CUSTODIA CAUTELARE PER SERGIO CRAGNOTTI
ROMA 11 FEB -
Un'ordinanza di custodia cautelare, in carcere, nei confronti del finanziere
Sergio Cragnotti, è stata emessa dalla magistratura romana nell'ambito
dell'inchiesta sul dissesto della Cirio. Stesso provvedimento anche nei
riguardi del figlio Andrea e il genero Filippo Fucile. Secondo quanto si e'
appreso, gli investigatori del nucleo regionale della guardia di finanza
hanno eseguito i provvedimenti per quanto riguarda Sergio Cragnotti nella
azienda vinicola alle porte di Roma e nelle loro abitazioni romane per il
figlio e il genero. La procura di Roma ha disposto gli arresti domiciliari
anche per Paolo Micolini, presidente di varie societa' del gruppo.
Il provvedimento della magistratura romana gli e' stato notificato dalla
guardia di finanza della capitale nella sua abitazione di Udine.
La procura di Roma ha inoltre emesso un provvedimento di interdizione a
ricoprire cariche societarie per Elisabetta Cragnotti, figlia di Sergio e,
per Ettore Quadrani, consigliere di alcune societa' del gruppo. Le accuse
ipotizzate dai PM sono quelle di bancarotta fraudolenta preferenziale.
DA
ACROBAZIE FINANZIARIE A BANCAROTTA FRAUDOLENTA
ROMA 11 FEB - Dalle acrobazie finanziarie in
alcune delle societa' italiane piu' note, alle accuse di bancarotta
fraudolenta nell' ambito del crac della Cirio che ha spazzato via i risparmi
di molti investitori. E' questa la parabola del finanziere trapezista,
Sergio Cragnotti che ha oggi ricevuto l' ordinanza di custodia cautelare
nell' ambito dell' inchiesta sul dissesto della Cirio. E per il finanziere,
che aveva passato praticamente indenne gli anni di Gardini, di Tangentopoli,
delle operazioni piu' spericolate, si apre un nuovo capitolo nella vicenda
giudiziaria che lo vede coinvolto per il defoult dei Bond della societa'
alimentare.
Classe 1940, il giovane Cragnotti comincia la sua carriera nei primi anni
'60 come contabile alla Calce e Cementi Segni, una societa' della
Bomprini-Parodi-Delfino (Bpd), gruppo che doveva poi rivelarsi una vera e
propria incubatrice di manager di successo, visto che li' hanno mosso i
primi passi Cesare Romiti e Mario Schimberni, che con Cragnotti hanno in
comune anche l'origine romana.
Dopo la laurea in Economia e Commercio, Cragnotti si sposta in Brasile, alla
Cimento Santa Rita, che poi andra' alla Ferruzzi. E in Brasile, Paese che
diventera' un po' la sua seconda patria (e per questo lo chiamano Serginho),
Cragnotti incontra Serafino Ferruzzi ed assume la direzione di tutte le
attivita' con le quali il gruppo e' presente in Brasile. Con il fondatore
del gruppo ravennate, e in seguito con Raul Gardini, inizia cosi' un
rapporto proficuo, che lo portera' nel 1980 ad assumere la responsabilita'
delle attivita' del Gruppo Ferruzzi in Francia e nel 1986 ad essere nominato
amministratore delegato della Ferruzzi Agricola Finanziaria. Nel 1988
diventa Vice Presidente del Gruppo Montedison. Da Foro Bonaparte Cragnotti
pilota le operazioni piu' vantaggiose per il gruppo chimico: vende la Standa
a Silvio Berlusconi e le attivita' di detergenza della Mira Lanza alla
Benckiser, cura la ristrutturazione della Sir, conduce la girandola di
acquisizioni che porta alla costituzione del polo cartario della Ja-Mont.
