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Il disastro del Petrolio in Galizia

UE: MAREA NERA, BRUXELLES VIENE IN AIUTO A PESCATORI SPAGNA

GIA' SBLOCCATI 30 MLN DA STANZIAMENTI SPAGNOLI PER FLOTTA

BRUXELLES - I pescatori e gli acquacoltori spagnoli della Galizia potranno gia' disporre di almeno 30 milioni di euro per meglio lottare contro la marea nera che ha colpito le loro coste in seguito all'affondamento, il 22 novembre, della petroliera Prestige. Lo ha oggi proposto la Commissione europea precisando che non si tratta di nuovi fondi ma di una parte di finanziamenti inizialmente programmati per la riconversione della flotta spagnola che ha dovuto abbandonare la sua attivita' nelle acque marocchine, in seguito al mancato rinnovo dell'accordo di pesca tra l'Ue e Rabat. Nell'annunciare il provvedimento, il commissario europeo alla pesca Franz Fischler ha indicato che di fronte alla gravita' eccezionale dei danni, delle deroghe saranno introdotte per permettere alla Spagna di ricorrere al proprio Strumento finanziario di orientamento della pesca (Ifop) 2000-2006. Questo permettera', tra l'altro, di poter accordare un'indennita' per la cessazione dell'attivita' non solo ai pescatori e ai proprietari di navi, ma anche a coloro che praticano l'allevamento ittico e l'aquacoltura. Globalmente Madrid potrebbe riprogrammare nell'ambito dell'Ifop circa 80 milioni di euro.

(Aggiornato il 19 Dicembre 2002 ore 16:00)

 

PETROLIERA PRESTIGE: BATISCAFO ALL'OPERA PER TAPPARE FALLE

L'unita' francese 'Nautile' comincia oggi le operazioni per turare le falle della Prestige, da cui fuoriescono 120 tonnellate di carburante al giorno. Il vicepremier spagnolo Mariano Rajoy ha detto che il suo governo ha sottoscritto un contratto da 1,2 milioni di euro con la Ifremer, azienda proprietaria del batiscafo, perche' tappi le 14 falle finora scoperte nel relitto,che giace a circa 3500 metri di profondita'.

(Aggiornato il 19 Dicembre 2002 ore 10:45)

 

Petroliera: UE, commissione propone indennizzi

Intervenire a favore dei pescatori colpiti da marea nera

BRUXELLES - Intervenire rapidamente a favore dei pescatori colpiti dalla marea nera che si sta riversando sulle coste spagnole e' l'obiettivo della Commissione Ue. La catastrofe e' stata causata dall'incidente della petroliera Prestige che e' naufragata il mese scorso al largo della Galizia. 'L'Ue - ha affermato il presidente della Commissione Prodi presentando l'iniziativa - e' al fianco delle popolazioni colpite ed intende offrire un contributo adeguato per riparare i danni insieme agli Stati membri coinvolti'.

(Aggiornato il 11 Dicembre 2002 ore 17:10)

 

Il relitto a 3500 metri di prondità vicino al collasso, sarebbe un'apocalisse ecologica

Prestige, lo scafo non regge. Pronta un'altra marea nera

E’ ancora allarme “Prestige”. Altri 50mila tonnellate di combustibile potrebbero riversarsi nell’oceano Atlantico di fronte alle coste della Galizia. Si tratta della nafta conservata nella stiva della nave, adagiata sul fondo a 3500 metri di profondità, carburante potrebbe fuoriuscire a breve se dovesse spezzarsi lo scafo della petroliera.

Un collasso della struttura della nave, sottoposta ad una pressione incredibile vista la profondità alla quale si trova, appare probabile stando almeno alle rilevazioni fatte dal sottomarino francese “Nautile” (ed anticipate dal quotidiano “le Monde”), che è sceso negli abbissi individuando il relitto. Anche se lo scafo dovesse resistere, il sottomarino ha verificato che seppur lentamente il gasolio continua ad uscire da piccole crepe sul fianco della nave. E lo stesso vice premier spagnolo Mariano Rajoy ha ammesso che nei prossimi giorni una terza "marea nera". Potrebbe essere il preludio della catastrofe finale.

Intanto a terra continua senza sosta il lavoro di pescatori e volontari affiancati dai soldati spagnoli che stanno provando a recuperare il carburante dal mare, pulire le spiagge e difendere i fiordi dove si concentrano importanti allevamenti di molluschi.

