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Papa: Giornalisti dicano verità

Intervento del Santo Padre sul ruolo dell'informazione

I media servono la libertà

"Solo quando le persone hanno libero accesso ad una informazione vera e sufficiente, possono perseguire il bene comune e considerare le pubbliche autorità' come responsabili di esso"

Per il Papa i media ''sono tenuti a contribuire alla pace in ogni parte del mondo'', attraverso la ''lealtà e l'imparzialita''' nel diffondere un'informazione basata sulla ''esigenza morale fondamentale che è il rispetto della verità e il servizio ad essa''.

I media ''devono essere liberi'' ed ''utilizzare questa liberta' in modo corretto'', dice ancora: proprio per il loro ''status privilegiato'' devono porsi ''al di sopra delle questioni puramente economiche e mettersi al servizio dei veri bisogni e del vero benessere della societ.

Sebbene una certa regolamentazione pubblica dei media, nell'interesse del bene comune, sia appropriata, il controllo governativo non lo è rimarca il pontefice.

''I mezzi della comunicazione sociale a servizio di un'autentica pace alla luce della 'Pacem in terris''': questo il titolo del Messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, diffuso come ogni anno nella festività odierna di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e che verra' celebrata il primo giugno.

La sfida che Giovanni Paolo II addita a cronisti ed editori e' quella di un giornalismo ''al servizio del bene comune universale'' tanto più in un mondo afflitto da ''sconfortanti realta''' come ''il terrorismo, il conflitto in Medio Oriente e in altre regioni, le minacce e le contro-minacce, lo sfruttamento, l'ingiustizia, gli attacchi alla vita umana''.

Media liberi da condizionamenti politici-economici, scrive Wojtyla, e d'altra parte ''i cronisti ed i giornalisti hanno il grave dovere di seguire le indicazioni della loro coscienza morale e di resistere alle pressioni che li sollecitano ad 'adattare' la verità, al fine di soddisfare le pretese dei ricchi e del potere politico''.

''Riportando fedelmente gli eventi, presentando correttamente i casi ed esponendo in modo imparziale i diversi punti di vista, i media adempiono al preciso dovere di promuovere la giustizia e la solidarieta' nelle relazioni'' andando alle ''radici'' dei torti e delle divisioni per sanarle.

Giornalisti liberi per cittadini liberi, dice ancora. ''I media servono la libertà -dice il Papa- servendo la verità: essi ostacolano la libertà quando si allontanano da quello che è vero, diffondendo falsità o creando un clima di insana reazione emotiva di fronte agli eventi. Solo quando le persone hanno libero accesso ad una informazione vera e sufficiente, possono perseguire il bene comune e considerare le pubbliche autorità' come responsabili di esso''.

Il Papa ammette che costruire la ''fiducia reciproca'' fra le nazioni, chiave dell'azione diplomatica e dela pace, rappresenta ''una sfida enorme'' ma ''non è chiedere troppo agli uomini e alle donne che operano nei media''.

''La mia preghiera'', e' stata la sua invocazione finale, è che ''gli uomini e le donne che operano nei media siano più che mai all'altezza della sfida della loro vocazione: il servizio del bene comune universale. La loro realizzazione personale, la pace e la felicita' del mondo dipendono in gran parte da questo''. ''Coraggio'' ha esortato.

(Aggiornato il 24 Gennaio 2003 ore 14:50)

 

Media dicano verità, contribuiscano a pace e giustizia

Giornalisti siano liberi e resistano a pressioni

ROMA 24 GEN - Per il Papa i media devono 'cercare e riferire la verita''. Per questo devono essere 'liberi' da pressioni e dal 'controllo governativo'. I giornalisti, dice il Papa, hanno il 'grave dovere di resistere alle pressioni di adattare la verita' per soddisfare le pretese dei ricchi e del potere politico'. I media, aggiunge il Papa nel suo messaggio per la 37/ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, hanno un ruolo importante nella costruzione della pace: non devono fomentare le divisioni.  I giornalisti non debbono mai essere "agenti di propaganda e disinformazione, al servizio di interessi ristretti, di pregiudizi nazionali, etnici, razziali e religiosi, di avidita' materiale e di false ideologie di vario tipo". Essi, invece, "hanno il grave dovere di seguire le indicazioni della loro coscienza morale e di resistere alle pressioni che li sollecitano ad adattare la verita', al fine di soddisfare le pretese dei ricchi e del potere politico". A chiederlo e' il Papa nel nel messaggio per la 37ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Nel testo il Pontefice stigmatizza l'uso che dell'informazione viene fatto nelle situazioni di guerra, quando da parte di alcuni si cerca di "diffondere informazioni che violano i principi della verita' e della giustizia, ed offendono la reputazione di un'altra nazione". Il testo, diffuso oggi in occasione della festa di San Francesco di Sales, si apre con un'analisi sconsolata dell'attuale situazione internazionale. Anche se "la divisione tra i popoli in blocchi opposti e' in gran parte un doloroso ricordo del passato", oggi, scrive Papa Wojtyla, "la pace, la giustizia e la stabilità sociale mancano ancora in molte parti del mondo. Il terrorismo, il conflitto in Medio Oriente e in altre regioni, le minacce e le contro-minacce, l'ingiustizia, lo sfruttamento e gli attacchi alla dignita' e alla santita' della vita umana, sia prima sia dopo la nascita, sono sconfortanti realta' della nostra epoca".

(Aggiornato il 24 Gennaio 2003 ore 10:00)

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Ultimo aggiornamento: 24-01-03.

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