Quando Gardini lo vuole come amministratore delegato dell' Enimont,
all'inizio del 1989, Cragnotti e' all'apice del successo nel gruppo di
Ravenna, per il quale combattera' la battaglia per il controllo del polo
chimico: dopo le dimissioni del presidente Lorenzo Necci nel febbraio del
1990, guida da solo la societa' fino all'epilogo.
All'inizio del 1991 fonda la Cragnotti & Partners Capital Investment, di cui
e' azionista e presidente: guida cosi' una banca d'affari che e' al tempo
stesso un crocevia di alleanze ed un grosso gruppo industriale. La C&P
acquisisce infatti in Brasile la Bombril (detergenti) per poi concentrarsi
nell' agroalimentare in seguito alla privatizzazione della Sme. Nasce cosi'
il Gruppo Cirio, cui fa capo anche il marchio De Rica. Nel 2001, poi, la
Cirio compra l'intera partecipazione del Gruppo Del Monte (Europa) facente
capo alla Del Monte Royal Foods. Ma l'acrobata della finanza ha nel suo
carniere anche altri marchi stranoti nel settore dell'alimentazione: da Ala
a Polenghi, da Bertolli a Centrale del Latte. E fu proprio quest'ultima
operazione a far calare i sospetti dell'Antitrust. Solo un piccolo 'disturbo',
se si raffronta alle accuse di bancarotta fraudolenta nel '99 mosse dalla
Ross Immobiliare, o le vicende legate al crack della Federconsorzi, e ancora
le accuse di insider trading dalla Consob canadese per la vendita della
Lawson Murdon. Riusci' ad uscire 'in corner' anche dalla vicenda delle
tangenti Enimont per aver accettato di parlare, ammettendo che 10 miliardi
erano stati versati al Caf per conto di Gardini. Ma non sono mancate altre
vicende scomode. Tra cui quella di una maxi-multa di dollari inflittagli
dalla 'Consob' brasiliana per irregolarita' legate alla Bombril.
Dal febbraio 1992 Cragnotti diventa azionista di maggioranza e presidente
della Lazio; poi e' la volta degli investimenti da capogiro da fare invidia
anche alla Juventus degli Agnelli; e rispunta ancora il 'pallino' della
finanza che porta Cragnotti a lanciare la squadra della Capitale, prima fra
le societa' calcistiche italiane, a Piazza Affari. L'apoteosi e' nel 2000,
l'anno di gloria per la Lazio, che in occasione del suo centenario ma anche
del Giubileo, porta a casa scudetto, Coppa Italia e Supercoppa europea. Poi
arriva il peso, un vero e proprio macigno dei debiti e il tentativo di
recuperare vendendo i 'gioielli' con gli scarpini ai piedi. Ma non basta.
Per salvare le societa', prima nella Lazio e poi nella Cirio, Cragnotti e'
costretto a farsi da parte. Lascia la societa' alimentare nel maggio 2003,
in contemporanea con un cda che approva il piano di rilancio targato Livolsi
che viene pero' respinto dai consumatori. Cragnotti tenta anche di rientrare
in gioco, proponendo un progetto di rilancio con la societa' turca Cukurova,
ma anche questo non va avanti.
Nel frattempo si e' aperto il capitolo giudiziario. La procura di Monza gia'
da giugno ha aperto un' inchiesta penale sulle banche che hanno collocato i
bond presso i piccoli risparmiatori. Ad ottobre e' invece la procura di Roma
- che aveva gia' iscritto il finanziere nel registro degli indagati per
concorso in truffa e false comunicazioni sociali - ad ipotizzare per Servio
Cragnotti il reato di Bancarotta pluriaggravata e reiterata. L' inchiesta -
che e' la stessa che ha oggi portato all' ordinanza di custodia cautelare -
e' legata alla vicenda Cirio e tra gli indicati vede coinvolti anche i
famigliari di Cragnotti: i tre figli Elisabetta, Andrea e Massimo e il
genero Filippo Fucile.
(Aggiornato il 11 Febbraio 2004 ore 10:00)
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