"In teoria, il litorale francese è meno minacciato" di quello spagnolo. A ridimensionare l’allarme dei giorni scorsi, secondo cui la marea nera potrebbe toccare anche le coste della Francia, è stato il ministro della difesa Michelle Alliot-Marie, al termine di una visita nella zona costiera atlantica del sud della Francia effettuata con il ministro dell'ambiente Roselyne Bachelot. Il ministro francese ha ribadito pero' la sua "preoccupazione" per la situazione e denunciato il comportamento "irresponsabile e criminale" di quelle navi che approfittando della crisi ambientale in corso approfittano per scaricare in mare rifiuti tossici e altri inquinanti. Sinora nessuna macchia di combustibile proveniente dalle coste della Galizia ha raggiunto le coste e i mari francesi

Nel corso dell’Angelus, il Papa ha espresso la sua "vicinanza" al popolo della Galizia colpito dalla catastrofe ecologica per il naufragio della “Prestige”. Giovanni Paolo II ha invitato "tutti a impegnarsi con tenacia in questo difficile problema", pregando che "si trovino presto le soluzioni pertinenti e la Galizia guardi con rinnovata speranza al suo futuro".

(Aggiornato il 08 Dicembre 2002 ore 16:00)

 

Piccole chiazze combustibile coste Portogallo

Finora quel paese era stato risparmiato da marea nera

LISBONA - Piccole chiazze di combustibile fuoriuscito dalla petroliera Prestige naufragata due settimane fa sono state avvistate a 26 Km dalla costa portoghese. Le coste settentrionali del Portogallo finora erano state risparmiate dalle marea nera che ha investito le coste galiziane, in Spagna. Lo ha reso noto stasera il segretario di stato alla difesa portoghese, Henrique Freitas.

(Aggiornato il 04 Dicembre 2002 ore 13:50)

 

Si aggrava il disastro ecologica della “Prestige”

Galizia, ancora onde nere

Migliaia di tonnellate di greggio, un’altra marea nera con un fronte di 50 km avanza verso la già martoriata costa galiziana assieme ad altre chiazze “minori”, sospinte da un vento forte.

E mentre lo spettro di un disastro bis incombe sulla regione atlantica della Spagna (sono già 164 le spiagge colpite dalla marea nera), ieri in Galizia sono scese in piazza 200mila persone per la più grande manifestazione che si sia mai svolta a Santiago de Compostela. Nel mirino il governo Aznar e la sua gestione della crisi, come sottolinea anche la stampa spagnola. La manifestazione, convocata dalla piattaforma civica “nunca mais” ('mai più”) si e' trasformata in una protesta contro Manuel Fraga, il presidente dell'esecutivo regionale, e Josè Maria Aznar, capo del governo di Madrid, ambedue del partito popolare (Pp). Da Corfù, dove partecipa alla riunione dell'internazionale democratica di centro, che presiede, Aznar ha reagito indicando che la marina spagnola ha bloccato ieri per prima volta una "carretta del mare" che si dirigeva verso le coste galiziane, e ha invitato l'opposizione a "non usare il dolore degli altri come merce politica". Intanto la regione della Galizia si costituirà parte civile nel processo per il risarcimento dei danni della marea nera.

Oggi il sottomarino francese 'Nautile' (nella foto archivio Ap) si immerge nelle acque dove si è svolto l'epilogo del disastro con l'affondamento della petroliera. Dovrà ispezionare il relitto della “Prestige”, che giace su un fondale di 3.600 metri, per accertare se vi sia ancora fuoruscita di gasolio.

Militanti di Greenpeace, intanto, hanno tentato ancora di abbordare la petroliera "Byzantio" al largo della costa baltica. Si tratta di una nave gemella di quella affondata, ad un solo guscio e vecchia di ventisei anni. E’ diretta a Singapore e con il suo carico di 50mila tonnellate di greggio, navigherà a largo delle coste francesi e spagnole nei prossimi giorni. Il responsabile di Greenpeace Spagna, Juan Lopez de Uralde, ha dichiarato in proposito: "E' inconcepibile che nonostante la recente catastrofe del 'Prestige' si permetta alla 'Byzantio' di proseguire la navigazione".

(Aggiornato il 02 Dicembre 2002 ore 10:45)

 

La marea nera ora minaccia la Francia

Il combustibile fuoriuscito dalla petroliera Prestige, al largo delle coste spagnole della Galizia, ora minaccia anche la Francia. A lanciare l'allarme, il ministro per l'Ambiente di Parigi,Roselyne Bachelot, che ha chiesto un intervento urgente del governo: 'Sarebbe una catastrofe ecologica ed economica'. Il ministro ha precisato che sono state attivate le misure preventive e che e' stata offerta assistenza a Madrid per verificare le condizioni del relitto.

