di bond emessi da
Parmalat sono stati gestiti anche da numerose altre banche e non esiste alcune
indicazione che possa lasciar immaginare che Goldman, all' atto del
collocamento di questa tranche, fosse a conoscenza della gravita' della
situazione in cui versava il gruppo.
(Aggiornato il 15 Gennaio 2004 ore 13:30)
GERONZI: ENORME TRUFFA, ANCHE
CAPITALIA PARTE LESA
Anche Capitalia e' ''tra le parti lese'' del crack Parmalat. Lo ha
detto Cesare Geronzi, presidente dell'istituto capitolino, aggiungendo di
essere pronto a rivalersi ''come tutti gli altri, nelle sedi piu' opportune,
di fronte ad una situazione che definire truffaldina e' dire poco. Si tratta
della piu' grande truffa del sistema produttivo italiano''.
Geronzi si dice inoltre ''assolutamente tranquillo di fronte alle accuse mosse
dall'ex patron di Parmalat, Calisto Tanzi''. Il numero uno di Capitalia
conferma inoltre che il cda di lunedi' prossimo approvera' il piano di
rimborso economico previsto per i clienti retail dell'istituto rimasti
coinvolti nei crac Parmalat, Cirio e Giacomelli. ''Ovviamente - precisa - nei
termini annunciati''.
Infine, Geronzi non si sbilancia sulla possibilita' che ai crac che hanno
recentemente colpito i risparmiatori italiani possa essere data una risposta
unica e collettiva da parte del sistema del credito. ''Questo - dice -
dovrebbe essere compito dell'Abi e dunque - conclude - va chiesto al
presidente dell' Abi''.
TANZI NON SI SOTTRARRA' A DIALOGO - ''Non si sottrarra' al dialogo,
come del resto non si e' mai sottratto''. Lo hanno dichiarato i difensori di
Calisto Tanzi, gli avvocati Fabio Belloni e Michele Ributti, poco prima dell'
inizio dell'udienza davanti ai giudici del Tribunale del riesame, parlando di
un possibile nuovo interrogatorio del loro assistito da parte della
magistratura milanese.
''Il cavalier Tanzi e' persona sintetica - ha precisato l'avvocato Belloni -,
abituata a parlare di argomenti ben definiti. Quindi a quello che man mano gli
verra' chiesto e che gli verra' eventualmente contestato, dara' soddisfazione''.
IN PROCURA NOVE SCATOLONI DOCUMENTI DAGLI USA - Sono arrivati in
Procura a Parma nove scatoloni inviati dagli inquirenti di New York ai pm di
Parma.
All'interno c'e' documentazione riservata. Dovrebbe trattarsi di duplicati
degli atti acquisiti presso diverse banche statunitensi dalla Sec e dalla
polizia newyorkese o, piu' probabilmente, dei risultati delle acquisizioni
fatte nella casa e dello studio di New York di Gian Paolo Zini, fondatore del
fondo Epicurum.
(Aggiornato il 15 Gennaio 2004 ore 13:00)
PARMALAT: SELLA, BANCHE INGANNATE
DA CONTABILITA' CREATIVA
GOTHA BANCARIO PIU' ESPOSTO DI QUELLO ITALIANO
ROMA 15 GEN - Le banche italiane sono state ingannate dalla Parmarlat
attraverso un sistema di contabilita' ''totalmente creativa''. Lo ha detto il
presidente dell'Abi Maurizio Sella, ribadendo che l'esposizione bancaria degli
istituti italiani nei confronti del gruppo di Collecchio e' inferiore a quello
del gotha bancario estero. ''Auspico che l'indagine parlamentare in cui anche
l'Abi sara' sentita, possa far emergere tutti gli aspetti che sono alla base
di questo incidente di questo inganno che anche le banche hanno avuto, e
permetta al Parlamento di prendere le decisioni migliori per ridurre la
possibilita' che in futuro abbiano a verificarsi casi analoghi'', ha aggiunto
Sella parlando a margine della presentazione della quinta iniziativa di ''Pattichiari''.
In merito all'entita' dell'esposizione bancaria nei confronti della Parmalat,
Sella ha risposto che ''e' il settimo-ottavo gruppo industriale del paese e
visto che le banche straniere erano assai piu' esposte di quelle italiane, se
il gotha delle banche straniere ha ritenuto che Parmalat meritava fidi cosi'
alti, tanto piu' potevano farlo le banche italiane''. Il banchiere ha aggiunto
che ''noi siamo stati ingannati, i dati che ci sono stati forniti erano
totalmente da contabilita' creativa''.
(Aggiornato il 15 Gennaio 2004 ore 12:10)
L'economie internazionali sono tutte in piena
stagnazione
e le banche continuano a macinare utili sulla pelle dei cittadini ...!!!
Consob + banche = LADRONI ...?
BANK OF AMERICA, UTILI SALGONO DEL 4,6% ;
TRIMESTRALE POSITIVA ISTITUTO IMPLICATO IN VICENDA PARMALAT -
ROMA 15 GEN - Trimestrale sostanzialmente positiva quella diffusa oggi
da Bank of America, la terza banca statunitense, che ha registrato un utile
netto in rialzo del 4,6% nel quarto trimestre, a 2,73 miliardi di dollari,
cioe' 1,83 dollari per azione. Nel pari periodo dell' anno precedente Bank of
America aveva avuto profitti per 2,61 miliardi di dollari, corrispondenti a
1,69 dollari per azione. La banca, che com'e' noto e' fortemente coinvolta
nella vicenda Parmalat, ha peraltro provveduto a svalutare, anche se in misura
minore rispetto al recente passato, la consistenza di alcuni cosiddetti
bad-loans, cioe' prestiti di dubbia esigibilita'. Inoltre, la banca e' alle
prese con la sfida rappresentata dall' integrazione con FleetBoston, acquisita
per circa 47 miliardi di dollari nell' ottobre dello scorso anno. Parmalat a
parte, la banca e' nel mirino a causa di numerose inchieste avviate negli Usa
che riguardano il settore dei fondi di investimento e le indicazioni -
ritenute fasulle - fornite dai suoi analisti circa alcuni titoli azionari.
(Aggiornato il 15 Gennaio 2004 ore 12:00)
PARMALAT: IMPATTO 0,8% SU PIL, CASO
ENRON E' NULLA
ROMA 29 DIC - ''Il buco di 10 miliardi di euro nei conti
Parmalat rappresenta lo 0,8% del prodotto interno lordo italiano: in termini
di pil, il caso Enron negli Usa e' nulla in confronto'' a quello del gruppo
alimentare italiano. Lo scrive il Financial Times, secondo il quale ''c'e' un
prezzo da pagare per un cattivo governo ed un cattivo modo di governare, e a
pagarlo saranno i cittadini attraverso le tasse e la comunita'
d'investimento''. Il quotidiano economico inglese, nell'esaminare il caso
Parmalat, critica l'operato del Governo italiano, ricordando che l'Italia nel
2003 e' seconda in Europa nella classifica che misura la percezione della
corruzione, intesa come penuria di regole e di corporate governance. ''La
lezione del caso Parmalat - conclude il Financial Times - e' che gli
investitori dovrebbero prendere nota delle incertezze del sistema normativo
italiano, dei suoi standard sulla corporate governance e della sua propensione
alla corruzione''.
(Aggiornato il 29 Dicembre 2003 ore 12:00)
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