(Aggiornato il 22 Novembre 2002 ore 15:00 )

 

PETROLIERA: GASOLIO SUL FONDO DENSO COME GOMMA AMERICANA PER ESPERTO IMPROBABILE FUORUSCITA E CATASTROFE ECOLOGICA

Il gasolio contenuto nei due tronconi in cui si e' spezzato il relitto della petroliera Prestige dovrebbe avere la consistenza della gomma americana, a causa della pressione dell'acqua a quella profondita', ed e' improbabile che si abbiano fuoruscite catastrofiche in un futuro prevedibile, secondo un esperto del settore.

(Aggiornato il 22 Novembre 2002 ore 09:00 )

 

L'affondamento della petroliera Prestige ha provocato, secondo le prime stime, 42 milioni di euro di danni. Un milione a mezzo di metri quadri andranno recuperati

Galizia, 90 spiagge invase dalla melma nera

Pescatori e ambientalisti portano mille barche davanti a Ria di Arousa per proteggere il fiordo. Ancora non si sa se il petrolio andato a picco con i serbatoi della nave si solidificherà

Quasi 300 chilometri di costa (295) inquinati dal combustibile, 90 spiaggie invase dalla marea nera, un milione e mezzo di metri quadri di superficie "da recuperare", mentre si teme che una nuova chiazza colpisca i litorali iberici: è questo il primo bilancio dell'impatto ecologico del naufragio e affondamento della petroliera Prestige al largo delle coste della Galizia nel nordovest della Spagna. E' stato il ministro spagnolo per l'Ambiente, Jaume Matas, a presentare personalmente queste cifre oggi a Arteixo, in provincia di La Coruna, dopo aver visitato la zona dove è arrivata la marea nera sprigionatasi dai serbatoi della prestige.

I danni causati dalla catastrofe ammonterebbero, secondo le stime provvisorie del ministero dell’Ambiente, a 42 milioni di euro. Il Wwf calcola inoltre che la marea nera porterà a una perdita 30 mila posti di lavoro in Galizia. "Per decenni in quei mari forse non si pescherà più - spiega l’associazione ambientalista - mettendo a rischio 4.000 pescatori "tradizionali" e i circa 28.000 persone coinvolte nelle industrie collaterali". Il primo bilancio stilato dal ministero dell’Ambiente spagnolo tiene però conto solamente dei danni causati dalla prima fuoruscita di carburante dai serbatoi della Prestige.

Ora l'attenzione delle autorità è concentrata sulle 6.000 tonnellate che la nave ha perso mentre era trainata verso il mare aperto, dove ieri è affondata. Sono due i punti dove il rischio di una nuova perdita preoccupa pescatori ed ecologisti: l'imbocco della Ria di Arousa, uno dei fiordi principali delle cosiddette Rias Baixas, essenziali per i vivai di molluschi marini che proliferano in Galizia e nelle isole Cies, che si trovano immediatamente davanti alla Ria di Arousa.

Secondo il sottosegretario spagnolo alle Infrastrutture, Adolfo Menendez, i quattro aerei e tre elicotteri che stanno controllando la zona del naufragio hanno scoperto finora una macchia grande (15,7 per 5 chilometri) nel posto dove è affondata la Prestige (246 chilometri dalla costa), ma che spinta verso nord, dunque lontano dalla terra ferma. I responsabili locali della protezione civile segnalavano questo pomeriggio una chiazza dispersa (ossia frammentata in molte mini-macchie, fra i due e i venti metri di diametro) a 60 chilometri dalla costa del Finisterrae galiziano, e un'altra, più piccola, che si avvicina all'isola di Salvoram, nel parco naturale delle Isole atlantiche.

I pescatori locali, appoggiati da associazioni per la difesa dell'ambiente, hanno reagito allineando un migliaio di imbarcazioni sullo sbocco del fiordo, preparandosi a bloccare o almeno a ridurre la penetrazione di ogni possibile macchia di carburante nel Ria di Arousa.

Resta comunque intera l'incognita su cosa avverrà con la maggior parte delle 77.000 tonnellate combustibile che il prestige trasportava e che sono affondate con la nave, costruita nel 1976, in una zona dell'atlantico dove il fondale si trova a circa 3.500 metri. Il rappresentante del governo centrale in Galizia, Arsenio Fernandez de Mesa, ha detto oggi che per il momento, "anche se nessuna ipotesi va esclusa, sembra che i fatti confermano le previsioni degli esperti", secondo i quali il carburante affondato con la petroliera non risalirà a galla.

Gli esperti consultati dal governo spagnolo, infatti, ipotizzano che anche se la pressione marina portasse a un'esplosione dei serbatoi della Prestige, la temperatura dell'acqua è così bassa che la nafta si solidificherebbe, costituendo una sorta di roccia viscosa in fondo all'oceano. Ma lo stesso Fernandez de Mesa ha ammesso che "non sappiamo con certezza che cosa può succedere" e ha lanciato "un appello alla calma e alla pazienza" alla popolazione locale.

(Aggiornato il 21 Novembre 2002 ore 14:40 )

 

Il disastro in Galizia riapre il problema sul trasporto del greggio

Le vie del petrolio

L'orientamento dei grandi centri di produzione dell'oro nero è tutto scritto nei progetti di nuovi oleodotti più sicuri ed economici delle petroliere
 

Il mercato dei noli delle navi cisterna presenta un andamento ciclico il cui trend risulta influenzato dalla domanda del petrolio e dei suoi derivati, dall’offerta di tonnellaggio strettamente connessa al tasso di demolizione delle vecchie navi e al quantitativo delle navi in ‘order book’ entro l’anno di esercizio. Quest’ultimo aspetto risulta essere decisivo visto che la contrazione o l’espansione del mercato dei noli per il trasporto del greggio dipende dall’aumento del tonellaggio della stiva mondiale.

Dopo una lunga fase di espansione a metà degli anni ’90, nel 2000 si è assistito a uno stop dell’incremento delle flotte alla luce dei rapporti tecnico-strategici messi a punto dai produttori di petrolio vincolati agli aggiornamenti della geopolitica del greggio è data dal fatto che attualmente nel mondo si consumano 60 milioni di barili al giorno (che significano un consumo pro capite di 4,5 barili al giorno) di cui però 24 in Usa, 12 in Europa occidentale, e meno di 1 in Africa subsahariana.

Nel 2020 il mondo consumerà il 75% in più di energia, fornita per la maggior parte da carbone, petrolio ed energia nucleare. Ciò non farà che aumentare l'importanza di alcuni luoghi strategici e per il petrolio l'importanza del Golfo Persico chiamato ad essere il massimo fornitore per quell'epoca (rispetto al 26% di oggi), visto che i due terzi delle riserve mondiali di petrolio sono in quella regione. Al di fuori del Medio Oriente il petrolio più a buon mercato è in larga parte esaurito. La produzione dei leader mondiali è in declino.

I campi petroliferi Usa, fortemente sfruttati, detengono solo il 4% delle riserve globali, ma forniscono ancora una produzione del 12%. Mentre in Arabia Saudita un pozzo produce circa 9000 barili al giorno, il pozzo medio americano ne dà solo 15. Per il petrolio del Mar Caspio, malgrado la cessione di una partecipazione del 10% alla compagnia di stato Lukoil, Mosca ha espresso la sua ostilità nei confronti di un consorzio internazionale incaricato del suo sfruttamento.

Gli americani stanno cercando di entrare nel cuore dell'Asia (vedi articolo allegato) malgrado l'opposizione di  Mosca che continua a guardare con diffidenza i progetti di oleodotti che esporterebbero il petrolio del Caspio verso i mercati occidentali.

E la 'guerra' invisibile tra stati e compagnie sta proprio nelle opzioni delle grandi direttrici di trasporto attesi i bassi costi della soluzione di oleodotti. La Turchia e le grandi compagnie occidentali sembrano privilegiare la linea turca: un oleodotto che passerebbe per la Georgia o l'Armenia per sfociare sul Mediterraneo, sulla costa turca.

La Russia ha prima proposto la sua rete di oleodotti: Baku-Grozny-Tikhretsk-Novorossisky/Tuapse, ma l'intervento in Cecenia (inverno 1994) ha suscitato forti obiezioni nelle altre nazioni sulla sicurezza della regione.

Successivamente, di fronte al rifiuto di Ankara di far passare le petroliere dal Bosforo, si è orientata verso una soluzione bulgara che porterebbe il petrolio da Astrakhan a Novorossijsk e Tuapse, poi attraverserebbe il Mar Nero fino a Burgas in Bulgaria e, attraverso la Grecia e il porto di Brindisi, verso i mercati occidentali.

(Aggiornato il 21 Novembre 2002 ore 12:50 )

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